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Autore: Noth    08/10/2012    9 recensioni
Blaine non aveva mai voluto che suo fratello gli trovasse un fidanzato, anzi, a dire la verità non aveva neanche mai voluto che si impicciasse delle sue questioni sentimentali. Eppure quest’ultimo sembrava trovare un malsano interesse nel farsi gli affari suoi. Aveva addirittura creato l’associazione B.O.W.T.I.E. (Blaine Otterrà un Wonderful Tizio perché Io sono Eccezionale) della quale, ovviamente, era fondatore ed unico membro.
SCRITTI PER LA KLAINE WEEK!
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un Dovere (in)evitabile.
Klaine Week








 

Blaine non aveva mai voluto che suo fratello gli trovasse un fidanzato, anzi, a dire la verità non aveva neanche mai  voluto che si impicciasse delle sue questioni sentimentali. Eppure quest’ultimo sembrava trovare un malsano interesse nel farsi gli affari suoi. Aveva addirittura creato l’associazione B.O.W.T.I.E. (Blaine Otterrà un Wonderful Tizio perché Io sono Eccezionale) della quale, ovviamente, era fondatore ed unico membro.

Fin da quando erano piccoli, a Cooper piaceva passare interi pomeriggi, mentre Blaine era fuori casa, a setacciare la stanza del fratellino alla ricerca del suo diario segreto, per carpire informazioni sui suoi coetanei, sui suoi gusti e per farsi quattro risate sui testi delle canzoni che il bambino componeva ed infilava rigorosamente tra le pagine di quello che avrebbe dovuto essere un quadernetto privato. Ma – come per le parole privacy, gratis, copione emutande – anche privato non sembrava rientrare nel suo vocabolario. E Cooper era testardo, oh, eccome se lo era. Non aveva mai letto un libro, ma sarebbe stato in grado di citare intere frasi tratte dal diario segreto di Blaine e, anzi, non si faceva affatto problemi a farlo.

Il tutto era cominciato con incontri casuali, molto sospetti, con suoi amici che sosteneva di conoscere da tempo immemore, mentre Blaine non ricordava di averli mai visti in giro per la casa, inoltre si domandava come avesse potuto conoscere tanti gay quando lui stesso entro poco avrebbe dovuto mettere dei cartelli di WANTED per trovare un solo omosessuale nei dintorni di Westerville o, se volevamo proprio fare i Drama King, in tutto l’Ohio.

E così si era trovato chiuso in uno sgabuzzino con Elliott, biondino con gli occhi verdi ed una malsana fissazione per i Transformers, mentre Cooper sosteneva di aver perso la chiave dentro il water mentre – testuale – si spremeva le meningi, e fingeva palesemente di cercarla, gridando: “Oh, non riesco proprio a trovare quella monella, forse dovrei dare un’occhiata con lo scopino, mi allontano un momento, voi due mettetevi comodi, divertitevi, non fate caso a me!”

“Come diavolo vuoi che ci mettiamo comodi in un metro quadrato, Cooper?!” aveva gridato Blaine, e le risa maliziose del fratello maggiore gli avevano immediatamente dato la risposta. Si allontanò prontamente da Elliott, schiantandosi sulle ante dell’armadio che occupava tre quarti dello sgabuzzino e sperò che, al buio, Elliott non potesse vedere quanto il suo viso fosse rosso di rabbia. Blaine aveva dodici anni ed era solo un bambino, non una tessera di Memory da accoppiare a casaccio.

Dopo essere rimasti nello stanzino per un paio d’ore abbondanti, la Signora Anderson era tornata a casa ed aveva udito le imprecazioni del figlio che chiamava il fratello maggiore, ordinandogli di farlo uscire da quella specie di “latrina puzzolente”. Aveva quindi liberato il figlio ed il povero Elliott, che era traumatizzato – probabilmente a vita – dal tempo passato in compagnia di un Blaine lievemente sull’isterico andante.  Il bambino biondo era corso a casa e Blaine aveva iniziato a soffiare come un gatto, raggiungendo il fratello in bagno e trovandolo carponi sulla tavoletta con lo scopino in mano, mentre canticchiava una canzone di dubbio gusto su ciò che stava facendo.

“Oh, qualcuno ha trovato la chiave!” esclamò quando si accorse di Blaine sulla porta, sorridendo e fingendosi sorpreso.

La madre entrò nel bagno con le mani sui fianchi.

“Sì, e mi domando come sia finita nella ciotola di Wilfred.” puntualizzò sarcastica la donna, mentre Cooper scuoteva la testa fingendosi sconvolto.

“Ah, quella bestiolina non imparerà mai.” disse, come se avesse potuto suonare credibile anche per un secondo.

Se non fosse stato per la mano della madre sulla spalla, Blaine avrebbe probabilmente preso la testa di Cooper e la avrebbe sbattuta ripetutamente contro la tavoletta del water.

Ma quello era solo l’inizio di molti episodi.

Ad esempio c’era stato Martin, il nerd che Cooper aveva pensato fosse adatto a Blaine per via della passione che condividevano per i fumetti, ma che non aveva avvisato nessuno della sua allergia ai cani così, quando era arrivato a casa Anderson ed il maggiore lo aveva presentato al minore, il ragazzo gli aveva starnutito addosso non appena le loro mani si erano sfiorate – probabilmente perché Blaine aveva appena finito di accarezzare Wilfred – e l’inizio di quella relazione era stato così disastroso che Blaine era scoppiato a piangere ed era corso in bagno a lavarsi mani e faccia, sistemandosi i capelli spettinati con una quantità di gel che avrebbe potuto incollare una vanga al muro.

“Avresti almeno potuto scusarti per la tua fuga!” si era lamentato Cooper.

“Ah, io dovevo scusarmi?!” aveva risposto Blaine, indignato, ed il fratello aveva assunto un’espressione melodrammatica. Era ovvio che avrebbe dovuto diventare un attore, era nato per sparare balle ed essere convincente.

Era venuto il turno di Daniel, quel ragazzino che si credeva un criceto e mangiava solo verdure e semi. Era mingherlino e ricoperto di lentiggini. Cooper glielo aveva presentato come il figlio del giardiniere, e Blaine si era sentito subito male, perché loro non avevano mai avuto un giardiniere.

“Cooper, noi non abbiamo un giardino...” aveva provato a spiegare, ma il fratello lo aveva preso sottobraccio e trascinato in soggiorno, dove il ragazzino fissava con gli occhi spalancati una carota che stava nella fruttiera – già, nella fruttiera – e non alzò lo sguardo quando i due fratelli entrarono nella stanza.

“Daniel! Oooh, Daniel!” aveva esordito Cooper, e Blaine si era trattenuto dal prendere quella carota e tirargliela in faccia. Poteva essere meno plateale? Solo un pochino, non gli sembrava di chiedere tanto.

Il ragazzino era scattato sull’attenti e li aveva squadrati.

“Sono Cooper, ricordi? Il figlio della famiglia dove tuo padre fa il giardiniere.” scandì lentamente, con un sorriso poco rassicurante.

“Veramente mio padre è un posti…” aveva provato a rispondere Daniel, ma Cooper si era avvicinato ed aveva iniziato ad urlare.

“Ma certo che c’è sempre posto per te in questa casa! E ora,” aveva sorriso, furbo, “questo è mio fratello Blaine. Non è carino? Lui ed il suo cravattino?”

Blaine si era messo una mano sulla fronte. Si era sentito ribollire, scottare, e dentro di lui cresceva la voglia di prendere Cooper e chiudergli la testa tra le ante del frigo.

“Ha gli occhi troppo verdi, ad essere sincero.” Aveva risposto Daniel, e Blaine non poteva credere alle sue orecchie.

Cooper aveva riso forzatamente, come se avesse fatto una bellissima battuta, e aveva spinto il fratello verso la sedia, obbligandolo a sedersi in fronte al ragazzo, che lo squadrava come una cavia guarda lo scienziato.

“Ho lasciato il forno acceso, torno subito!” strillò Cooper, nonostante fosse a un metro da loro, e li lasciò soli.

“Ma dove vai, idiota, è questa la cucina!” aveva gridato Blaine, esasperato.

Da quel momento in poi Daniel non aveva fatto altro che parlare di quanto fosse grande e ben arredata la sua gabbietta, e Blaine dovette ricordarsi più volte di avere 14 anni e di non stare giocando con un bambino quando gli rispondeva.

Dopo aver salutato il ragazzino, Blaine era corso al piano di sopra, era entrato in camera di Cooper, che stava scrivendo “Daniel+Blaine” su un foglietto con un sorriso soddisfatto.

“Allora? Come sta il mio fratellino innamorato?” aveva sorriso, e lo aveva guardato con così tanta speranza negli occhi che Blaine non poté fare a meno di chiedersi se fosse davvero così stupido ed ingenuo o recitasse.

“Cooper devi smetterla.” aveva detto con tono fermo e trattenendosi dallo scuotere il fratello.

“Di fare che?” aveva chiesto lui, con aria confusa.

“Di presentarmi tuoi amici che non sono davvero tuoi amici e di cercare di sistemarmi con questi perfetti sconosciuti del quale, comunque, nessuno si è rivelato superare il quoziente intellettivo di… uhm, zero.” Aveva spiegato Blaine, sperando che Cooper capisse, che afferrasse il concetto che aveva bisogno di trovare qualcuno da solo.

“Ma… nel tuo diario tu dici che vuoi un ragazzo coi capelli più chiari dei tuoi, qualche lentiggine, occhi chiari e intelligente!” aveva cercato di giustificarsi Cooper, scavando nella sua memoria per trovare altri dati trovati nei pensieri privati di Blaine ma, non trovandone, estrasse il quadernetto segreto, e

Blaine glielo strappò di mano.

“Ecco, devi smetterla anche di leggere le mie cose!”

“Ma è mio dovere di fratello maggiore!” aveva ribattuto Cooper, cercando di riprendere il diario.

“Cosa? Rovinarmi l’esistenza?”

“No, assicurarmi che trovi qualcuno che ti ami e che non resti solo.” Aveva spiegato, indicando una lista attaccata al muro dove, tra “Diventare un attore professionista” e “Decidermi a mettermi i calzini” stava “Assicurarmi che Blaine si innamori e venga amato e, soprattutto, non resti solo”.

Era una cosa tenera, di per sé, ma non era un po’ grande per quel genere di cose?

“Non resterò da solo, Coop, ma se cerchi di fare tutto tu, io poi non sarò pronto per fare le cose per conto mio. Non puoi sostituirti a me, sono io che devo decidere se una persona mi piace.” Tutta la rabbia di poco prima era sciamata in quella dimostrazione di innocente affetto da parte del fratello maggiore.

Forse, dopotutto, voleva davvero aiutarlo. Anche se non ci riusciva. Anche se un formichiere ubriaco avrebbe fatto un lavoro migliore.

“Ma e se non la trovi? E’ mio dovere aiutarti a…”


“No, Cooper! E’ mio volere trovarla!” aveva gridato Blaine che, nonostante non ce l’avesse più col fratello, si sentiva frustrato. “Quindi fammi un favore, dacci un taglio, va bene? Lasciami vivere la mia vita.” Aveva sbottato, ed era uscito dalla stanza, portandosi con sé il quadernetto. E, da quel momento, Cooper aveva smesso di presentargli suoi amici.


***



A Blaine piaceva quando suo fratello andava a trovarlo alla Dalton, ma ogni volta guardava tutti come delle potenziali minacce, terrorizzato all’idea che qualcun altro potesse picchiare il suo fratellino, per via della sua omosessualità, mentre lui non c’era. Ed i suoi sguardi minacciosi, dopo un po’, si rivelavano davvero fuori luogo.

“Cooper, se non la smetti di uccidere tutti con lo sguardo entro poco ci troveremo circondati da tanti di quei cadaveri che la polizia non si limiterà a crederci quando gli diremo ‘E’ stato un’incidente!’.” puntualizzò Blaine, accompagnando il fratello per i corridoi.

“Controllo solamente che a nessuno vengano strane idee.” spiegò il fratello, continuando a guardarsi in giro e rispondendo distrattamente ai messaggi sul cellulare.

“Qui a nessuno vengono strane idee.” roteò gli occhi Blaine, e continuò a camminare.

“Okay.” si limitò a rispondere Cooper, e fu così strano detto da lui che il fratello minore si fermò e si voltò, così che il maggiore gli andasse addosso.

“Ma che…”

“Okay?” chiese Blaine, preoccupato per via della semplicità ed ovvietà di quella risposta.

“Sì, mi hai detto che non hanno strane idee, mi fido.” scrollò le spalle.

Qualcosa puzzava, e non poco, e non erano i piedi senza calzini di Cooper.

Sputa il rospo.” Arricciò il naso il fratellino, stringendo gli occhi per scrutare oltre la maschera il maggiore si era messo addosso in malo modo sperando
di non fargli capire che tramava qualcosa.

“Quale rospo?”

“Cosa stai tramando?” domandò, incrociando le braccia.

“Io? Quando mai tramo qualcosa?” esclamò Cooper, con aria offesa. Blaine assunse un’espressione scettica.

“Devo farti un elenco?”

Il maggiore sbuffò.

“E va bene! C’è… c’è questo ragazzo al piano di sopra, ed evidentemente è nuovo perché si guarda in giro e non parla con nessuno. È davvero carino, corrisponde alla tua descrizione e…”

“Cooper! Pensavo fossimo d’accordo!” sbottò Blaine.

“No, davvero, ascoltami non sto scherzando! Dagli una chance! Per favore! I miei sensi di fratello maggiore dicono che è quello giusto questa volta!” spiegò, ed iniziò a fare gli occhi dolci, giungendo le mani come in preghiera.

Blaine alzò gli occhi al cielo.

“Per l’amor di Dio, Cooper, sei un uomo adulto, comportati come tale una volta tanto.” sospirò. “Okay, dove trovo questo tizio?” si arrese infine.

Gli occhi del fratello si illuminarono.

“Si dirigeva verso la scalinata nord un minuto fa quando lo ho incrociato.”

Di malavoglia Blaine si voltò e corse via, facendo il giro e raggiungendo la scalinata detta dal fratello. Davanti a lui c’era un ragazzo dai capelli castano chiaro, gli occhi cerulei ed una spruzzata di lentiggini sul viso che si guardava intorno spaesato. Era ovviamente lui e, quella volta, Cooper aveva davvero azzeccato la descrizione. Però ora Blaine si sentiva un idiota. Cosa avrebbe potuto dirgli? ‘Ehi, mio fratello pensa che io e te dovremmo stare insieme, sposarci ed avere una famiglia! Oh, a proposito, sono Blaine.’ Certo, suonava magnifico.

Non poteva credere di essere stato tanto stupido così, mentre scendevano le scale, lo superò, tirando per la sua strada e sperando di dimenticare per sempre quell’episodio imbarazzante. Poteva sempre dire a Cooper che non lo aveva trovato.

“Scusa? Sono nuovo qui…” disse una voce, e Blaine si voltò automaticamente, cercandone il proprietario. Non poté credere ai suoi occhi quando vide che era del ragazzo della sua descrizione.

Rispose automaticamente.

“Sono Blaine.” disse, e gli tese una mano. Da dove veniva tutta quella confidenza?

“Kurt.” Rispose l’altro, e sorrise, il sorriso più bello che avesse mai visto.

Forse, questa volta, Cooper aveva fatto la cosa giusta.

Forse.

E Blaine proprio non riusciva a crederci.















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NDA:
Ebbene ecco il mio scritto per la Klaine Week! Prompt Klaine+Cooper :D
Era tanto che volevo scrivere di un Cooper di questo tipo, e mi sono trovata giusta nello stato d'animo per farlo.
Una comica, gente, una comica!
Non mi stupirei se facesse schifo.

Once a Klainer always a Klainer. :)

Noth

PS: al prossimo prompt!

 
   
 
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