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Autore: Junna    07/10/2012    30 recensioni
« Ne Natsu...non pensi sarebbe divertente se Lucy si svegliasse proprio adesso? » esordì l'exceed portando le zampette al muso per sopprimere l'ennesima risata. Il Dragon Slayer si irrigidì al pensiero, mentre il rossore, dalle guance, si espandeva fino alla punta delle orecchie.
« No, Happy, no davvero » rispose stranito, pregando affinché l'amica aprisse gli occhi il più tardi possibile. Avrebbe preferito scavarsi la fossa con le proprie mani, piuttosto che spiegare a Lucy il perché di quello.
Tanto, sarebbe comunque morto. Di imbarazzo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Siamo davvero al capolinea. La storia è finita e sono troppo emozionata. Sono contenta del capitolo perché è esattamente come lo avevo immaginato, o giù di lì, nonostante qualche piccola modifica dell'ultimo minuto. :) Le scuse per l'attesa sono d'obbligo così come i ringraziamenti per le recensioni, per le seguite e per le preferite. Grazie davvero di cuore. Enjoy ;)

 

 

 

5. Notte

 

Corse a perdifiato senza una meta precisa e quando si fermò, lo fece solo perché i suoi polmoni rischiavano di esplodere, così come la milza e il cuore – anche se per ben altri motivi.

Non riusciva ancora a mettere bene a fuoco gli eventi e nonostante sapesse perfettamente di essere duro di comprendonio, non ne aveva mai fatto un dramma: aveva vissuto benissimo in compagnia della sua ingenuità che però, alla luce degli ultimi fatti, stava assumendo i connotati dell'idiozia persino ai suoi occhi.

Poi, la consapevolezza lo colpì, impetuosa come una tempesta: solo allora, in quel preciso istante, l'esasperazione dei suoi nakama, così come le battutine – talvolta arricchite da una punta acidula nel tono – ebbero un senso. Tutto, ebbe un senso. Cioè, lo aveva sempre avuto ma lui era stato troppo... distratto per notarlo.

Lucy non era strana: era lui ad essere un idiota.

Talmente idiota da non capire nulla, da non prestare la minima attenzione ai consigli – seppur assurdi – dei suoi nakama, da fraintendere totalmente il prezioso avvertimento di Gildarts e mandare tutto all'aria.

Non solo aveva affrettato le cose, preso dalla smania e da un desiderio con cui non aveva mai fatto i conti prima, ma ancora non riusciva a dedurne il significato.

Perché? - continuava a chiedersi. Eppure, gli indizi dovevano esserci – i suoi compagni sembravano aver capito la faccenda da un pezzo – ma nonostante tutto, non riusciva a vederli né a riordinarli nella sua testa, e la cosa lo innervosiva a morte.

Forse Gray ha ragione dopotutto – pensò, grattandosi la testa stanco e confuso – devo essermi fumato il cervello. E da un pezzo.

Sospirò. Non si era nemmeno reso conto di essere arrivato al Parco Sud. Sospirò ancora, poggiandosi stancamente al tronco del grande albero al centro del cortile dove, un paio di anni prima, aveva cercato di scavare una buca per riportare alla luce foto e segreti imbarazzanti di ogni membro della gilda – voci dicevano che il Master le avesse nascoste proprio lì.

Zeref! Quanto tempo era passato da quel disastroso tentativo? Il terreno era troppo duro e compatto da scavare munito solo di pala, così aveva chiesto aiuto a Lucy, nella speranza che chiamasse Virgo a fare il lavoro sporco al suo posto. E poi? Cos'era successo?

- Lucy mi ha mollato un ceffone – rievocò, sfregandosi la guancia destra. Allora non ci aveva capito granché, come suo solito, ma anche questo piccolo episodio iniziava a tingersi di significato. Che Lucy provasse già qualcosa per lui, a quel tempo? Si, doveva essere così... nonostante la cosa gli sembrasse ancora assurda.

Un tocco al fianco e un “Bu!” nell'orecchio presero il drago totalmente alla sprovvista, che scattò come una molla impazzita. Una risata esplose di fronte a lui prima ancora che il giovane riuscisse a riprendersi dallo “spavento”.

« Li-lisanna! »

« Non avrei mai creduto di riuscire a fartela Natsu! » ridacchiò la Strauss « Solitamente riesci a sentire i miei passi a metri e metri di distanza! E senza contare il mio odore ».

« Ero... sovrappensiero » borbottò lui, in risposta all'ilarità senza fine dell'amica di vecchia data. Scivolò a sedere usando le radici del grande albero come sedia e il suo tronco come schienale. Lisanna lo imitò e sedette accanto a lui, silenziosa, guardando il cielo sopra le loro teste.

« Stasera ci sono un sacco di stelle » fece, forse più a se stessa che al drago.

« Già » rispose lui, senza lanciare nemmeno un'occhiata alla volta celeste – l'unica stella di cui aveva bisogno non era lì con lui, e lui soltanto ne era la causa.

« Ohi Natsu... va... tutto bene? »

« Per niente »

« Vuoi parlarne? »

« Non esattamente »

« Ok » disse Lisanna, annuendo, tornando silenziosa. Di tanto in tanto lo guardava ma il Dragon Slayer non sembrava accorgersene, troppo impegnato nello sciogliersi in grandi sospiri sconsolati.

« Sai, ho parlato con Gildarts. È preoccupato per te... teme che tu abbia frainteso qualcosa che ti ha detto »

« Teme bene » rispose, affranto.

« Ecco lo sapevo! Io lo avevo avvertito di farsi gli affari suoi! E invece non mi ha dato ascolto. Nessuno mi da' mai ascolto, nemmeno Elf-nii-chan! E non ho idea di che cosa quel branco di stupidi ti abbia detto questa mattina... anzi no, non voglio proprio saperlo ».

« Ogni stupido ha il branco di stupidi che si merita » sussurrò il drago ritrovando la parola.

« Ehi, basta con i musi lunghi ok? » disse, disegnando un sorriso sul volto Natsu, tirandogli in su le guance con le dita. « Un vero mago di Fairy Tail non si da' per vinto nemmeno di fronte alla sconfitta. Sei o non sei il famoso Salamander? ».

« Ho fatto un pasticcio Lisanna... forse ho rovinato tutto tra me e Lucy » esclamò, togliendo il tappo alla zavorra di tormenti e preoccupazioni che aveva accumulato durante quella giornata devastante, e dando il via ad una vera e propria cascata di parole. Lisanna ascoltò attenta e comprensiva, talvolta annuendo, talvolta scuotendo la testa confusa, ma senza mai interromperlo. E quando Natsu poté riprendere fiato, le sue paure ormai completamente messe a nudo, la Strauss non aveva bisogno d'altro per confermare ciò che tutta la gilda sospettava da tempo - e su cui scommetteva centinaia di Jewels. Natsu era innamorato.

« La faccenda è più semplice di quanto immagini » lo rassicurò l'albina.

« Sul serio? » chiese lui, lo sguardo quasi implorante.

Lisanna annuì. « Tu. Ami. Lucy ».

« Io... amo... Lucy » le fece eco Natsu. « In che senso? » domandò titubante. Sapeva che agli occhi dell'amica poteva sembrare una domanda stupida, ma non per lui. Aveva bisogno di certezze e forse solo Lisanna aveva la pazienza sufficiente per dargli le risposte che cercava.

Lei infatti sorrise, scuotendo la testa, ma senza quel velo di esasperazione nello sguardo. « Nel senso che ti senti legato a lei in un modo che non puoi nemmeno spiegare a te stesso, figurarsi a qualcun altro. “Amore” di per sé è solo una parola. Un mezzo per esprimere un concetto, ma che non ha nemmeno un decimo della forza del concetto stesso... non so se mi stai seguendo ».

« Più o meno... » mentì.

Lisanna captò la bugia e pensierosa si alzò in piedi, iniziando a camminare avanti e indietro. Poi si voltò di scatto verso di lui. « Tu vuoi bene ad Happy, Natsu? ».

Il Dragon Slayer rimase perplesso d'innanzi a quella domanda ma rispose ugualmente. « Certo! Che domande mi fai? ».

« E a me ne vuoi? » domandò, con un pizzico d'esitazione.

« Si che te ne voglio Lisanna. E anche tanto ».

Lei sorrise, arrossendo lievemente. « E a Lucy? A lei vuoi bene? ».

« Si... si le voglio bene ma... » esordì, tuttavia fu costretto ad interrompersi. Si alzò in piedi e guardò l'amica, che gli restituì uno sguardo denso di significati. E Natsu finalmente capì – stavolta sul serio ed una volta per tutte. Voleva bene a Lucy ma... c'era quel ma: il ma che cambiava tutto.

E quel ma, non era altro che l'amore di cui tutti i suoi nakama si ostinavano a parlare. Lo stesso amore che per Natsu era solo e semplicemente... Lucy.

« Io... devo andare da lei » disse, fuori di sé dall'agitazione. – Come ho fatto ad essere tanto cieco?

« Vai. E torna vittorioso » lo incitò Lisanna, pollice e indice in aria. Natsu corse via e giurò a se stesso che avrebbe sistemato ogni cosa. Doveva solo trovare il modo... ma a quello avrebbe pensato a tempo debito.

 

 

 

Bussò alla porta della compagna di team forse per la prima volta nella sua vita.

E gli fece uno stranissimo effetto – non sapeva dire se positivo o negativo. Era rimasto impalato lì davanti per – quanto? – un'ora buona forse. Una intera ora a chiedersi cosa avrebbe dovuto dirle – e soprattutto in che modo – quando si fossero trovati faccia a faccia. Aveva una paura fottuta. Lui, che aveva rischiato la vita e sfiorato la morte così tante volte da averne perso il conto. Per un qualche strano motivo, non riusciva a calmare il cuore che batteva impazzito nel petto – nonostante ci avesse provato per tutto il tragitto fino a quella tanto agognata porta. E il fatto che Lucy tardasse ad aprirla lo stava prosciugando, preoccupandolo in maniera allucinante.

Finalmente dall'interno sentì un rumore di passi, accompagnato da un sonoro sbuffare.

« Gray te l'ho già detto sto... » lei aprì la porta, i suoi occhi a cozzare con quelli di Natsu « … bene ». La sua espressione suggerì al Dragon Slayer che tutto si aspettava, tranne una sua visita. E non aveva tutti i torti.

« E-ehi! » salutò impacciato, alternando lo sguardo tra lei e lo zerbino di fronte ai suoi piedi.

« Natsu » fece lei, in risposta. Aveva gli occhi lucidi, arrossati e lievemente gonfi di chi ha pianto per un bel po' di tempo. I capelli profumavano di shampoo appena fatto – quello alla vaniglia che a lui piaceva da morire – e ancora umidi, si incollavano dispettosi al collo e alle guance. Bellissima da togliere il fiato.

Deglutì nervoso. Ciò che aveva tanto temuto per quel momento, si stava avverando: in piedi, l'uno davanti all'altra, immersi in un silenzio a dir poco inquietante. Lucy lo scrutava mordicchiando il labbro inferiore, con l'espressione di chi sta combattendo una battaglia interiore per decidere il da farsi. Lui, dal canto suo, si sentiva talmente tanto impacciato – e spacciato – da non riuscire a formulare un pensiero o una frase con una parvenza di senso compiuto.

- Brutto idiota! Meriteresti un sonoro calcio in culo! -

Anche se, viste le circostante, una pedata in mezzo alle gambe sarebbe stata molto più appropriata.

« Posso... entrare? » chiese, rompendo il ghiaccio. Lucy esitò mentre un'espressione incerta le si disegnava in volto – la bocca lievemente storta e gli occhi che scintillarono di un qualcosa che a Natsu parve... rabbia. Ma fu solo per un attimo e, sconfitta, si fece da parte per farlo entrare.

Una volta dentro, Natsu si guardò attorno, quasi fosse la prima volta che vedeva l'appartamento. Per certi versi era così: la giornata delle prime volte. La sua prima volta in casa di Lucy senza passare per la finestra. Il suo primo bacio. Le sue prime carezze. Le sue prime voglie. La sua prima volta nel desiderare Lucy solo per se, corpo e anima. La prima volta che cercava di dare un nome a quel qualcosa che gli faceva battere il cuore fortissimo, che gli toglieva il sonno e l'appetito. Si, persino l'appetito.

Era amore – o così almeno gli avevano detto. Ma per lui quella parola non aveva alcun senso. Amore... che roba è? Si mangia ? – questo il suo primo pensiero al suono di quelle cinque stranissime lettere messe in fila.

« Sto scaldando l'acqua per il ramen istantaneo » fece Lucy rompendo il silenzio e tirandolo fuori dalle sue riflessioni da mal di testa acuto. « Lo vuoi anche tu? » chiese, avvicinandosi ai fornelli.

« Mh … si, grazie » rispose. In realtà non aveva fame per niente, nemmeno un languorino piccolo piccolo, ma almeno aveva una scusa per restare lì con lei, nella speranza di trovare il coraggio di farle il discorso. Il più in fretta possibile.

E mentre il Dragon Slayer rodeva dentro, le mani sempre più sudate e la bocca sempre più impastata, Lucy armeggiava con pentole e fornelli, concedendogli alla vista solo la sua schiena. Trasudava agitazione da ogni movimento e piccolo gesto, e sbatacchiava gli utensili da cucina creando più rumore del solito.

« Senti » esordì lei, sempre di spalle « Se sei venuto qui a controllare la situazione e metterti in pace la coscienza, puoi stare tranquillo. Sto bene. Ho solo bisogno di tempo da sola per metabolizzare il tutto. E non necessito di altri controllori: Gray basta e avanza »

« Gray? » chiese, interdetto e lievemente contrariato.

« Si, proprio lui. Ti ha visto in fuga dal mio appartamento ed è venuto a dare un'occhiata. Certo, una cosa del genere... » fece, riferendosi probabilmente alla sua confessione e allo pseudo due di picche successivo « … non se l'aspettava proprio. Ti ha tirato qualche parola che non mi sento proprio di ripetere e poi mi ha fatto un terzo grado senza fine. Ah ed è tornato due volte a controllarmi. E aspetta che lo sappia Erza » esplose come un fiume in piena.

« Lucy... » balbettò Natsu, mentre col pensiero già sperimentava il dolore che la maga con l'armatura gli avrebbe inferto. - Me lo merito però! - .

La biondina ormai non lo ascoltava più, presa da un turbinio di parole, pensieri ed emozioni . « Due volte è tornato, lo capisci? Nemmeno fossi sull'orlo della depressione! Non lo so, vi do forse l'impressione di voler fare qualcosa di... stupido? »

« Lucy, io non... »

« Non potete pretendere che già da domani io torni in gilda tutta allegra e sorridente! Ho il diritto di essere triste no? E allora perché non mi date un attimo di tregua per esserlo? »

« Lucy, io.... »

« E tu, tu dovresti essere l'ultima persona sulla terra a venire qui, non lo sai? » singhiozzò, stavolta voltandosi verso di lui, le lacrime ad incorniciarle il volto. « Stupido Natsu! » sputò, chiudendo definitivamente la bocca al Dragon Slayer – sempre più disperato – riprendendo fiato. Preparò le ciotole e porse il ramen al compagno di team che ringraziò piano, con la coda tra le gambe.

La maga stellare prese due bocconi mentre Natsu si limitava a fissare gli spaghetti e a rigirarli con le bacchette. « Posso chiederti un favore? » fece lei, sospirando stanca. Lui la guardò di sottecchi e annuì.

« Appena hai finito di mangiare... puoi andartene? ».

Il drago rimase a bocca aperta, stordito. Mai una richiesta gli era sembrata più assurda e più definitiva di quella. Lucy non gli aveva mai intimato di andarsene. Cioè, lo aveva fatto innumerevoli volte ma mai con quel tono e mai con quello sguardo. Stavolta era seria, le sue parole letterali. Il cuore di Natsu si annuvolò e il giovane mago ebbe davvero paura d'aver fatto un casino irrimediabile. Assentì, non certo per sua volontà, ma perché si sentiva in trappola e con le spalle al muro.

« E per un po'... dovrete andare in missione da soli, tu ed Happy » .

Da soli. In missione. Lui ed Happy. Senza di lei. « Non stai dicendo sul serio » sussurrò incredulo, con una vena di panico nella voce. « Dimmi che non stai dicendo sul serio » fece, ancora, cercando la risposta negli occhi sfuggenti di Lucy.

« Sto dicendo sul serio » lo confutò la maga stellare, il volto afflitto. « È per il mio bene Natsu. Neanche io vorrei, ma devo. Per cercare di raccogliere i pezzi e rimetterli in piedi. E per farlo devo starti lontana ».

« Ma... ma... non puoi lasciare il team! »

« Non sarà per sempre .... » lo rassicurò « Solo il tempo necessario per rendere la tua vicinanza meno... dolorosa ».

« Ma l'hai detto tu stessa che non vuoi! Tu vuoi stare con me e io voglio stare con te! Non c'è bisogno di nessuna separazione » esclamò, sfiorandole la mano con la propria.

Lucy si ritrasse dal contatto come scottata. « Non capisci » ribatté seria « Non c'è solo quello che vuoi tu. Quello che voglio io... non conta niente? »

« Non è questo! ».

« Mi costringeresti a stare nel tuo team solo perché tu vuoi stare con me? Anche se il tuo modo di stare insieme è lontano anni luce dal modo che intendo io? Sono stufa di fare l'amica, Natsu. È una parte che mi sta stretta. E dato che tu non provi lo stesso per me, devi lasciarmi andare! Sarò io a tornare da te una volta... pronta ».

La faccenda iniziava a prendere una piega pericolosa e se il drago non fosse riuscito a confessarle ciò che il suo cuore aveva capito da tempo – ma a cui la testa non aveva prestato attenzione fino all'ultimo momento – rischiava davvero di perderla.

« Io non posso lasciarti andare » disse, sicuro.

« Così sei egoista, Natsu »

« Non so cosa significhi ma ok, se lo dici tu allora è vero, sono egoista » dichiarò, cercando di attingere a tutto il suo coraggio di drago – lo stesso che in battaglia l'aveva salvato dalle situazioni più disperate.

Lucy si lasciò sfuggire una risata assieme ad una lacrima. « Egoista e decisamente assurdo » fece, singhiozzando.

« Decisamente » assentì lui « E stupido. Ma quando si tratta di te... divento ancora più idiota ».

« Che stai... dicendo? » fece lei a mezza voce, confusa.

« Dico che io ti a- . No, cioè si. Io ti a- » balbettò, totalmente nel pallone. Nemmeno la battaglia contro Zancrow – o Hades! – gli era parsa così dannatamente complicata. « Oh, al diavolo! » sbottò esasperato, scattando in piedi. « Che cosa vuoi che ti dica Lucy? Che ti amo? Perché se è quello che vuoi te lo dico: ti amo ».

La maga stellare scosse la testa e lo guardò, in un misto di rabbia e lacrime. « Tu non hai idea di quello che dici Natsu! ». Si allontanò dal tavolo per dirigersi alla finestra, asciugandosi le guance ormai rosse.

« È vero, non lo so... non sono capace a spiegarti quello che sento » sospirò, ciondolando verso di lei. Si arrestò a pochi passi di distanza, fissando la schiena della compagna in cerca delle parole giuste da dire.

« Stare con te è l'unica cosa di cui ho bisogno per... per essere veramente felice, Luce » disse, sincero. « Quindi non puoi aspettarti che io ti lasci andare senza dire o fare niente ». L'amica gli lanciò uno sguardo umido, triste, ma con una scintilla di stupore nelle sue profondità.

« Non mi ero mai chiesto, fino ad oggi, che cosa fosse quella specie di calore al petto quando mi facevi quel sorriso. E nemmeno perché il mio cuore beh, ecco... mi facesse qualche strano scherzo quando mi eri tanto vicina. Pensavo fosse... normale. Si, insomma, sei la mia compagna di team, la mia famiglia... e ti voglio bene ».

Le lacrime tornarono a bagnare gli occhi di Lucy, che non avevano avuto il tempo neanche di asciugarsi. Il Dragon Slayer non riusciva a comprendere se l'amica stesse piangendo perché era triste, o perché aveva iniziato a intuire qualcosa di quel suo intricato discorso.

« Ma poi qualcuno mi ha aiutato a capire che il bene che voglio a te, è un bene speciale.... di quelli che ti riempiono tutto – lo stomaco, la pancia, il petto. Proprio come quando mangio le fiamme – e io amo mangiare le fiamme ».

Gli occhi della maga stellare si dilatarono e il suo respiro tremò, così come il cuore – e Natsu pensò di non aver mai sentito suono più bello.

« Quello è l'unico amore che conosco, Lucy... l'amore per le fiamme » sussurrò, quasi vergognoso. La biondina si avvicinò con l'ombra di un sorriso sulle labbra.

« Per questo dirti ti amo... suona come una bugia » aggiunse il drago, prendendo un respiro profondo. « Perché quello che sento per te è infinite volte di più ».

Silenzio. Nemmeno un respiro a spezzare l'aria immobile attorno a loro. Ma fu solo un istante.

Lucy afferrò Natsu per gli avambracci, salda, mentre incatenava i suoi occhi a sé. « Sei serio, non è uno scherzo? » chiese e le pupille scintillarono per l'emozione. Natsu sorrise, sfiorandole la punta del naso con la propria, senza staccare lo sguardo dal suo viso. « Non sono mai stato tanto serio in vita mia » sussurrò, la voce roca. Le accarezzò il volto attirandola a sé, reclamando il suo corpo, il suo calore e le sue labbra.

Non aveva dimenticato la sensazione d'averla tra le braccia né il sapore dei suoi baci, ma tutto sembrava ancora più bello e perfetto di quanto ricordasse. Non riusciva a credere che il suo cuore riuscisse a contenere tutta quell'emozione, che lo faceva tremare di gioia e di paura allo stesso tempo. Affondò le dita tra i capelli dorati di Lucy, inebriato dall'odore di vaniglia e da quello inconfondibile della sua pelle. Natsu sentì le labbra della compagna piegarsi in un enorme sorriso e si scostò dal suo volto, per goderselo con gli occhi.

« Io... sono... così felice che potrei... non lo so... piangere » disse lei, prima di gettarsi tra le sue braccia e stringerlo forte, come mai aveva osato fare prima. Il Dragon Slayer stava per farle notare che, in realtà, piangeva già da un pezzo, ma preferì baciarla di nuovo. Ancora. Fino a che non si fosse saziato delle sue labbra e del suo sapore.

Ma ben presto si rese conto – quando i loro baci iniziarono a trasformarsi in qualcosa di più – che non sarebbe mai riuscito a saziarsi di lei, proprio come delle fiamme. Tanto più la assaggiava, tanto più la desiderava. E non solo le sue labbra. Non solo il suo cuore. Tutto di lei. Ogni singolo centimetro di pelle. Ogni lacrima, ogni respiro, ogni più piccola imperfezione – tutto ciò che la rendeva Lucy, la sua Lucy.

- Ehi Igneel, se sei in ascolto proprio ora beh... non ascoltare ok? -

Quello fu il suo ultimo pensiero razionale.

Sprofondarono tra le lenzuola senza nemmeno rendersene conto, continuando a scambiarsi carezze, baci, morsi delicati. Natsu non avrebbe saputo dire chi dei due avesse iniziato a spogliare l'altro per primo. Forse lui, nella foga di uno dei suoi abbracci. O forse lei, quando lo aveva liberato della sciarpa per torturare di baci la sua cicatrice.

Una volta nudi, iniziarono a guardarsi curiosi e a toccarsi, con una punta di vergogna, cercando negli occhi dell'altro l'invito a continuare o quello di fermarsi. E laddove gli sguardi non riuscivano ad arrivare, c'erano i sospiri, i gemiti e i battiti dei loro cuori.

« Sei davvero... bellissima, Lucy » sussurrò, in ginocchio di fronte a lei, mentre le sue iridi vagavano sulla sua pelle e le sue dita le accarezzavano il collo. E piano piano scendevano, tra i seni, fino all'ombelico, dove indugiavano, facendola tremare.

Lucy arrossì al suo complimento e schiuse gli occhi, regalandogli un sorriso timido. « Anche tu » mormorò, sporgendosi verso di lui e baciandogli la tempia, la linea decisa della mascella, il mento. Gli cinse il collo con le braccia, strusciando il seno contro il suo petto e urtando il suo bacino, sfiorando così la prova tangibile del desiderio che il drago nutriva per lei.

Ridacchiarono, imbarazzati come non mai, ma senza la minima intenzione di allontanarsi l'uno dall'altra. Ed erano spaventati, sopraffatti da quella miriade di sensazioni, ma sapevano che, insieme, non avevano nulla da temere.

Lucy si morse il labbro inferiore – in quel modo che a Natsu faceva letteralmente perdere la testa – e stavolta fu lei ad accarezzarlo. Ovunque. E fu lui, a chiudere gli occhi e a tremare di piacere sotto le sue mani.

« Luce » soffiò sulle sue labbra, prima di farle prigioniere in un lungo bacio infuocato.

Bocche ancora incatenate, la maga stellare si sollevò sulle ginocchia, quel tanto che le bastava per sedersi sulle gambe del compagno, i corpi quasi incollati fra loro e le intimità a sfiorarsi. Natsu credette di impazzire per la seconda volta – perché pazzo già lo era. Di lei.

Lucy dondolava su di lui, eccitata da quello sfiorare delicato e deciso allo stesso tempo. Con una mano stringeva una sua ciocca di capelli rosa e con l'altra, premeva sulla sua schiena. Voleva di più, Natsu lo sentiva, ma ne ebbe la conferma quando poté leggerle lo sguardo.

« Sei... sicura? » chiese, titubante.

Lei annuì, sorridendo convinta. « Su di te, lo sono sempre stata. »

Si sdraiò, attirandolo su di sé e assaporando il calore del suo corpo, mentre i brividi iniziavano a farsi strada sulla sua pelle.

« E tu? Sei sicuro? Non scapperai di nuovo lasciandomi qui, da sola? » fece, con le sopracciglia che si avvicinavano in una smorfia titubante.

Natsu scosse la testa, sussurrandole nell'orecchio. « Non ti lascerò mai più da sola ». La baciò, di nuovo, insinuando la lingua tra le sue labbra, che lo accarezzava con le unghie e con i polpastrelli.

« A-aspetta » gemette la biondina, interrompendo il contatto. « Prima dobbiamo... » disse, imbarazzata, mettendosi a sedere e frugando nel cassetto del comodino. Natsu la guardò interrogativo: non riusciva a spiegarsi il motivo del comportamento della compagna, e proprio quando aveva creduto di aver iniziato a capire qualcosa dello strano mondo delle donne e dei sentimenti.

« … usare questo » balbettò, sventolando sotto il suo naso un qualcosa che non aveva mai visto prima, un quadratino dall'aria sospetta.

« Che roba è? ».

« Emh... è... cioè... davvero non lo sai? » chiese, ormai d'un colorito rosso acceso. Natsu annuì in risposta, strappandole un sospiro imbarazzato.

« Natsu... tu... fidati di me ok? » disse, con uno sguardo che riaccese il desiderio nel Dragon Slayer, e se possibile, più forte di prima. « Lascia le domande a domani e fidati di me » aggiunse.

« Va bene » sospirò lui, chiudendo gli occhi e assaporando il lungo bacio che seguì quello strano scambio di parole. E poi, sentì le mani di lei che armeggiavano su di lui con quello strano aggeggio, e che tremavano lievemente.

Lucy prese il suo volto tra le mani e lui sollevò le palpebre, trovando il viso di lei di fronte a sé, colorito per l'imbarazzo. Lo fissava, mentre lentamente si sdraiava, in una tacita richiesta di seguirla, di coprila col suo corpo e scaldarla, fuori e dentro. E così fece, abbracciandola, e cercando di respirare, preda di un'emozione mai provata prima.

Si scambiarono un ultimo sguardo, un ultimo sorriso e un ultimo bacio. Il drago poggiò la tempia contro quella della compagna e con una lentezza quasi dolorosa iniziò il cammino dentro di lei. Percepì Lucy irrigidirsi sotto di sé, la sua presa farsi forte sulla schiena e lui si fermò, cercando i suoi occhi e trovandoli tinti di sofferenza.

« Lucy, io... scusami » disse, sprofondando nel panico e nel senso di colpa.

« Shhh, Natsu » lo ammonì lei, poggiando un lieve bacio sulle sue labbra. « Va tutto bene, non fermarti ».

Ancora una volta si affidò alle sue parole e titubante continuò, il più delicatamente possibile. Il desiderio di lei era incontenibile ma, di fronte alla possibilità di farle del male, passava decisamente in secondo piano.

Catturò le sue labbra proprio nell'istante in cui le barriere fisiche ed emotive venivano giù e le unghie dell'amica gli incidevano la schiena.

Il Dragon Slayer poggiò la fronte a quella di lei, assaporando quel loro intimo contatto nell'attesa che il corpo di Lucy si abituasse alla sua presenza. Lei gli accarezzò il volto e i capelli, sorridendo commossa. Non disse nulla e nemmeno Natsu. Bastavano i loro occhi a trasmettere all'altro ciò che stavano provando in quel momento.

Finalmente si appartenevano.

La maga avvolse le braccia attorno al collo di Natsu, immergendo le dita tra i suoi capelli spettinati e, con un bacio, si fece più vicina, muovendo il bacino contro il suo e rubandogli un gemito di sorpresa.

Un sorriso, un altro bacio e poi, semplicemente, l'amore.

 

 

Natsu sbadigliò sommessamente e si stiracchiò, ancora ad occhi chiusi.

Erano secoli che non dormiva così dannatamente bene, stanco ma soddisfatto. Certo, stanco e soddisfatto lo era anche alla fine di una qualsiasi missione ma, quella stanchezza e quella soddisfazione erano tutta un'altra cosa.

Stanco non lo era più, ma la soddisfazione era ancora lì, tra il cuore e lo stomaco, e fluttuante sul suo volto, incastonata in quel sorriso che non voleva proprio saperne di spegnersi. Allungò un braccio, invadendo la parte di Lucy, trovandola vuota e ormai fredda. Spalancò gli occhi allarmato e, la prima cosa che vide, fu la luce della scrivania accesa e poi, Lucy in camicia da notte, col capo chino a scribacchiare veloce.

Il drago si alzò, agguantando biancheria e pantaloni, e si vestì di fretta, raggiungendo la compagna. Poggiò il mento sulla testa di lei, buttando curioso lo sguardo sulla pila di fogli che aveva di fronte. Ciò che catturò la sua attenzione fu la parola FINE, alla quale Lucy aveva appena messo il punto.

« Finito, finalmente » sussurrò lei « Dopo tre anni il libro è finito » e sorrise, voltandosi verso Natsu e stampandogli un bacio sul naso, prima che sulle labbra.

« Sono contento per te, Luce » fece lui, sincero e felice quasi il libro fosse stato il suo. Non gli era mai piaciuto granché leggere, ma quello lo avrebbe letto di sicuro a costo di metterci un anno intero.

« Ora devo solo mandarlo a qualche casa editrice e pregare che lo pubblichino! » commentò, nervosa.

Il Dragon Slayer la avvolse con le sue braccia calde. « Lo faranno » la rassicurò. Lucy lo abbracciò a sua volta, sfiorando la cicatrice con le labbra – Natsu aveva scoperto con sorpresa che Lucy era ossessionata da quella cicatrice e che la trovava terribilmente provocante.

« Come fai ad esserne così sicuro? »

« Semplice: parla di me! » esclamò strappando un risolino divertito alla compagna.

« Sono i racconti delle nostre avventure, non potevo ometterti » rispose, con un'espressione da finta seria.

Natsu, a sua volta, si finse imbronciato. « Perché, mi avresti omesso altrimenti? ».

La maga stellare annuì, convinta. « Ovvio. Il mio libro ti svelerà per chi realmente sei Natsu, e tutte le ragazze di Fiore cadranno ai tuoi piedi. Sarebbe molto più conveniente se tutte continuassero a pensarti come una specie di mostro che distrugge tutto ciò che incontra, proprio come traspare dagli articoli di Jason del Sorcerer » spiegò, gonfiando le guance contrariata.

Salamander non poté fare a meno di sorridere di fronte ad un'espressione talmente tenera.

« Crei problemi inesistenti. Sarò troppo impegnato a spaventare qualunque essere di sesso maschile ti si avvicini, per preoccuparmi delle mie ammiratrici » le sussurrò, fermandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

« Allora vorrà dire che alle tue ammiratrici ci penserò io » disse con un sorriso diabolico sul volto. « A tempo debito » aggiunse, sollevandosi sulle punte e imprigionando le sue labbra in un bacio, piuttosto diverso dai loro baci di qualche ora prima. Non era più un bacio incerto, né dettato dalla voglia e dalla fame del momento: era il bacio del dopo, della fine di un'amicizia e dell'inizio di un amore. Un amore che forse s'era mascherato da amicizia e che c'era sempre stato. « È quasi l'alba » commentò lei. « Quasi un giorno è passato dal tuo... risveglio » ridacchiò sorniona.

« Ti va di vederla insieme, sul tetto? » intervenne Natsu nel tentativo di sviare la sua attenzione da quel ricordo estremamente imbarazzante.

« Sul tetto? Scherzi? ».

 

 

« Wow » sussurrò Lucy, avvolta in una coperta e nell'abbraccio di Natsu seduto dietro di lei, mentre ammirava estasiata il sole che faceva capolino da Est.

Natsu le depose un baciò sulla tempia, immaginando l'espressione sognante dipinta sul suo volto. Bastò il pensiero per farlo sorridere, mentre rifletteva sulle ventiquattrore appena trascorse.

Era stata una lunga giornata, per niente facile. Aveva vissuto secondo dopo secondo, quasi li avesse percepiti sulla pelle come i granelli di una clessidra.

In un primo momento aveva temuto di morire di imbarazzo. Poi, era nato l'istinto omicida verso i suoi nakama, troppo divertiti dalle sue sventure e figure di merda. Avrebbe voluto fuggire, lontano da tutti e da Lucy, per evitare il confronto ormai inevitabile. Quindi, era sopraggiunta la tristezza mista a sconforto, per la paura di aver perso una persona così importante ed insostituibile. E infine la felicità, talmente grande che non avrebbe mai creduto potesse esistere.

Ora capiva perché tutti coloro che lo circondavano, si dessero così tanta pena per l'amore. Ne valeva la pena.

E lui, avrebbe vissuto di nuovo ogni singolo secondo, ogni piccolo granello di quella clessidra, se questo significava avere Lucy tutta per sé, nel suo cuore, nei suoi pensieri e tra le sue braccia.

Ogni curva della maga si incastrava perfettamente alle linee del suo corpo: le gambe intrecciate, il volto di lei nell'incavo del suo collo, le sue braccia attorno alla vita di Lucy... così si erano addormentati quella notte, dopo aver fatto l'amore, come le tessere di un puzzle.

La maga stellare si abbandonò su di lui, schiena contro petto, sospirando contenta, mentre l'abbraccio di Natsu si faceva più stretto. Lucy non impiegò molto ad addormentarsi, al calduccio, il respiro del Dragon Slayer a pochi centimetri dall'orecchio a conciliarle il sonno.

« Ti amo proprio tanto, Luce » sussurrò, coraggioso, dal momento che la compagna non poteva sentirlo. La sollevò, lentamente, cercando di non svegliarla e con un balzo agile rientrò in casa, passando per la finestra lasciata aperta.

La adagiò sul letto, le tolse le scarpe e la ricoprì con la trapunta variopinta, sdraiandosi poi al suo fianco. Le circondò la vita con un braccio e chiuse gli occhi. Mancava però un'ultima tessera per finire quel puzzle perfetto, una tessera importante.

L'attenzione del drago venne catturata da un timido bussare alla finestra. Happy era lì, con un sorrisino imbarazzato, a chiedere al suo miglior amico il permesso per entrare. Natsu sorrise e gli fece cenno di raggiungerlo. Lo accolse con un indice sulle labbra, in segno di silenzio, indicando la maga addormentata vicino a sé. L'exceed annuì e si accoccolò vicino a loro, completando quel suo puzzle mentale.

Salamander sorrise, sonnecchiante, ormai pienamente ed estremamente felice.

 

 

 

FINE.

 

 

 

 

-Special 3_Natsu&Lucy-

 

Natsu aprì un occhio e poi l'altro. Osservò Lucy -la sua Lucy- accoccolata al suo petto, con le labbra incurvate in un sorriso leggero. Non avrebbe mai e poi mai creduto che una persona, un'unica donna, potesse farlo sentire così. Felice, completo...spaventato. Si – spaventato – perché ora, con la mente più lucida, gli era sorta una domanda.

Per quale cavolo di ragione Lucy aveva quegli affari in casa?

Aveva già previsto di fare certa roba con lui... oppure era per quella storia degli... com'è che li aveva chiamati Elfman? Amici di scopa? - che razza di nome poi, assolutamente senza senso!

« Buongiorno » sussurrò lei assonnata, totalmente ignara dello struggimento interiore del proprio uomo.

« Luce? »

« Mhh? »

« Ma quei cosi, com'è che ce li avevi? » chiese, mentre la gelosia prendeva il sopravvento.

« Oh, quelli? » fece lei ridacchiando « Una lunga storia ».

« Immagino tu non abbia intenzione di raccontarmela » constatò lui.

« Immagini bene »

« Allora suppongo di dover trovare il modo per farti cambiare idea » sussurrò Natsu sulle labbra di lei, causandole tanti piccoli brividi sulla pelle e lungo la schiena.

« Supponi bene » rispose Lucy, chiudendo gli occhi e mordicchiandosi il labbro inferiore.

L'avrebbe fatta cedere, su questo il drago non aveva dubbi. Due o tre trucchetti li aveva imparati proprio quella notte e sapeva avrebbero funzionato. Ma – e vi pensò attentamente – in alcuni casi, una tecnica vecchia come il mondo poteva risultare molto più efficace di qualsiasi altra. Un sorriso ferino e diabolico si materializzò sul suo volto. Osservò Lucy, ancora ad occhi chiusi, e totalmente ignara. Il suo ghigno si allargò ancora di più. L'avrebbe fatta urlare, fino alle lacrime, e non avrebbe smesso fino a che lei non l'avesse supplicato, finché non gli avesse rivelato quella fantomatica lunga storia.

Perché Lucy... non sarebbe mai riuscita a resistere al suo solletico.

 

 

 

Note della fine di una storia.

 

In questo caso sono io a scrivere la parola fine e a mettere il punto alla storia. Quasi non ci credo, sono davvero davvero riuscita a finirla *-* Per me è un traguardo importante :D La prima “long” che finisco – e spero non sia l'ultima. Vorrei poter dire che mi dispiace che questa storia sia finita, ma così non è. Sono davvero felicissima perché... beh, Natsu e Lucy hanno avuto quello che volevano. Per non parlare di voi e me – si insomma, non era questo momento che stavate aspettando? *-* Spero che la scena xyz non vi abbia deluso... ecco, io l'ho sentita davvero e spero che le mie emozioni siano arrivate a voi. Ho deciso di descrivere tramite vaghi dettagli l'inizio del tutto – lo trovo abbastanza “poetico” e non volgare, voi che dite? XD Il dettaglio per guidare la vostra immaginazione verso le azioni come io le ho immaginate e il vago per darvi la libertà necessaria per immaginare a modo vostro. È stato difficilissimo scrivere di ciò perché, nonostante la mia “veneranda” età... mettere su carta-schermo queste scene mi imbarazza a morte e non so mai che parole usare xD
Spero che la mia ingenuità riguardo queste dinamiche non traspaia e che le scene siano quantomeno verosimili LoL xD Spero anche di essere riuscita a creare in maniera credibile la "confusione interiore" di Natsu riguardo la questione "amore: questo sconosciuto".

L'ossessione di Lucy per la cicatrice... in realtà è la mia ossessione! Se fosse per me, Natsu quella sciarpa la avrebbe sempre in testa * ç *

Ok, basta sproloqui senza senso a poche ore dal mio risveglio – altro che quello del drago – per l'inizio del nuovo anno accademico. Aaaaaaa mi sparerei! XD

Per ora vi saluto, con la speranza di risentirvi presto *-* Che vi adoro ormai non è più un segreto e... beh, fatemi sapere se il capitolo è stato all'altezza delle vostre aspettative :)

Un bacione, a presto! :D

 

Ps. L'ultimo special risale a prima della stesura di Vespro. Si, sono quel genere di persona che prima pensa agli extra e poi alla storia principale – davvero pessima è? xD

Pps. Ultima scena ispirata da una magnifica fanart di zippi44 che è diventata lo sfondo del mio pc - NaLu fino in fondo xD Ecco il link per chi non l'avesse mai vista http://browse.deviantart.com/?q=gallery%3Azippi44%2F36493128#/d5cxnp1

   
 
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