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Autore: Kengha    11/10/2012    3 recensioni
Shikamaru venne spinto in malo modo nella sua cella, sbatté la testa sul pavimento grigio e putrido e mugugnò contrariato. Il sangue usciva copioso dalle sue ferite, segni delle numerose torture che il suo corpo stava subendo quotidianamente da più di una settimana.
La cella venne richiusa con un colpo secco e il grosso nukenin abbandonò lentamente e a passi pesanti le prigioni.
-Tks, perché mai continuano a torturarmi? Tanto sanno che non parlerò per alcuna ragione al mondo. È solo una seccatura…- biascicò mentre con la forza delle sole braccia si arrampicava sulla grata metallica coperta da un pezzo di stoffa sudicia: il suo letto.
-La smetti di lamentarti, Nara? Sei qui solo da due settimane, sta’ certo che questi qui non ci vogliono far morire, gli serviamo. Faranno in modo di farti parlare, anche a costo di lasciarti solo la testa integra. Se non l’hai ancora capito questo è solo l’inizio.- le dure parole della vicina gli arrivarono ferme e taglienti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black Memories'
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Violenza

Shikamaru venne spinto in malo modo nella sua cella, sbatté la testa sul pavimento grigio e putrido e mugugnò contrariato. Il sangue usciva copioso dalle sue ferite, segni delle numerose torture che il suo corpo stava subendo quotidianamente da più di una settimana.
La cella venne  richiusa con un colpo secco e il grosso nukenin abbandonò lentamente e a passi pesanti le prigioni.
Sì riuscì a girare su stesso, dopo un paio di disperati tentativi. Aveva le gambe ridotte a soli brandelli di carne, incapaci di reggere il suo peso, la pelle era ormai un ricordo e ciò che rimaneva del muscolo era quasi completamente lacerato; di certo le braccia non si trovavano in condizioni migliori ma almeno le sentiva ancora. Sapeva di aver bisogno di cure, di aiuto, ma aveva perso la speranza di esser ritrovato quando il secondo giorno dopo la cattura aveva provato ad arrampicarsi su per la finestrella a sbarre della sua cella  e aveva visto che non si vedeva la luce del sole. Era un nascondiglio sotterraneo ed isolato, la porta principale controllata da almeno cinque o sei nukenin (almeno per quanto ricordava) e con le pareti insonorizzate. Un bunker davvero ben organizzato visto che Tsunade-Sama non lo aveva mai trovato e addirittura ne dubitava l’esistenza.
Ma c’era, eccome se c’era. Era in quel luogo che tutti i più grandi nukenin della Foglia programmavano la loro vendetta; certo non aveva nulla a che vedere con Organizzazioni come Akatsuki, ma quel gruppo di mal viventi non era di certo un branco di sprovveduti.
-Tks, perché mai continuano a torturarmi? Tanto sanno che non parlerò per alcuna ragione al mondo. È solo una seccatura…- biascicò mentre con la forza delle sole braccia si arrampicava sulla grata metallica coperta da un pezzo di stoffa sudicia: il suo letto.
-La smetti di lamentarti, Nara? Sei qui solo da due settimane, sta’ certo che questi qui non ci vogliono far morire, gli serviamo. Faranno in modo di farti parlare, anche a costo di lasciarti solo la testa integra. Se non l’hai ancora capito questo è solo l’inizio.- le dure parole della vicina gli arrivarono ferme e taglienti.
Shikamaru aprì bocca nel tentativo di ribattere ma si zittì immediatamente quando la lontana porta metallica cigolò: stavano tornando. I passi si fecero sempre più vicini e poi comparvero i soliti due omaccioni robusti che la venivano a prendere più volte al giorno. Aprirono la cella della kunoichi, lei li guardò sprezzante ma né parlò, né tentò di attaccarli.
-Avanti alzati.- disse fermo quello più grosso
La ragazza ubbidì, si mise in piedi si stirò un lembo della gonna viola e camminò a passi sicuri fuori verso il corridoio seguita a ruota da quei due, il moro la seguì con lo sguardo finché fu a sua portata.
La prima volta che l’erano venuta a prendere aveva tentato in ogni modo di scappare, avevano dovuto chiamare un terzo nukenin per bloccarla e trascinarla fuori; ma già quando era tornata c’era qualcosa di diverso: camminava in testa ai tre, senza obbiettare o combattere, si era persino chiusa da sola in cella… quasi non vedesse l’ora di tornarvi.
Il giovane Nara si guardò intorno, sperando ancora in una soluzione, cercando disperatamente una via di fuga. Invano. Appoggiò la testa umida e appiccicosa al muro e chiuse lentamente gli occhi… forse adesso poteva riposare un po’.

Venne svegliato tempo dopo, dall’unico rumore udibile da lì sotto, la porta che sbatteva: la stavano riportando in cella. Quando ancora aveva la cognizione del tempo, il primo giorno, aveva contato i secondi che era stata via… e lo aveva ripetuto anche il secondo.  1020 secondi, per un totale di diciassette minuti… di certo lui pativa le torture molto più a lungo, e c’era dell’altro. La bionda non era mai tornata con tagli o squarci, solo un paio di graffi. Niente di più.
Sentì i passi sempre più vicini ed aprì uno spiraglio gli occhi, giusto per vederla…
Anche questa volta non si era scomposta di un millimetro, di certo il suo vestito non era più pulitissimo e dei codini rimaneva solo un vago ricordo ma lo sguardo era fiero, la camminata ferma, la voce in ogni riposta tagliente come sempre.
Sentì gli shinobi sghignazzare qualcosa, sicuramente riferito alla kunoichi e poi uno dei due sbatté ripetutamente un bastone metallico sulle sbarre della sua cella.
-Pezzo di merda!- lo chiamò –Apri gli occhi, ti sembra di stare nel tuo lettuccio a fare il riposino pomeridiano?- rise di gusto prendendolo in giro.
Il moro aprì gli occhi “ma che diavolo vogliono?” pensò contrariato. Non poteva fuggire, non poteva parlare, non poteva camminare… adesso nemmeno dormire! Se avesse avuto un kunai a portata di mano probabilmente si sarebbe suicidato.
-OH! SEI SVEGLIO, BRADIPO RITARDATO?- domandò l’altro, acidamente. Il Nara mugugnò un “sì” ma quello non fu ancora abbastanza soddisfatto –DICO A TE! RISPONDI, DEFICIENTE!- urlò di nuovo.
-Sì, sì, sono sveglio. Sono sveglio.- ripeté scocciato Shikamaru, spostandosi leggermente dalla sua posizione come a voler dare segni di vita.
-Bravo. Meglio per te. E tu, sgualdrina, ci vediamo fra un paio d’ore- conclusero i due prima di allontanarsi ridendo di gusto. Il solito rumore metallico e poi il silenzio.
-Sei proprio un cretino. Quelli ti ammazzano se non fai come dicono!- lo rimproverò la kunoichi con aria seria.
-Ma come, seccatura, non avevi detto tu che anche a costo di lasciarmi integra solo la testa non mi avrebbero fatto morire?- sorrise sghembo Shikamaru
-E’ per dire, idiota! Credi che io mi stia divertendo qui? Di certo non mi piace sottomettermi a quei cani bastardi ma è l’unica soluzione.-
-Quindi lo stai ammettendo, ti sei arresa, Temari…- la stuzzicò lui
-Arrendermi? Io? Mai. Solo sto percorrendo l’unica via che mi è concessa in cerca di un bivio.-
-Non hai detto che non c’è modo di uscire da qui?-
-Perché prendi alla lettera tutto quello che dico?-
-Perché se non lo facessi tu t’incazzeresti e diresti che non ti sto mai a sentire.- sbuffò lo shinobi
La bionda roteò gli occhi –Comunque, con quella frase volevo soltanto dire che noi non abbiamo ancora, trovato un modo di uscire. E probabilmente ci vorrà ancora del tempo prima di trovare la via d’uscita.-
Shikamaru non rispose, la guardò in volto per una manciata di secondi e questo la fece innervosire
-Cos’hai da fissare, Nara?- domandò con uno sbuffo acerbo.
Ma il ragazzo non rispose, le prigioni erano abbastanza scure e i suoi occhi certamente stanchi ma rispetto al resto della candida pelle della ragazza un rossore era ben distinguibile su una guancia gonfia.
-Temari ti hanno dato uno schiaffo?-
La ragazza si portò istintivamente una mano sulla guancia e voltò appena la testa –Non sono affari che ti riguardano. E poi guarda tu come sei ridotto! Stai a pensare se ho una guancia arrossata?- ridacchiò
-Sì è vero: io sono ridotto molto peggio. Ma questi sono affari che mi riguardano visto che tu eri in missione con me, per conto dell’Hokage.-
-Era una semplice perlustrazione, la missione è terminata. Abbiamo soltanto sbagliato durante il viaggio di ritorno… non avremmo dovuto uscire dai confini stabilitici da Tsunade-Sama.-
-Di certo non eravamo stati avvisati della presenza di nukenin, altrimenti dubito l’avremmo fatto.-
-Non provare ad accusare l’Hokage, sfaticato nullafacente! Sai meglio di me che la Signorina Tsunade non era a conoscenza dell’esistenza di tutto ciò… il gruppo di esiliati che fanno razzie di notte e sequestrano shinobi al Paese del Fuoco in cerca di vendetta: si credeva fosse una leggenda.-
-Sì, una leggenda nella quale siamo incappati.-
La ragazza non rispose, si portò una mano alla testa e sciolse gli ultimi due codini rimasti. L’elastico si spezzò non appena tentò di prenderlo e i capelli assunsero con difficoltà una piega naturale, tanto erano sudici.
-Comunque non capisco perché non ti lasciano andare: vogliono sapere le coordinate del palazzo segreto del Daymio del Paese del Fuoco. Questo non coinvolge in alcun modo voi di Suna.-
-Sono la sorella del Kazekage, hai dimenticato Shikamaru?- Temari sorrise impercettibilmente –Su, adesso chiudi un pochino gli occhi. Abbiamo un paio d’ore per riposare prima che tornino. E io sono tanto stanca…-
la kunoichi si stese sulla grata, dando le spalle a Shikamaru. Da un po’ era divenuta più silenziosa e raramente avevano conversazioni tranquille come questa, quando tornava in cella si addormentava poco dopo e avevano poche occasioni parlarsi per davvero… anche se il più delle volte finivano per urlarsi contro. O meglio, lei urlava contro di lui.
Il moro non riuscì a prender sonno, teneva gli occhi fissi sulla schiena di Temari; era tormentato da un’idea, un’ipotesi terribile che avrebbe potuto svelare anche l’insolita stanchezza della bionda e il suo fisico non apparentemente danneggiato: veleno.
La ragazza passava poco tempo via dalla cella, rispetto a lui, probabilmente il tempo di somministrarle una dose di veleno, sperando di ottenere qualche informazione su Suna e poi quella di darle un sedativo. E la tortura veniva ripetuta più volte al giorno. Non poteva morire, poteva soltanto aspettare e sopportare quel dolore per circa una decina di minuti, sapendo che poi se la sarebbe comunque cavata. Sospirò: quella ragazza non avrebbe ceduto, a costo di vivere di antidoti non avrebbe mai tradito suo fratello e il suo Paese.
Rimase a guardarla tutto il tempo finché non sentì i traditori entrare, passarono davanti la cella del ragazzo ma lo degnarono appena di uno sguardo; aprirono quella di Temari che ancora stava dormendo e la scossero
-Svegliati! È ora! Il capo vuole vederti di nuovo.- disse quello più grosso.
La ragazza si mosse e poco dopo era in piedi, pronta per tornare laggiù, l’altro nukenin bisbigliò qualcosa nell’orecchio del compagno e poi si avvicinò alla cella di Shikamaru. La aprì.
-Vieni anche tu. Vi vogliono insieme.-
Il ragazzo fissò per un lungo istante Temari, uno sguardo speranzoso, forse stavano per essere liberati! Tuttavia la ragazza non ricambiò il suo sguardo e subito spostò la sua attenzione altrove.
Cosa stava succedendo?
-HO DETTO DI DARTI UNA MOSSA!- lo shinobi diede un pugno in faccia a Shikamaru, scaraventandolo violentemente a terra. Il Nara fece ricorso a tutta la sua forza e riuscì a rialzarsi, tremolando.
-Cammina.- e dopo quest’ordine uscì lentamente dalla cella, con le gambe in fiamme e la testa dolorante.
I quattro percorsero numerosi corridoi, fu dopo l’ennesima svolta che il ragazzo cadde a terra. Incapace di stare in piedi e muoversi. Appoggiò pesantemente i pugni sul pavimento freddo, sentiva i due uomini ridere di lui: come al solito finiva per fare la figura del ninja debole e nullafacente.
D’improvviso sentì un braccio passargli sotto l’ascella e sollevarlo da terra, rimettendolo in piedi.
-Temari…- biascicò vedendo la ragazza a sorreggerlo.
-Ehy, dannata strega, lascialo. Non ha chiesto il tuo aiuto! Camminerà con le sue gambe se è un uomo vero!-
-Ma ha bisogno di aiuto! Non arriverà mai a fare altri tre corridoi da solo!- urlò la ragazza di rimando, senza lasciarlo.
Un nukenin si avvicinò pesantemente ai due e diede un forte pugno sul petto di Temari, scaraventandola un paio di metri più indietro. Shikamaru ricadde a terra.
-Il mio non era un invito, se non l’hai capito. Ma un ordine, troia!- urlò l’uomo alla bionda mentre tossiva sangue tenendosi una mano sul petto dolorante.
-Sì, ho capito.- rispose secca la kunoichi rimettendosi in piedi –Alza il culo, Nara. Al capo non piace aspettare.- disse seria e atona mentre riprendeva a camminare.
Il ragazzo col codino si appoggiò al muro e riuscì lentamente ad alzarsi e a camminare, nonostante rimanesse indietro rispetto agli altri. I “tre corridoi” citati da Temari lo fecero rabbrividire ma non poteva mettere di nuovo in pericolo la ragazza. Doveva ignorare il dolore e proseguire.
Arrivarono poco dopo di fronte un grande porta, la stanza del capo, i due ninja entrarono subito seguiti da Temari e infine da Shikamaru.
Il moro si guardò attentamente attorno, ora che ci pensava, lui ne aveva solo sentito parlare… ma mai aveva visto questo capo, né era entrato nella sua stanza. Al contrario, Temari pareva conoscerlo abbastanza bene vista la sua sicurezza nei passi e nei movimenti.
Da una poltrona in un angolo si alzò un uomo molto alto, piuttosto grasso, con la faccia segnata da numerose cicatrici e un’ispida barba. Decisamente una brutta visione.
-Ce ne avete messo di tempo.- disse seccato mentre si aggirava come un felino per la camera, i nukenin si scambiarono un paio di sguardi incerti.
-Scusate, capo… ma il prigioniero, qua, non voleva muoversi.-
-Capisco. Invece Temari è venuta volentieri qui dentro, non è vero?- sorrise falsamente e rivolse alla bionda un’indecifrabile occhiata.
-Se non l’hai capito non vengo mai volentieri qui dentro.- rispose a tono la ragazza
-Ancora ti ostini con quel carattere? Non ti è bastato, vero? Tranquilla… presto diverrai più docile.- questa volta non un sorriso ma un ghigno si dipinse sulla sua bocca e negli occhi balenò una luce sinistra.
Shikamaru rabbrividì a quella visione ed invidiò Temari: il suo orgoglio non l’avrebbe mai fatta piegare alla volontà di quell’uomo.
-Voi due, tenete il chunin fermo e fate in modo che guardi tutto attentamente.-
-Che intenzioni hai?- disse Temari, facendo un passo in avanti.
-Lo vedrai…- sorrise nuovamente il capo –Allora, quanto tieni alla tua vita… ragazzo?- domandò avvicinandosi con un kunai che piantò alla gola del moro.
-Fermati!- urlò Temari –Noi due avevamo un patto! Io l’ho rispettato, non puoi fare questo!-
L’uomo chiuse un istante gli occhi e respirò profondamente, facendo arrivare al naso di Shikamaru un odore a dir poco nauseabondo; staccò lentamente la lama affilata da sotto il collo del ragazzo e poi riaprì gli occhi:
-Va bene. Sono un uomo di parola, io. Il ragazzo non morirà… ma questo non m’impedisce di porlo davanti ad una scelta!- esclamò ridendo nuovamente. Guardò Shikamaru e poi Temari, poi di nuovo Shikamaru.
-Rivelami dove si trova il palazzo segreto del Daimyo del tuo Paese, oppure assisti con i tuoi occhi a ciò che faccio a questa ragazza!- esclamò indicando Temari.
-Non ascoltarlo!- la voce della ragazza interruppe i pensieri del moro –Non preoccuparti per me! Non ti farà mai vedere quello che dice! Non tradire il tuo Paes- - la frase si spezzò quando il kunai lanciato improvvisamente dal nukenin per poco non colpì in pieno volto la bionda.
-Taci. Deve scegliere lui.-
Shikamaru deglutì, cercò con lo sguardo la compagna, vanamente.
-Io…io non ti dirò niente.- disse, fidandosi delle parole di Temari.
-Come vuoi. Tu!- disse l’uomo indicando la bionda –Sai quello che devi fare, ubbidisci.-
-Ma che diav…quindi tu…?-
-Ho detto ubbidisci! Abbiamo un patto, stronza!- urlò guardandola con gli occhi lampeggianti
La ragazza abbassò lo sguardo e boccheggiò un “va bene”. Si avvicinò lentamente al letto che era nella stanza e si sedette. Il capo le andò incontro e lentamente fece passare le dita sulla sua schiena, muovendole, poco dopo le calò la spallina del vestito che aveva appena slacciato. La stoffa scivolò giù per il braccio della Sabaku.
Shikamaru solo in quel momento capì. Capì che a Temari veniva inflitta una tortura ben peggiore della sua, ben peggiore del veleno, peggiore di qualsiasi altra cosa: una tortura psicologica.
Come aveva potuto dirgli di tacere? Come poteva lui stare a guardare?
-FERMO!- urlò quando anche la seconda spallina stava scendendo. –Va bene, ti dirò tutto…- disse abbassando lo sguardo.
Il nukenin sorrise, fiero; mentre Temari lo guardò con disprezzo.
-Come puoi tradire la tua gente? Come puoi fare questo al tuo paese?- gli urlò.
-Zitta!- il leader la riprese seccato e la kunoichi non si mosse, si tirò lentamente su le spalline della maglia e rimase seduta.
-Il Daimyo del fuoco ha residenza ai confini del villaggio della foglia, oltre la foresta. Vi è una fortezza ove il capo alloggia. Le guardie si trovano solo nel lato a Nord. Potrete entrare facilmente.- spiegò rapidamente
-Yukio!- chiamò
-Comandate, capo.- rispose uno dei nukenin che reggeva Shikamaru
-Controlla rapidamente se sulla mappa risulta la presenza di un edificio in quella zona. Non mi fido di questo qua.-
-Subito, capo.- lo shinobi scomparse in una nuvola di fumo per poi far riapparizione poche decine di secondi dopo.
-Allora?-
-Affermativo, signore. La fortezza è sul posto indicato.-
Se Temari avesse avuto due fulmini al posto degli occhi di certo di Shikamaru sarebbe rimasta solo la cenere.
-Bravo ragazzo.-
-Hai le informazioni che volevi. Adesso possiamo andare?- domandò il Nara provandosi a rizzare in piedi, venendo bloccato nuovamente.
-Oh no. Io qui con lei non ho ancora terminato.- sghignazzò mentre si riavvicinava alla bionda
-Avevi promesso che non l’avresti toccata!- abbaiò il moro tentando di divincolarsi
-Sì, ma non rispetto troppe promesse contemporaneamente. Sto già facendo uno sforzo per mantenere fede a quella che ho fatto a lei per cui dovresti già essermene grato.-
-Che promessa?!- domandò il ragazzo non capendo
Il leader si portò al fianco di Temari e la costrinse ad allungarsi sul letto e le calò nuovamente le spalline.
-Semplicemente la più bella prova d’amore a cui abbia mai assistito. Questa giovane ragazza si è venduta per salvarti la vita.- ridacchiò
-Che stai dicendo?-
-Ancora non hai capito? Lei non mi serve… avrei potuto liberarla già dal primo giorno. Tu invece saresti già morto se lei non avesse fatto quello a cui tra poco assisterai.-
-Temari è vero?! Perché diamine hai..?-
-Non si abbandonano mai i compagni, ricordi?- biascicò appena la ragazza e il moro giurò di averla vista sorridere.
A Shikamaru gli occhi divennero lucidi. –Come hai potuto… avresti dovuto, avresti dovuto dirmelo! Non avrei mai..-
-Lo so. Ed è proprio per questo che l’ho fatto, idiota!- urlò di rimando la bionda.
-Che scena toccante. Ma adesso non mi interessa: ho la mia informazione e non voglio tardare troppo a mettere in atto la mia vendetta. Su, fa quello che devi fare e poi vi rimando in cella.- disse secco il nukenin mentre sfilava definitivamente la maglia di dosso alla Sabaku, movimento presto seguito da quello del toglierle la gonna. Lasciandola semplicemente in biancheria. Si tolse anche lui la divisa, rimanendo presto solo in mutande. Serrò le sue labbra su quelle di Temari e le tolse di dosso il reggiseno, lasciandole i seni prosperosi scoperti.
Shikamaru sentì un senso crescenti nausea immaginando ciò che stesse provando Temari; aveva la testa bloccata, altrimenti già avrebbe voltato lo sguardo per rispetto alla compagna. Mai avrebbe voluto assistere ad una scena simile.
Il nukenin posò poi la bocca sul seno sinistro della ragazza e glielo succhiò lentamente compiendo con la lingua movimenti circolari. Temari rovesciò la testa all’indietro, gli occhi serrati mentre lasciava il suo corpo nelle mani di quel verme.
L’uomo tolse infine l’ultimo indumento rimasto addosso a lui e alla ragazza e si mise sopra di lei, pronto a passare alla fase conclusiva.
Lentamente la penetrò e Shikamaru in quell’istante chiuse gli occhi, incapace di sopportare oltre.
-Guarda, stronzo!- uno scappellotto da parte di uno dei due ninja che lo trattenevano lo costrinse ad aprire gli occhi e a guardare quella scena terribile.
Il suo sguardo incontrò per un istante quello di Temari che, nonostante la situazione spiacevole nella quale si trovava, rimaneva impassibile, serio, di ghiaccio. L’uomo spingeva eppure lei non aveva ancora fiatato, il suo orgoglio la stava mantenendo sul filo del rasoio.
Shikamaru in quel momento la vide, vide la vera forza di Temari. La capacità di non piegarsi davanti alle difficoltà, di combattere fino alla fine, di uscire vincitrice da una situazione anche quando era una perdente. La forza che lei aveva mantenuto per quell’intera settimana, quando più volte ogni giorno si era allontanata per tornare sempre a testa alta: la forza che lui solo in quel momento stava vedendo.
La ragazza serrò le labbra e il Nara capì che stesse per venire e che, per quanto volesse, non si sarebbe potuta trattenere.
Infatti fu così, la ragazza non riuscì a far morire il grido liberatorio che le era salito alla gola e inarcò la schiena mentre anche l’uomo sopra di lei gemeva.
Al Nara scesero delle lacrime in quel momento, si chiedeva perché avesse deciso di fare una cosa del genere, come mai proprio a lei e, soprattutto, si riteneva colpevole di tutta quella situazione. Era stato lui che aveva deciso di prendere quella strada alternativa visto che aveva sentito da un paio di ANBU fosse più breve… a causa della sua pigrizia aveva messo in pericolo Temari, che non c’entrava niente e questo non se lo sarebbe mai potuto perdonare.
-Bene, riportatelo in cella. Lei lo raggiungerà tra poco.- ordinò fermamente il capo mentre si rivestiva imitato da una silenziosa Temari.
I due nukenin trascinarono Shikamaru in cella che, piangeva ancora per la sorte toccata alla ragazza; si maledì più volte, sbattendo violentemente i pugni sul muro fino a farseli dolere. Ripeteva cose tipo “non è giusto” e “non lo merita un simile trattamento”, ma alla fine, finiva per accusare soltanto sé stesso.
Pochi minuti dopo, mentre stava ancora piangendo, sentì la ragazza venir scortata nuovamente in cella.
-Perché… perché lo hai…-  biascicò, venendo subito interrotto dalla bionda
-Senti adesso non venirmi a chiedere nulla, va bene? Ti è stato già detto e fatto vedere tutto quanto, la questione per me è chiusa. È tutto ok.-
-Per me invece non è chiusa, Temari! Se quel maiale abusa del tuo corpo perché tu glielo hai detto per salvare la vita a me, dopo che ti ho cacciato in questo pasticcio non è tutto ok!- rispose urlando il moro
-Senti sono abbastanza grande per prendere le mie decisioni senza che un cry-baby venga a dirmi cosa devo o non devo fare. Sono stata chiara?- urlò di rimando la bionda, chiaramente seccata.
I due si guardarono intensamente negli occhi, gli smeraldi di Temari erano pungenti come spilli e bruciavano come fuoco, Shikamaru si arrese.
-Cristallina…- biascicò trascinandosi fino al suo letto. Chiuse gli occhi ed immediatamente si addormentò: era stata una giornata davvero piena.
Purtroppo per lui non i suoi sogni furono tutto fuorché tranquilli, sognava quell’orribile bastardo mettere le mani ovunque su una Temari stranamente sottomessa e lui era legato: non poteva fare niente. Beh, situazione simile a quella che aveva vissuto poche ore prima.
Si stava ancora agitando quando sentì delle mani scuoterlo e si svegliò di soprassalto
-NON TOCCARLA!- urlò d’istinto, ma si ritrovò nella sua prigione, illuminata soltanto dalla solita fiaccola, e con Temari di fronte.
-Te-Temari..?- domandò incerto. La ragazza sarebbe dovuta essere nella sua cella, invece entrambe le gabbie erano aperte.
-Non c’è tempo di spiegare tu cerca di alzarti, ti porto io se necessario. Solo non parlare.- disse bisbigliando
Il ragazzo ubbidì e a fatica si mise seduto, subito la ragazza se lo caricò sulle spalle e uscì nello stretto corridoio della prigione, muovendosi agilmente nonostante il peso estraneo che portasse addosso.
-Ma, la ronda notturna delle guardie?-
-Sta tranquillo, sono stata sveglia tutto il tempo ed ho contato il tempo di distanza fra due ronde: abbiamo trenta minuti per uscire di qui.-
-E le chiavi? Come hai fatto a…-
-Quello stronzo mi ha ritenuta troppo mansueta, gli è bastato distrarsi un attimo per rimettersi i pantaloni.- ridacchiò mentre continuava a correre. Shikamaru fu invece percorso da un brivido lungo la schiena, quelle parole di certo non lo aiutavano a dimenticare l’esperienza vissuta poco prima… nonostante Temari sembrasse del tutto tranquilla.
-E le guardie sulla porta?-
-Non ci sono. Hanno già iniziato a muoversi verso la fortezza del Daymio, ci hanno ritenuti troppo “traumatizzati” dagli ultimi avvenimenti e stanchi per tentare una fuga. Poveri ingenui.- ghignò mentre svoltava nel corridoio principale.
-Quindi, scapperemo senza combattere?- domandò Shikamaru, al quale il piano stava sembrando fin troppo semplice.
-Se tutto va liscio sì. Ho fatto delle copie di noi due prima di uscire di qui. Scompariranno fra qualche ora, ho ancora abbastanza chakra per mantenerle: le guardie non si accorgeranno della nostra assenza prima di domattina all’alba. Ma probabilmente saremo lontani da qui.-
-A quanto pare non sono l’unico asso nelle strategie.-
-Eh già.-
La Sabaku svoltò l’ultima curva e poi vide l’uscita, che superò senza esitazione. Finalmente erano liberi!
Correva veloce nella foresta, la luce della luna l’unica spettatrice di quella scena.
-Io non riesco ad orientarmi con tutta questa oscurità e per di più in un Paese straniero…- biascicò la bionda
-Figurati io. Non ho mai percorso questa strada in vita mia!-
-Grandioso. Allora come facciamo, genio?-
-Mentre i nukenin ci portavano qui ho notato una cascata.-
-E quindi?-
-Beh, qui nel Paese del Fuoco dietro le cascate molto spesso ci sono dei cunicoli… che se attraversati rivelano un grande atrio che potremmo usare come riparo.-
-Gran bella idea. Ma per te sarà difficile entrarvi, hai le gambe a pezzi.-
-A quello ci pensiamo dopo magari: adesso dobbiamo trovarla… riesci a sentire il rumore dell’acqua?-
La ragazza si fermò e rimase in ascolto per pochi secondi, dei passi. L’unica cosa che sentiva erano dei passi… non suoi. Si rese conto solo in quel momento di essersi rilassata troppo nella corsa e di aver perso il controllo sulle due copie che, inevitabilmente, erano scomparse ed avevano fatto dare l’allarme ai nukenin.
Riprese a correre –Perfetto, dovremmo giocare a nascondino.- disse con finta ironia
Shikamaru guardò in alto –Salta sugli alberi: la maggior parte di quei ninja sono piuttosto in sovrappeso… so per esperienza che i rami di un albero non reggono troppo peso. Choji ha fatto certe cadute per un ramo spezzato- ridacchiò
-Già, peccato che noi siamo in due.-
-Sì ma in questa settimana non abbiamo mangiato quasi nulla e, a meno che quel bastardo non ti abbia fatto rimpinzare durante le tue “visite di cortesia” nella sua stanza personale, non credo sia ingrassata.-
Shikamaru si rese conto solo dopo di quale terribile cose le aveva involontariamente sottolineato
-Scusa Temari, io, sono un cretino…-
-Sì, lo sei. Ma decisamente non per quello che mi hai appena detto.- rispose, acida –Comunque hai ragione, dovrebbe reggere il nostro peso. Tu però non lasciarmi mentre salto che non vengo a riprenderti!- esclamò prima di spiccare un balzo in alto.
Continuarono a correre per un’altra mezz’ora e l’andamento di Temari era decisamente diminuito, era logico si stesse stancando.
-Ci inseguono ancora?- domandò la bionda
-Non so se si sono accorti di noi, comunque sono nei dintorni…- rispose il Nara che aveva visto poco prima i ninja sfrecciargli sotto.
-Splendido e adesso che…-
-Ssh, aspetta. Sento un rumore, fermati.-
La ragazza si fermò sul ramo e ne approfittò per riprendere fiato. In quel momento sentì anche lei, uno scroscio melodioso: acqua.
Riprese a correre –Credo sia a nord-ovest.- disse mentre svoltava.
Il moro acconsentì e, infatti, dopo una decina di minuti scorsero la grande massa d’acqua cader giù da una grossa altura.
-Sbaglio o questa è…- biascicò la Sabaku, leggermente stupita. Shikamaru terminò la frase per lei
-Esatto, è proprio la cascata dove abbiamo affrontato quella strega con le spade durante il salvataggio dell’allieva di Gaara. Da qui credo di sapermi orientare, tuttavia non conviene correre con quei cani nei dintorni: aspetteremo domattina.-
La bionda annuì e arrivò in prossimità della cascata. Posò il moro a terra e si allontanò di nuovo nella foresta per poi riuscire poco dopo tenendo in mano numerosi rami. Si strappò un lembo della maglia e lo avvolse attorno al legno.
-Che diavolo di intenzioni hai?-
-Vuoi scaldarti, stanotte? Beh non possiamo permettere che la legna si bagni o anche solo inumidisca altrimenti col cavolo che si accende il fuoco.- rispose stizzita mentre aiutava Shikamaru a rialzarsi. Lentamente i due passarono dietro la cascata e trovarono il cunicolo sperato.
-Avanti, entra tu per primo. Io controllo che non venga nessuno.- ordinò mentre fissava il compagno.
Con un “Che Seccatura” il Nara si abbassò ed iniziò lentamente a strusciare nella cavità, le gambe gli dolevano ma non voleva lamentarsi oltre… la kunoichi aveva fatto anche troppo per lui.
La roccia umida e fredda non era una sensazione piacevole addosso e non aveva abbastanza forza nelle braccia per trascinarsi più velocemente di quanto già non stesse facendo, doveva pregare che il tunnel non fosse troppo lungo.
-Shikamaru, sono qui vicino. Stanno arrivando! Devo entrare anche io, c’è abbastanza spazio?- bisbigliò Temari da fuori.
No che non c’era spazio per entrambi, doveva darsi una mossa: non aveva la minima intenzione di lasciare la ragazza in balia di quei tipi… ancora.
Allungò le braccia in avanti e cercò di appoggiarsi ai bordi, poi facendo ricorso quasi unicamente alla forza del suo busto si spinse in avanti, uscendo definitivamente dal tunnel.
-Entra, sbrigati.- le intimò, e non appena l’eco giunse alle orecchie della bionda quella si accovacciò e, spinti prima di lei i rami dentro, iniziò a strusciare… abbastanza rapidamente.
Shikamaru prese i bastoncini di legno e li tirò fuori per poi afferrare le mani della compagna e iniziare a tirarla verso di sé.
-Shikamaru, mi stai facendo male!- si lamentò
Il Nara non capiva come fosse possibile, di certo quel passaggio era abbastanza largo per Temari e lui non stava tirando particolarmente forte.
-Seccatura ma come è poss…-
-Le mani…- biascicò la bionda e il ragazzo le sfilò i guantini rivelando due profondi tagli simili, se non uguali, a quelli che si era procurato Naruto nel fermare il kunai per salvare Tsunade-Sama durante lo scontro con Orochimaru e Kabuto. Il moro le afferrò allora i polsi e la tirò dentro con un’ultima grande spinta.
La ragazza iniziò a respirare in maniera affannosa e si portò una mano al petto.
-Grazie…- riuscì a boccheggiare
Shikamaru sentì degli scricchiolii provenire dall’esterno e subito prese Temari per la vita e la trascinò lontana dalla bocca del cunicolo, tenendole una mano fissa sulla bocca.
Il piccolo tunnel s’illuminò per qualche istante.
-Yukio, non sono qui… proseguiamo. Quei bastardi non sono andati troppo lontano. Me lo sento.-
 La luce svanì e pochi secondi dopo il ragazzo liberò la bocca di Temari. Ora erano al sicuro.
-Bene, ci fermiamo qui?-  domandò
La bionda si guardò intorno, incerta –Qui? È un posto piccolo…e stretto. Insomma, mi aspettavo un atrio più grande.- constatò con disappunto.
-Probabilmente c’è, anzi quasi sicuramente. Ma dovremmo addentrarci ancor di più verso l’interno e sinceramente non so ne valga la pena. Inoltre potrebbero esserci cascate e corsi d’acqua interni ad intralciare il cammino.-
Purtroppo per lui la ragazza non era una tipa che ragionava troppo su questo tipo di situazioni, se aveva deciso di stabilirsi in un posto più largo lo avrebbe fatto anche a costo di girare tutta la notte. Lo aveva preso, infatti, in spalla e adesso correva per la grotta con un piccolo ramoscello acceso in mano.
Fortuna per loro che lo spazio desiderato si trovasse appena dietro un paio di curve e sotto una piccola cascata, affianco ad un ruscello sotterraneo. Avrebbero avuto anche acqua.
Temari posò delicatamente Shikamaru a terra e poi attizzò il fuoco che illuminò la cavità, dimostrandola molto più grande di quanto i due immaginassero.
La bionda andò verso il ruscello ed immerse il panno che aveva strappato poco prima, poi si riavvicinò al Nara e una volta sedutagli accanto gli ordinò di stendere le gambe. Il ragazzo ubbidì e lentamente lei iniziò a tamponare il sangue coagulato e lo sporco che aveva infettato le ferite.
-Ci servirebbe Tsunade-Sama…- disse scoraggiata
-Non ti preoccupare, sono…sono solo tagli.- s’interruppe e gemette per il dolore –Per fortuna quelli più vecchi si stanno già rimarginando, basterà tener puliti quelli più recenti e guarirò presto.- sorrise nonostante il bruciore che stesse provando.
-No, non basterà. Hai bisogno di erbe mediche: io esco da qui te ne cerco qualcuna.- Temari fece per alzarsi ma Shikamaru provò a fermarla.
-No, non muoverti da qui. È pericoloso qua fuori.-
-So cavarmela, Nara.- lo rimproverò mentre iniziava a rialzarsi.
Shikamaru però non aveva alcuna intenzione di lasciarla uscire e con una spinta riuscì a spostarsi e, afferratele le gambe la spinse a terra e la bloccò mettendolesi addosso.
-Tu da qui non ti muovi, Seccatura.- le disse, tenendole fermi i polsi.
-Lasciami andare, stronzo!- urlò di rimando la ragazza
E fu in quel momento che lui li vide, vide tutti gli effetti collaterali di ciò che la ragazza aveva subito. Nonostante lo sguardo impassibile e sprezzante, i denti digrignati e l’espressione contrariata … stava tremando. Sembrava aver paura di avere un contatto fisico… e molto probabilmente era così.
Shikamaru si alzò in piedi, lasciandola. Aveva capito, aveva capito che Temari in quella settimana aveva messo in ballo e perduto molto più di quanto già non avesse sospettato.
-Temari, tu eri vergine!- esclamò stupito e scosso il Nara.
La bionda si rimise in piedi e si stirò la gonna come se niente fosse, ma mantenendo lo sguardo basso.
-Che vuoi che importi, Shikamaru. Le missioni vanno sempre portate a termine… e senza vittime. Era soltanto il prezzo da pagare per salvarti il culo.-
rispose atona mentre si allontanava lentamente –Adesso esco a prenderti qualcosa per curare quei tagli, magari anche un altro po’ di legna. Riposati.- concluse prima di spiccare un balzo e allontanarsi dalla vista del moro che, non appena fu solo, si lasciò cadere a terra, divorato dai sensi di colpa.

Passò probabilmente una mezz’ora prima che Temari fece ritorno con le piante mediche e altra legna, Shikamaru si era addormentato.
La bionda si avvicinò a lui e lo guardò per qualche istante: il volto rovinato da lividi, graffi e gonfiori. I capelli appiccicosi e unti, le braccia tagliate in più punti e le gambe… quelle preoccupavano moltissimo la kunoichi: erano completamente lacerate il muscolo era visibile, la carne era stata letteralmente strappata via e in alcuni punti si notavano anche i tendini sull’orlo della lacerazione. La Sabaku prese due pietre: una piatta e una leggermente più appuntita: posò le erbe mediche sulla prima ed iniziò a schiacciarle e ridurle in poltiglia con la seconda. Il ticchettio secco e lo scroscio dell’acqua erano gli unici due rumori udibili nella grotta assieme ai respiri dei due ragazzi. Quando ritenne che l’erba fosse abbastanza poltigliosa Temari si avvicinò a Shikamaru e dopo essersi tolta un guantino lentamente iniziò a posarla sulle ferite del Nara, spalmandola con lenti movimenti circolari.
Il ragazzo mugugnò contrariato, probabilmente bruciava.
Cercò di essere il più delicata possibile, una volta distribuito bene il medicinale su entrambe le gambe usò l’unica manica che le era rimasta al vestito per bendargliele.
Si alzò lentamente e si diresse verso la piccola corrente d’acqua a pochi metri da loro e vide la sua immagine riflettersi sullo specchio d’acqua. Aveva passato poco tempo lontana da casa eppure era diversa da quando era partita, molto diversa. Disgustata dallo sporco che la ricopriva, si sfilò rapidamente gli indumenti e si tuffò in acqua, si sfregò le braccia molto velocemente e fece lo stesso con le gambe, sembrava quasi volesse lavarsi via la carne di dosso. E forse era così. Non era più lei, e questo le faceva rabbia e tristezza: il carattere era provato, il corpo cresciuto troppo in fretta e dettagli come abiti e capelli erano l’opposto di come li aveva quando era partita da Suna.
Mise le mani a coppa e si gettò un po’ d’acqua in volto, poi strofinò energicamente i capelli dorati; uscì dall’acqua e si rivestì. Spostò gli occhi verdi qua e là nella grotta, cercando qualche altra via di fuga, vanamente.
-Riposati.- biascicò Shikamaru senza aprire gli occhi.
La Sabaku tirò leggermente in su le labbra, seccata –Non dirmi cosa devo fare. Pensa tu, piuttosto, a dormire. Io sopravvivo senza un giorno di sonno, tu come minimo stramazzi al suolo.-
-Già, è vero. Ma sei stanca anche tu, è una settimana che non dormi bene; o ti svegliavano le guardie o eri sul “chi va là” per conto tuo. Approfitta dell’occasione.-
-Dormirò domani all’albergo di Konoha.-
-Non è detto che riusciremo a raggiungere il villaggio domani. Riposa.-
-Non dirmi cosa devo fare, razza di feccia!- urlò la bionda mettendosi davanti il Nara a gambe divaricate e con le mani sui fianchi. Lo sguardo truce.
-Feccia? E perché mai?- domandò Shikamaru alzandosi sui gomiti.
Temari non era paziente, e davanti tanta sfacciataggine non ci vide davvero più. Lo prese per la maglia e lo alzò leggermente da terra, i loro volti vicinissimi, tanto che sentivano l’uno il fiato dell’altro.
-Hai dato al nemico le coordinate della fortezza del Daiymio del Paese del Fuoco. Te ne rendi conto? O per te è soltanto un altro stupido gioco?!-
Shikamaru fu percosso da un brivido, un brivido gelido che gli fece su e giù per la schiena, un attacco improvviso che ebbe nel vedere la ragazza di Suna con gli occhi lucidi.
-Io…non ho dato le vere coordinate. Quella è l’accademia ANBU, verranno catturati non appena metteranno piede nel territorio circostante la fortezza.- biascicò, col fiato spezzato.
Subito la bionda lo rilasciò e indietreggiò di un paio di passi.
-Sono un’idiota. Sono un’idiota!- si urlò un paio di volte, continuando a camminare indietro fin quando non ebbe la schiena contro la roccia. Le mani sul volto, le dita tra i capelli bagnati, le gambe tremanti. Si lasciò cadere a terra, come se tutte le forze le fossero sparite d’un colpo.
-Non sei un’idiota, Temari.- si affrettò a rassicurarla il Nara.
-Sì che lo sono! Tu hai sempre saputo come agire! Io ho dubitato di te, delle tue capacità. Non sei più un ragazzino e io ancora credo che tu abbia bisogno che io ti salvi il culo come quella volta con quella puttana del Suono. Sei un uomo e sai prenderti le tue responsabilità, agisci per il bene del tuo Paese e … SONO UNA COGLIONA!- le urla della ragazza erano senza forza, aveva scosso la testa un paio di volte, ma non aveva avuto il coraggio di sollevare lo sguardo, quasi avesse paura di un giudizio.
Il moro a fatica si rizzò in piedi e raggiunse la bionda a faticosi passi tremolanti. Le si accovacciò di fronte, in una posizione scomoda ma comunque ottimale.
-Non dirti più queste cose; e adesso riposa che sei molto stanca. Non preoccuparti per i nemici, veglio io su di te.- le sussurrò sfiorandole la testolina bionda con il dorso di una mano.
Senza proferir parola la kunoichi si alzò in piedi e si diresse a passo spedito verso il falò, si allungò a terra e chiuse gli occhi, abbandonandosi al sonno. 


Note dell'autrice:
Riesordisco con una ShikaxTema dopo aver abbandonato la sezione di Naruto per mesi. Ho iniziato questa fiction quasi un anno fa e soltanto l'altro giorno ho avuto la forza per concluderla. Ho notato che lo stile del secondo capitoli -scritto recentemente- è leggermente differente, ma, francamente, trovo questa storia perfetta così come mi è uscita. Nel senso che il risultato che ho ottenuto è quello che stavo disperatamente cercando.
L'OOC di Temari è voluto, le sue debolezze sono la conseguenza di ciò che ha subito, sono conscia del fatto che il carattere sia troppo debole.
Saranno due soli capitoli, non tarderò ad aggiornare.
Se la fiction è di vostro gradimento, lasciate un commentino! :-) 
Besos
   
 
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