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Autore: Girasolefelicissimo    09/10/2012    4 recensioni
Un Demone che si affeziona ad un umano? Sembra strano, non è vero? Sopratutto se quel Demone è Amaimon, uno degli otto Re di Gehenna.
"Può un Demone far sentire al sicuro una persona?" Si chiedeva qualche volta.
"Amaimon la osservava. La pelle candida come la neve, i capelli biondi e gli occhi chiusi, mentre respirava lentamente. Il suo calore, sentiva il suo calore su di lui, lui che era gelido.."
Potrà sembrare una storia romantica e sdolcinata, certo, ma ciò che non sapete, e che questa storia, ha anche un bel po' di azione, con un pizzico di mistero e horror.. Senza dimenticare il nuovo personaggio..
"-Ooh.. Quindi è quella la ragazzina, eh?- Sghignazzò, per poi alzarsi. -Allora, mi divertirò un mondo..-"
Cosa vorrà mai questo personaggio da Natalie?
(Avviso ai lettori: questo è un seguito della storia "Il lato tenero di Amaimon" ma per leggere questa storia, non c'è bisogno di leggere anche la precedente.)
Genere: Azione, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il lato tenero di Amaimon.'
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-Ooh.. Quindi è quella la ragazzina, eh?- Sghignazzò, per poi alzarsi. -Allora, mi diverterò un mondo..-
 
 
Mattina, erano le sette precise. Suona la sveglia. Mozart. Le piaceva molto la sua musica, ne era appassionata, conosceva tutte le sue opere. Cliccò un tasto e la sveglia si spense.
Si alzò dal letto stiracchiandosi. Capelli scombinati, la frangetta sembrava un cespuglio e il pigiama bianco con i pallini verdi era tutto storto, poichè quella sera nelle coperte si era girata
parecchie e parecchie volte. Si sbottonò la camicia a maniche lunghe e se la sfilò con lentezza. Appena tolta, un brivido gelido la pervase e si irrigidì con le spalle. In fretta prese la maglietta
bianca a maniche lunghe e se la mise, poi prese il jilet di lana rasata a giromaniche di un giallino chiaro e si mise anche quello. Infilandoselo, la lana le fece elettrizzare ancora di più i capelli.
Si levò anche il pantalone del pigiama e di nuovo venne presa da quel vento gelido. Prese le calze bianche e se le alzò fin sopra il ginocchio, afferrò la gonnellina rosa e si mise anche 
quella. Prese la borsa che aveva affianco al letto e si avviò verso la cucina per fare colazione. 
-Oggi ho troppe cose da fare, purtroppo non potrò andare a trovare Amaimon.- Pensò tra se e sè. Mentre finiva di bere il suo succo alla mela. Gettò il bicchiere nel cestino e si avviò  verso l'accademia.
La strada era affollata, macchine che sfrecciavano velocemente e i marciapiedi brulicanti di persone. A mala pena sapeva dove mettere i piedi e quindi decise di prendere una scorciatoia che in pochi conoscevano. in effetti, fece più in fretta. Camminava a passo svelto e stare da sola, in mezzo a quella stradina isolata non le dava problemi.
Era arrivata a scuola, nessun problema, tutto come al solito. I professori iniziarono con le lezioni e lei, come al solito seguiva attentamente parola per parola tutto ciò che dicevano, senza 
dimenticare di prendere appunti.
 
 
-Mhmm..- Guardava l'orologio che aveva rubato a suo fratello. Un orologio da taschino, era di un oro molto luminoso che col tempo si era un po' inscurito, ma si portava ancora bene, con sopra 
intagliati dei riccioletti e al centro l'epoca in cui era stato progettato "XIX" e dietro, gli stessi riccioletti, con al centro però le iniziali del fratello "M. P." Scritti in una maniera bizzarra.
Era l'unico oggetto che aveva catturato la sua attenzione, era l'unico oggetto non effemminato che possedeva il fratello, ora che ci faceva caso. -E' tardi..- Disse con leggera tristezza, posando nella tasca dei pantaloni l'orologio e  alzandosi in piedi sul ramo. 
 
-Amaimon!- Gli urlò subito contro il fratello, non appena mise piede in ufficio. -Si? Aniue?- Chiese incuriosito.
-Dove l'hai messo?- Gli chiese, cercando di tenere i nervi saldi e mantenendo un tono di voce basso.
-Uhm? A cosa ti riferisci?- Domandò, andando verso il cassetto dei dolci. Mephisto si mise davanti al cassetto e lo bloccò. -L'orologio Amaimon. L'orologio.-
-Quale orologio?- Richiese con indifferenza. Mephisto sapeva di non dover urlare o altro, o Amaimon per  dispetto non glielo avrebbe più ridato. -L'orologio, che stava nella mia stanza, quello che avevo lasciato fuori al cassetto del mobile.-
-Aah.. Quello.- Rispose, mentre fissava il cassetto, bloccato dalla presenza del fratello. Capii che non avrebbe potuto ottenere i dolci se non glielo dava e quindi frugò nelle sue tasche, tirando fuori il piccolo oggettino, per poi porgerglielo. Mephisto diede un sospiro di sollievo e posò l'oggetto alquanto prezioso nella tasca dei suoi pantoloncini a pouf. Si spostò dal cassetto e Amaimon ci si fiondò contro, prendendo tutti i tipi di dolci possibili.
 
 
Lezioni finite, finalmente. Dopo tutte le lezioni che aveva avuto, finalmente stava tornando a casa. Non aveva le forze necessarie per passar a trovare Amaimon. Ormai si trovava all'ultimo
anno, e le lezioni, compiti e tutto il resto aumentavano a dismisura. Camminava lentamente per la stradina isolata, le si chiudevano gli occhi e se ogni tanto non si dava uno schiaffetto sul viso
rischiava di addormentarsi per strada. Sbadigliava senza sosta e improvvisamente, da una stradina buia si sentii un trambusto incredibile. Si voltò verso destra, da dove aveva sentito il rumore e strizzò gli occhi, cercando in qualche modo di vedere cos'era stato a provacare quel fracasso. Che fosse stato un gatto, lo aveva escluso. Un gattino non poteva. Si addentrò nella stradicciola per metà e appena vide che non c'era un bel niente, ma solo un cassonetto dei rifiuti con degli scatoloni, diede le spalle alla stradicciola e stava per tornare sulla sua strada, quando sentii uno spostamento d'aria. E bello forte. Deglutì e si voltò lentamente.
Una strana forma c'era a pochi passi da lei. Cercava di focalizzare, ma l'ambiente era troppo buio. La strana figura si avvicinava sempre di più ma lei non indietreggiava. Un piccolo fascio di luce
illuminò appena il volto dell'essere e Natalie strinse compulsivamente la cartellina. -Amaimon..- Disse con tono freddo.
-Ciao Natalie! Sono venuto a trovarti!- Le disse con nonchalance, mentre addentava un lecca-lecca.
-Potevi farlo in una maniera un po' più normale, mi hai fatto prendere un colpo.- Disse, mentre allentò la presa dalla cartellina e tornò sulla strada illuminata. -Perchè scusa? Ti ho spaventata?-
Le chiese, mentre si mise affianco a lei. -Beh, un pochino si.- Gli confessò.
-Ma dovevi sapere no, che ero io..-
-Che centra? Anche se uno ti conosce non è detto che ti può riconoscere nel buio.- Amaimon rimase indifferente, continuando a camminare insieme a lei, comunque convinto che avesse ragione lui. -Comunque, come mai stamattina non eri venuta?- Le chiese.
-Le prime lezioni erano parecchio toste e dovevo anche arrivare in anticipo, altrimenti in mezzo alla folla mi sarei persa e sarei arrivata in ritardo.-
-Ma perchè per te è così importante arrivare in anticipo? Che fai un po' di ritardo che può mai succedere?-
-Arrivare in ritardo, significa perdere l'inizio della lezione, e perdere l'inizio della lezione significa che dovrei studiare ulteriormente, per non parlare di come ti sgridino i professori quando sei in ritardo, e se sei sfortunato, ricevi anche una bella nota di demerito.- Amaimon la fissava perplesso, aveva perso il filo del discorso.
-Aah, capisco.- Annui leggermente. Fingendo di aver capito. -Comunque, ero venuto qui per portarti in un posto.- Si fermò.
-Un posto? E quale sarebbe?- Chiese incuriosita, fermandosi a fissarlo. 
-Un posto segreto.- L'afferrò per il braccio attirandola a sè e la prese in braccio. -Oplà!- Disse, mentre fece un grande balzo verso il tetto di una casa. 
Ormai Natalie ci era abituata ai suoi salti, e mentre Amaimon saltellava per i tetti, lei si guardava attorno, tenendosi lo stesso stretto a lui.
La posò per terra e lei fissò il cancello a cui si ritrovarono davanti. Era parecchio alto, non molto grande ma neanche troppo piccolo, era argentato e attorno alle sbarre c'erano delle rose 
rampicanti, con delle rose non ancore sbocciate e attorno a questo cancello c'era un muro di mattoni di color beige, ricoperto dalle rose rampicanti.
-Dove..- 
-Spingilo.- Non le fece finire la frase e le indicò con l'indice il cancello. Natalie, un po' perplessa, si avvicinò al cancello e facendo attenzione a non toccare le spine spinse il cancello ed esso si aprì lentamente. Una lunga distesa di verde appariva davanti ai loro occhi. C'era un piccolo sentierino, con delle mattonelle beige scuro e bianche, a modi scacchiera.
C'erano un paio  di alberi di ciliegio e al centro del giardino, una grande e maestosa quercia, con attorno diversi tipi di fiori, rose, tulipani, margherite,  gigli molti e molti altri fiori dai mille colori. Natalie era rimasta a bocca aperta, mai aveva visto una cosa del genere, le sembrava uno di quei giardini incantati. -M-Ma..- Era senza parole e Amaimon, che le era di fianco la fissava.
-Ti piace?- 
-S-Si..- Rispose, mentre continuava a guardare quel posto magnifico. -Ma come.. Cioè..-
-Ah, non è stato niente di che.- Le confessò mentre fece cenno di seguirlo.
-Sei stato tu?- Chiese incredula.
-Mhm.. Diciamo di si..- Si sedette per terra, vicino alla quercia poggiandosi con la schiena a gambe incrociate. Si diede dei colpetti alla coscia, facendole capire che doveva sedersi. 
Gli andò incontro e si sedette in mezzo alle sue gambe e poggiò la nuca sulla sua spalla. -E' veramente bello- Disse infine per poi socchiudere gli occhi, mentre Amaimon le accarezzava con 
delicatezza i capelli, facendo attenzione a non graffiarla con le sue unghie di quasi dieci centimetri.
Natalie subito cadde in sonno, la presenza di Amaimon, la faceva sentire sicura. "Come può un Demone far sentire al sicuro una persona?" Si chiedeva qualche volta. 
Amaimon la osservava, la pelle candida come la neve, i capelli biondi e gli occhi chiusi, mentre respirava lentamente. Il suo calore, sentiva il suo calore su di lui, lui che era gelido.
Vedendo che si era addormentata e che non si svegliava, la prese dolcemente in braccio e senza far movimenti bruschi la riportò a casa. Entrò dalla finestra che la 
ragazza lasciava sempre aperta e poggiandola delicatemente sul letto, le mise addosso delle coperte.
 
 
-Visto quant'è diventato patetico? Regalare un posto del genere a un comune mortale.. Hahaha!-
-Non si sarà davvero affezionato spero..-
-Credo di si, non vede, signore, che utimamente ha finito con le distruzioni? Con i terremoti... Ha persino perso interesse nell'uccidere le sue vittime!-
-Mhmm..- Mugulò per un po', fissando il figlio. -Eliminate la ragazza. Ma davanti ai suoi occhi, così forse, si riprenderà. E tornerà quello di un tempo.-
-Come desidera..- Fece un lieve inchino e se ne andò. -... E anche questa è fatta ..-  Pensò, mentre accennava un ghigno diabolico.
 
 
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Angolo dell'autrice:
 
Helloooooo! Ve lo avevo detto o no che questa storia non era finita? Haha! So che come primo capitolo, è un po' moscio, ma non pensate che sarà sempre così! Da questo in poi, tutta
la storia prenderà una bella piega! Di mistero, amore e combattimenti! E forse qualcos'altro ancora.. Quindi, spero che mi seguirete anche nel secondo capitolo! (Dopotutto, che vi costa)
E ditemi di cosa ne pensate di questo capitolo, che sò, ditemi, siete felici che la storia continui, oppure, che sò, siete curiosi.. di scoprire chi è quell'essere diabolico? Hehe..
Alla prossima! E mi raccomando, recensite! ^o^
 
Aloha!
   
 
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