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Autore: Sephirah    25/04/2007    11 recensioni
In questa prima fase non troverete Hikaru, Umi e Fu, ma solo la storia di Clef (completamente rivisitato e finalmente con un background!) e i primi accenni degli "intrighi di palazzo" di Emeraude che hanno portato, nella mia rivisitazione, la principessa a convocare i cavalieri magici. Grazie a tutti! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clef, Emeraude, Lantis, Nuovo Personaggio, Zagato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Rayearth - revolution'
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piccola prova

Intrusione dell'autrice: siccome è la mia prima fanfic, vorrei che quando la leggete, anche se in parte, la commentiate, anche solo per dirmi che fa schifo. Farò tesoro dei consigli!

__________

Piove. L'acqua cade scrosciante dal cielo, sulla pelle e sulla pietra. Nuda pietra. E fredda tomba. La mente è annebbiata, ed è difficile ragionare. Sovviene la realtà, ed ancora una volta lo sguardo ripercorre i solchi sulla lapide, e si accorge che disegnano lettere, che formano nomi. Mai fu la verità tanto dolorosa. Un grido nasce nel petto e soffoca in gola, stretto fra labbra che rifiutano le parole. Niente lacrime a rigare il suo viso, o forse son solo confuse alla pioggia. La tomba di madre e padre, che è pur giusto un figlio seppellisca, ma troppo crudele seppellire ora. Tanto monito è quasi ridicolo. Si guarda intorno. Quanto sfarzo, quanta eleganza, per chi null'altro ha fatto che morire ed abbandonare. Ritorna il ricordo impresso con in fuoco dell'odio: un palo ed un corpo impalato. C'è sangue sul mio viso.

__________

Clef si svegliò di soprassalto, completamente sudato. Si guardò attorno e si rese conto di trovarsi nella sua stanza, all'interno del palazzo di Sephiro. Una pausa, durante la quale il respiro rimase sospeso, e poi un lungo sbuffo di sollievo. Si passò una mano tra i capelli argentei madidi di sudore e li scompigliò. Si abbandonò di nuovo sul letto, aspettando che il cuore rallentasse, e guardò fuori dalla finestra, lasciando spaziare lo sguardo fino al più remoto orizzonte, sopra le nuvole più basse. A giudicare dalla luce doveva essere abbastanza tardi, mattina inoltrata. Rimase disteso per qualche secondo, poi, con uno sbuffo, si mise in piedi e raccolse gli abiti troppo eleganti per i suoi gusti.

__________

Pochi minuti dopo faceva scattare la serratura della stanza con un solo cenno delle dita, per poi avviarsi al salone centrale, dove contava di trovare il Consiglio tutto assorto nel criticare il suo ritardo. "come al solito", "è immaturo","è inadatto"...

Assorto nei suoi pensieri, Clef scorse il suo riflesso in un largo specchio a muro che due uomini enormi stavano trasportando lungo il corridoio, tutti sudati e sporchi di polvere. Si girò un attimo a darsi una piccola aggiustata, per non essere troppo incompatibile con la sua carica di Monaco Guida. Innanzitutto si passò una mano fra i capelli per ridargli il verso, impresa pressoché disperata visto che lo stesso concetto di verso era estraneo ai suoi capelli. L'unica ciocca che obbediva era quella che ricadeva sull'occhio sinistro. Un'ultima messa a punto della camicia bianca con rifiniture dorate, per non far vedere troppo che era indecentemente spiegazzata. Due pacche sui pantaloni, una ritoccatina per infilarli bene negli stivali e poi lo specchio gli fu sottratto, così si rimise in cammino.

Arrivato alla porta del salone centrale fece un grande sbadiglio e poi entrò. Lì, come volevasi dimostrare, c'erano quattro vecchietti curvi sotto il peso del tempo e della cattiveria, che, come lo videro entrare, si precipitarono su di lui.

"Avete di nuovo tardato!"

Clef fece un gesto con la mano non esattamente rispettoso.

"Lo avevo arguito"

Parlò con voce limpida, bella, regale più di quanto non fossero i suoi modi. L'anziano davanti a lui divenne rubicondo.

"E non fate dello spirito con me!"

Sarus, l'anziano che lo stava sgridando, era il più importante dei quattro del Consiglio, e quello che si divertiva più di tutti a riprenderlo. Gli altri tre erano Olus, un tipo in carne, Ferus, decisamente soprappeso, ed Irus, così magro da reggersi appena in piedi. C'era chi diceva l'avessero fatto apposta ad eleggere come quattro membri del Consiglio candidati con la stessa desinenza nel nome.

Sarus continuò ad urlargli contro quanto non svolgesse a dovere il suo incarico governativo, ma lui non ascoltava: era troppo intento a cercare qualcuno nella folla del salone. Ad un certo punto Sarus gli prese la testa fra le mani e lo costrinse a guardarlo.

"Possibile, mi domando io, che un ragazzo come voi, figlio di cotanto padre, con gli occhi azzurri, i capelli splendenti, il fisico scolpito, la pelle chiara e la bella voce, dai suoi centosettantatré centimetri di altezza non riesca a comportarsi in maniera più principesca?!"

"Sì, signor Sarus, è incredibile che io non mi faccia comandare dal Consiglio, istituzione politicamente inferiore alla mia carica e che quindi dovrei gestire io"

La risposta del vecchio fu soffocata dalla voce di una giovane, molto simile a quella di Clef. Il  ragazzo alzò lo sguardo e vide una ragazza bionda farsi largo a spintoni tra la folla, anche lei in maniera tutt'altro che consona all'ambiente"

"Frat...fratellino! Ahio! E stia attento a dove va, lei!"

"Ciao Plesea" la salutò lui, senza alzare la voce.

La ragazza lo raggiunse in pochi secondi, gli fece cenno di attendere con la mano, si rifece la coda di cavallo e poi lo guardò negli occhi azzurri come il ghiaccio, identici ai suoi.

"Buongiorno!"

"Anche a te"

"Che entusiasmo... Emeraude ti ha mandato a chiamare per organizzare il ballo di stasera, per ricontrollare la lista degli inviati la tredicesima volta e per chiederti se secondo te sta meglio con un vestito bianco con pizzo o uno azzurro semplice"

"Fantastico. Ora sì che posso manifestare appieno il mio entusiasmo"

La sorella gli sorrise, lo baciò sulla punta del naso e si allontanò trotterellando. Clef la guardò sparire di nuovo tra la folla, mentre Sarus continuava a parlare più a sé stesso che al ragazzo.

__________

Investito della carica di Monaco Guida a solo dodici anni, Clef aveva lasciato gli studi per occuparsi dell'amministrazione di Sephiro, compito in cui lo erudiva il Gran Sacerdote Zagart, che ricopriva la seconda carica più potente dopo Clef stesso. Alla morte di suo padre, il precedente Monaco Guida, come per legge lui, che era il primogenito, doveva succedergli, qualunque fosse la sua età. Così Clef passò alla storia come il più giovane Monaco Guida di Sephiro, e si ritrovò a dover gestire la carica più importante subito dopo la colonna. Questo, ovviamente, aveva fatto nascere in lui l'odio per questo compito. Per fortuna, nella principessa aveva trovato un'amica importante, e nel passare del tempo tra loro, Zagart, Emeraude e Ferio, il fratello minore della principessa, nacque una complicità, se non addirittura un'amicizia importante. Ora, a tre anni di distanza dal giorno dell'investitura, si comportavano come vecchi compagni.

"Clef! Ti ho mandato a chiamare un'ora fa!"

"I preparativi per il ricevimento di stasera sono stati tutti effettuati ed il rinfresco è stato già preparato, mi domando perché, voi state meglio vestita di bianco e trovo che il pizzo vi doni e la lista degli invitati non la ricontrollerò nemmeno sotto tortura. Posso andare?"

Emeraude rimase a fissarlo alcuni secondi, poi scoppiò a ridere.

"Va bene, non la ricontrolliamo quella! Però devo decidere quale dei vestiti bianchi con il pizzo indossare"

"Oddio... ma per questo non ci sono le ancelle? Perché devo farlo io?"

"Perché tu sei abbastanza spigliato da non annuire con foga per qualunque schifezza io metta"

"Va bene..."

Clef si sedette sul letto a baldacchino della principessa con un tonfo. La ragazza, poco più che una bambina, entrò nella stanza affianco per cambiarsi d'abito. Poco dopo si ripresentò stretta in un vestito bianco come la neve con il corpetto di pizzo dorato.

"Questo è uno, altrimenti l'altro ha la gonna più aderente"

"Sì, così sembrate un salame"

"Dovresti parlare con più rispetto alla tua principessa. Allora metto questo?"

"Io credo che vi stia bene"

"Credi?! Ci ho messo due ore a scegliere e tu credi che mi stia bene?!"

La porta d'ingresso alle stanza della principessa si aprì di nuovo.

"Che accade, qui?"

Zagart aveva appena varcato la soglia, richiudendosi le porte alle spalle, splendido e principesco nel suo lungo abito bianco.

"Succede" disse Emeraude "Che il tuo discepolo è un cretino!"

"Succede" si difese Clef "Che la nostra principessa mi obbliga a farle da estetista!"

Zagart guardò Emeraude.

"Qual'è il problema, esattamente, principessa?"

"Non so che mettermi"

"Ma state d'incanto così! Adombrereste il più fulgido degli angeli con il vostro splendore"

Emeraude arrossì violentemente.

"A...allora metto questo, sì..."

Ritornò nella stanza per cambiarsi di nuovo, richiudendosi la porta alle spalle con una foga che tradiva l'imbarazzo.

"Adombrereste il più fulgido degli angeli... ma come ti vengono?" chiese Clef, dopo qualche istante di silenzio.

"Esperienza, ragazzo, esperienza..."

  
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