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Autore: WING    12/10/2012    5 recensioni
Adoro il video di "she wolf" la canzone di David Guetta e Sia.
Così, ho voluto descrivere il video dal punto di vista del lupo.
Ascoltatela con la canzone in sottofondi, rende di più.
Dedicata ad una persona Speciale...
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la lettura di questa Shot
si consiglia l'ascolto di
"She wolf – David Guetta ft. Sia" 
http://www.youtube.com/watch?v=PVzljDmoPVs



 

She Wolf

Il vento gelido mi sferza il pelo mentre i fiocchi di neve mi turbinano affianco, la loro quiete interrotta dalla mia furia.
Il terreno ghiacciato score veloce ai miei fianchi.
La pelliccia mi si appiccica addosso, schiacciata dal vento che mi rallenta.
Corro, corro sempre più veloce, mentre i miei occhi azzurri iniziano a confondere i contorni di ciò che mi circonda.
Tutto il mio corpo segue il ritmo frenetico della mia corsa.
In lontananza sento le slitte dei cacciatori e i cani che le trainano.
Continuo a correre, ma li sento sempre più vicini, così volto il muso per controllare.
Aumento il ritmo, le mie zampe sollevano piccoli cumuli di neve.
Con un balzo mi trovo su una superficie erbosa, i cacciatori sono costretti a fermarsi, ma non si rassegnano.
Corro abile sul lieve versante della collina, un ringhio disperato nella gola.
In un attimo di cupo silenzio, il mio sguardo fugge al cielo grigio e nuvoloso un attimo prima che una freccia mi ferisca.
Poi, alte scoccano, squarciando il silenzio con i loro sibili.
Una goccia del mio sangue schizza veloce lontano da me, andando a macchiare un cumulo di neve.
Guaisco ma non mi fermo.
Sento i cacciatori che esultano e incoraggiati iniziano il mio inseguimento.
Manca poco, manca poco e sarò in cima, ma le forse iniziano a mancarmi.
Mi infilo svelta fra le rocce mentre i cacciatori passano sopra, saltando da una all’altra.
Intanto la ferita continua a gocciolare, mentre come lacrime, il mio sangue, bagna il terreno.
Sono in cima.
Riacquisto un attimo di fiducia ma subito, nello spiazzo un cui mi trovo, arrivano tre cacciatori e mi accerchiano.
No. Non lascerò che mi prendano così, ringhio furiosa a zanne strette.
Sollevo una zampa bianca rigata dal sangue, per poi schiacciare violentemente il suolo, nei miei occhi un guizzo giallo.
L’onda d’urto che ne segue scaraventa i cacciatori in aria.
Per un attimo il tempo si ferma.
Poi, appena i cacciatori toccano il suolo, si sbriciolano come cenere.
Ma so che non è finita.
Riprendo a correre in mezzo a quella cenere, mentre il leggero chiarore dell’alba illumina il mio percorso.
Con falcate decise mi inoltro nella prateria, il terreno morbido è un ottimo sollievo per le mie zampe stanche.
Lancio gli arti anteriori e mi do la spinta con quelli posteriori.
Voglio andare più veloce.
Devo andare più veloce.
La ferita fa male, il sangue si mischia al pelo e lo rende appiccicoso.
Ma non sono sola. Gli zoccoli dei cavalli che mi inseguono non calpestano il terreno poi così lontano da me.
Al termine di ogni falcata socchiudo gli occhi e li riapro, sono stanca.
I cacciatori mi stanno alle costole. Ma io non smetto di lottare, non smetto di correre.
Torno a correre su un selciato roccioso, con lo sguardo scorgo una figura, osservarmi.
I miei occhi azzurri si alzano quando inizio ad intraprendere una salita.
Sento i cavalli fermarsi e i cacciatori smontare dalla loro groppa.
Ma io non mi fermo. Continuo a correre, nonostante la stanchezza, la ferita, il freddo, la rabbia e la disperazione.
Continuo a correre.
Ma arrivata in cima mi accorgo che è una scogliera a picco sul mare.
Mi volto e vedo i cacciatori seguire le macchie del mio sangue con archi, frecce e lance.
Aspetto un attimo poi, quando mi sono vicini, mi giro.
Il sole che sta sorgendo è dietro di me, il mio pelo sembra nero mentre i miei occhi gialli risplendono come topazi e sono fissi sui due cacciatori che mi stanno di fronte.
Il terreno intorno a me freme impaziente.
Il mio ringhio di battaglia non cesserà mai di squarciare i cieli.
Mi guardano.
Uno prepara l’arco.
L’altro carica la lancia e la scaglia verso di me con una forza inaudita.
Ma i miei occhi si illuminano e appena la lancia si conficca fra le mie zampe anteriori il terreno mi esplode intorno.
Per un attimo il tempo sembra fermarsi, nuovamente.
I cacciatori si sgretolano.
La terra sembra impazzita mentre la sfumatura gialla si accentua, nel mio sguardo, per poi sparire in un istante.
Mentre il terreno intorno a me esplode, mi avvicino alla scogliera e mi alzo.
La mia pelle, nuda e sporca è accarezzata dalla brezza.
I capelli sciolti, rossicci come il mio pelo, mi sfiorano la ferita.
Lì sulla spalla destra.
Ormai non sanguina più.
Alzo il viso e punto i  miei occhi azzurri sull’oceano.
La quiete di quel luogo mi rigenera.


Dedicato a _LunaRossa_ perchè lei sì, è forte e so che no, lei non si arrenderà.
 
   
 
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