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Autore: RobbieMJH_    08/10/2012    1 recensioni
Una ragazza ed il suo sogno. Incontrare il ragazzo di cui è innamorata, il cantante della sua band preferita.
Una magia che durerà pochissimo, una magia che la renderà felice ma allo stesso tempo le spezzerà il cuore.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensavate fossi scomparsa? Ebbene no! 
Purtroppo gli impegni scolastici mi hanno prosciugato il tempo e l'ispirazione per 
qualcosa di più lungo di una misera one shot che vi propino tra poche righe..
Insomma era un'ideuzza che mi balenava in testa da un po', sappiamo tutte che partecipare ad un meet
è praticamente impossibile amenochè non si sia raccomandate (?) percio' per molte di noi resta un sogno riposto ed
archiviato in un cassetto che vorremmo dimenticare proprio perchè non potrà mai essere realizzato.
E poi una volta dopo averlo realizzato che ci resta? L'amaro in bocca perchè il tempo non è mai abbastanza per dirgli quanto sono importanti, ma soprattutto per dire a lui (nel mio caso è Bill, ma per voi puo' essere Tom, o Georg o Gustav eh, per carità!) cosa scatena nei nostri cuori. In poche parole questa piccola shot parla di questo e boh, spero che vi ritroviate in queste poche righe perchè da fan a fan diciamocelo, possiamo comprenderci. Fatemi sapere cosa ne pensate, critiche e commenti sono ben accetti, mi migliorano e mi aiutano a continuare la mia ''carriera'' (?) di scrittrice.

Sperando in un illuminazione celeste del mio cervello, nell'offrirvi al più presto una fan fiction decente di almeno dieci capitoli, vi saluto.

Baci, fedelissime e non.

SheLovesKaulitz_

A dream come true.

Aspettavo da tanto quel momento.

Il momento in cui gli avrei comunicato tutto il mio amore, tutto quello che sentivo.

Finalmente era arrivato.

Mai avrei pensato di vincere un meet and greet con i Tokio Hotel, quella band che da tre anni mi faceva provare emozioni indescrivibili.

Loro, con le loro canzoni sembravano descrivermi. Descrivere la vita di un'adolescente come me.

Bill, il cantante quando scriveva quei testi sembrava conoscerti e parlare di te. Dicevano che era molto abile a toccare le “giuste corde” e avevano ragione.

Era una fresca mattina di marzo, l'inverno a Torino era già passato da qualche giorno, ma il fresco continuava a persistere. Mi svegliai irradiata dai deboli raggi di sole che trapassavano dalla persiana della finestra. Mi alzai e subito pensai che quello sarebbe stato il giorno che mi avrebbe cambiato la vita. Mi guardai allo specchio, alcune lacrime di felicità, al solo pensiero di poterli vedere e di poter vedere lui, già inumidivano il mio viso.

Le asciugai, non dovevo piangere adesso. Corsi a vestirmi, scartando tipo dieci abbinamenti diversi. La paura di non essere perfetta mi assaliva, ma alla fine dovevo essere me stessa e senza troppe cerimonie mi infilai un paio di jeans azzurri, chiari e una maglietta verde a mezze maniche con un gufo disegnato sopra. Pettinai i miei dritti capelli rossi, ovviamente precedentemente piastrati. Arrivavano sopra le spalle, e il ciuffo mi ricadeva sugli occhi, cosi' lo spostai dietro le orecchie.

Indossai un paio di converse nere. Non m'importava di risultare una nanerottola al suo confronto.

Mi truccai. Un velo d'ombretto azzurro chiaro, un po' di matita nera e del mascara. Un qualcosa di semplice, ecco.

Presi la borsetta, il cellulare e la macchina fotografica, tutti i cd e me ne uscii di casa felice.

Chiamai un taxi, mi avrebbe lasciata nel posto dove avremmo incontrato tutti e 4.

Dopo un quarto d'ora arrivammo vicini allo stadio dove si sarebbe tenuto il concerto qualche sera dopo, accanto ad esso vi era un palazzetto, un po' più piccolo era li che si sarebbe tenuto l'incontro.

Pagai la corsa e scesi dal taxi.

Le gambe cominciavano a tremarmi e gli occhi a luccicare a causa delle lacrime. Inoltre il cuore batteva come un tamburo e la salivazione cominciava ad essere scarsa.

Cercando di avere un passo alquanto veloce attraversai la strada e mi trovai davanti al palazzetto, dove alcuni agenti della sicurezza stavano controllando i pass. Una volta mostratogli il mio entrai.

Loro erano li. Seduti ad un tavolo, che firmavano le copie dei cd. Erano bellissimi. Tom. I lunghi dread neri raccolti in una coda ordinata ed una fascia sulla fronte. Una maglia a mezze maniche nera e dei pantaloni larghi grigi. Georg. I lunghi capelli lisci ricadevano sulle sue spalle come se fossero seta. Indossava una maglietta bianca, con una scritta sopra e dei semplicissimi jeans. Gustav. Indossava una t-shirt bianca con una stampa e i classici pinocchietti beige. E Bill. I capelli biondi corti. Alzati in una cresta ribelle. La barbetta incolta era li, sul suo viso perfetto. Indossava una camicia a quadri rossi e neri e dei jeans chiari. Era un po troppo sbottonata sul petto appena scolpito. Quella era una visione paradisiaca. Avvampai, mettendomi in fila. Sentivo che da un momento all'altro sarei svenuta. Ma dovevo essere forte, era la mia unica possibilità di vederlo cosi' da vicino. Avevo poche ragazze davanti a me, il mio turno arrivo' in un baleno. Passai prima da Tom, Poi da Georg e Gustav e per ultimo mi conservai Bill. Mi avvicinai a lui, e lo guardai con le lacrime agli occhi, ma mi sforzai di non farle scendere. Alzo' lo sguardo per chiedermi il nome, lo balbettai con una voce un po' insicura e tremante.

Firmo' su tutti i cd. Quel suo scarabocchio sulle copertine per me era come un milione di euro.

Una volta finite le firme, cominciarono le foto.

Una per una, in fila le aliens stavano coronando il loro sogno. E poi fu il mio turno.

Tremavo, gli occhi mi facevano male a furia di trattenere le lacrime, mi avvicinai a passo lento alla ragazza che scattava le foto, porgendole la macchinetta. Mi sistemai tra Bill e Tom e sforzai un sorriso tra le lacrime che stavano cominciando a fare capolino sulle mie candide guance.

Click. Dovevo lasciare il mio posto per far fare la foto alle altre. Non mossi un muscolo. L'istinto di abbracciarlo e scoppiare a piangere era forte. Mi girai verso di lui, e senza pensarci mi avvicinai piano e circondai il suo corpo con le mie braccia, scoppiando in un silenzioso pianto, sussurrando un lieve ''i love you''. Sentii le sue braccia stringermi forte, per poi guardarmi e sorridere. In quel sorriso, forse voleva comunicarmi che era felice di sentirsi dire certe parole. Lasciai la presa tristemente, e anche lui sciolse l'incanto di quel momento. Purtroppo il mio tempo era scaduto. Ritirai la mia macchina fotografica e uscii correndo in lacrime, ma felice da quel palazzetto.

Il mio sogno si era avverato, e in quel momento sarei potuta anche morire. Sarei morta felice.

  
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