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Autore: Morgaine You    09/10/2012    6 recensioni
Il secondo chitarrista non riuscì a porre la fatidica domanda che Kouyou, ancora sconvolto, rientrò nella sala, gli occhi gonfi.
Quattro sguardi carichi di stupore si posarono su di lui.
‘Che c’è?’ mugugnò.
‘Kou’ cominciò un divertito Takanori ‘abbiamo una sorpresa per te’
Per il bene degli adolescenti giapponesi, frustrati e oppressi, i nostri cinque impavidi si ritrovano a dover interpretare dei ruoli..alquanto particolari!
Genere: Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘No’
‘Kou-kun~’
‘Non indosserò mai quel vestito’
Niente, ormai neppure le sue moine e strusciamenti vari avevano più effetto sul chitarrista. Takanori si dette una sonora manata sulla fronte. Quello sarebbe stato il più lungo e faticoso pomeriggio della sua vita.
 
 
 
Ma torniamo a qualche giorno prima.
Le nuvole scorrevano tranquille nel cielo di Tōkyō, e il sole splendeva alto illuminando con i suoi caldi raggi quella casa bianca infondo alla via, all’apparenza così calma e quieta, ma che in realtà, quella domenica, di tranquillo aveva veramente ben poco.
Anarchia. Questa era l’unica parola che balenava nella mente annebbiata dal sonno di Yutaka quella mattina. Sebbene fosse, appunto, domenica, giorno per lui sacrosanto, dato che era effettivamente l’unico in cui poteva concedersi un minimo di riposo, il poveretto era stato letteralmente buttato giù dalla branda verso le otto e mezzo da un violento sbattimento di porte a cui erano seguiti una serie di rantolii animaleschi –perché di questo si trattava- e un rumore di vetri rotti, probabilmente caduti senza vergogna a terra.
Silenzio.
Questo lo aveva fatto naturalmente preoccupare molto più del resto, e fiondatosi fuori dalla propria camera quasi non inciampò in un ammasso informe nel mezzo del corridoio.
Ancora in dormiveglia era riuscito a raggiungere il salotto quando si ritrovò paralizzato alla terribile visione che gli si parò davanti: un Kouyou spaventatissimo era avvinghiato a uno Yuu modalità cavalier servente medievale che tentava di proteggerlo (e proteggersi) dalla miriade di oggetti non identificabili che in quel momento solcavano allegramente i cieli sopra divano e poltrone.
Intorno, il caos; vestiti di ogni forma e colore gettati in ogni angolo, un paio di tazzine rotte, la trousse dei preziosi trucchi di Takanori brutalmente aperta mentre il suo contenuto pareva essere stato risucchiato da qualche ‘buco nero’ di quella casa. Ma il buco nero di quella casa aveva nome e cognome: Ryo Suzuki.
Nel mezzo del soggiorno, sotto l’immenso matto di stoffe due figure ai più irriconoscibili lottavano all’ultimo sangue. Un ottimo spettacolo stile National Geographic.
Yutaka era indeciso se piangere, svenire, o scegliere di porre arbitrariamente fine alla vita dei due. Optò per una via di mezzo.
‘SMETTETELA IMMEDIATAMENTE’ urlò, con gli occhi rossi quasi fuori dalle orbite.
I due malcapitati (ma neanche troppo, se l’erano beatamente cercata) si bloccarono all’unisono, e lenti si voltarono verso il leader, o meglio l'uomo comunemente conosciuto come l’ago della bilancia, colui che tutto crea e tutto distrugge, il fato inesorabile che ti travolge quando meno te l’aspetti. Dall’aura maligna che proveniva dal corridoio i due avrebbero fatto meglio a fuggire a gambe levate; ma non ne ebbero il tempo materiale.
Yutaka avanzò rapidamente verso Takanori e Ryo, afferrandoli entrambi per le magliette stropicciate, sanguinanti e indifesi, e li fece poco delicatamente sedere sul divano mezzo coperto da… qualsiasi cosa.
‘Allora?’
Truce e puntuale arrivò la domanda.
Ancora silenzio. Gelido e palpabile, il terrore ora regnava.
‘E’ stato Ryo! Ha iniziato lui!’ Takanori si lanciò ai piedi di Yutaka in un raptus di disperazione pre-pena capitale, scoppiando poco dignitosamente in lacrime.
‘Ha iniziato a tirare fuori tutti i miei abiti dall’armadio spargendoli in giro per la tua casa’ -furbamente calcò bene il pronome ‘sostenendo che io, Takanori Matsumoto, gli avessi rubato una felpa. Io non indosserei mai quella robaccia’ al che, sottolineò l’ultima parola con uno sguardo di convinto disgusto.
‘Nano, tu hai rubato la mia felpa! Era sotto il tuo letto!’ Ryo esaminò attentamente la situazione intorno a se in attesa di rimettere le mani addosso al cantante ‘Kouyou l’hai fatto ubriacare di nuovo? Perché mi sembra che non sia ancora in grado, alla sua età, di intendere e volere. Ma forse è così dalla nascita!’ il biondo naso-fasciato, non potendo più sopportare quell’infante (uno dei tanti fantasiosi appellativi di Takanori) gli scagliò addosso il suo stesso mascara, colpendo però erroneamente Yutaka.
Forse sganciare una bomba nucleare su Pechino avrebbe fatto meno danni. Il batterista, dopo un breve –brevissimo- momento di sorpresa, alzò minacciosamente l’indice verso la causa di tutti i suoi problemi e del suo poco gentile risveglio.
‘Tu…’
Con un gesto rapido afferrò la scopa ancora miracolosamente in piedi appoggiata al muro e, quasi a voler imitare i suoi eroi preferiti dei fumetti, calò la sua arma sulla testa dell’infelice bassista.
Stava per rincarare la dose sotto lo sguardo impotente dei suoi compagni quando il telefono squillò. Era la suoneria del loro manager.
‘Questa volta sei salvo’ disse Yutaka, scoccandogli una delle peggiori occhiatacce della storia.
‘Sì pronto?’
‘Buongiorno Yutaka, sono Sakai. So che vi abbiamo concesso una settimana di riposo assoluto, ma ho un’interessante progetto da proporvi e non potevo certo resistere fino a lunedì prossimo! Vi dispiacerebbe venire agli studi domani alle nove?’
‘Ma veramente noi..’
‘Perfetto allora, a domani ragazzi!’
Il batterista si ritrovò a parlare con gli spiriti celesti in zero due. Rassegnato, si voltò verso gli altri, ignorando quella fattoria vietnamita in cui era ridotta la loro povera dimora.
‘Avremo da fare domani..’
 
L’indomani, ridotti a cenci, arrancarono fino alla sede della PSC maledicendo chiunque gli passasse accanto; erano tutti troppo svegli e pimpanti a quell’ora. Ma cosa faceva la gente in giro di prima mattina?
Ah, la beata ignoranza dell’essere animali da palcoscenico.
L’ascensore, dopo alcuni estenuanti  minuti d’attesa, si spalancò con un rumore sordo che anticipò i soliti urli isterici di quei calmi ragazzi quali erano gli Alice Nine, che sbucarono da esso e vennero sgarbatamente scansati con scuse poco credibili.
‘Ci si vede a pranzo!’ ma la porta si era già chiusa in faccia ai poveri cinque giovani.
Arrivati al tanto agognato piano vennero nuovamente aggrediti dal loro manager.
‘Queste sono tutte le maledizioni di Yutaka’ pensò Yuu.
Quell’uomo saltava. Quel brutto omuncolo basso, possibilmente addirittura più di Takanori, riusciva per qualche strana ragione a comparire in più posti contemporaneamente, rispondeva a tre chiamate insieme, e intanto si prendeva il caffè. Solo questo superman in gessato grigio dagli occhi a mandorla poteva coprire il ruolo di sorvegliante dei cinque sciagurati.
‘Ben arrivate, signorine. Siete in ritardo come al solito’
Irritante.
Se non fosse stato per la brillante prova di maturità del giorno precedente, Ryo si sarebbe permesso di prenderlo a pugni, solo per avergli negato qualche giorno di dolce far nulla tra camera da letto e frigorifero.
‘E’ sempre bello incontrarti, Sakai. La tua simpatia mi riempie il cuore, soprattutto quando ho bisogno di stimoli per andare alla toilette’
La finezza di Kouyou non aveva pari in certe occasioni.
‘Si bellezze, avete ragioni. Non perdiamo altro tempo, non voglio che a Ruki coli il mascara, dopo inizia a lagnarsi’ disse il cattivo soggetto con leggerezza, avviandosi nella sala riunioni.
Takanori non aveva replicato solamente perché, appunto, era in bagno a ritoccarsi il trucco.
 
Sopra la Tavola Rotonda del regno della musica giapponese erano sparpagliati numerosi fogli e involti di diverso spessore.
I principini, ancora per buona parte nel mondo dei sogni, fissavano le carte agonizzanti sulle loro sedie.
‘Allora, di che si tratta?’ chiese infine Yutaka.
‘Ebbene’ Sakai continuava imperterrito a saltare sulla poltrona ‘una nota casa editrice vi propone di girare alcune scene di una famosa opera teatrale per invogliare gli oppressi adolescenti del nostro paese a studiare la vita e le opere dell’importantissimo autore!’
Qualcuno aveva forse parlato?
‘Ma noi non siamo attori’ rispose pacatamente Yuu. Era acciaccato, ma sensato.
‘E’ su questo punto che verte la questione. Ingaggiare dei semplici attori sarebbe stato banale. Ma i Gazette sono amati ovunque, dal Hokkaidō fino alla provincia di Kyūshū. Sarà un successo strepitoso!’
‘Ma..’ Kouyou per la prima volta in quella mattina tentava di formulare una frase di senso compiuto ‘..questo vuol dire che dovremo imparare un copione’ disse infine, indicando svogliatamente i papiri sulla tavola.
‘No tesoro, tu sei escluso; sappiamo benissimo che non sai leggere’ altra imbeccata di Ryo, che si beccò un meritato calcio da parte del leader.
Kouyou, all’ennesimo insulto, corse via in lacrime, sbattendosi la porta alle spalle.
‘Ryo Suzuki’ Yuu lo prese per i capelli ‘lo sai com’è fatta quella fragile creaturina. E, se lo farai ancora, ridurrò le tue amate fascettine in tanti, piccoli, introvabili pezzettini, e poi te li farò ingoiare’
Al che, ritornando al suo trono, non potè fare a meno di assestargli un potente scappellotto.
‘Di che opera si tratta?’ Takanori, nel suo silenzio ancestrale, era riuscito a estrarre un pensiero logico, seppur breve.
‘Tenetevi forte, ragazzi. La conoscerete sicuramente tutti, tranne Kouyou probabilmente. Signori, avrete l’onore, ma che dico, la gioia di interpretare i celebri personaggi di..’
Rullo di tamburi, suspence, piccolo infarto di Yutaka.
‘..Romeo e Giulietta di William Shakespeare, il Bardo del diciassettesimo secolo!’
 
Al nome della tragedia in questione, il batterista scoppiò in una sonora risata.
‘Che hai da ridere idiota? Ti rendi conto di quello che vogliono farci fare?’ esordì esterrefatto Ryo.
‘Appunto! Sakai, mi sembra di ricordare che uno dei personaggi principali sia una donna’
‘E’ così, bravo, almeno uno di voi mi dà un po’ di soddisfazione qui dentro’
‘In realtà la conosciamo perfettamente, purtroppo ci siamo dovuti diplomare tutti quanti, tranne il nano infame’ Yuu, esternando i suoi poco concilianti pensieri, rischiava ora ti attirarsi le poco caritatevoli attenzioni del cantante, che venne però distratto fortunosamente dal discorso del manager.
‘Sì. Ma non preoccupatevi per questo, ci penso io a parlare con l’interessato. Allora, Yuu, tu sarai Romeo’
‘Non è giusto, il protagonista devo essere io!’ Takanori, sull’orlo di una crisi di nervi, prese a prendere a pugni il copione.
‘No, Taka, tu sarai Mercuzio’
‘Ahahahah, l’amico scemo di Romeo’ lo canzonò Ryo.
‘Tanto alla fine muoiono tutti’
‘Ryo, sta’ buono. Tu sarai il prete, fra’ Lorenzo, mentre tu, Yutaka, interpreterai Benvolio, il cugino saggio del protagonista’
‘Scusate’ si introdusse Takanori  ‘Ryo. Un prete. AHAHAH, per favore, se si avvicina ad una chiesa o un tempio lo sconsacra!’
‘Ma non dire così-‘
‘Fermi, riuscite a stare quieti un secondo? Siete peggio dei bambini’ troncò netto Yuu ‘ma, stando ai ruoli che ci hai assegnato, allora significa che Giulietta sarà..’
Il secondo chitarrista non riuscì a porre la fatidica domanda che Kouyou, ancora sconvolto, rientrò nella sala, gli occhi notevolmente gonfi.
Quattro sguardi carichi di stupore si posarono su di lui.
‘Che c’è?’ mugugnò.
‘Kou’ cominciò un divertito Takanori ‘abbiamo una sorpresa per te’
 
 
 
 
 
 
 
 
-Non linciatemi.
Sì, sono ritornata, a brevissimo tempo dall’ultima shot. Purtroppo Madama Ispirazione non la comando io ò-ò
Bhe, credo, spero conosciate tutti Romeo e Giulietta, non credo ci siano bisogno di spiegazioni, LOL.
Questa long, cos’ l’ho concepita,  vuole essere una storia divertente, senza pretese di rompere cuori o nulla, vuole solo far fare una sana risata alla gente che la leggerà, giusto per prendersi una pausa dalla lettura di molte altre storie di questo fandom, profonde e interessanti, ma che forse ogni tanto fa bene interrompere per riacquistare un minimo di spensieratezza *parla quella che scrive solo fiction drammatiche*
Spero di essere riuscita a farvi ridere. E’ tutto ciò che desidero. Ah, questo è un capitolo introduttivo, credo che gli altri saranno leggermente più brevi, non preoccupatevi.
Ho intenzione di continuarla, ma vorrei un vostro parere, sia negativo che positivo, perché, si sa, noialtri siamo insicuri e una recensione ci fa sempre piacere. Grazie a quelli che lo faranno, prendete esempio da me; io dove passo lascio sempre un segno u-u
A presto gente :,D
   
 
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