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Autore: my shining world 7    10/10/2012    2 recensioni
Quanto può segnarti un avvenimento? Quanto puoi cambiare per qualcosa che neanche ricordi? Quante scelte difficili sarai costretto ad affrontare? Riuscirai a sconfiggere la tua paura?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi svegliai esausta con delle occhiaie che mi facevano gli occhi da panda. Mi sentivo uno straccio, volevo dormire ancora ... ma quella fottuta sveglia avrebbe rotto lo stesso per tutta la giornata.
Si, mettevo la sveglia anche in vacanza. Non mi piaceva svegliarmi tardi, ma in quel momento mi sentivo distrutta, avevo dormito a mala pena tre quarti d’ora.
Mi strofinai il viso con le mani per cercare di rimuovere un po’ quel senso di stanchezza che affliggeva ogni parte del mio corpo.
Mi alzai dal letto barcollante e mi chiusi in bagno. Rimasi a fissare il mio riflesso nello specchio in stile medievale: Avevo un aspetto penoso. Per fortuna non dovevo più andare a scuola.
Decisi di farmi una doccia rinfrescante. Avevo troppi pensieri per la mente e avevo bisogno di distrarmi un po’. Finii la doccia e mi vestii per una bella corsa mattutina al parco, utile per distendere i nervi. M’infilai veloce la tuta azzurra dell’Adidas e le scarpe della Reebok, afferrai l’MP3, le chiavi e uscii da casa.
Andai a correre al parco dietro casa.
Misi le cuffiette e cominciai a fare i miei giri.

Quando ascoltavo la musica era come se andassi in trance: ogni cosa intorno a me scompariva, i rumori delle macchine, il continuo ronzio di odiose vocine stridule d’irrequieti bambini che si rincorrevano, ogni suono e ogni immagine mutava in un nulla totale.
 Solo dopo aver urtato qualcosa... o qualcuno... riaprii gli occhi rendendomi conto di averli chiusi. Dissi un fugace “scusa” e ritornai a correre... mi era sembrato come se il tipo di prima avesse qualcosa di famigliare, ma mi dissi che era stata una mia impressione.
Era bellissimo correre lì, il vento accarezzava deciso i miei capelli, la mia coda oscillava in sintonia con i miei balzi ed era semplicemente meraviglioso correre con il vento.
Sbattei di nuovo contro qualcuno e stavolta, avendo perso l’equilibrio per il forte impatto, cademmo. Mi stropicciai gli occhi e notai che era il tipo di prima... si ero sicurissima che fosse lui: aveva la stessa tuta, le stesse scarpe, lo stesso... profumo?! Si era lui. ”scusa” dissi con voce ovattata continuando a stropicciarmi gli occhi per cercare di risvegliarmi un po’ e quando fui abbastanza sobria mi resi conto che ero seduta sulle gambe di quel ragazzo...figo... e tremendamente attraente e all’istante e mi alzai di scatto in piedi. Lui alzò lo sguardo intorpidito e quasi gli uscì un ghigno più che un sorriso. E fu solo in quel momento che realizzai chi fosse. Cretina io che credevo di non pensarci.
 Fanculo a me e a quel ...a quello lì.
Mi scrollai dalla felpa un po’ di terriccio e lo osservai... aveva uno sguardo compiaciuto e un ghigno di orgoglio si faceva spazio sulle sue labbra così, imbarazzata, me ne andai perché le mie gambe non mi avrebbero retto per molto.
L’avevo incontrato migliaia di volte ma mai l’avevo sfiorato, neanche la sua maglietta quando mi passava vicinissimo e, finirgli addosso non era stata proprio una bella figura, soprattutto perché era successo DUE volte!
Le mie gambe tremavano come foglie mosse dal vento e una tempesta cominciava ad agitarsi nel mio stomaco. Continuavo a correre e il mio respiro creava graziose nuvolette di calore nella fresca aria di dicembre. Un auricolare penzolava come un salame avanti e in dietro ad ogni passo
 Mi sedetti sul muretto davanti al campetto di pallavolo per fare una pausa mentale. Era forse una persecuzione?!
Mi picchiettai la fronte e mi diedi dei piccoli schiaffi sulle guance per cercare di riprendermi da tutta quell’emozione. L’avevo sognato per l’ennesima volta e, per l’ennesima volta, l’avevo incontrato proprio quando non lo volevo neanche sentir nominare. Puttaniere schifoso... perché proprio lui?
Cominciai a fare un po’ di stretching e mezzora dopo me ne andai dirigendomi al panificio di fronte a casa per ordinare il pane, ma lo trovai chiuso così andai a casa. Entrai con passo felpato, mi chiusi in camera mia, mi stesi sul letto e mi tolsi le scarpe con rabbia. Soffocai un lamento nel cuscino, poi  guardai la sveglia che segnava le 7:45, presi il cellulare e scrissi un messaggio a Marco per avvisarlo che sarei passata da casa sua. Posai il cellulare sul comodino e, un attimo dopo, con mia sorpresa ricevetti la risposta : -Buongiorno eh. Ok ti aspetto J.-  Sorrisi spontaneamente nel leggerlo.
Decisi di fermi un’altra doccia, mi cambiai e andai a preparare la colazione per i mie genitori, poi presi un foglietto e vi scrissi che ritornavo a casa per cena, presi la borsa, le chiavi di casa e andai dal mio migliore amico.

Arrivata da lui, gli spiegai cos’era successo e quanto mi sentissi uno straccio e lui, come tutte le volte, riuscì a farmi sorridere “ Kery devi smettere di demoralizzarti in questo modo ” disse abbracciandomi “ La fai facile tu... quell’idiota mi snerva da morire con quei suoi sorrisetti supersexy e maliziosi ” ribattei facendolo scoppiare in una risatina “ Anziché demoralizzarti studiati un piano per contrattaccarlo con la sua stessa arma ” disse sorridendomi “Ne ho studiati a migliaia di piani ma ogni volta che c’è l’ho davanti il mio cervello va in tilt!!! ” esclamai rassegnata “ Nah sono sicuro che ce la farai a sconfiggerlo ” disse dandomi piccole pacche divertite sulla schiena facendomi girare verso di lui rabbiosa “ Lo sai che odio quando mi toccano la schiena?!"  dissi fissandolo “ Si che lo so” disse con aria di sfida e  io presi il suo cuscino “Vuoi la guerra eh?” Dissi con un ghigno “No, no, no, no dai non lo faccio più” disse mettendosi le braccia davanti al viso per parare la cuscinata, scoppiammo entrambi a ridere.
***
Ci sedemmo al tavolo in cucina perché Marco doveva fare ancora colazione (tutti avevano già pranzato), tutto quel ridere e vedere tutte quelle delizie fecero lamentare il mio stomaco provocando un sorriso divertito di lui “Non mi dire che anche oggi non hai mangiato” disse con un pizzico di preoccupazione, annuii “Sei proprio una cretina” disse addentando una fetta di pane e nutella, io feci una smorfia “ Senti dai mangia qualcosa... mia madre deve cucina le frittelle...con il miele ” propose speranzoso “...Mhh ...non posso ” dissi mordendomi il labbro “ Senti o le mangi di tua spontanea volontà o te le faccio magiare a forza ” disse con tono divertito ma con un’espressione seria “ Grazie ma sto bene così ” risposi incerta, lui sbuffò e riportò la sua attenzione alla fetta di pane e nutella che divorò in tre morsi. Poco dopo arrivò sua madre “ Heilà che sorpresa!” esclamò raggiante “Buongiorno” dissi alzandomi per salutarla, mi baciò e poi mi fissò con un dolce sorriso “Accidenti, ogni giorno ti fai sempre più bella” disse continuando a sorridere e io ricambiai il sorriso un po’ imbarazzata “Ti preparo le frittelle?” mi chiese poco dopo che mi risedetti “ Ehm a dire il vero...” non feci in tempo a finire la frase che replicò “ Mi stai dicendo che stai rifiutando le mie frittelle? Oddio piccina cara allora non stai molto bene... non è che ti sei raffreddata?” disse con voce preoccupata “No, no sto benissimo... ” feci una pausa per pensare “ E va bene, le mangio” dissi arrendendomi. Con la coda dell’occhio notai che sulle labbra di Marco si illuminò un sorriso compiaciuto “ Contento ora?” Dissi con tono felice voltandomi a guardarlo negli occhi “ Ma certo” disse ancora con la bocca piena, io scoppiai a ridere perché sembrò che avesse grugnito, cominciò a ridere anche la madre. Fu difficile smettere di ridere.
Mangiai con voracità le mie frittelle e poi andai a rifugiarmi con Marco in camera sua, dove, neanche entrata, mi tuffai sul suo letto matrimoniale ricominciando a ridere come una stupida e beccandomi un cuscino in piena faccia “ Hei ” esclamai fulminandolo con lo sguardo, lui si mise a ridere “ Così ti impari ” sorrisi, mi alzai avvicinandomi con passo pesante a lui che inarcò il sopracciglio “Che c’è?” chiese fissandomi negli occhi, io incurvai le labbra in un ghigno “Niente che ti interessi” lui sollevò le sopracciglia e stette qualche secondo a scrutarmi dalla testa ai piedi, poi ridusse le distanze e...
mi sollevò come fossi un sacco di patate e mi butto sul letto con noncuranza, infine si voltò e uscì dalla stanza.
Io rimasi stesa sul letto a pancia su a fissare il soffitto blu notte sui cui c’erano dei poster di costellazioni, galassie, un’immagine gigantesca della luna e altre un po’ più piccole di tutti gli altri pianeti. Adoravo l’astronomia.
Poco dopo Marco entrò nella stanza tutto sorridente con una coppa di popcorn e un dvd in mano “E’ quello che penso? ” chiesi con un cenno di euforia “Sì è proprio quello!! ” disse poggiando sulla mia pancia la coppa di popcorn. Era un fil horror che non avevo alcuna intenzione di perdermi. Era stupendo avere accanto una persona coi tuoi stessi gusti.
Rimanemmo a stuzzicarci e guardare rapiti il film. Marco si alzò tre volte per fare i popcorn perché con noi avevano vita breve.
*******
“Bhè ti è piaciuta la sorpresa? ” chiese guardandomi curioso “Si è un bellissimo film. Son felice che abbiamo gli stessi gusti” dissi abbracciandolo con slancio “ ...Ti fermi a dormire qua?? ” mi chiese incerto “Mi dispiace ma non posso... ” dissi facendo una smorfia dispiaciuta “ Vabè sarà per la prossima volta ” disse facendomi l’occhiolino. Gli sorrisi poi guardai l’orologio “ Santo cielo è tardissimo!! ” esclamai quasi cadendo dal letto “Quando stiamo insieme il tempo vola” disse lui senza far  trasparire alcuna espressione dal suo viso “ Eh già... vabè io vado, ci sentiamo domani ” “ Ok a domani ” passarono dei secondi interminabili di silenzio, poi io dissi “Saluto i tuoi e poi corro via” salutai i suoi genitori e mi diressi all’uscio “Grazie di nuovo ” dissi sospirando, poi mi alzai in punta di piedi e gli diedi delle pacche sulla testa ottenendo un dolcissimo sorriso “Buonanotte Kery” “Buonanotte Marco” gli sorrisi aprii la porta ed uscii. Mi diressi a grandi passi verso casa. Arrivata a casa con passo felpato mi chiusi in camera. Mi buttai sul letto esausta. Mi misi il pigiama e m’infilai sotto le coperte, presi Tora la mia piccola tigre di peluche dagli enormi occhi verdi, avviai la mia playlist ed infine mi addormentai serena.
   
 
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