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Autore: imperfectjosie    08/10/2012    1 recensioni
"Mi andava bene. Tutto mi andava bene, quando eravamo vicini."
|Mark/Tom|
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mark Hoppus, Tom DeLonge
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: blink-182
Pairing: Mark/Tom
Rating: Giallo
Note: Mark sa riconoscere una cosa preziosa, quando la vede. Ripensa a Tom, al suo amore per il chitarrista, con dolcezza, amarezza e rassegnazione. 
 


Perfetti.
 

Siamo stati perfetti, mio amore. E nessuno lo sa.
Senza mai compromettere un grammo, della normalità. 
Siamo stati spiati da quelli del supermercato, 
che Sabato è spesa, è moglie, bambini e gelato. 
Siamo scesi mezz'ora all'inferno per capire, guardando da lì,
quanto avrebbe brillato nel mondo una storia così.
 
Piove. Sono le quattro di mattina, fa freddo, ma io non dormo. E' colpa tua. E' sempre colpa tua, Tom.
Mi chiedo come siamo arrivati a tanto, come, una storia fatta di amicizia pura, di passione per la musica, di stima, rispetto e intesa emotiva, possa essersi spenta così. Ma tu non ne hai di risposte, non è così?
I miei pensieri parlano da soli. Sei lontano. Io qui, in Europa, per il tour dei Plus, tu probabilmente in studio, a Los Angeles, per il nuovo album degli Angels.
Ci ho provato, sai? Intendo, ad ascoltare qualche vostro pezzo, ma la tua voce mi fa ancora troppo male. Ho accatastato tutti gli album dei blink da qualche parte, lì in soffitta. Skye è sempre più incazzata. Dice che dovrei mettere a posto, che la mia vita è un disastro. E non si riferisce solo agli scatoloni che prendono polvere lassù, sopratutto credo parli di quelli che prendono polvere dentro di me.
La cosa che più mi fa rabbia è che non hai nemmeno avuto le palle di dirci in faccia ciò che già pensavi da tempo. Perchè da tempo avevi già deciso. E lo avevi fatto per tutti noi. Te ne sei andato. Ci hai lasciati soli. Mi hai lasciato solo. Sapevi che io sarei stato quello che avrebbe sofferto di più. Tu eri il mio migliore amico. Tu eri il mio compagno di band, la mia famiglia. Tu eri davvero tutto, Tom. Potresti sicuramente competere con Skye. Credo che potresti persino vincere.
A volte fantastico su chi salverei da un precipizio. Non trovo risposte. E quelle che riesco ad intravedere mi fanno sentire incolpa verso la madre di mio figlio.
Jack ha 6 anni ora, sai Tom? E' un ometto. Mi chiedo come stia Ava. Mi piacerebbe presentarla al piccolo Hoppus, credo che nemmeno si ricordino di aver giocato insieme in un tempo lontano. Sono giorni che stringo il telefono imponendomi di non cercarti e in ogni caso, suppongo che non riuscirei a trovarti. Quel giorno cambiasti anche il numero di telefono. Ho passato notti insonni a domandarmi dove avessi sbagliato. Poi credo che la risposta sia nell'essermi innamorato di te. Te ne parlai, non la prendesti bene. Subito pensasti ad uno scherzo, ma quando abbassai gli occhi fissandomi le scarpe in silenzio, scoppiasti a ridere. Quella risata mi fece male, mi ricordò che avrei dovuto stare zitto. Continuare ad accompagnare Skye a fare la spesa la domenica, in silenzio, imponendomi di amarla. Scegliendo il giusto pacco di Corn Flakes per il mattino seguente e per tante altre mattine a venire. Impedire a Jack di buttarsi nel frigo dei surgelati e oltrepassare il reparto dei profilattici, ridacchiando al ricordo di quando ti presentasti alla cassa con 15 confezioni + 4 di lubrificante. Eri un pazzo. Eri il mio tutto. E non hai saputo capirmi.
Mi hai ferito e hai attribuito la decisione di lasciare il gruppo al bisogno di stare di più con la tua famiglia. Probabilmente non avresti mai avuto il coraggio di spiegare le cose come stavano davvero. Penso che in fondo cercassi in qualche modo di coprirmi il culo. Ma io non volevo questo, io avrei urlato al mondo intero ciò che sentivo nell'animo quando mi passavi accanto, quando mi toccavi per scherzo nei servizi fotografici, quando da ubriaco ti riportavo a casa appoggiato alla mia spalla, ridacchiante ed eccitato per chissà quale ragazza di turno. Sono sempre stato zitto. Sono sempre stato lì, per te.
Ma adesso che mi trovo sul balcone di un Hotel a Parigi, sperando che l'indomani non arrivi mai - perchè davvero suonare No it isn't ogni volta sul palco è una pugnalata - mi chiedo dove sei tu. Dove sei? Perchè non sei qui a dirmi che comunque vada, andrà tutto bene?
 
Siamo stati perfetti, mio amore
e lo so che lo sai anche tu.
Quando è stato più facile andare, che parlarsi una volta di più.
Ho paura che questa fatica, che sento stanotte, sia solo la mia 
E non certo di chiudere gli occhi e lasciarti andar via. 
 
Poi la nostra storia prese il volo.
Mi venisti a cercare, tenendo fuori dai tuoi discorsi i blink e la nostra carriera. Con Jen andava male, Ava non ti ascoltava come una figlia avrebbe dovuto fare e ti sono venuto in mente io. Quello che ti avevo detto l'anno prima, le mie confessioni, il mio cuore aperto. Quella notte decisi che non ti avrei fatto rientrare nella mia vita, ma le mie buone intenzioni verso la mia dignità andarono a farsi fottere quando mi slacciasti i pantaloni con quegli occhi che chiedevano una cosa soltanto. E ti accontentai. Decidemmo di tenere nascosta quella relazione, se così poteva chiamarsi. Nè Travis, nè tutti gli altri componenti delle nostre rispettive band seppero mai nulla. Tanto meno Skye e Jennifer. Se avessero potuto intuire quanto effettivamente era diventata intima la nostra relazione! Ma nessuno doveva sapere.
Ricordo che quando tentavo di parlartene, la paura si impossessava delle tue parole. Eri isterico, quasi in lacrime. Quindi decisi di non toccare più l'argomento. Ad ogni litigio abbandonavi la casa e non ti vedevo per giorni interi. Non abitavamo insieme, ma trovavi ogni scusa per stare delle settimane da me. Con Jennifer, con il gruppo. Con tutti. Interviste mai andate in onda, apparizioni TV sconosciute, Concerti per beneficienza, ti inventasti addirittura una reunion dei Box Car.
Facevi schifo con le scuse. Ma nessuno ti chiese mai spiegazioni, forse perchè in fondo nessuno voleva davvero sapere cosa stesse succedendo realmente. Qualcuno credo sapesse. Ma non me ne sono mai curato più di tanto, perchè io ti amavo. Ero la tua valvola di sfogo per scappare da tutto e non trovavi nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi durante il sesso. Mi andava bene. Tutto mi andava bene, quando eravamo vicini.
 
Siamo stati mangiati dal freddo e dal senso comune,
che due uomini possono ridere, ma non piangere insieme. 
Fammi solo sapere se dormi, se una donna si cura di te.
Se aspetti a chiamarmi, chiama senza sapere perché.
Poi ci siamo aggrappati alla pelle, 
uno all'altro in attesa che Dio,
ci portasse un consiglio per tutti,
e ad ognuno il suo. 
 
Non ho mai chiesto niente. Mai ho preteso qualcosa. Ti davo e basta.
Quando decidevi in preda al panico di tornare da lei, ti dicevo semplicemente "Ok, non hai le catene, puoi andare dove vuoi. Non ti costringerò a rimanere", ma tu continuavi imperterrito a ripetermi che avevi una moglie, una figlia. Credo che lo facessi più che altro per sfogo personale. Ti sentivi incolpa e rispondevi a te stesso.
Io rimanevo in silenzio. Le persone non avrebbero mai capito. Jen non ci è mai riuscita. Mi domando solo se ti abbraccia abbastanza, se sta attenta a toglierti il bordo del toast al mattino, se sa qual è l'esatto punto della schiena che ti da così tanto tormento durante tutte le tue notti insonni, se si ricorda quale lato della bocca sollevi, quando ridi. Se ti ama, quanto ti amo io. Un tempo mi dicevi che avresti dato l'anima, per continuare a suonare in quel modo. Mi chiamavi fratello, mi abbracciavi e certe volte mi baciavi a stampo per gioco. Il giorno che mi resi conto di amarti, fu quando realizzai che avrei voluto non ti staccassi come le altre volte.
Ho sempre pensato di avere dei problemi con la mia sessualità, le persone me lo facevano pesare. Anne invece mi capiva. Mi conosceva, conosceva te e per il mio bene cercava di aiutarmi ad uscirne. Senza alcun risultato. Gli anni passavano e io cercavo sempre più tempo per stare insieme. Quando ti avevo visto davanti a quella porta, alle 4 di mattina, sudato e ansimante, mi ero spostato per farti entrare e dentro di me speravo che facessi qualcosa di tremendamente stupido, dal tuo punto di vista. E infatti andò così. Adesso su questo balcone una sigaretta non mi basta, per togliermi il gusto del fallimento dalla bocca.
 
Siamo stati perfetti, mio amore 
e lo so che lo sai anche tu.
Quando è stato più facile andare, 
che soffrire una volta di più.
Ho paura che questa fatica, stanotte, sia soltanto la mia.
E non certo di chiudere gli occhi 
e lasciarti, di nuovo, andar via.
 
Ti dissi che potevi andartene, ma per qualche strano motivo non eri d'accordo.
Senza accorgermene e con una punta di insoddisfazione, mi ritrovavo in camera da letto a fare l'amore con te e non potevo fermarti, nè fermarmi. Era tutto così frustrante. A volte mi chiedo se ancora ci pensi a tutto questo, adesso che non ci sentiamo più da tre anni. Adesso che hai deciso davvero di buttarmi via.
Jen è di nuovo incinta. Mi pare di averlo letto da qualche parte, chissà se lo avete concepito con la stessa passione che mettevamo noi nel toccarci. Ma tu avevi già deciso per tutti e due, mi dicevi che ti stavi innamorando, che era tutto dannatamente sbagliato, ci insultavi entrambi. 
Magari eravamo anche "froci", ma comunque persone innamorate e tu non avevi avuto il coraggio di accettarlo. Hai preferito perdermi.
Valevo così poco per te, DeLonge?
Sto arrancando da solo e dopo tutto questo tempo, ancora sono qui a farmi delle domande. Invece suppungo che tu dorma beatamente tutte le tue notti. Sono felice per te. Mi piacerebbe avere la stessa portata del tuo egoismo. Ma non ce l'ho. E sono ancora maledettamente innamorato del tuo sorriso.
 
Siamo stati stupendi, mio amore
e stupendi significa mai.
A vent'anni ho sentito l'amore, 
ma a vent'anni che te ne fai?
Siamo stati perfetti, ragazzo, disperati di molti pensieri,
se due uomini possono arrendersi 
e sembrare due uomini veri.
Io potevo anche chiederti aiuto, 
ma eravamo nel posto sbagliato.
 
Avrei voluto dirti tante cose. 
Una valanga di insulti, di accuse, di frustrazione che mi ero tenuto dentro, ma non ho proferito parola.
Dal giorno in cui assaporai quel bacio dato per scherzo, ma che ormai non mi bastava più, seppi con certezza che avrei sofferto come un cane. Quando ti ho visto l'ultima volta, eri sulla porta di casa mia e vestivi un'indifferenza che sicuramente non ti apparteneva. Ero sicuro che non potevi davvero fregartene in quel modo. E ho lottato perchè ciò che provavi davvero venisse fuori. Non sono stato capace di farti innamorare, perchè anche se dicevi il contrario, non era stato comunque abbastanza per farti rimanere. Avevi scelto Jennifer e io decisi di non guardarti negli occhi. Mi allontavo dalla stanza e sentivo la porta chiudersi alle tue spalle. Poi ricordo di aver pianto per una manciata d'ore.
Il giorno dopo avrei dovuto comporre quella dannata canzone. E le parole mi uscirono meravigliosamente. Travis se ne stupì. E anche io, ad essere sincero.
Mi domando se mi pensi ancora, ogni tanto. Se nel letto con lei, vorresti per qualche minuto stringere il mio di corpo. Io mi maledico sempre quando capita. Skye se ne accorge, ma non spiccica nemmeno una mezza parola. Ormai stiamo insieme per il bene di Jack. Che è troppo piccolo per accorgersi di qualcosa. Beata innocenza. A volte lo invidio davvero.
Mi piacerebbe averti qui davanti, su questo balcone. E invece sono solo, con le luci della città dell'amore che quasi si prendono gioco di me. Ti avrei cercato ancora, ne sentivo il bisogno ogni giorno, sempre di più. Ma non l'ho mai fatto.
Dimmi una cosa, Tom. Sei davvero soddisfatto della tua vita? Io ti conosco abbastanza da poter rispondere per te. Ma sei troppo vigliacco per darle una svolta. Il ragazzino con gli UFO in testa è, dopotutto, ancora un ragazzino. Spaventato ed immaturo. Penso di essere stanco di stare qui fuori. Entrerò a farmi un thè caldo. Sono le sei, il sole sorge dietro alla Tour Eiffel e il tuo viso nei miei ricordi, lascia spazio alla più totale rassegnazione.
Stammi bene, Tom. E quando avrai tempo, se mai te ne accorgerai, accorda quella dannatissima Gibson.
Quando decidi di suonare I miss you in qualche live, suona davvero da schifo.



END.
  
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