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Autore: sku    25/04/2007    9 recensioni
E' passato circa un anno da quando Hotchner ha conosciuto Liliana e tutto sembra andare per il meglio. Sembra...
E' il seguito di "Incontri fortuiti"
"Ciao, se hai fame, c'è un piatto di pasta..."
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Hotchner, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. notte e mattina Tutti i personaggi (esclusi quelli di mia invenzione) sono di proprietà di Jeff Davis e sono usati senza fine di lucro.


"CIAO,
SE HAI FAME, C’E’ UN PIATTO DI PASTA DA SCALDARE NEL FRIGO.
SE TI SENTI SPORCO, L’ACCAPPATOIO E’ NELLA CESTA DEI PANNI LAVATI.
SE HAI SONNO, IL PIGIAMA PULITO E’ SOTTO IL CUSCINO.
SE HAI BISOGNO DI ME, CHIAMAMI O RAGGIUNGIMI A QUALSIASI ORA.
TI AMO.
Lil"

Aaron sorrise. Era abituato ormai a trovare i post-it di Liliana ogni volta che rientrava dopo un caso. Come ogni volta dopo la sua telefonata era venuta a casa sua e l’aveva preparata per il suo arrivo con gli onnipresenti biglietti.
Sapeva di cosa aveva bisogno, sapeva che avrebbe voluto parlare con lei ogni volta ma che non poteva, per questo non lo aspettava mai in casa sua, perché sapeva, tra le altre cose, che lui avrebbe potuto non resistere all’impulso di scaricare l’orrore che provava per un caso su di lei. Lui non voleva farlo ma il bisogno era sempre molto forte e Liliana lo aveva intuito.
Probabilmente non lo aspettava in casa anche per farsi desiderare, per fagli capire che non era così scontato che lei fosse lì a sua disposizione.
Rilesse il biglietto, aveva una calligrafia terribile. La immaginò nel suo letto, rannicchiata in posizione fetale con un pigiama con gli orsetti… l’immagine meno sexy a cui riuscisse pensare, eppure era eccitante anche così. Per un momento valutò seriamente la possibilità di presentarsi a casa sua alle tre di notte, sdraiarsi accanto a lei, svegliarla con un bacio e fare l’amore per poi addormentarsi tra le sue braccia, finalmente sereno dopo giorni.
"E’ meglio di no. Domani deve essere presto in università per la visita dei finanziatori. Non posso essere egoista…"
Liliana non si era mai lamentata della loro vita, non lo accusava di trascurarla per via del lavoro, gli aveva solo chiesto di chiamarla subito dopo ogni arresto per rassicurarla. Se la loro relazione funzionava, il merito era in gran parte della donna, che si adattava a lui e alle sue esigenze. Il fatto di essere cresciuti in stati, anzi addirittura in continenti lontani non facilitava le cose. Ma come diceva sempre lei - Per amore bisogna saper scendere a compromessi, mordersi la lingua prima di parlare e ricordarsi di non andare a letto arrabbiati. -
Aprì il frigorifero e trovò il promesso piatto di pasta. Sulla carta stagnola che lo ricopriva era attaccato un altro biglietto adesivo.

"E’ PASTA AL POMODORO E BASILICO, SCALDALA PER 5 MINUTI NEL MICROONDE. SE POI HAI ANCORA FAME CI SONO DUE FETTE DI TORTA AL CIOCCOLATO NEL PORTAPANE. MI RACCOMANDO METTI I PIATTI NELLA LAVASTOVIGLIE, NON ESSERE PIGRO."

Aaron non poté fare a meno di ridere, la pignoleria della sua donna non aveva confronti.
- La mia non è pignoleria, né pedanteria, sono solo molto ma molto premurosa e previdente… l’ultima volta hai lasciato i piatti nel lavandino e poi sei partito. - gli aveva risposto quando le aveva fatto notare l’esagerata accuratezza dei suoi consigli.
Gli mancava la sua voce, il suo modo di parlare che lo aveva fatto innamorare. Forse doveva dirle di lasciargli dei messaggi registrati… "E' meglio di no se non voglio impazzire ad eseguire i suoi comandi a distanza!"
Dopo aver diligentemente rigovernato la cucina, salì in camera e sul cuscino trovò l’ennesimo post-it.

"GIURO CHE QUESTO E’ L’ULTIMO! VOLEVO SOLO AUGURARTI LA BUONA NOTTE.
TI AMO TANTISSIMO. FA SOGNI FELICI."

L’uomo si infilò sotto le coperte e prima di spegnere la luce guardò la foto sul comodino che li ritraeva durante uno dei rari viaggi che avevano potuto fare. Erano stati al mare per una giornata, solo loro due. Lei si era divertita come una bambina, aveva passato il tempo a cercare di affogarlo e a scappare quando lui cercava di ribellarsi.
Probabilmente era stato il giorno più bello della sua vita. Senza pensieri, senza ansia, solo gioia.
"Allora è così che ci si sente quando si è completamente felici." Aveva pensato mentre la guardava coricata sulla sabbia, le gocce d’acqua scintillanti sul suo corpo morbido e imperfetto.
Spense la luce. Si girò verso la parte del letto vuota e allungò la mano sperando quasi di toccarla.
Come ogni sera da quando la conosceva, l’ultimo pensiero prima di scivolare in un sonno ristoratore fu per lei.

Come ogni mattina da quando conosceva Aaron, il primo pensiero prima di iniziare la giornata fu per lui. Quando aveva aperto gli occhi, si era quasi aspettata di trovarlo disteso al suo fianco che la guardava. Non era ancora riuscita a capire come faceva a svegliarsi sempre prima di lei.
Ma Aaron non c’era, probabilmente aveva pensato che era meglio lasciarla riposare dato che la sua giornata sarebbe stata impegnativa.
"Pensa sempre a cosa è meglio per me. Cosa potrei volere di più da un uomo? Forse che avesse degli orari di lavoro normali?"
Si girò nel letto e guardò le numerose fotografie che tappezzavano la parete bianca alla sua destra, c’era tutta la sua vita in quelle immagini. Il primo bagnetto, il giorno della laurea, il matrimonio di suo fratello, il battesimo del suo primo nipote. Quella su cui indugiò più a lungo era una che li ritraeva abbracciati in riva al mare. Quel giorno Aaron aveva capito che poteva essere felice accanto a lei. Liliana sapeva già da tempo di poterlo essere, lui invece le era parso sempre titubante sulla possibilità di un rapporto duraturo e sereno. Fino ad allora. Era stato sicuramente uno dei giorni più felici della sua vita.
La donna si alzò di scatto scalciando le coperte e aprì l’armadio per decidere che vestiti mettere per la giornata. La visita dei finanziatori sarebbe stata una scocciatura, avrebbe solo impedito loro di lavorare, ma era un rito a cui era meglio sottostare se volevano ancora avere un posto.
- Magari incontrerò un uomo ricchissimo che vedendomi così professionale vorrà conoscermi, rimarrà affascinato da me, mi sposerà e io vivrò ricca e potente per il resto dei miei giorni… - aveva fantasticato il giorno prima Mary.
- Certo Cenerentola, anche se è più probabile che ti voglia solo come amante… - l’aveva scoraggiata l’italiana.
- Sempre ottimista! -
- Ma no, lo dico solo perché non vorrei che tu andassi via e mi lasciassi sola… è puro egoismo il mio. - aveva poi concluso lei.
Per fortuna ci sarebbe stata Mary con il suo sarcasmo a tenerle compagnia e a fare in modo che non si addormentasse durante i noiosissimi discorsi in programma.
Mentre appoggiava sul letto il completo che avrebbe indossato si chiese se Aaron avesse trovato tutti i suoi biglietti.

Quando arrivò in laboratorio gli altri assistenti erano in fermento, controllando anche tre o quattro volte che ogni cosa fosse al proprio posto. L’anno prima avevano rischiato di perdere parte dei finanziamenti quando una delle cavie era riuscita ad “evadere”, creando un grande scompiglio poiché aveva deciso che le scarpe italiane fatte su misura di uno dei ricconi erano una toilette adatta alle sue esigenze fisiologiche. La maggior parte degli assistenti avevano riso sotto i baffi insieme a qualcuno dei benefattori più ironici, mentre il rettore e il professor Dale avevano cercato di salvare il salvabile profondendosi in mille scuse. Grazie alle loro arti diplomatiche erano riusciti a scongiurare il taglio dei fondi, ma era chiaro a tutti che non doveva più accadere una cosa simile.
Mary la aspettava appoggiata ad uno dei banconi mentre dettava ordini a un paio di laureandi che faceva correre ovunque con compiti assurdi.
- Non credi di essere troppo cattiva? - la apostrofò Liliana entrando.
- Sono gli unici su cui posso comandare, fammi godere il mio misero potere. - le rispose.
- A che ora arrivano i nostri benefattori? -
- Alle 9.30. Poi c’è la presentazione dei progetti, i discorsi di ringraziamento per i fondi, il pranzo per i ricconi e i veri potenti dell’università e nel pomeriggio il giro dei laboratori. -
- Che programmino interessante. Dato che oggi non concluderemo niente potevo benissimo stare a casa. Anzi no, potrei perdermi la tua ricerca dell’uomo ricco…-
- Voglio un uomo ricco solo per poterlo cornificare con l’aitante giardiniere! Un uomo con uno stipendio normale potrebbe non avere il giardino. Hai presente il giardiniere di "Desperate Housewives"? Ecco, lo voglio così! - cercò di giustificarsi.

Aaron si svegliò quando la luce che filtrava attraverso tende lo colpì negli occhi. Si alzò sbadigliando e si diresse verso l’armadio per cercare qualcosa di comodo da indossare. Aprendo l’anta non poté fare a meno di sorridere.

"LO SO, SONO UNA BUGIARDA, NON ERA L’ULTIMO. MA COME POTEVO ALTRIMENTI ESSERE LA PRIMA AD AUGURARTI IL BUONGIORNO? CI VEDIAMO STASERA, SE TUTTO VA BENE. MI MANCHI. Lil."

"Anche tu mi manchi, non sai quanto…" pensò l’uomo.


"Giornate di una felicità intensa non capitano spesso nella vita. Ed è inseguendo questo vivido miraggio che le persone riescono a tirare avanti e ad invecchiare."
Banana Yoshimoto (da "Tsugumi")



Sono tornata! E anche abbastanza presto, ma non sono riuscita a stare senza le vostre adorabili recensioni! (sì, sono una leccapiedi!)

Capitolo introduttivo, spero di riuscire ad aggiornare con regolarità, soprattutto perché sono riuscita a finire un altro esame e quindi adesso ho un po' di tempo da dedicare a questa ff.
Piccola nota, le frasi in corsivo sono, come dire, in italiano nel testo; cioè Liliana le pronuncia o le scrive così mentre il resto dovrebbe essere in inglese. Spero di essere stata chiara e di non avervi solo confuso le idee!
Grazie in anticipo per la lettura e per i commenti; alla prossima,
sku.
  
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