Libri > Leggende Arturiane
Segui la storia  |       
Autore: StellaArciery    13/10/2012    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Artù e Ginevra avessero avuto, nell'ultimo periodo del loro matrimonio, una figlia? Cosa sarebbe successo se questa bambina fosse stata affidata a merlino e portata in un'altra epoca?Cosa succederebbe se trovasse un amore e dovesse combattere per esso all'epoca dei suoi genitori? Una storia di amore, guerra e amicizia a cavallo tra due epoche.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo
“Merlino! Ti ho cercato dappertutto!”. La regina Ginevra correva per il palazzo di Camelot da ore con in braccio un bambino urlante avvolto in diversi strati di lenzuola. “Ginevra. Vedo che hai partorito. Artù è in gravissima difficoltà. Non è suo destino sopravvivere oltre questa sera.”. Tutto si era immaginato il vecchio mago tranne la scena che si trovò di fronte agli occhi. La regina, presa come da uno svenimento, si accartocciò su se stessa, stringendo forte a se il rotolo di fasce che teneva tra le braccia. Molte lacrime rigavano il volto stanco di Ginevra, colei che fu la più bella e la più dannata delle regine di Camelot. “Che hai da piangere, Ginevra? Pensavo che non vedessi l’ora di liberarti di tuo marito per poter sposare Sir Lancillotto. Sai che anche Lady Elaine ha partorito? Sir Galahad troverà un degno fratello nel piccolo Thomas. Purtroppo Lady Elaine non vivrà a lungo perché ha perso troppo sangue. Immagino che tu ne sia felice.”. Merlino guardava con disprezzo la regina, che secondo lui era stata la principale causa della decadenza di Camelot. “Merlino, io capisco di non esserti mai piaciuta, ma sei stato via dalla corte più di un anno disperso da qualche parte nelle nebbie di Avalon. Da quando sono rimasta incinta della piccola, mi sono finalmente innamorata di Artù. Ho scoperto in lui un uomo buono e dolce e per questo voglio che il frutto del nostro amore sopravviva alla caduta del regno.”. Merlino la guardò con occhi stralunati-“È figlio di Artù il bambino?”-“La bambina vorrai dire. È una Pendragon a tutti gli effetti. Ti basta guardare i suoi occhi per capirlo: sono uguali a quelli di suo padre”. Mentre il mago e la regina parlavano la bambina si era quietata e ciucciava tranquilla l’orlo delle vesti della madre. Ginevra girò il rotolo di fasce in modo che Merlino potesse vedere la bambina. Il mago rimase ancora più stupito dal fatto che Ginevra non si sbagliava: la piccola era identica a re Artù, quando era ancora in fasce, tranne gli abbondanti capelli neri come l’ebano, in tutto identici a quelli di Ginevra. “Siano lodati gli antichi dei! Una Pendragon! L’unica erede al trono di Camelot! Lo sai che la prima cosa che farà Mordred quando, ahimè, avrà sconfitto Artù sarà ucciderla?”-“Per questo sono venuta a cercarti. Devi portarla via da qui. Devi viaggiare nel tempo, devi portarla via da questa terra, via da questo secolo, in modo che nessuno potrà mai ritrovarla. Portala in un tempo così lontano da questo che nessuno potrà mai nemmeno pensare che quel tempo sia il suo nascondiglio. Ti prego Merlino. Fallo per Artù.”. Merlino guardò la piccola e la regina; non aveva mai adorato Ginevra, ma si considerava un padre per Artù e quindi non poté fare a meno di accettare di aiutare la piccola Pendragon. “Come si chiama?”-“Avevo pensato al nome Celeste. Sai, per i suoi occhi.”-“La principessa Celeste Pendragon. Suona molto bene.”-disse il mago guardando la bambina che gli sorrideva. “Artù sa che è nata?”-“Non ancora. Pensavo di affidartela e poi di andare al campo a dirglielo in modo che nessuno la potesse vedere.”-“Una bella idea, Vostra Altezza.”-“Vostra Altezza?”-esclamò Ginevra stupita-“non mi hai mai chiamata così!”-“Perché non vi siete mai comportata da regina, come ora. Nonostante tutto sono orgoglioso di voi. Sapete che non rivedrete mai più la piccola vero? Se andate al campo di battaglia da Artù, morirete con lui.”. la regina sorrise tristemente, si avvicinò al mago e, dopo aver dato l’ultimo bacio sulla fronte alla bambina, la lasciò tra le braccia della persona di cui si fidava di più in tutta Camelot. “Non importa. Saprà che la amo, la amerò sempre. Prendi i regali che hanno portato per la nascita e andate via. Sono nel mio appartamento. Grazie Merlino e addio.”. La regina si allontanò verso le stalle.
Il mago con la bambina in braccio si stava avviando verso le camere di Ginevra quando una voce fin troppo familiare lo chiamò dal fondo del corridoio-“Morgana”-disse-“Cosa ci fai tu qui? Sei venuta a godere della caduta di tuo fratello?”-“Tutti commettiamo degli errori, Merlino. Le nebbie di Avalon mi hanno mostrato i miei. Purtroppo non posso più cambiare le sorti di Camelot, ma ho una missione. La piccola principessa non è l’unica bambina da salvare.”-“Cosa intendi dire?”-esclamò stupefatto Merlino-“ Sai, non sei l’unico a cui gli Antichi Dei hanno concesso di vedere il futuro.”. Con queste parole la potente fata sparì in una nuvola bianca. Il mago continuò pensieroso la sua corsa verso le sale della regina e prese tutto ciò che era stato portato alla neonata, compreso il diadema di sua madre. Strinse a se la bambina e il baule dove aveva messo i doni e pronunciando alcune formule in celtico, la lingua dei druidi, svanì. Aveva portato la bambina nel posto più lontano da Camelot che esistesse sulla terra: la trafficata Milano del 1996.
La regina aveva preso uno dei cavalli che era rimasto alle scuderie e mentre l’intera Camelot si preparava all’assedio e alla battaglia, cavalcava veloce con i capelli, solitamente ordinatamente raccolti, al vento e il prezioso abito dorato esposto al fango. Raggiunse in breve il campo di tende rosse nella piana tra la foresta e la città, dove era accampato l’intero esercito di Camelot. I soldati appena videro entrare all’accampamento la regina si spostarono dalla via centrale, permettendole di arrivare senza rallentare la corsa del cavallo alla tenda del re, dove entrò senza nemmeno farsi annunciare. Artù era seduto dietro una massiccia scrivania di legno e guardava con faccia sconsolata il progetto per la battaglia, ma appena vide entrare la moglie alzò il capo, che sembrava quasi stanco del peso della preziosa corona che portava, e la guardò preoccupato. “Ginevra! Cosa fai qui? Ti avevo detto di non lasciare Camelot per alcun motivo! Non sei nelle condizioni di fare sforzi, stai per…”-ma il re prima di finire la frase si fermò vedendo il ventre non più ingrossato della moglie-“Hai partorito Gwen?”. A Ginevra scappò un involontario sorriso: Gwen era il soprannome che le aveva dato da quando era incinta della piccola Celeste e da quando il loro rapporto era finalmente diventato di amore reciproco. “Si, ho partorito una bellissima principessa. Ti somiglia tanto amore mio, ha i tuoi stessi occhi.”. Artù, dimentico di ogni tristezza che quella giornata abbracciò la moglie, felice della notizia. “Ma ti devo dare un’altra notizia.”-disse Ginevra tornando seria-“Ho parlato con Merlino. Ha detto che non supererai questa giornata e che cameo cadrà prima del tramonto.”-copiose lacrime scendevano dal volto della regina. Artù sbiancò improvvisamente, ma subito dopo si riprese. “Gwen, tutti abbiamo un tempo limitato da trascorrere sulla terra. Avrei voluto avere di più, avrei voluto dare una sistemazione a te e alla piccola.”-“Alla piccola ho pensato io. L’ho affidata a Merlino, che la porterà in un’altra epoca, dove sarà al sicuro. Per quanto mi riguarda non ho alcuna intenzione di essere sistemata, senza di te. Da nove mesi a questa parte sei diventato la ragione della mia vita, ciò che mi faceva alzare la mattina e continuare la gravidanza che tutti dicevano non sarei riuscita a portare a termine. Celeste è in salvo e non le potrà mai accadere nulla.”-“L’hai chiamata Celeste? È un nome bellissimo.”-“Non è proprio quello che avevamo pensato, ma quando ho visto i suoi occhi, ho capito che nessun altro nome le avrebbe reso giustizia. Comunque, lei è salva e ora tutto ciò che mi lega a questa vita sei tu. Tu muori, io ti seguirò.”. “Mio signore, attaccano.”-un paggio aveva fatto irruzione nella tenda-“Schiera l’esercito. Veloce!”-“Ai vostri ordini, mio signore”. . Il paggio uscì. “Ti amo Gwen.”-“Ti amo anch’io Artù.”.
 
La regina Ginevra morì colpita da un fendente di Mordred che qualche minuto prima aveva ucciso il re. I due corpi furono portati ad Avalon da Galahad e li sepolti insieme.  











Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction e spero che il prologo abbia catturato alcuni di voi. Amo con tutto il mio cuore il ciclo arturiano e ho sempre pensato che il matrimonio tra Artù e Ginevra dovesse avere più importanza nella storia, nonstante la storia d'amore della regina con Lancillotto. Sono aperta ad ogni genere di consigli, dato che sono molto giovane e sarebbe una grande soddisfazione sapere che qualcuno legge le storie che scrivo. Grazie mille a tutti quelli di voi che la leggeranno. 
Stella Arciery 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Leggende Arturiane / Vai alla pagina dell'autore: StellaArciery