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Autore: Elly Malfoy    09/10/2012    0 recensioni
la fine dell'anno, il treno, un frammento di pergamena, una promessa, l'estate davanti e tanti dubbi. Che cosa sarà? Quanto saranno lenti nel loro incedere? in fondo sono solo tre mesi, ma si può dire solo? perchè quando aspetti non sono mai solo sei tre mesi..
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dunque, dopo un tempo esageratamente lungo, rieccomi

Dunque, dopo un tempo esageratamente lungo, rieccomi. Devo finire questa storia, per tanti motivi ma soprattutto per voi che mi fare l’enorme regalo di leggerla! Quindi ora vi lascio alla lettura e non vi rubo altro tempo. Ci vediamo in fondo, as usual.

 

 

 

Ai true friends,
che ci sono per quanti casini tu possa fare,

e ti dicono sempre che non disturbi.

A te che fra gli amici sei speciale,

che non  mi abbandoni mai

per quanti chilometri possano separarci. 

 

 

The Last Time

 

 

Hermione varcò il confine tra mondo magico e mondo babbano per l’ultima volta. Con

fare risoluto salì sul treno e si diresse verso il vagone prefetti.
Le probabilità che lui fosse lì erano alte naturalmente, ma non rientrava nel carattere di un fiero Grifondoro nascondersi di fronte agli ostacoli.

Hermione sedette nello scomparto vuoto, dal finestrino intravedeva la folla sul binario. Genitori che ribadivano le loro raccomandazioni per quella che, ne era certa, doveva essere almeno la centesima volta e figli che annuivano con aria poco convinta e si lasciavano stritolare dalle braccia degli adulti.

Scena di ordinaria partenza al binario 9 e 3/4 insomma.

Ma per Hermione, quella era l’ultima volta che prendeva l’Espresso per Hogwarts e la scena aveva un sapore a metà tra l’amaro e il dolce..

 

Si riscosse dalle sue considerazioni quando sentì la porta chiudersi rumorosamente ma non si voltò subito. Attese qualche secondo prima di vedere che la figura appena entrata non era altri che il prefetto di Corvonero.

Mormorò un saluto e tornò ad osservare la scena fuori dal finestrino.
Non sapeva se essere dispiaciuta o meno. Non sapeva se augurarsi di incontrarlo da sola o di potersi ricordare della sua esistenza il meno possibile.

 

Mentre il binario si svuotava lentamente, entrarono gli altri prefetti e alla fine, mentre il treno già acquistava velocità, ne mancava solo uno. Lui. Naturalmente.
Arrivò con tutta la calma del mondo, come se l’universo intero fosse suo. Entrò e neanche si sedette. Li guardò altezzoso e arrogante come sempre. Parlò poco. Decisero che si sarebbero trovati ad Hogwarts quando la McGrannit li avrebbe convocati e se ne andarono. Lui per primo.

 

Così, dunque, era iniziato l’ultimo viaggio verso la scuola…

 

 

Hermione si mosse, cercando lo scompartimento di Harry. Mentre percorreva il treno sentì una voce famigliare, leggermente annoiata, che raccontava le mirabolanti imprese dell’estate appena passata e si vantava delle conquiste che avrebbe accumulato nell’ultimo anno alla scuola di magia.

Già, le sue conquiste. Hermione aveva dimenticato quanto potesse fare male sentirlo parlare di qualcosa che non voleva sentire, aveva dimenticato quanto profonde fossero le ferite che le aveva lasciato quel ragazzo e si sorprese a scoprire quanto poco bastasse perché, anche dopo mesi, sentirlo parlare di quello che non la comprendeva - e forse non l’aveva mai veramente compresa – quelle ferite si riaprissero.

Ricacciò le lacrime che le erano impertinentemente salite agli occhi, il groppo in gola insieme alla voglia di ucciderlo molto dolorosamente seduta stante e proseguì, un passo dopo l’altro, sempre più lontano da lui eppure forse mai lontano abbastanza.

 

Trovò Harry con Neville, Luna, Ginny e Ron. Quest’ultimo decisamente di cattivo umore a giudicare dal volto imbronciato e dai sonori sbuffi che emetteva a intervalli regolari.

Non bastava Malfoy, per non essere da meno Ron doveva complicare le cose.

Si spostò svogliatamente una ciocca di capelli dal volto e il movimento catturò finalmente l’attenzione di Ron che fino ad ora aveva trovato molto interessante il paesaggio che scorreva fuori dal treno.

“Ti sei tagliata i capelli!” sbraitò incredulo.

“Si” ammise lei. In effetti ora le arrivavano a malapena alle spalle.

“Ah” fece lui. Non riusciva a capacitarsene. “E perché..?” ma non terminò la domanda, gli era bastato un solo sguardo alla Grifona per capire che era meglio non indagare.

Ron tornò serio e taciturno fino all’arrivo a Hogwarts. Indossò in silenzio la divisa della scuola e disse “Per l’ultima volta Harry, almeno cerca di essere presentabile!”.

Harry rise, con un sorriso a metà fra l’allegro e il malinconico, sistemò il colletto della camicia sotto il maglione e aggiustò il nodo della cravatta quanto più dritto possibile. Infine si passo una mano fra i capelli spettinati in un inutile tentativo di dare loro una forma più composta.

Hermione accennò ad un sorriso vedendo quel gesto che aveva associato all’amico fin dal loro primo anno.

Per l’ultima volta – pensò – indossiamo le divise scolastiche.

Per l’ultima volta avrebbero sentito il treno rallentare fino a fermarsi, il rumore della gente che scende e il vocione di Hagrid che chiamava quelli del primo anno.

Per l’ultima volta – pensò anche – Malfoy avrebbe potuto vantarsi delle sue imprese estive e sfoderare il suo ghigno arrogante davanti a gruppi di ragazzine adoranti che commentavano quanto fossero belli i suoi occhi o morbidi i suoi capelli senza sapere che per lui era davvero come se non esistessero.

Almeno ci sarebbero state ultime volte anche per lui, si disse e uscì nell’aria fresca della sera con i suoi amici attorno e il saluto di Hagrid che rimbombava nelle orecchie…

 

Hermione si godette le prime ore a Hogwarts, lo smistamento, la cena e il discorso di inizio anno. Era strano pensare che tutte queste cose le avrebbe sentite per l’ultima volta, strano pensare che adesso erano i più grandi nella scuola di magia e stregoneria e soprattutto era strano pensare che il prossimo non sarebbero stati lì ad ascoltare il vociare della Sala Grande, a sorridere agli amici dopo l’estate. Non sapeva in realtà dove sarebbe stata il prossimo anno, non aveva il coraggio e la voglia di pensarci in un momento così speciale.
Quando percorse i familiari corridoi per raggiungere la Sala Comune di Grifondoro la pervase la gradevole sensazione di essere a casa. Era contenta di essere tornata dopo mesi, i profumi ed ogni piccola cosa del castello la facevano stare bene. E fu con questo pensiero che si addormentò nel morbido letto a baldacchino che aveva condiviso con lei sei lunghi anni.

 

La mattina dopo la professoressa McGrannit distribuì gli orari e come le fece prontamente notare Ron, i Grifondoro avrebbero avuto lezione di Incantesimi con i Serpeverde subito prima di pranzo.

Hermione sbuffò, lo stomaco come stretto in una morsa. Harry e Ron lo considerarono una nota di disappunto che poteva essere aggiunta alle ingiurie che Ron borbottava fra un boccone e l’altro.

Sperava di poter evitare di vedere Malfoy, almeno per il primo giorno di lezione. Ma le era chiaramente impossibile. Avrebbe dovuto affrontarlo subito, senza possibilità di scampo.

Salutò i due e si diresse a lezione di Antiche Rune. Tornare alla vita scolastica forse la avrebbe distratta dal pensare sempre a lui. O almeno così sperava.

 

Troppo presto quindi si ritrovò davanti all’aula di Incantesimi, raggiunse gli amici che stavano parlando con Neville. Lo salutò e mentre il ragazzo le raccontava del viaggio in Svizzera con la nonna, giunse alle orecchie di Hermione la voce strascicata del Serpeverde.
La ragazza si sforzò di ascoltare attentamente Neville ma quasi a farlo apposta il Furetto si mise a pochi metri da lei costringendola ad ascoltare dettaglio per dettaglio il racconto che lui stava facendo ad una adorante Pansy.

Accolse con gioia l’arrivo del professore che permise agli studenti di entrare e prendere posto. Sperava che la sua personale tortura avesse avuto termine. Ma, si sa, la vita ha il suo modo di prenderci in giro…

Quindi Draco scelse di sedersi esattamente dietro alla Grifona che venne così a conoscenza di ogni piccolo particolare dell’estate del furetto. Non riuscì a concentrarsi sulla lezione e quando il professore le chiese perché non avesse alzato la mano fu costretta ad ammettere che non aveva sentito la domanda, lasciando tutti basiti. Nella sua testa c’era soltanto la voce di Draco che rimbombava e ripeteva a non finire il racconto del suo viaggio in Canada.

 

Per il resto della lezione si sforzò di scrivere qualche appunto sconnesso sulla pergamena che aveva di fronte. Si ripeteva che non poteva andare avanti così, non era questa la vera Hermione. Ormai non le rimaneva che una cosa da fare…

 

Alla fine della lezione il professore abbandonò velocemente l’aula ed Hermione riempì con accurata lentezza la sua borsa. Alzò gli occhi. L’aula era semideserta grazie al fatto che molti studenti, Harry e Ron compresi, attirati dall’idea del lauto pranzo, si erano letteralmente catapultati fuori per raggiungere la Sala Grande.

Proprio ciò che voleva. Mentre l’aula si svuotava guardò Draco, era ancora al banco dietro di lei. Senza degnarla di uno sguardo stava afferrando la borsa per dirigersi altrove.
Hermione gli sbarrò la strada e approfittando della momentanea sorpresa di lui chiuse la porta con un tonfo sordo.
C’erano solo loro due nell’aula. Prima che Hermione potesse parlare Draco le afferrò un polso. “Lasciami passare Granger” disse, tentando di spostarla.
Ma per Hermione si trattava di attimi, era l’ultima occasione che aveva e che si era data per parlare con lui.

“No. Adesso mi ascolti.” ribatté con coraggio.

Lui la guardò con un ghigno. “da quando ti permetti di darmi ordini?” replicò beffardo, ma lasciò andare il braccio della ragazza.

“Non l’ho mai fatto. Ma tu hai fatto di peggio.” gli disse, sperando di essere abbastanza fredda.

Il ghigno si accentuò sul volto del ragazzo “Cosa vuoi adesso Mezzosangue?”. Se sperava di ferirla così si era sbagliato. Non erano certo le continue insinuazioni su quanto il suo sangue fosse impuro che l’avevano fatta stare male fino ad oggi.

Rinunciò a tutti i suoi buoni propositi e parlò apertamente. “Cosa potrei volere da te? Niente. Ti sei preso tutto quello che volevi senza pensare alle conseguenze. Illudi gli altri ma prima di tutto te stesso perché non sai vivere nella realtà e perché sei troppo orgoglioso e codardo allo stesso tempo per rendertene conto. Pensi di poter sempre andare avanti come se niente fosse. Sei la peggiore delle persone che si potrebbero incontrare nella vita. E mi fai schifo.” gli sputò addosso tutto come se fosse una liberazione e non riuscì ad aggiungere altro mentre il suo petto si alzava e si abbassava velocemente. La sua mente si vuotò e tutto quello che avrebbe voluto dirgli, tutto ciò che voleva vomitargli addosso e aveva pensato durante l’estate svanì senza che lei potesse recuperare qualcosa.

Lui la guardò impassibile. Nessuna emozione trapelò sui suoi lineamenti. Niente di niente.

“Sono quello che sono. E non altro. Non so cosa tu ti aspettassi.” Ecco. Come sempre lui trovava il modo di ribaltare le cose, di essere dalla parte del giusto e di far sentire gli altri sbagliati. Di nuovo quella sensazione la travolse, era sconcertante come non fosse cambiato il modo in cui il suo stomaco si contorceva quando la faceva sentire un disastro, un fallimento totale, un nulla, uno sbaglio.

Provò ad articolare qualche parola. Una, due volte. E guardò gli occhi di Malfoy. Così dannatamente vuoti. Infine spontaneamente la sua mano si alzò e andò a colpire la guancia del Serpeverde. Lo schiaffò bruciò ogni cosa che c’era stata. Bruciò tutto subito. Prima ancora che lei potesse capire anche solo cosa aveva fatto.

Malfoy la guardò “Non osare mai più Granger, o te ne farò pentire.”  ringhiò. Lei si guardò la mano che lo aveva appena colpito, poi alzò gli occhi sul suo viso. Non lo avrebbe mai più avuto così vicino. Lo sapeva. Questo pensiero fece barcollare la sua fermezza e prima di cedere al vuoto che la stava avvolgendo gli disse “Tu non farai proprio niente, non a me Malfoy. Mai più.”

Afferrò saldamente la borsa dei libri e aprì con violenza la porta. Fece le scale a due a due e non rallentò fino a quando non vide la porta del suo dormitorio. La aprì e con suo immenso sollievo vide che non c’era nessuno. La richiuse alle sue spalle, lasciò cadere la borsa e si appoggiò al muro scivolando lentamente fino al pavimento.

Le lacrime scorrevano copiose sulle sue guance e il cuore sembrava esploderle per quanto martellava contro il suo petto. Si abbracciò le ginocchia e rimase lì ad ascoltare il ritmo del suo singhiozzo, incapace di reagire o di pensare. Il vuoto le attanagliava il cuore e la mente, non riusciva a fare altro che darsi della stupida. Se lo ripeteva fino alla nausea ma non serviva. Il suo pensiero era ancora lì e per quando lei avesse promesso a se stessa che Malfoy non le avrebbe fatto più niente, il momento in cui questo sarebbe stato vero le sembrava immensamente lontano, se non irraggiungibile.

Rimase a crogiolarsi nel suo vuoto fino a quando le lacrime smisero di sgorgare dai suoi occhi e si asciugarono. Rimane il sapore di sale ma finalmente riuscì a pensare.

Sarebbe andata avanti, con tutta la volontà occorrente, con tutta la forza che sarebbe riuscita ad avere. Giorno dopo giorno avrebbe cercato di girare a testa alta, aspettando con trepidazione il momento in cui Malfoy non le avrebbe più fatto male. E neanche il suo pensiero.
Non avrebbe più pensato all’ultima volta che aveva sentito il suo sapore, all’ultima volta che si era persa nei suoi occhi, all’ultima volta che lui le aveva parlato civilmente. Non avrebbe più pensato all’ultima volta che gli aveva parlato, all’ultima volta che gli aveva urlato tutto, all’ultima volta che aveva sperato che lui fosse diverso, che le cose fossero diverse, all’ultima volta che aveva mentito per lui, o pianto per lui.

Avrebbe aspettato i momenti in cui avrebbe potuto dire “l’ultima volta” senza sentire una stretta allo stomaco.
Aspettava l’ultima volta in cui l’avrebbe pensato, in cui avrebbe indugiato sui ricordi per poi archiviarli come passato e non permettere più che facessero male.

Avrebbe aspettato tutto il tempo necessario, sperando che non fosse troppo lungo o almeno servisse.

 

Si alzò e con un gesto della bacchetta fece sparire tutto ciò che gli ricordava anche solo vagamente lui. Era già un inizio.

Poi, si sistemò e scese. Cercò Ron e Harry e quando li trovò stavano uscendo dalla Sala Grande. Li strinse in un abbraccio che li lasciò sorpresi ma la guardarono sorridendo e lei ricambiò il sorriso. Un secondo dopo li raggiunse Luna, allegra come sempre. Mentre si dirigevano verso la lezione di Trasfigurazione, le chiesero perché non era scesa a pranzo e lei abbassando gli occhi rispose che non aveva fame.

Ecco. Questa, ne era certa, era l’ultima volta che mentiva per colpa di Malfoy.

Guardò i suoi amici e fu grata di avere avuto il coraggio di scegliere, di dire basta, di lasciarsi alle spalle l’ultima volta per rivolgersi ad un nuovo inizio…

 

 

Here we are. Questo capitolo è un po’ lungo ma volevo che dicesse un po’ di cose. Non mi piace troppo se devo essere sincera ma non sono sicura di poterlo migliorare. E volevo finirlo. Perché chiudendo questa storia, chiudo con qualcosa di personale. Perché inevitabilmente quando si scrive ci si mette qualcosa di personale, una parte di sé. Beh è tanto che non scrivo, non ho molto tempo e anche se mi viene l’ispirazione poi se mi metto a scrivere di solito non mi piace come rendo l’idea e quindi nada! Comunque questo è l’ultimo capitolo e questa storia ci ho messo un sacco a scriverla e ad aggiornarla soprattutto, quindi chiedo scusa.  A questo punto vorrei dire che spero si capisca che Hermione ha preso una decisione e che la porterà avanti con tutte le sue forze. E beh credo che il tempo la aiuterà e che passato il momento delle ultime volte e dei pensieri riesca a trovare un suo nuovo inizio. Se volete pensare ad un lieto fine possiamo pensare che dopo questo Herm riesca a superare tutto e si metta con Ron. Che è tutto il contrario di Draco e che insomma si potrebbe vedere come più “adatto” per lei anche se io non l’ho caratterizzato più di tanto.

Può darsi che questa sia l’ultima volta che scrivo quindi ne approfitto per ringraziare tutti. Tutti quelli che hanno letto, recensito, si sono soffermati, mi hanno seguito o mi hanno messo tra i preferiti. Rimango inevitabilmente legata a quello che ho scritto perché le storie sono di solito legate a momenti particolari. Alcune mi piacciono più di altre e altre ho imparato ad apprezzarle rileggendole anche dopo tanto tempo. Spero che qualcuna sia piaciuta anche a voi xD

A voi che leggerete va un immenso grazie.

Un abbraccio,
E.

 

 

  
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