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Autore: shywr1ter    12/10/2012    0 recensioni
S1, ML. Missing moment dall’episodio della prima serie “La tratta dei bambini“ (titolo originale: “Out”). L’aeroporto. Max impedisce a Bronck di caricare le bambine sull’aereo e venderle. Poi va ad occuparsi dei ragazzi nell’hangar. Abbastanza canon-friendly.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan 'Eyes Only' Cale, Max Guevara
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ammaccato, ma non spezzato - shywr1ter

Traduzione a cura di: AryYuna
Betato da: Serpentina


   L’originale di questa storia può essere trovato qui .

   DISCLAIMER: personaggi amorevolmente presi in prestito da Cameron e Eglee o chi per loro. Nessun guadagno mio.
   
   Note dell’autrice: scritta sul prompt #16 delle 100 fanfiction di LJ, “Purple”. Missing moment da “La tratta dei bambini” (tiolo originale: “Out”).
   Grazie a Mari83 per aver letto e notato i miei errori. Ti sono davvero grata

   
   
   Dal momento in cui aveva saputo da Bling che Logan era stato rapito - o, anzi, dal momento in cui aveva capito che Bronck trafficava esseri umani, e precisamente ragazzine - Max era entrata in modalità missione, fredda e concentrata. Era andata all’attico e aveva scoperto insieme a Bling dove Bronck poteva aver portato Logan; aveva trovato lui e Matt ancora tutti interi e aveva rivolto la sua attenzione alle bambine e ai cattivi, riuscendo ad impedire ad entrambi di raggiungere la propria destinazione.
   Trascinò fuori il pilota privo di sensi e lo aveva sbattuto contro una delle grosse ruote dell’aereo e legato con delle robuste corde elastiche che aveva trovato a bordo, usate per assicurare il carico. Matt e i suoi uomini avrebbero stabilito quanto fosse coinvolto, ma immaginando che doveva per forza avere idea di cosa succedesse, la ragazza non aveva intenzione di lasciare andare nessuno degli uomini di Bronck. Avendo trovato lo stesso Bronck ancora svenuto sull’asfalto, con del sangue che ancora usciva dal punto in cui doveva aver battuto la testa nel cadere, Max lo trascinò verso un’altra ruota, senza preoccuparsi troppo delle eventuali escoriazioni che gli avrebbe così causato, e usò la corda per legare anche lui. Tornò sull’aereo per controllare la stiva piena di bambine terrorizzate. Nessuna di loro poteva avere più di tredici o quattordici anni. Sentì un’ondata di disgusto, ma non era sicura se fosse per Bronck o per i suoi clienti, che gli permettevano di continuare i suoi affari.
   « La polizia vera sarà qui tra qualche minuto - i buoni - e vi riporteranno a casa » rassicurò le bambine singhiozzanti. « Volete tornare dentro e aspettare lì? Prometto che i vermi se ne sono andati ».
   Lentamente, prima una, poi un’altra, poi tutte seguirono Max, fuori dall’aereo e dentro l’hangar. Con un’occhiata preoccupata verso l’ampia area dove aveva lasciato Logan e il detective Sung, Max proseguì e fece rientrare le ragazzine nella stanza dove erano state tenute precedentemente, lasciando la porta aperta, stavolta, per mostrare loro che i suoi piani per loro non erano come quelli di Bronck. Mentre si voltava per tornare da Logan e Matt e controllare che stessero bene, sentì il suono delle sirene perforare l’aria. Evidentemente Bling non ha aspettato la conferma che Wharton fosse l’aeroporto giusto, pensò rilassandosi. Scommetto che ha diffuso la notizia che il detective di polizia scomparso è qui.
   Ma entrando nell’hangar, Max si accorse che Matt sembrava ancora privo di sensi. Era ora steso sul pavimento, dietro la pesante scrivania, la costosa giacca di pelle di Logan piegata sotto la sua testa e spalle a mo’ di cuscino. Logan, seduto a terra vicino a lui, la schiena poggiata contro la scrivania, lo stava osservando preoccupato. Max andò direttamente da Matt e, accovacciandoglisi accanto, gli sentì il battito mentre Logan le diceva concisamente « È svenuto da venti minuti, forse trenta ». Non sembrava avere intenzione di incrociare lo sguardo di lei, teneva il proprio fisso sul detective. « Ho chiamato il suo distretto per informare i suoi colleghi su cos’è successo e far mandare un’ambulanza. Ho chiamato anche Bling… » aggiunse, ed era chiaro quanto si sentisse impotente.
   « Ho sentito le sirene, non troppo lontane - saranno qui a minuti. Che gli hanno fatto? » chiese Max dolcemente, guardando accigliata l’aggeggio sulla scrivania.
   « Gli hanno somministrato scosse di corrente - non so quanti volt, ma lo hanno fatto almeno tre volte ». Il senso di colpa di Logan per gli eventi lo fece suonare come se si stesse assumendo personalmente la responsabilità di ogni singolo volt che Matt aveva subito. « Max, senti - puoi andare loro incontro, mostrargli dove trovare Matt? ».
   Benché volesse rassicurare Logan che non era sua la colpa, e che finché il battito di Matt si manteneva regolare, come le era sembrato, il poliziotto non era probabilmente in serio pericolo, si limitò ad annuire e corse fuori ad incontrare gli agenti. Non era una cattiva idea, tutto considerato: avrebbe non solo condotto i soccorsi a Matt il più in fretta possibile, ma avrebbe anche dimostrato che lei era chiaramente una dei buoni, evitando magari così qualche sospetto nei suoi confronti. Avrebbe potuto anche dire loro delle bambine e dove trovare Bronck e i suoi scagnozzi.
   Ma aveva visto lo sguardo negli occhi di Logan, e sapeva che si stava assumendo tutta la responsabilità per ciò che doveva essere accaduto a Matt. Realizzò anche, improvvisamente, perché fosse a terra - la sua sedia non sembrava essere da nessuna parte. Max poteva solo immaginare quanto umiliato l’ancora ipersensibile Logan doveva sentirsi senza la sedia, praticamente immobile senza le sue ruote.
   Correndo fuori sulla pista d’atterraggio vuota, vide le luci delle autopattuglie rimbalzare lungo la strada abbandonata e piena di buchi. Non trovando nessun interruttore per illuminare l’edificio, aspettò che si avvicinassero e che i loro fari la cogliessero. Fece loro un cenno, dirigendoli nell’hangar e, appena la sirena si spense, gridò loro « Da questa parte! Si trovano qui… ».
   Uno degli agenti fece rapporto attraverso la radio che aveva appuntata sulla spalla; i due che emersero dall’auto entrarono di corsa dietro Max che li condusse da Matt. Dal gracchiare della radio apprese che un’ambulanza era stata inviata ed era a pochi minuti da lì; avevano richiesto un furgone, aspettandosi già un bel po’ di delinquenti. Max fece un cenno verso il secondo agente, in attesa mentre il primo cercava di cavare risposte da Matt, che si stava finalmente riprendendo.
   « Credo vi servirà un altro furgone, ma magari uno pulito, uh? ». Max guidò l’agente attraverso l’hangar e indicando l’ampia stanza aperta. « L’inventario di Bronck » spiegò a bassa voce. « Credo che saliranno su praticamente qualsiasi cosa, se significherà tornare a casa ».
   Quando l’agente rimase per un momento a bocca aperta di fronte alla stanza piena di bambini, Max lo esortò a fare la telefonata. A suo onore va detto che si riscosse in fretta dallo stupore e attivò la radio per richiedere un altro furgone. Lasciato l’agente alle bambine, mentre iniziava ad annotare noi, indirizzi e numeri di telefono, Max tornò all’area aperta dell’hangar in tempo per vedere il personale dell’ambulanza spingere una barella verso Matt. Con uno sguardo di comprensione e preoccupazione in direzione di Logan, Max lo vide osservare intensamente, preoccupato, gli eventi, indietreggiando un po’ per non intralciare e insistendo testardamente con uno dei paramedici di non avere bisogno di alcuna assistenza medica. Con un lieve sospiro, Max si avvicinò all’altro tecnico del dipartimento di polizia di Seattle che era in disparte a compilare un modulo mentre il primo si prendeva cura di Matt, ora sveglio ma ancora intontito.
   « Credo stiano bene, ma ci sono due dozzine di ragazzine terrorizzate nell’altra stanza, di là, con uno dei vostri agenti ». Max accennò col capo verso l’ingresso. « Magari potreste andare a dare un’occhiata, giusto per essere sicuri? »
   Il paramedico alzò gli occhi inizialmente irritato perché la ragazza gli stava dicendo come fare il suo lavoro, e soprattutto perché gli stava suggerendo di lasciare un collega poliziotto, per farlo, ma poi si accorse del bellissimo viso e degli occhi sinceri che gli avevano posto la richiesta. Cedette. « Qualsiasi cosa per te, dolcezza ». Le sorrise addirittura, posando la cartelletta.
   Max gli rivolse una risatina divertita e assunse vivacemente la sua caratteristica posizione, il peso tutto su una gamba, la mano sul fianco, per dire « Oh, sì? ». La sua voce si abbassò leggermente, sperando che Logan non sentisse - o che non riuscisse a capire cosa aveva intenzione di fare, per ora. « Che mi dici di una di quelle confezioni di ghiaccio istantaneo per l’amico del tenente laggiù? ».
   Il paramedico diede una rapida occhiata verso Logan, ma aveva già notato il gonfiore viola sotto l’occhio e il labbro spaccato. Allungò una mano nel furgone e ne tirò fuori due sottili pacchetti bianchi. « Uno per ora - e uno se ne ha bisogno più tardi, dopo che il primo si sarà scaldato. Sai come si fa? ».
   Max si strinse nelle spalle. « Su un’area simile, dieci minuti di applicazione, quindici minuti di pausa, giusto? ».
   Lui annuì. « Accertati che la pelle abbia il tempo di tornare un po’ a temperatura tra un’applicazione e l’altra ».
   « Grazie » rispose Max con un sorriso.
   « Come ho detto - qualsiasi cosa per te, tesoro ». Ma l’atteggiamento dell’uomo non era poi così rude - aveva colto lo sguardo che Max aveva rivolto a Logan e aveva notato che, benché ferito, l’uomo aveva rifiutato qualsiasi aiuto, così che il detective Sung potesse avere la loro completa attenzione, se necessario. Il suo sorriso fu ora meno malizioso, più sincero. « Vado a vedere se quelle bambine di cui parlavi hanno bisogno di qualcosa ».
   Lei ringraziò nuovamente con un cenno del capo e lo osservò solo per un momento prima di raggiungere Logan dove era adesso, non proprio rivolto verso Sung, ma nemmeno verso di lei.
   « Ehi » disse accovacciandoglisi accanto. La sua espressione si addolcì senza che se ne rendesse conto mentre lo guardava e, spostandosi per posargli una mano sulla guancia, sfiorandolo appena, le punte delle dita seguirono il contorno dello zigomo. Abbassando la mano prese uno dei pacchetti e conservò l’altro nella giacca per il momento. Spezzando il sigillo sulla confezione, ne agitò il contenuto e il pacchetto divenne immediatamente ghiacciato. « Ho qualcosa per te » gli disse gentilmente porgendogli la bustina. « Che ne dici di metterci del ghiaccio prima che Bling lo veda e inizi un’altra predica sull’aver dato fastidio al tizio sbagliato? ».
   Lui non incrociò il suo sguardo. Rimase seduto senza muoversi per un momento, ma alla fine tese la mano per prendere la busta che gli veniva offerta.
   « Grazie » mormorò. Avvicinò lentamente il pacchetto allo zigomo, con una lieve smorfia quando il freddo incontrò la carne sensibile. « E… » lanciò uno sguardo verso di lei solo per un momento, imbarazzato, poi lo distolse di nuovo prima di prendere fiato. Alla fine, come preparandosi ad accettare qualsiasi conseguenza delle sue azioni, Logan alzò gli occhi verso di lei per dirle « Grazie, per… tutto questo, per essere venuta qui » aggiunse semplicemente. « So che dopo l’altra sera… ».
   L’accenno di Logan all’ultima volta che si erano visti, quando lui aveva impietosamente ignorato i suoi sforzi di preparargli la cena, quando l’aveva trattata ancora come una qualsiasi dei suoi operativi, le provocò una momentanea fitta di dolore, ma decise di ignorarla. Dopotutto, aveva un’aria già abbastanza miserabile, e a quanto pareva parte di quella miseria era forse proprio il senso di colpa per il loro litigio. « Avevi ragione, Logan » disse Max dolcemente, seppellendo tutto il resto per il momento, abituata a nascondere lividi e ammaccature lungo la strada. « Bronck contrabbandava bambine - l’aereo era carico di quasi due dozzine di ragazzine intorno ai tredici anni ».
   La sua espressione in risposta le fece ricordare perché sarebbe sempre arrivata seconda nella sua vita: aveva reso l’eradicare pericoli come questo, specialmente nei confronti degli indifesi, la sua missione, letteralmente. La notizia di cosa stava facendo Bronck - e il fatto che era probabilmente riuscito ad andare avanti per un bel po’, sotto il naso di Solo Occhi, prima di essere scoperto - sembrò colpire Logan più forte del fatto di aver appena aiutato lui stesso a fermarlo. Max si strinse nelle spalle, sperando di spingere Logan a guardare il lato positivo e disse « Pare che sei arrivato al momento giusto ».
   Lui sbuffò e distolse lo sguardo.
   « Arrivato » mormorò. « Certo, sono di grande aiuto. Ho permesso a Bronck di rimanere in attività per mesi più di quanto avrei dovuto, poi ho coinvolto Matt… portato entrambi ad essere trascinati nel mezzo del nulla… e ora mi trovo col culo per terra ». La sua auto-deprecazione era pungente e intensa; la sua valutazione del proprio valore al momento tutt’altro che clemente. « Prima che arrivassi li stavo tenendo a bada col mio pungente sarcasmo. Li tenevo proprio dove li volevo… ».
   « Già. È ciò che fai, no? ». Max non aveva intenzione di lasciare che Logan si convincesse di non aver fatto nulla. « Non che ci creda anche solo per un minuto, ma anche se tutto ciò che avessi fatto fosse stato fare da bersaglio e farti catturare… ha funzionato. Bronck ti ha portato qui, Bling e io siamo riusciti a trovarti e ora tutti torneranno a casa tranne Bronck ». Lo guardò attentamente, e si accorse che forse era riuscita a farsi ascoltare, ricordandogli che ora Bronck era fuori dai giochi, e insistette « Nessun altro ci era riuscito ».
   Lui sembrò considerare la cosa per un momento ma, forse ricordando ancora ciò che era avvenuto la sera prima, disse con una smorfia « Un po’ di tempo fa, però - avrei potuto fare lo stesso, ma senza coinvolgere te e Matt. Avrei magari potuto anche arrivare qui senza venire catturato ». Arrossì, mentre arrivava chiaramente al nocciolo della questione, e aggiunse « Non sarei finito sul pavimento, aspettando che tu salvassi la situazione - e che arrivasse Bling per potermi muovere di nuovo… ».
   Max fece un sorriso obliquo e commentò, ironica « L’ultima volta che ho visto Matt Sung era abbastanza in piedi e aveva l’intero dipartimento di polizia di Seattle ad aiutarlo - e non era riuscito a smascherare Bronck ». Lanciò uno sguardo verso il detective, che in quel momento veniva caricato sulla barella che avevano portato i paramedici, e si chiese se Logan fosse ancora tanto sconvolto dalla propria condizione che davvero non riusciva a vedere la realtà. « Matt era legato, proprio come te - probabilmente anche imballato, già che c’era ». Registrò la sua espressione, mente lui cercava di non incrociare il suo sguardo, ancora imbarazzato per la propria immobilità, e tentò « Non è la sedia a far sì che io voglia restare nei paraggi, per poterti salvare se ne hai bisogno, sai? ». Logan non poté fare a meno di alzare lo sguardo verso di lei, alle sue parole - al fatto che lei voleva “restare nei paraggi” - e vide, prima di abbassare di nuovo gli occhi, un sorriso aperto e affettuoso. « È quell’aria da ragazzo ricco, salvamondo, voglio-ficcare-il-naso-in-ogni-guaio-che-riesco-a-trovare che hai che mi fa sentire necessaria ».
   Indipendentemente da quanto volesse negarlo, indipendentemente da quanto avesse paura di fidarsi del fatto che Max intendesse davvero tutto ciò che aveva detto, Logan non poteva negare il fatto che aveva ragione. Il fatto che lei se ne fosse accorta fece scemare il suo senso di vergogna, almeno un po’. Sollevando finalmente lo sguardo ad incontrare quello di lei, vide la sua reazione speranzosa e incoraggiante, le sopracciglia che si alzavano, quasi interrogativa. A quel punto, tormentandosi un po’ per mostrare il proprio mesto ghigno, disse stringendosi nelle spalle « Già, ora che me lo fai notare - per Matt sarà ancora più difficile accettare quello che è successo che per me ».
   « Nessuno di voi ha niente da “accettare” - quanti gorilla vi sono saltati addosso, quattro? Non era un combattimento leale ». Il suo sguardo si addolcì mentre lo guardava, e spostando la sua mano sotto quella di lui che teneva mollemente la confezione di ghiaccio e sollevandola verso la sua guancia, accennò « Tienilo così, ora - il viola decisamente non è il tuo colore ».
   Il sorriso di lui svanì un po’ col ricordo di come era stato facilmente catturato, ma sentì una nuova gratitudine verso ciò che Max nascondeva sotto la sua scorza da dura. Lei era lì per lui, a salvare le bambine rapite, a sconfiggere i cattivi e senza nemmeno lamentarsi con lui per ciò che aveva fatto a lei e alla loro cena la sera prima. Anzi, gli stava dicendo che era un eroe, che era stato più bravo del decisamente-più-mobile-di-lui dipartimento di polizia… e lo stava guardando con tanto affetto negli occhi che sentì il proprio battito aumentare speranzoso.
   Le doveva così tanto… molto più di quanto le aveva mostrato quella settimana. « Max… Io… ».
   « Logan? ». Il suono chiaro e preoccupato della voce di Bling li raggiunse attraverso la sala, interrompendo le scuse che Logan sapeva di doverle. Max sorrise in fretta al suo arrivo, quasi sollevata - forse sentiva cosa stava per accadere ed era tanto imbarazzata quanto lui, Logan non avrebbe saputo dirlo. Ma glielo doveva, e glielo avrebbe detto. Solo non ora…
   Max sollevò le sopracciglia, interrogativa; non voleva rispondere al posto suo, ma voleva fosse chiaro che si aspettava lui lo facesse. « Sì » rispose lui alla fine, quasi odiando la fine di quel momento. « Sono qui » aggiunse, quasi in un sussurro. Max rimase al suo fianco, occhi negli occhi, anche quando Bling arrivò con la sedia di Logan che aveva recuperato al parco. Logan scoprì di essere finalmente in grado di restituirle il sorriso - e quando lo fece sembrò che lo stesso sorriso di lei si illuminasse in una più decisa contentezza. La cosa fece sorgere nuove domande nella sua mente - lo spinse anche a ripensare a ciò che, come aveva deciso precedentemente, era oltre le catene della sedia…
   Quando Bling li raggiunse, Max si alzò salutando gentilmente il terapista, che - preoccupato per il suo datore di lavoro - sembrava stranamente non aver notato cosa stava accadendo tra loro. « Logan » disse accigliandosi alla vista delle conseguenze dell’interrogatorio di Bronck, « stai bene? ».
   « Sì, solo un paio di ammaccature - la guancia, la mia dignità… ».
   Ma stavolta, Max notò con piacere, Logan alzò lo sguardo verso di lei a metà lamentela, incrociando i suoi occhi e sorridendole dolcemente in mezzo al sarcasmo.
   « Vedetevela voi due con la polizia, ok? Credo sia meglio che io evapori prima che qualcuno trovi qualche domanda per me ».
   Non voleva rimanere e incrinare questa ritrovata complicità con Logan aspettando che risalisse sulla sedia davanti a lei. Non era sicura del perché, ma sapeva che gli avrebbe dato fastidio, e poi tutti e tre sapevano che lei aveva ragioni più che legittime per voler sparire di lì il più presto possibile. Si voltò per andarsene.
   « Passi da me più tardi? ».
   Le parole di Logan la fermarono mentre si girava, e tornò a guardare gli occhi verdi di lui, che brillavano speranzosi verso di lei. Sorrise di nuovo. « Ok. Tra un’oretta, tipo? ».
   Lui si rilassò nel proprio solito tranquillo sorriso. « Ok ».
   Lei annuì e fu ben presto di nuovo fuori, a spingere a mano la sua moto verso la strada, abbastanza per evitare che i poliziotti notassero che se ne andava senza avvertirli. Li vide chiudere l’ambulanza per portare Matt di nuovo in città e, attesi un altro paio di minuti, avviò il motore nel momento in cui veniva acceso quello dell’ambulanza, perché ne coprisse il suono.
   Non c’è da stupirsi che Logan fosse così concentrato, pensò di nuovo. I cattivi lì fuori non si fermano per la pasta triclore, perciò non vuole farlo nemmeno lui. Fa fin troppo per te, Max, e davvero dovresti dargli un po’ di tregua. Forse, uno di questi giorni… il momento sarà quello giusto. Fino ad allora… sorrise tra sé, ci accontenteremo…
   
   
   Nota della traduttrice: la mia seconda traduzione. Dopo “Dietro gli occhi verdi” ho riprovato con una one-shot, perché più semplice, prossimamente mi cimenterò con una storia a capitoli. Ho adorato tutte le storie di shywr1ter, e piano piano cercherò di riportarle tutte qui in italiano.
   Qualsiasi recensione verrà tradotta ed inviata all’autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò tramite il servizio di replica di efp. Spero davvero che vi fermiate a lasciare due righi di commento :)
   
   
   
 
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