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Autore: Plurale Maiestatis    12/10/2012    3 recensioni
Ed improvvisamente nella loro quotidianità arriva lei. Lei con la sua bellezza e il suo carattere intrigante, lei che ha il potere di affascinarli e un po' di cambiarli nel profondo... oppure no?
- OC femminili
- Decima famiglia, Varia, Prima famiglia, un po' chi capita
[Per ulteriori informazioni sul progetto, visionare il nostro profilo che noi Plurale Maiestatis creammo con tanta cura]
La ragazza esitò sulla soglia, strinse al petto il morbido asciugamano che aveva preparato per lui -la stoffa era del suo colore- per darsi coraggio, ed infine avanzò di un passo. La corrente proveniente dalla finestra socchiusa fece ondeggiare appena i suoi lunghi capelli biondi.
« Ti ho... portato un asciugamano. »
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Di solito la maggior parte dei pivellini che incominciavano la dura gavetta nei Varia venivano stroncati subito dalle singolari abitudini dei vari componenti.

A volte ci scappava il morto, quando Belphegor era annoiato, spesso però era la loro psiche ad essere messa a dura prova: se non era Mammon con le sue illusioni e i suoi sottili ricatti al fine di spillare soldi, era Lussuria con la sua personale visione del prendersi cura dei nuovi arrivati - sembrava che gli assassini, per assurdo, avessero seri problemi a rapportarsi con i morti.

Chi superava la fase iniziale di scrematura poteva considerarsi un membro dei Varia a tutti gli effetti, benchè ci fossero ancora alcuni piccoli dettagli di routine quotidiana che avrebbero potuto spiazzarli. Sentire gli urli di Squalo non era un toccasana per i nervi o eventuali mal di testa e non era consigliabile entrare in qualsiasi stanza (nemmeno la propria!) prima di aver bussato ed essersi accertati su chi potesse esserci dentro.

Artemisa, ignorando le basilari nozioni di convivenza e sopravvivenza (e cortesia) che le erano state imposte al suo arrivo -inaspettato, inatteso e malvoluto- alla Villa, aprì la porta della stanza di Squalo senza bussare.

« VOI! Chi ti ha dato il permesso di entrare?! » Squalo lanciò con irritazione la giacca bagnata di liquore sulla sedia « Vattene e richiudi la porta. »

La ragazza esitò sulla soglia, strinse al petto il morbido asciugamano che aveva preparato per lui -la stoffa era del suo colore- per darsi coraggio, ed infine avanzò di un passo. La corrente proveniente dalla finestra socchiusa fece ondeggiare appena i suoi lunghi capelli biondi.

« Ti ho... portato un asciugamano. »

Un asciugamano preparato da tempo, in attesa che lei trovasse il coraggio necessario per utilizzarlo. Perchè lei sapeva. Sapeva che non passava giorno senza che Squalo subisse le insensate angherie di Xanxus, senza che venisse brutalmente colpito e umiliato per motivi che non esistevano.

L'odore di alcool che aveva lentamente impregnato la stanza fece rabbrividire Artemisa dall'irritazione: non capiva perchè Squalo si sottomettesse a quell'uomo disgustoso senza reagire in alcun modo, non lo capiva -non lo voleva capire- tantomeno lo avrebbe mai accettato. Un uomo tanto stupendo, che dedicava anima e corpo in ciò che credeva -anche se credeva nell'uomo sbagliato-, non meritava un simile trattamento.

« Qui è pieno di asciugamani. »

Squalo non si premurò nemmeno di guardare la ragazza. Ancora una volta si chiese perchè quell'essere inutile fosse finito da loro: essere la sconosciuta sorella miracolosamente scampata al massacro che Bel aveva perpetrato nella sua famiglia, non era un motivo sufficiente perchè fosse lì.

Eppure ogni sacrosanto giorno che Squalo passava al quartier generale, se la ritrovava in mezzo ai piedi. Per qualche fottuto e inspiegabile caso del destino la ragazza gironzolava per la villa con un'insopportabile aria afflitta, sbandierando a destra e a manca l'unica cosa che sapeva fare: cianciare sulla bontà, sui sogni e cazzate simili che parevano usciti da uno schifoso fumetto per ragazzine sognatrici.

« Non te ne sei ancora andata?! »

Artemisa sussultò, ma non diede segno di volersi allontanare « ...è che... hai un livido sul collo. »

Squalo ringhiò a denti stretti « VOI! E' solo un fottutissimo livido, pensi che possa importarmene qualcosa?! E adesso fuori! »

E mentre la ragazza lasciò la stanza, con l'espressione di chi stava per mettersi a piangere, Squalo pensò che il dannato e bastardo boss di merda -aka Xanxus- poteva anche evitare di colpirlo in punti visibili. Anzi, poteva evitare di colpirlo e basta!

 

***

 

« Ah, che ragazzina impertinente! » Lussuria osservò la propria canottiera, sporca del succo d'uva che non era oltretutto riuscito nemmeno ad assaggiare « Bel, non capisco come tu abbia potuto lasciarla in vita! »

Di Belphegor dalla porta d'ingresso alla stanza si potevano vedere solo gli stivali oscillare pigramente oltre i braccioli del divanetto. In risposta il ragazzo soffiò una risata divertita.

« Ushishishi, ricordati di portare al principe un degno souvenir da Londra. Voglio il trono della regina. »

Ma a quanto pareva non si era nemmeno accorto della presenza di Lussuria.

« Bel, con chi stai parlando? »

« Levi. »

Mammon comparve oltre la spalliera e Lussuria emise un rumoroso sospiro « Oh my~ Levi è tanto scrupoloso nelle sue missioni da essere fin troppo lento. Non era partito la settimana scorsa? »

« Il Principe ha inavvertitamente consegnato a Levi i fogli sbagliati. Ushishishi. »

Belphegor chiuse la chiamata e a fin troppi chilometri di distanza Levi urlò esasperato il suo nome, carico di frustrazione per non poter sfogare la sua rabbia contro quell'insolente e saccente teppistello.

« Ecco perchè hai preso la mia carta di credito, era tuo il conto che Squalo minacciava di bloccare. » e lui che aveva pensato all'ennesimo sfogo solitario del capitano contro il boss, quando lo aveva incrociato in corridoio due giorni prima « Mi aspetto che tu mi ridia i soldi che hai speso! » Lussuria si sedette sulla poltrona davanti al divano « Quindi muoviti a prenderti una missione. »

« Peggio per te Lussuria. » Mammon strascicò la voce « Belphegor è un pessimo creditore. »

« Bè, se proprio non vuoi ridarmi i soldi, puoi sempre farmi compagnia mentre mi dedico al mio hobby. » con aria maliziosa, Lussuria sollevò il mignolo destro « Un mese fa ho trovato a Parigi un delizioso abitino che potrebbe starti davvero bene. »

A far rabbrividire Belphegor furono le labbra protese in un bacio vuoto: non aveva idea di quali potessero essere i gusti di Lussuria in fatto di vestiti per i suoi manichini umani e certamente non rientrava tra i suoi interessi il volerlo scoprire - di persona, per sentito dire.

« Prova ad avvicinarti e ti scuoio vivo, finocchio pervertito. »

« Aaaw. Si tratta solo di una o due orette per divertirci tra di noi. »

« Un principe non si presta ai divertimenti dei plebei. »

« Non mi sembra molto regale chiamare Levi ogni cinque minuti per dargli il tormento. » gli ricordò Mammon con tono piatto « Se finisci i soldi della scheda del capitano Squalo, non contare su di me per pararti il sedere. »

« Taci piccoletto. » Bel schiacciò a caso i tasti sotto al display « E' già ora di richiamarlo. »

Lussuria tirò la stoffa della canottiera con due dita e sbuffò « Se non hai voglia di fare la mia bambola, potresti per lo meno uccidere la tua sorellona sbucata dal nulla. » buttò lì con nonchalance.

« Non è nemmeno riuscito ad uccidere tutta la sua famiglia. Che pena. » Mammon si spostò appena di lato per evitare la manata di Bel, che colpì con forza la spalliera del divano « Il genio dei Varia che commette errori tanto banali... »

« Il Principe sta parlando. » li ammonì brusco « Zitto anche tu Levi e ricordati di portare un trono degno del Principe. »

« Perchè questo astio nei suoi confronti? E' venuta di nuovo a piagnucolare sul suo amore per Squalo da te? »

L'unica volta che Mammon aveva incrociato Artemisa era stato al suo arrivo al quartier generale. All'illusionista non importava il motivo per cui la ragazza ora viveva con loro, chi fosse, da dove venisse o altro: finchè non diventava una questione di missione o di soldi, gli importava poco e niente di chi gli stava attorno.

« Mi è finita addosso ed è scappata chissà dove senza nemmeno chiedere scusa! » sbottò stizzito l'uomo « Non solo mi ha fatto sporcare la canottiera nuova, ma non ho nemmeno assaggiato il succo d'uva che mi ero preparato! »

Belphegor sogghignò « Il succo d'uva è una bevanda da plebei. »

« Posso ucciderla ad un modico prezzo. Giusto perchè è insignificante e sarebbe una cosa facile. »

« Dovrebbe farlo Bel, dato che non ha concluso bene il lavoro con la sua famiglia. »

« Non mi ricordavo nemmeno che lei esistesse. Io ho semplicemente ucciso chi sbarrava il mio regale passaggio. »

Cadde il silenzio e fu Mammon a riprendere parola.

« Mi chiedo dove Iemitsu l'abbia scovata. »

« Non ha saputo dircelo. » Lussuria alzò le spalle « Mi chiedo solo perchè il boss abbia acconsentito a tenerla con noi. Siamo assassini, non badanti! »

« E' probabile che il boss nemmeno sia a conoscenza della sua esistenza. Lui è una regalità tra i Vongola, non può certamente abbassarsi a considerare ogni sguattera che mette piede qui dentro. »

« Essendo tua sorella, questo fa di te uno sguattero. » commentò atono Mammon.

« Cos'è tutta questa insolenza? Non paragonare quella servetta al nobile Principe! » Belphegor fece scivolare tra le dita tre dei suoi preziosi coltelli, in segno di minaccia « Ushishishi. Il Principe non stava parlando con te, finto boss. »

« Con chi stai parlando? »

Lussuria sbucò all'improvviso oltre lo schienale del divano, ma Bel lo mantenne a distanza puntando le lame in direzione della sua gola « Mantieni almeno cento passi di distanza, altrimenti ti uccido. »

Dal telefonino fuoriuscì un'acuta voce carica di terrore.

« Aaaw! Devo ammettere che in posizione sdraiata sei ancora più invitante! »

Prima che la sicura zuffa incominciasse, Mammon ebbe il tempo di porre una domanda « Il boss lo sa che telefoni a Sawada Tsunayoshi, Bel? »

Bel avrebbe potuto rispondere che si annoiava e che lui era un Principe, quindi gli era concesso di fare tutto quello che voleva, persino disturbare e stuzzicare il Decimo (finto) boss dei Vongola con costose chiamate intercontinentali –tanto i soldi spesi non erano suoi-, ma Lussuria aveva allungato troppo le mani e il divano era già stato ribaltato dalla violenza di entrambi.

Fu l'esplosione che -lo avrebbero scoperto poco dopo- aveva appena fatto saltare in aria parte del piano dove si trovava l'ufficio di Xanxus a porre fine alla lite tra i due assassini. Con la mano di Lussuria involontariamente finita sotto la maglietta di Belphegor.

 

***

 

Artemisa era scappata via, scoppiando in lacrime solo quando fu certa di trovarsi a debita distanza da dove aveva lasciato Squalo; pur sembrando tanto fragile, era in grado di controllarsi davanti agli altri, non voleva apparire come una debole.

Aveva affondato il viso nell'asciugamano, singhiozzando penosamente, e così aveva urtato Lussuria senza volerlo. Avrebbe voluto fermarsi, chiedergli scusa, ma si sarebbe vergognata di farsi vedere in quello stato, quindi era scappata via: Lussuria era buono, come un fratello maggiore un po' speciale per lei, avrebbe capito di sicuro.

Si fermò solo quando il suo corpo non riuscì più a mantenere il ritmo e scivolò lungo il muro con un ultimo pigolio umido e utilizzò l'asciugamano, che tanto aveva sperato di poter dare a Squalo, per pulire il viso dalle lacrime.

Ci mise un po' a capirlo. A capire che era arrivata nei pressi dell'ufficio di Xanxus.

Di primo impulso si disse che doveva andarsene via da lì, odiava quell'uomo, lo detestava al punto tale da non poterlo nemmeno sentirlo nominare. Tuttavia, quando si fu alzata, le sue gambe la condussero fino dinanzi alla porta.

Il cuore le batteva forte, per la corsa ma anche per qualcos'altro.

Ogni giorno Squalo mostrava a Xanxus una devozione che forse era seconda solo a quella di Levi - e il forse si poteva pure togliere.

Ogni giorno Squalo si svegliava e viveva per Xanxus.

Ogni sera Squalo si addormentava e si riposava per essere pronto a vivere per Xanxus.

E Xanxus, quell'uomo tanto insopportabile, nei suoi confronti non provava il minimo rispetto. Artemisa non voleva necessariamente una prova d'amicizia, anche un banale e insignificante cenno di ammirazione le sarebbe bastato...

Conosceva i trascorsi del boss dei Varia, lo aveva scoperto per caso un giorno, e se da un lato quell'uomo pieno di rabbia le faceva tanta pena, dall'altra l'aveva contagiata con i suoi sentimenti iracondi: anche arrivato a quel punto, dopo che i suoi uomini gli avevano dimostrato una devozione tale per cui avevano messo in discussione le loro vite e le loro reputazioni, lui ancora li trattava come feccia.

Prese un profondo respiro e con decisione abbassò la maniglia della porta.

Xanxus, con il viso appoggiato sul dorso della mano, la scrutò con seccata noia « Feccia, non mi pare di averti dato il permesso di entrare. »

Artemisa assunse l'aria più decisa che le riuscì in quella situazione.

« Cos'è quella smorfia idiota? Ti è venuto un crampo mocciosa? »

« Tu... » Artemisa gonfiò il petto « ...devi trattare meglio Squalo! Brutto ingrato! »

 

***

 

Dopo aver sentito l'esplosione, Squalo comprese subito che qualunque fosse stato lo spettacolo che gli si fosse presentato davanti agli occhi, avrebbe avuto una crisi di nervi.

E così fu.

« VOOOOOOOOOOOOI!!! Non riuscite a stare almeno ventiquattro ore senza distruggere qualche fottuta ala della villa?! »

Belphegor, Lussuria e Mammon si voltarono verso di lui.

« Ma Squaloooo~ Non siamo stati noi! »

« Ushishishi, il boss è irritato. »

« Costerà parecchio rifare questa parte del piano. Spero che la mia busta paga arriverà regolarmente, altrimenti gli interessi saranno molto alti. »

« Cos'è successo?! »

Lussuria si sporse in avanti e arricciò il naso scrutando verso il buco, ancora parzialmente coperto dal nuvolone di polvere che vorticava sulle macerie « Suppongo che il boss sia arrabbiato. »

« Questo l'ho capito anch'io! » Squalo agitò la spada davanti a ed un fendente tagliò una sottile ciocca verde dal ciuffo di Lussuria.

« Squ! Fai più attenzione con quella spada! » lo rimproverò.

« Non ci metterei la mano sul fuoco, ma suppongo che la sorella di Belphegor sia morta. » sentenziò Mammon.

.....

« Potremmo dire che è scoppiata una tubatura. » mormorò Lussuria pensieroso « Non voglio essere di nuovo richiamato dal Nono, i suoi discorsi sono mortalmente noiosi! »

« In questo piano non passano tubature che possono esplodere così! »  replicò secco Squalo. Ovvio che non ce ne fossero, dato che l'umore altalenante di Xanxus avrebbe potuto trascinare tutti i Varia al creatore in caso contrario.

« Potremmo dare la colpa a Levi. »

« Bel, Levi è in missione. »

« Già, deve portarmi il trono. »

Belphegor tirò fuori il cellulare.

« VOI! Il mio cellulare! »

« Ushishishi, il Principe lo ha trovato, quindi ora è suo. »

« Rubare non è trovare! » Bel non gli diede retta, sembrava non fosse nemmeno preoccupato dalla lama pericolosamente vicina al suo volto « Chi stai chiamando?! »

SBAM

« VOOOOOI!! Boss di merda, che cazzo vuoi?! »

Con una manata, Squalo fece cadere a terra ciò che rimaneva del pezzo di calce che lo aveva colpito dietro la nuca.

« ...sei rumoroso feccia... » la voce provenne dall'ufficio, davanti a cui si estendeva il vuoto grigiastro di polvere « ...renditi utile, fai togliere di mezzo questo casino e portami da mangiare. Ti do cinque minuti. »

« VOOOOOOOOOOOOOOOOI!!! Avete pranzato un'ora fa!!! »

« Ushishishi, se ce la fai il Principe ti grazierà regalandoti il suo cellulare. »

E fanculo alla sorella. Quella mocciosa era una seccatura anche da morta.

  
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