Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: Kirby    26/04/2007    12 recensioni
Eccomi qua, pronta con una nuova ficcy... Non voglio svelare troppo... Solo che i protagonisti sono Anna e Gilbert... Buona lettura...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Diana stava stendendo il bucato in cortile e rifletteva su quanto era accaduto tra i suoi due migliori amici in così poco tempo

Diana stava stendendo il bucato in cortile e rifletteva su quanto era accaduto tra i suoi due migliori amici in così poco tempo. Era riuscita a farli riavvicinare, riportando il loro rapporto a come era prima che i due litigassero; ora, però, Anna e Gilbert avevano vanificato i suoi sforzi come se le due settimane appena trascorse non fossero mai esistite.

“Ciao Diana” la salutò una voce, riscuotendo la ragazza dai suoi pensieri.

“Gil! Non ti ho sentito, scusami” mormorò stendendo l’ultimo lenzuolo e prendendo il cestino ormai vuoto.

“Ho bussato e Minnie May mi ha detto che eri qui” commentò brevemente il giovane.

“Non c’è verso di spiegare a quella bambina come ci si comporta con gli ospiti!” sospirò Diana, scuotendo la testa, avvilita. Lei e sua madre non sapevano più cosa fare con l’ultimogenita di casa Barry che sembrava refrattaria alle buone maniere, specie con i visitatori.

“Non sgridarla” la pregò lui, sorridendole gentilmente “ho dovuto insistere parecchio” la giustificò pronto.

“Un’altra ragazza con il cuore infranto per colpa tua?” domandò la giovane lanciando un’occhiata in tralice.

“Mi dimenticherà in fretta… dicono che Thomas Andrews abbia un debole lei…” gli rivelò lui, mentre Diana lo osservava colpita.

“Non credo che Minnie May ricambi. E comunque non eri sicuramente venuto fin qui per parlarmi dei ragazzi che le girano attorno, vero?” domandò lei, scrutando il viso del dottore.

“Hai ragione, anche questa volta” replicò lui, mentre un sorriso triste compariva sul suo viso.

“Ho sempre ragione, altrimenti non avrei continuato a scriverti per quasi cinque anni lettere per tenerti informato su Anna” ribatté Diana.

“Ed io che pensavo volessi tenermi informato su Avonlea” rispose ironico.

“Anna, Avonlea: che differenza vuoi che faccia!?” inquisì lei.

“Nessuna, credo” mormorò lui ridacchiando divertito.

“Tu ed Anna siete praticamente nati per stare insieme e prima lo capirete, meglio sarà per tutti!” sibilò lei decisa.

“Diana? Pensavo che in cinque anni tu fossi cambiata!” soffiò lui aspro.

“Non usare quel tono con me!” gridò lei, lanciandogli un’occhiata di fuoco “E soprattutto non pensare di tirarti indietro per il ballo di domani!” brontolò minacciosa.

“Anna non ci verrà mai con me!” disse lui mesto “E’ stata fin troppo chiara” le spiegò, evitando d’incrociare il suo sguardo.

“Non ho trascorso gli ultimi tre giorni a cercare di convincerla perché all’ultimo minuto tu cambiassi idea!” gli rivelò lei trionfante.

“E sei riuscita nel tuo intento?” domandò lui, curioso suo malgrado.

“Avevi dei dubbi in proposito?” chiese lei, sorridendogli vittoriosa.

“Fred dev’essere spaventato all’idea di contrariarti” rifletté Gilbert sorridendole.

“Fred non potrebbe desiderare niente di meglio” sbottò lei, irritata dalla sua affermazione.

“La mia opinione non conta nulla in proposito?” domandò una voce, comparendo alle spalle di Diana.

“Solo se è favorevole a me” replicò lei, voltandosi con un radioso sorriso.

“Fred, hai fatto in fretta” l’accolse Gilbert.

“Potevi darmi un passaggio” brontolò il nuovo venuto.

“Dovevo fare un discorso con Diana” rivelò il dottore “da solo” precisò enigmatico.

 “Fortuna che non sono geloso” borbottò il ragazzo.

“Non ne avresti motivo” replicò lei, osservando Gilbert allontanarsi.

“Vedrai che tutto si sistemerà per il meglio” cercò di tranquillizzarla lui.

“Sei troppo sicuro: non è che mi nascondi qualcosa?” domandò lei osservandolo attenta.

“Vedremo se il tempo mi darà ragione” disse sibillino, dandole un buffetto sul naso.

 

Anna osservava, senza, apparentemente vederlo il torrente che scivolava gorgogliante tra le pietre levigate, mentre un unico pensiero affollava la sua mente.

“Devo essere una pazza” soffiò sbirciando un filo d’erba lottare contro la corrente “sapevo che avrei sofferto nuovamente, ma non ho fatto nulla per evitarlo” mormorò triste.

Già, aveva creduto d’esser maturata e di saper far fronte ai sentimenti ed invece, da quando aveva rivisto Gilbert, il suo cuore era tornato a palpitare come cinque anni prima.

“Un altro ballo ed un’altra decisione” sussurrò mesta, fissando una farfalla danzare sul filo dell’acqua.

“Sei preoccupata?” domandò la voce nota di Marilla.

“Non dovresti essere fuori: la caviglia non è ancora completamente guarita!” protestò Anna vivacemente.

“Non ti ci mettere anche tu!” gracchiò la matrona di casa Cuthbert indispettita “Già Rachel mi tratta come un’invalida, pronta a criticarmi appena muovo un dito” soffiò acida, guardando il fiumiciattolo.

“Un po’ d’aria non può farti che bene” concluse Anna, con tono lieve, fissando anche lei il lento scorrere dell’acqua.

“Pensi ancora a lui, vero?” domandò Marilla dopo qualche minuto di assoluto silenzio.

“Vorrei poterti mentire, ma sì, penso ancora a lui” rispose lentamente, quasi stesse soppesando le parole usate.

“Rammenti quando ti dissi che io e John Blythe eravamo innamorati?” le domandò improvvisamente la donna senza guardarla.

Anna la sbirciò incerta: era stato anche grazie alle parole di Marilla se aveva fatto pace con Gilbert anni prima.

“Sì” disse solo la ragazza, incapace di aggiungere altro ed osservandola ora più apertamente.

“Alcuni anni dopo John venne al Tetto Verde” narrò atona Marilla “mi disse che a breve si sarebbe sposato con Ginny Madison. Soffrivo, ma anziché pregarlo di ripensarci, gli feci i miei migliori auguri” concluse sospirando pesantemente.

“Marilla …” sussurrò Anna dispiaciuta, stringendole la mano nodosa appoggiata alla staccionata.

“Sai, la sera stessa me ne pentii, ma il mio orgoglio mi proibì di andargli a chiedere scusa” continuò lei, ignorando l’accorato appello della ragazza al suo fianco, ma non il suo gesto “Partecipai al matrimonio quasi per sfida, sperando che John cambiasse idea all’ultimo minuto e scegliesse me… ma purtroppo non fu così” le confidò roca. La tristezza si percepiva dal tono basso con cui l’anziana donna parlava. Anna osservò i raggi del sole morente rispecchiarsi nel piccolo corso d’acqua.

“Cinque anni fa ti ho vista commettere uno sbaglio, ma non ho voluto intervenire” le spiegò dopo una breve pausa “Temevo di perderti e tu eri l’unica cosa che mi legava in qualche modo a Matthew” ammise, mentre una lacrima scivolava sul suo volto.

“Marilla, ho promesso che sarei rimasta con te e non verrò meno a questa mia promessa” la rincuorò Anna, scacciando la vocina che le faceva notare che Gilbert non avrebbe agito come suo padre.

“Non voglio!” esclamò guardando Anna negli occhi “Già una volta hai rinunciato alla tua felicità per me e non posso permettere che tu ripeta lo stesso errore una seconda volta” terminò decisa.

“Gilbert vuole andare a lavorare a Glen St. Mary” le rivelò dopo una breve pausa “Dista quaranta miglia da Avonlea” precisò dopo una breve esitazione, affinché Marilla comprendesse il significato delle sue parole.

“Non è una distanza insormontabile: Marge Abbot abita a duecento miglia di distanza da qui” replicò pacata l’anziana matrona, facendole un timido sorriso.

“L’ho promesso a Matthew” disse Anna, mettendo fine a quella conversazione.

“Non è vero” la contraddì Marilla “Tu a Matthew hai promesso di essere felice e Gilbert è la tua felicità.”

“Gilbert mi dimenticherà presto. Un’altra ragazza occuperà il mio posto e vivrà una vita felice” s’intestardì la ragazza.

“Forse hai ragione: Gilbert andrà avanti per la sua strada, otterrà il posto come medico a Glen St. Mary e conoscerà una ragazza dolce e simpatica. Si sposerà ed avrà dei figli” concesse Marilla stupendo Anna “ma credimi se ti dico che, nonostante l’affetto che proverà per sua moglie ed i suoi figli, mai ti dimenticherà” concluse, mentre lacrime di dolore scivolavano sulle guance della ragazza.

“Non piangere Anna” la rincuorò a sua volta Marilla “tutto quello che ti ho detto si può ancora cambiare. Puoi essere tu la donna che Gilbert sposerà e puoi essere tu la madre dei suoi figli” concluse felice di vedere la luce di speranza brillare negli occhi della ragazza a cui voleva un mondo di bene.

“Ma non potrò starti accanto!” le ricordò Anna, mentre il brillio scemava improvvisamente.

“Quaranta miglia non sono una distanza insormontabile: c’è un treno che collega Glen St. Mary a White Sands” le disse dolcemente.

“Marilla io …” ammise esitante la ragazza, impaurita da quella felicità così palpabile.

“Non dire nulla: pensaci soltanto” le consigliò Marilla “domani sera leggerò nei tuoi occhi la risposta” le disse comprensiva, mentre Anna le si gettava tra le braccia dando libero sfogo ai singhiozzi che squassavano il corpo.

 

“Anna? Vuoi stare ferma?” la rimproverò Diana, sistemandole il fiocco sui fianchi.

“Scusami” ripeté per l’ennesima volta l’interpellata.

“Ecco fatto!” mormorò Diana facendo qualche passo indietro ed ammirando l’amica.

Il vestito di Anna era piuttosto semplice, ma forse proprio perché privo di fronzoli, catturava l’attenzione. Era di un tenue verde, leggermente scollato e con due esigue, maniche a sbuffo. La gonna, lievemente svasata, fasciava delicatamente il corpo della ragazza, rendendola simile ad una creatura eterea.

Diana sorrise compiaciuta. Josie avrebbe invidiato Anna anche quest’anno e non solo per l’abito, ma anche per il cavaliere che l’avrebbe accompagnata.

“Sei sicura che i capelli stiano bene così?” domandò incerta la ragazza, mentre Diana sbuffava contrariata.

“Sì!” rispose decisa, vedendo l’amica scrutarsi allo specchio. I capelli erano stati attorcigliati in una complicata acconciatura che terminava in una piccola treccia che arrivava a metà schiena.

“Sei davvero bellissima!” affermò Diana con orgoglio, sperando che la serata andasse per il meglio.

“Anche tu: il blu è il tuo colore, ti fa risaltare gli occhi” disse Anna, ammirando la mise dell’amica.

L’abito di Diana era leggermente più svasato rispetto al suo e scendeva in morbide balze, mentre il corpetto, ricco di pieghe, accentuava l’esile fisico ed i capelli erano pettinati in morbidi boccoli che coprivano la schiena.

“Fred dovrà stare attento” disse Anna, fingendosi preoccupata.

“Credo che anche Gilbert avrà il suo bel da fare” ritorse l’amica, notando con palese soddisfazione il rossore che le imporporava le guance.

“Anna! Diana! Sono arrivati Gilbert e Fred!” gracchiò Rachel dalle scale.

“Arriviamo!” risposero all’unisono le due ragazze.

Scesero le scale curiose di sentire il parere che le due matrone ed i due ragazzi avrebbero rivelato loro di lì a poco. 

“Siete magnifiche” approvarono Marilla e Rachel, annuendo con convinzione.

“Assolutamente meravigliosa” disse Fred, sorridendo a Diana e porgendole una peonia rossa che la ragazza si fece appuntare dietro l’orecchio sinistro.

“Sei bellissima” mormorò Gilbert, facendo arrossire Anna, mentre le porgeva una rosa bianca leggermente dischiusa.

“Ma questa…” balbettò lei incredula.

Ricordava perfettamente quando, quasi dieci anni prima, in occasione della recita di natale, Diana le aveva appuntato una rosa tra i capelli. Solo qualche anno più tardi, Gilbert le aveva rivelato d’aver conservato quel fiore come un prezioso ricordo.

“Ho faticato a trovarne una uguale” le rivelò lui, sistemandole il fiore sopra l’orecchio destro.

“Andate e divertitevi” augurò loro Rachel, mentre Marilla si asciugava furtiva una lacrima.

“Buonanotte” risposero all’unisono le due coppie, avviandosi verso il calesse.

“Spero che Anna faccia la scelta giusta” sussurrò Marilla, osservando la prima stella della sera spuntare.

 

“Diana! Anna!” esclamò Jane Andrews vedendo le amiche entrare nella sala principale.

“Jane!” risposero le due ragazze, avvicinandosi all’amica che era scortata da Ralph Peterson.

“Gilbert! E’ un piacere rivederti!” squittì giuliva Josie, facendo la sua comparsa al braccio di Jacob Anderson.

“Josie, Jacob, come state?” domandò Gilbert, salutando calorosamente il ragazzo che aveva conosciuto all’Accademia.

“Molto bene, Gilbert” rispose lui, ricambiando la stretta di mano.

Anna si domandò in quel mentre come potesse un ragazzo tanto gentile e simpatico essere fidanzato con Josie. Rinunciò a volerlo scoprire, dicendosi che molto probabilmente Josie si comportava in modo antipatico solo con lei.

“Sono iniziate le danze!” strillò Ruby, comparsa in quel mentre con Simon Edwards e, dopo un vago cenno della mano, iniziò a ballare sotto gli sguardi attoniti delle amiche.

“Mi concedi questo ballo?” domandò Gilbert, mentre Anna accettava con un lieve sorriso. Josie osservò la scena con occhi di fuoco e Diana sorrise con palese soddisfazione.

“Andiamo a ballare” mormorò Fred conducendo la ragazza sulla pista da ballo “mi spaventi quando hai quel sorriso” le rivelò il giovane qualche attimo più tardi, mentre danzavano.

“Non ho fatto nulla” si difese lei, mostrando un visino oltraggiato dall’affermazione da poco sentita.

“Chissà come mai, stento a crederti” replicò lui sorridendole.

“Uomo di poca fede!” ribatté lei, guardandosi attorno “dove sono Anna e Gilbert?” domandò curiosa, cercandoli nella sala.

“Tu hai fatto del tuo meglio: ora sono loro a dover prendere in mano il loro destino” rispose lui, facendole fare una giravolta.

“Hai ragione” disse lei, dedicandosi completamente a lui.

 

Anna e Gilbert avevano raggiunto la terrazza, dalla quale si poteva ammirare il mare illuminato dalla luna.

“Sembra d’esser tornati indietro di cinque anni” mormorò Anna, rendendosi conto in quel mentre d’aver parlato a voce alta, ed abbassando precipitosamente gli occhi.

“Già e come allora sono qui a porti la stessa domanda” disse lui pacato.

“Gil io…” fece lei, ma lui la bloccò posandole un dito sulle labbra.

“Non voglio costringerti a fare qualcosa che tu non vuoi” iniziò lui “ma voglio che tu sappia che ti amo e che niente e nessuno cambierà mai quello che provo per te. Durante questi cinque anni il tuo pensiero mi ha spinto a dare il massimo, certo che prima o poi le nostre strade si sarebbero nuovamente incontrate. So che ti sto chiedendo molto, ma se mi ami come cinque anni fa, sposami e vieni con me a Glenn St. Mary” le chiese lui, inginocchiandosi davanti a lei ed attendendo la sua risposta con il fiato sospeso.

“Sì” sussurrò lei sbirciandolo.

“So che ti chiedo molto, ma potrai tornare al Tetto Verde quando vorrai! E durante le vacanze potremo trascorrere un breve periodo qui, sono certo che la Marilla e Rachel non ci negheranno una stanza” continuò lui, ignorando la risposta della ragazza.

“Va bene” acconsentì lei, lieta che Gilbert avesse pensato a lei.

“So che stanno costruendo una ferrovia che colleghi White Sands, quaranta miglia non saranno una distanza eccessiva appena terminata. E poi potrebbero venire a trovarci anche loro” rifletté lui, dopo una breve pausa, ad alta voce.

“Gilbert? Ho detto di sì” disse Anna arrossendo “Sì, accetto di sposarti” ripeté sperando che il ragazzo capisse.

“Accetti? Oh, Anna!” gridò lui, abbracciandola con trasporto e facendola girare.

“Piano!” esclamò lei, stringendosi a lui, ebbra di felicità.

“Non ci credo, non riesco a crederci: cosa ti ha fatto cambiare idea?!” domandò lui, ancora incredulo di fronte alla risposta di lei.

“Ieri ho parlato con Marilla e mi ha detto un sacco di cose. Forse il mio cuore aveva già accettato l’idea di sposarti, ma la mia ragione faticava a credere di poter essere alla fine felice anch’io” spiegò lei a bassa voce, osservando le persone all’interno della sala danzare “Ieri notte ho sognato Matthew” rivelò lei sbirciandolo. Gilbert era serio e la osservava con occhi colmi d’amore “Mi ha detto di vivere la vita, di cercare la felicità e di non rimanere ancorata al passato” rivelò lei, con gli occhi colmi di lacrime.

“Dovrò ringraziarlo” mormorò Gilbert.

“Ti amo, Gilbert. E perdonami se sono stata così sciocca da rischiare di perderti” disse lei.

“Ti amo, Anna. Non devi scusarti; tutto questo ci è servito per far maturare il nostro rapporto” le fece notare lui “Ora siamo entrambi sicuri di quel che proviamo l’uno per l’altra e niente e nessuno potrà mai separarci” promise lui, abbracciandola.

Nel cielo una stella sembrò brillare ancor di più, quasi in segno d’approvazione verso quell’amore che, nonostante le avversità e la lontananza, aveva mantenuto la sua lucentezza e la sua purezza.

 

FINE

 

Ecco qua la fine di questa fanfiction.

Vi confesso che è stato un capitolo molto sofferto, anche perché per certi versi ha toccato un problema personale.

Ringrazio Nisi Corvonero per il beta (spero di non aver fatto danni ^___^’).

Ringrazio inoltre tutti coloro che hanno letto e coloro che hanno commentato (in ordine alfabetico):

Altair76

Cate

DidiBlack

Evan88

Jenny76

Kiru

Lu

Lucylu

Nisi Corvonero (la grande Beta)

Ran91

Usagi-chan

Valentina78

Grazie a tutti per avermi sostenuto in questa fiction e soprattutto per aver atteso i miei tempi non sempre veloci e puntuali.

Tornerò presto con un'altra fanfiction, ma pur avendo in mente quasi tutto non ho ancora avuto il tempo di scriverla su pc.

Alla prossima ed un bacione a tutte/tutti.

Con affetto, Luana aka Kirby

 

 

  
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