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Autore: Psychedelic Mushroom    14/10/2012    2 recensioni
[Sequel di Bionda Becker]
Non ci vado, anche a costo di legarmi al letto. Non lo farò mai e poi mai.
- Ben io non ci voglio adare dalla nonna -
Carissimo questa è un'introduzione provvisoria. Se porterò avanti questa FF la cambierò sicuramente! :)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao poccoli lettori cucciolosi *_*
Sono ritornata con questa nuova (che poi tanto nuova non è) FF.
Sì, è il sequel di Bionda Becker (questo si può intuire dalla fantasia che ho usato nel titolo, ma mi ha ispirato memy881 ahahahah)
Bhe, vorrei chiedervi di recensire almeno questo capitolo per farmi capire se almeno un pò vi piace e soprattutto se devo portarla avanti o meno.
Ok, vi lascio al capitolo che sarà abbastanza breve. Spero vi piaccia ^__^
Baci <3
                                                                                           FIONA KAULITZ.

Non ci vado. No, non ci vado. Ma cosa credono che solo perchè sono i miei genitori, possono dirmi cosa fare? No, non faccio quello che mi dicono. Non vado, non posso andarci. E' da sfigati e io non voglio passare il mio fine settimana a casa dei nonni. No, non vado in quel postaccio. Non è un postaccio lo so ma io non ci vado. Non è per loro, ma è perchè poi io dovrei portarmi quel deficiente di mio fratello appresso e la cosa di certo non mi esalta. Non ci vado, anche a costo di legarmi al letto. Non lo farò mai e poi mai.
- Ben io non ci voglio adare dalla nonna - dico a quella capra di mio fratello mentre mi siedo sul suo letto.
- Nemmeno io idiota -
- Come mi hai chiamata? - gli chiedo un pò incazzata.
- Idiota - risponde lui sorridendo.
Odio quel sorrisino falso e antipatico di chi ti sta prendendo per il culo. Lo ha preso tutto da papà.
- Stronzo -
- Cogliona -
- Ma come ti permetti mostriciatolo? - mi alzo e vado accanto alla scrivania dove è seduto lui. - chiedimi imediatamente scusa - gli afferro un braccio e lo stringo tanto forte da fargli male.
- Non lo farò mai - stringo ancora di più e lui comicnia a lamentarsi dal dolore.
- Fiona ma che stai facendo? Lascialo subito - mi volto e vedo mia mamma che ci guarda arrabbiata.
Lascio il braccio del marmocchio e vado da lei.
- Mamma lui mi ha chiamata cogliona e idiota per nessun motivo... non dovrei prendorlo a pugni in faccia? - chiedo incorciando le braccia.
- No, non dovresti... Ben chiedile scusa - aspetta una risposta che non arriva.
- Ben... mamma ti ha chiesto di chiedermi scusa - canticchio io con un sorriso provocatorio.
- Scusa strega - mi passa davanti e se ne va al piano inferiore.
- Mamma posso ammazzarlo nel sonno? -
- No, non puoi... hai visto tuo padre? - sbuffo e le accio segno di no con la testa.
- Starà con zio - dico facendo spallucce.
- Ah... vabbè dirò ad Andreas di passare più tardi - a quel nome mi illumino.
- Hai detto Andreas? - annuisce.
- Andreas alias Sonol'uomopiùsexydiquestopianeta? - cheido tutto d'un fiato.
- No, Andreas e basta - faccio roteare gli occhi e poi corro giù per le scale saltandone alcune e cercando di non cadere.
Devo vederlo. Perchè? Perchè lo amo. Cioè non è che lo amo davvero, ma voi scherzate ad arrivare a quarant'anni come lui? E' di una bellezza stratosferica.
Arrivata al piano inferiore mi fermo nel salotto e non lo vedo. Dov'è finito? Vado in cucina e, finalmente, eccolo. Se morissi adesso, avrei una mote felice.
- Buongiorno - dico con voce sensuale se così si può definire.
- Hey... sei davvero carina oggi, lo sai? - sgrano gli occhi.
Non mi aveva mai detto una cosa simile.
- Davvero? -
- No - scoppia a ridere mentre io gli metto il broncio.
- Sei proprio un essere senza cuore... come puoi farmi questo? -
- Dai io non posso perdere la testa per te... tuo padre e Ellen mi spaccherebbero il culo... sai io ci tengo al mio culo - sbuffo e vado vicino al frigorifero.
- Mi aiuti a trovare uno che ti somigli? - gli chiedo mentre mi verso un pò di latte in un bicchiere.
- Certo, anche se credo sarà una missione abbastanza difficile - risponde vantandosi come una ragazzina.
In effetti ha ragione. Dove si trovano bonazzi del genere al giorno d'oggi? Da nessuna parte e questo perchè tutti i ragazzi si vestono come sfigatelli, ma la moda adesso è quella quindi loro non sono sfigati, sono alla moda. Cazzo, che nervi!
- Adreas hai finito di fare il deficiente con mia figlia? -
- Papà ma dov'eri? - gli chiedo per evitare imbarazzi per colpa della sua domanda.
- Ero con Paul... tu ti sei preparata? - no, non voglio. Perchè mi ha chiesto questa cosa?
- Papi ma io non ci voglio andare... mi annoio -
- Non se ne parla... ci dovete andare altrimenti lo sai che ci rimangono male - sbuffo.
Ma perchè la mia vita deve essere così? Sbattimenti di qua e di là solo perchè i miei non vanno d'accordo con i loro genitori. Lo so che l'hanno fatta grossa a mettersi insieme mentre stavano per diventare fratelli, però non possono portare avanti questa battaglia per sempre.
- Va bene... vado a recuperare le mie mutande di Spuperman - corro di sopra ma, avviamente, nel corridoio non potevo non dare prima uno schiaffo a Ben.
Vado in camera mia, e prendo le mie favolose mutande di Suerman. Io le amo, proprio per questo ne ho una tonnellata.
Corro poi in bagno e mi guardo allo specchio.
Cazzo, adesso capisco perchè Andreas non perde la testa per me, oltre ovviamente al fatto che è sposato e ha un figlio.
Sono orrenda. Cioè non ho i capelli lunghi perchè li odio, non ho gli occhi azzurri che vorrei, non ho il naso di mio padre che vorrei e non ho un corpo perfetto. Mio padre a volte mi prende in giro dicendomi che sono antipatica e forse ha ragione. Non sopporto chele cose non vadano come dico io, voglio avere sempre ragione, sono orgogliosa e, anche se ho solo 15 anni, posso rendere la vita impossibile a chi non sopporto, tipo Ben. Il fatto è che mio fratello è un ragazzino deficiente che si crede grande quando invece io lo sono più di lui. Ha solo 12 anni e si crede il più importante del mondo. Non oso immaginare come diventerà quando sarà grande. Forse diventerà la copia di papà.
Vabbè, devo prepararmi.
Mi truco pesantemente gli occhi e metto tanto fondotinta. Io ho una faccia orrenda quindi meglio coprirla il più possibile. Sulle labbra non metto niente vanno bene così. Mi lavo le mani ed esco dal bagno.
Addosso ho una maglietta a maniche lunghe mezza trasparente e bianca, un top nero sotto e poi dei jeans neri completamente strappati.
Credo che non mi cambierò, vado troppo bene così e non mi va di sforzarmi per cercare qualcosa'altro.
Vado in camera mia e prendo degli stivaletti neri. Li metto e scendo giù insieme alle mie mutande ovviamente.
- Dai muoviamoci... deve essere un viaggio veloce e indolore - dico sedendomi sul divano accanto a papà e quell'essere senza cervello. Ben.
- Sì, dai Ben andiamo - sbuffando si alza e, insieme ad Andreas che stava ancora in cucina, usciamo di casa.
Saliamo in auto pronti per affrontare un viaggio di quasi due ore.

  
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