PROLOGO
Non
sopportava quel rumore. Non l'aveva mai sopportato. Fortunatamente a breve
sarebbe finito. L'aereo
si alzò in volo e il carrello scomparve nell'enorme pancia di acciaio. Juan Diaz
sentì lo stomaco contorcersi per la obbligata posizione che assumeva per il
decollo. Meno
male che era il viaggio di ritorno. Non sapeva per quanto tempo si sarebbe
costretto a stare lontano da un areoporto dopo quella esperienza. L'unico
aspetto positivo era quello di essere stato messo accanto al finestrino. Mentre
l'aereo finalmente prendeva la sospirata posizione orizzontale, il ragazzo si
voltò verso il suo compagno di squadra e migliore amico. Anche lui, Ramon
Victorino, era rimasto molto amareggiato dalla sconfitta subita al campionato
giovanile, benché fossero entrambi soddisfatti di come avevano affrontato i loro
avversari. Ma a quanto pareva in quel momento Ramon non stava pensando al
calcio: era molto più preso dalla persona sedutagli affianco, sua sorella.
Ingrid.
Di carnagione scura e dai tratti simili ma più delicati di quelli del fratello,
da cui differenziava invece per il colore di capelli: un bel rossiccio invece
del tono scuro di lui. Tornava in Argentina dopo anni passati all'estero in una
compagnia di giovani particolarmente dotati riguardo il mondo dello spettacolo.
Ballerini, attrici, musicisti, acrobati e cantanti, categoria in cui lei
rietrava grazie alla sua splendida voce. Si era trasferita con lo zio in
Giappone a causa dei problemi economici della sua famiglia: i genitori non
avrebbero potuto mantenere sia Ramon che Ingrid, così la madre aveva accettato
l'offerta del fratello di prendere con sé uno dei due. Ed era toccato a
lei.
Juan
gettò uno sguardo alla ragazza. Si vedeva che era strafelice di ritornare a
casa. Peccato che non sarebbe durato a lungo... La compagnia riprendeva
l'attività a settembre e ciò significava che sarebbe rimasta giusto per qualche
mese, per poi scomparire nuovamente. Purtroppo.
Scesero
dal veicolo, finalmente arrivati al loro paese.
-E'
proprio come me lo ricordavo!- esclamò Ingrid guardandosi
intorno.
I
due ragazzi, prese le valige, la raggiunsero.
-Dammi
la mia valigia- disse al fratello.
-Te
la porto io.
-No,
dai, la porto io.
-Io
non te la dò.
-Uhf.
Va bene, se ci tieni tanto.
Tutti
e tre si avviarono e arrivarono alla casa di Ramon e Ingrid. Un uomo stava
davanti alla porta maneggiando qualcosa in legno, quando avendo sentito arrivare
qualcuno, si voltò.
-Ingrid!
La
ragazza corse nella sua direzione e gli saltò letteralmente in
braccio.
-Ciao,
papà!
Juan
guardava la scena che gli faceva una certa tenerezza, una delle cose che
capitava spesso quando c'era lei.
In
quel momento uscì dalla casa una donna.
-Mamma!
-Piccola
mia!- esclamò accogliendo tra le sue braccia la sua bambina.
I
due ragazzi intanto si avvicinarono.
-Bentornati,
ragazzi!- li salutò l'uomo.
-Grazie.
-Sono
così contenta che sei tornata- continuava la signora Victorino -anche gli altri
del paese saranno contentissimi di rivederti alla festa di
stasera.
-Quale
festa?
-L'hanno
organizzata per Ramon e Juan per complimentarsi di come sono andati al
campionato.
Ingrid
cominciò a saltellare eccitata.
-Una
festa in paese. E' una vita che non partecipo. Ci
divertiremo!
Juan
frenò il suo entusiasmo.
-Io
non credo che verrò.
-Perché?
La festa è anche per te- intervenne il signor Victorino.
-Sono
stanco, preferirei riposarmi.
-Dai,
hai tutto domani per riposarti, ce l'avrai ancora un briciolo di energia per
stasera- insistette Ramon, seguito a ruota dalla sorella:
-Avanti,
non c'è gusto senza uno dei festeggiati. Per favore, è la mia prima festa
paesana dopo anni...
A quello
sguardo supplichevole non poteva dire di no.
-E
va bene.
continua....