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Autore: IosonoOmbra    13/10/2012    4 recensioni
Vi siete mai chiesti come possa essere stata l'infanzia dell'infido e traditore dio dell'inganno? Avete mai desiderato sbirciare nel passato del potente e superbo dio dei fulmini? E magari, fatemi indovinare, non dispiacerebbe anche sapere cosa sia accaduto a Thor e Loki, una volta tornati ad Asgard dopo il tradimento di Laufeyson. Beh, io so questo e molto altro perciò... non vi resta che leggere...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non ci saranno più carezze


Quando ero giovane ricordo che tornavo sempre tardi la sera, a causa dei molti allenamenti cui mi sottoponevo, devo ammetterlo, con grande entusiasmo.
Gli esercizi con la spada, il combattimento a mani nude, le gare di resistenza, ero incredibilmente portato per tutte queste cose, l’unica cosa in cui difettavo un poco era il tiro con l’arco. Diciamo solo che preferivo l’azione e la forza bruta; credevo infatti che fosse una perdita di tempo ed energia sprecare tutta quella attenzione per scagliare una singola freccia, nello stesso tempo con il quale ero in grado di scagliare tre pugni. Ma gli allenamenti non erano tutto. Sif, da giovane maschiaccio qual’era, cominciò a diventare sempre più bella. Le sue forme abbozzate e grezze divennero sempre più armoniose, tanto che era uno spettacolo vederla combattere.
Ma non vidi mai Sif da quel punto di vista, eravamo amici, lo siamo sempre stati, anche se so che non era esattamente quello che lei sperava accadesse tra di noi.
Mio fratello un giorno mi disse che la mia capacità di osservazione è tanto misera, quanto può essere quella di un allevatore di maiali ceco, ubriacatosi dopo l’ennesima scommessa persa.
Mi sono sempre fidato dell’opinione di Loki, perché in realtà sapevo che tra di noi, era lui il più sveglio, l’ho sempre saputo anche se solo oggi riesco ad ammetterlo.
Tuttavia nonostante questa carenza mi fu impossibile non notare gli sguardi fin troppo eloquenti che Sif mi rivolgeva, e fu proprio il modo in cui si comportava, sempre così allegra e affabile, a farmi pensare che forse sarebbe stato bello averla al mio fianco.
Un giorno ero tornato dagli allenamenti quando ormai il sole era calato da tempo, e non avendo fame, cosa piuttosto insolita per me, mi diressi verso le mie camere.
Entrai in punta dei piedi, e guardandomi attorno mi accorsi che Loki fingeva di dormire come al solito. Ora che ci penso devo dire che sì, la mia capacità di osservazione era terribile, ma nei confronti di mio fratello le cose erano diverse. Solo con lui riuscivo ad intuire cose che non sarei mai riuscito a rendermi conto con altri.
Ogni suoi piccolo gesto era rivelatore, e io vi facevo particolare attenzione perché una verità che ho imparato da lui è che coloro che parlano molto, spesso nascondono le cose più importanti.
Perciò quel cipiglio che lessi sul viso di Loki, i muscoli della schiena irrigiditi, e il respiro quasi impercettibile mi rivelarono immediatamente che aveva aspettato tutto quel tempo soltanto che tornassi. Chissà, forse moriva dalla voglia di mostrarmi l’ennesimo trucchetto di magia che aveva letto in qualche polveroso libro della biblioteca reale, o magari voleva farmi vedere una pietra lucente, dalle proprietà curative, ripescata in fondo al fiume, o anche solo ripetermi a memoria la storia di qualche runa antica e dimenticata.
Sia come sia, Loki se ne stava silenzioso, perfettamente immobile, aspettando solo il momento giusto per saltarmi addosso.
Sorrisi sotto i baffi, e mi svestii, con l’intenzione di dirigermi verso i bagni reali.
Una delle cose che Loki non sopportava era lo sporco, e quando rientravo zuppo di fango dalla testa ai piedi, dopo aver trascorso la giornata sotto la pioggia assieme ai miei amici, storceva sempre il naso, e metteva al riparo i suoi libri dalle mie vesti sgocciolanti.
Lanciai un ultima occhiata in direzione di Loki, intenzionato a non rivelarsi, e mi diressi verso i bagni, con indosso soltanto un telo rosso avvolto attorno alla vita.
Dopo qualche attimo tesi l’orecchio e sentii dei piccoli passi seguire i miei, e sorrisi, immaginando Loki puntare il suo sguardo smeraldino sulle mie spalle, camminando in punta dei piedi per fare meno rumore possibile.
Lanciai uno sguardo dietro di me, ma con mia grande sorpresa non vidi nessuno.
Scrollai le spalle e giunsi finalmente ai bagni.
Di notte quel posto era ancor più rilassante; l’acqua calda creava suggestive colonne di vapore, rischiarate soltanto da centinaia di candele costantemente accese.
Mi svestii e mi immersi nell’acqua bollente.
I miei muscoli gridarono di gioia, e si sciolsero come cioccolata al sole.
Dopo qualche secondo i passetti ricominciarono, ma per quanto mi girassi non riuscivo a vedere nulla.
Dovevo avere un’espressione alquanto perplessa perché quello, chiunque fosse colui che mi osservava, si lasciò sfuggire una risatina sommessa.
“Loki...?”
Sentii qualcosa accarezzarmi i capelli e sobbalzai, allontanandomi dal bordo della vasca.
“Chi c’è?!”
Dalla mia voce trasparì un velo di paura, e mi maledissi silenziosamente per essere sembrato così debole.
Non ebbi il tempo di guardarmi attorno un momento di più che qualcosa mi spinse sotto l’acqua.
Ritornai a galla con grande sforzo, non dopo aver bevuto inavvertitamente qualche boccata amara d’acqua.
Ero già entrato in modalità combattere o fuggire, quando la risata scoppiettante di Loki mi tolse qualsiasi volontà di reazione.
“Loki, non è leale aggredire qualcuno alle spalle...”
Sentii mio fratello sorridere contro il mio collo.
Strinse ancora di più le braccia attorno alla mia schiena, appallottolandosi come un cucciolo.
“Mi sei mancato... oggi non ti ho visto per tutto il giorno.”
Era vero, ma non era la prima volta che ci separavamo in questo modo.
Nella sua voce lessi una nota strana, che però non riuscii a decifrare così gli chiesi:
“Loki, va tutto bene?”
Gli presi la mano, e mi misi a giocare con le sue dita.
Lui appoggiò la guancia fredda contro la mia schiena, e il suo silenzio non procurò altro effetto se non quello di farmi preoccupare.
Mi sciolsi dal suo abbraccio e spostai Loki di fronte a me per guardarlo meglio.
“Loki?”
Lui mi fissò con quegli occhi enormi, e la bocca socchiusa, ma senza proferire alcun suono.
Sentivo perdermi sempre di più in quello sguardo che era come una porta aperta, anzi, spalancata, dentro la sua anima, uno sguardo talmente profondo da procurare le vertigini.
Loki si limitava a fissarmi senza dirmi nulla, ma in realtà gridandomi silenziosamente di capirlo. Supplicandomi di non fargli dire quello che avrei dovuto intuire immediatamente, con un solo sguardo. Perché c’era qualcosa che non andava, era evidente come un diamante sotto al sole.
Per un istante mi sembrò di leggere in quello sguardo lucente l’ombra di un terrore sconsolato.
Ma fu solo la sensazione di un attimo.
In un battito di ciglia tutto scomparve e la porta si richiuse.
Con il passare degli anni Loki avrebbe imparato sempre meglio a celare le proprie emozioni, ficcando la paura e il dolore sempre più giù, dove nessuno, neanche lui stesso, potesse trovarla.
Certe volte penso che sia stata tutta colpa mia, a non essere stato più reattivo, più pronto a cogliere quello che accadeva.
Perché Loki soffriva, ma solo oggi posso dire che quel dolore fu il primo gradino di quella scala tortuosa che lo portò alla follia.
Se penso a come negai aiuto a mio fratello, quando ne aveva più bisogno, mi sento esattamente come quando sul Bifrost Loki decise volontariamente di lasciare la presa, preferendo abbandonarsi al vuoto cosmico e alle fredde braccia della morte piuttosto che alle mie.
Ormai mi rimane soltanto una impotente sensazione sconsolata, e so che potrà sembrare egoista... (No, sicuramente lo è...) ma non so cosa pagherei per vedere Loki sorridere ancora una volta come quella sera, sorridere fingendo che vada tutto bene.
Farlo soltanto per me... fingi ancora una volta. Una volta sola. Per me...
“Va tutto bene, fratello. Non ci pensare.”
Non ci pensare. Ti ho dato retta, Loki. Ho lasciato perdere, cercando di far tacere quella sensazione di pericolo.
Ti stavo perdendo, e non lo capivo.
Rimasi impietrito, con il cuore in pezzi, e con l’unico desiderio di scrollarti con violenza per obbligarti a sputare la verità, obbligarti a dirmi cosa ti faceva stare così male.
“Ma guarda questi capelli... Ti sono cresciuti ancora. Vieni qui, ti aiuto a tagliarli.”
Quella sera non ci dicemmo altro.
Loki si sedette sul bordo della vasca con un paio di forbici in mano, le vesti fradice che gli aderivano al corpo, e mi fece segno di avvicinarmi.
Quando eravamo ancora piccoli era sempre nostra madre a tagliarci i capelli, ma non appena Loki crebbe a sufficienza per tenere un paio di forbici in mano, Fraya non dovette più preoccuparsi anche di quell’incombenza.
Era un modo come un altro per starmi vicino, e credo che in parte Loki invidiasse la mia chioma bionda; o almeno questa è la spiegazione che diedi io in un primo tempo al modo con cui mi accarezzava i capelli, ogni volta che me li doveva tagliare, così delicatamente.
Tra le tante cose che ho perso di lui, se solo ripenso a quel tocco gentile, e così atrocemente dolce, di quelle dita, che mi toccavano come se io fossi la cosa più preziosa in suo possesso, mi sento morire.
 
Mi siedo un momento, non posso andare avanti a raccontare... non subito almeno.
Perché se continuo a parlarvi di quando Loki era ancora mio fratello, quel fratello che ho amato più di qualsiasi altra cosa (e stavolta dovete credermi, perché è la verità...), sento che potrei fare qualcosa di veramente molto stupido ed impulsivo.
Mi afferro la testa tra le mani, e mi obbligo a respirare.
Io, il nuovo re di Asgard, dovrei essere modello di forza e indomito coraggio. Dovrei essere l’esempio incrollabile del nostro regno, e lo sono. Il mio cuore riesce a reggere fino a quando qualcuno non punta il dito sull’unica crepa presente sul mio scudo.
Loki è il mio punto debole, e quando si parla di lui tutta la mia forza crolla, è inutile, come delle fortificazioni e delle mura fatte di carta.
Prendo un altro respiro profondo ma è inutile tentare di fuggire.
Così decido di fare una cosa che mi ero ripromesso di non fare.
Scendo nelle segrete, con passo fermo, ma cuore tremante.
Basta un’occhiata ai soldati che stavano di guardia, che quelli si dileguano, senza neppure permettersi di pensare cosa voglia fare.
Ancora non mi sono abituato a tutta questa libertà.
Aspetto di essere solo, dopo di che anche la facciata va in frantumi.
Crollo contro la porta blindata delle segrete, e tremo come fanciulla più fragile dei nove regni.
“Loki... Loki... Loki...” la mia voce singhiozza vergognosamente.
Affondo il viso nel braccio, come nel gesto infantile di nascondere anche a me stesso la mia debolezza.
In un attimo mi assale un’ondata di rabbia, furore, dolore e terrore.
Digrigno i denti, stringo i pungi e ruggisco:
“LOKI!”
Mio fratello non risponde, e anche se volesse non potrebbe.
Ricordo con orrore di essere stato irremovibilmente crudele per la sua sorte.
Loki sarebbe rimasto a trascorrere la fine dei suoi giorni nelle segrete, con braccia e gambe legate, e in bocca quella specie di dolorosa museruola.
Lo avevo deciso io neanche qualche mese fa, e già mi sembrava fosse trascorsa una vita.
In realtà sperai fino all’ultimo che Loki dicesse qualcosa che rimescolasse le carte in tavola, che in qualche modo mi ingannasse, e mi obbligasse a ritrattare.
Forse se avesse anche solo voluto avrebbe potuto convincere tutti noi della sua innocenza, ne sono certo.
Ma non fece nulla di tutto questo, si limitò a guardarmi, con quello sguardo che ancora mi perseguita la notte.
Tendo l’orecchio, come quella volta quando Loki mi aveva seguito fino ai bagni, ma non sento un rumore, né un fiato.
In un istante, un terribile istante, ricordo che qualcuno mi aveva detto che Loki non mangiava ciò che gli veniva portato, i vassoi venivano ritirati sempre pieni, intonsi.
Quando me lo dissero quasi non ci prestai ascolto, e questo era quasi un mese fa...
Inorridii pensando al peggio, e spalancai la porta delle segrete.
Avanzai in una oscurità densa come catrame, ma mi costrinsi a non aver paura.
“...Loki...”
I miei occhi sono troppo abituati all’accecante lucentezza di Asgard, e non riescono ad abituarsi a questa notte umida senza stelle.
E finalmente, dopo un’accanita ricerca il mio sguardo riesce a distinguere qualcosa.
Nel buio più nero brillano un paio di occhi spalancati che mi fissano.
Il cuore mi parte in gola, le gambe non mi sono mai sembrate così deboli, non riesco a muovermi.
Riesco soltanto a continuare a fissare inorridito quello sguardo smeraldino così familiare ma anche così... avvelenato.
Un tempo dentro vi era dolcezza, ammirazione, genialità, ora invece...
oh, Dei... cosa ho fatto? ...
Crollo in ginocchio. Non ho più forze. Non ho più volontà. Ho solo una certezza, una verità che è stato proprio lui a rivelarmi con uno sguardo.
È colpa tua.
Quella sera di tanti anni fa non ero riuscito a cogliere cosa si celava nel tuo sguardo, ma ora... ora l’unica cosa che vorrei fare è chiudere gli occhi, e impedirmi di capire.
F o l l i a . . .   R a n c o r e . . .   R a b b i a . . .   D o l o r e . . .
c o s ì   t a n t o  


D       O         L        O          R       E    .   .    .    


La sua anima non esiste più. Un mostro ha divorato il cuore di mio fratello, e al suo posto ha piazzato un demone crudele e privo di ragione, messo apposta per me, per farmi sentire colpevole, per farmi soffrire fino alla fine dei miei giorni.
Perché mi hai fatto questo, fratello? Perché mi hai fatto questo? È colpa tua... è tutta colpa tua!
I suoi occhi spalancati mi terrorizzano a morte, e soltanto quando quella sensazione di orrore mi ha riempito lo stomaco fino ad arrivarmi alla gola riesco finalmente a fuggire.
Riesco a risalire verso il palazzo soltanto perché animato dal terrore, e non appena rientro nell’ambiente familiare del mio palazzo crollo a terra senza forze.
Non credo di essere completamente cosciente...
Sento il mio respiro pesante, i sensi lenti e rimbombanti.
A mala pena mi accorgo che Freya, accortasi di me e del mio stato mi sta chiedendo preoccupata cosa succede.
 
Penso solo a quella sera.
A quando Loki mi tagliava i capelli, e il vapore si condensava sulla nostra pelle, formando piccole goccioline d’acqua, e la vasca risuonava dello sciabordio delle onde, e le candele sfrigolavano silenziose, e le forbici zigzagavano tra i miei capelli.
Mi allontano dalla realtà e per un istante lo sento di nuovo accanto a me, a sorridermi in quel modo così innamorato e dolce.
Ero così fiero di avere un fratello come te, ero così felice...
La primavera però ormai è finita... i fiori sono morti, assieme alle belle giornate...
Il sole non c’è più, e ora mi sembra che non sia mai esistito...
ho rotto il mio più bel giocattolo... no... il mio tesoro più grande...
l’ho perso per sempre...
 
NON... ci saranno più carezze...
 
Mi accorgo di stare piangendo solo quando le lacrime, rotolando giù lungo il mio viso, mi finiscono in bocca.
Mi prendo la testa tra le mani e urlo senza accorgermene quando ricordo di quella sera...

...
quando Loki mi sorrideva e
passava quei polpastrelli morbidi
sul mio collo
come se
me lo volesse baciare
con le dita
...



Ed ecco che riemergo da mesi di assenza!!! (in realtà non ha neppure controllato quando ha pubblicato lo scorso capitolo, perchè ha paura sia un'eternità..) ma non ero proprio sicura di cosa dovesse trattare questo cap.. così mi sono lasciata andare ed è venuta fuori questa cosa strappa-lacrime-stile-zitellona-grassa-amante-delle-storie-tipo-beautiful....
in realtà spero di avervi commosso.. ma non credo esserci riuscita.. XD
lo so.. lo so.. il cap è corto e tutto.. ma così e venuto e così ve lo prendete!!  ahahahah.. *genio del male*
comunque la raccolta sta prendendo una piega inaspettata.. all'inizio non intendevo andare nel presente della storia.. ma Loki e Thor mi hanno preso per mano e mi hanno detto "vieni con noi.." e come potevo rifiutare di seguirli.. XD non si dice di noi a degli dei... soprattutto se entrambi ispirano così tanta violenz... EHM... cioè....................

COMUNQUE .. XD RINGRAZIO TUTTE PER I COMMENTI.. E SE ANCHE CERTE VOLTE NON RISPONDO AI COMMENTI IO LI LEGO TUTTI!!!!! E piango di commozione ogni volta... :D

bacioni,
Jack
   
 
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