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Autore: Artemisia17    14/10/2012    1 recensioni
Opera altamente demenziale, scritta in un momento di disperazione per l'inizio della scuola. La mia mente sadica ha pensato, e se i nostri beneamini vanno a scuola anche loro? Beccato che lì gli inverni durino anni. Buona lettura.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La fanfara nuziale rombò per tutta la città, insieme alle campane e agli auguri degli abitanti.
Bran Stark, il mantello rosso e giallo dei Martell sulle spalle che minacciava di farlo inciampare in ogni momento, salutava festoso al folla.
Sarella, al braccio del novello marito, non smetteva di glorificare le virtù del mantello in pelle di metalupo.
Dietro di loro venivano le rispettive famiglie, mischiate indelebilmente dal vincolo coniugale. Il corteo sfociava in una grande piazza palpitante di vita dove gli sposi improvvisarono una bello nuziale. L’unico viso su cui non era disegnato un sorriso era quello di Robb. Certo, era contento per il fratello eppure non riusciva a togliere gli occhi dall’amata. Indossava il suo migliore farsetto, ricamato d’argento con piccoli metalupi che si rincorrevano, e la tuta attillata metteva in risalto la sua fisionomia muscolosa e slanciata. Naturalmente il cavaliere neanche si accorgeva degli sguardi languidi delle donne. Tracannando una coppa di vino per farsi coraggio si avviò verso il gruppo femminile. Con un sorriso educato riuscì a passare le difese delle più piccole, ma Obara Sand gli sbarrò il passo.
“ Ma guarda, guarda. Che cosa ci fa un principe in mezzo a delle bastarde?” la voce roca e derisoria attirò l’attenzione di tutte.
“ A salutare una principessa.” Rispose sicuro lui, quando non lo era affatto. E dietro di lei, la vide. Era bellissima. Indossava un abito ricamato in pizzo rosso e nero, scoperto sulla pancia e sulla schiena, ben coperto dove non c’è ne era bisogno. Gli occhi birichini lo trafissero con la forza di una freccia di cupido.
“ Posso chiedere il prossimo ballo?” domandò insicuro, la paura che tornava a torcergli le viscere.
“ Se sei sicuro di riuscire a ballare così conciato.” Gli rispose lei, stringendo la mano di uomo accanto a lei. Robb si sentì morire.
“ Proverò.” Sibilò all’avversario. Arianne levitò fino a lui, tendendogli la mano. Già quel semplice gesto lo mandò in brodo di giuggiole.
I due incominciarono a volteggiare nella piazza lastricata e il pomo d’Adamo del cavaliere sembrava muoversi a ritmo.  
“ Volevo parlarvi.” Arianne lo osservò divertita, senza rispondere.    
“ In tutti questi anni ho sentito che c’era qualcosa che non andava, una parte di me che era sparita. Quella notte, in quel vicolo, mi sono sentito per la prima volta bene. In pace. Finalmente non ero più inseguito da voi e pensai che questa sensazione fosse dovuta a Jeyne. Solo dopo ho capito che non proveniva da lei. Vi amo, Arianne. Con il vostro sorriso sbarazzino, con i vostri capelli e la vostra personalità. Ne sono spaventato e nello stesso tempo attratto. Non mi è sembrato giusto mentire a Jeyne.” Il moro sospirò, scuotendo il capo, senza il coraggio di guardarla negli occhi. “ Se ne è andata questa mattina e forse doveva finire così da molto tempo. Mi dispiace profondamente di avervi tradita, di avervi fatto soffrire a causa mia, non lo meritavate, io non vi merito.” Gli occhi azzurri e magnetici dei Tully adescarono quelli mori della ragazza.
“ Se non vorrete più rivedermi, lo capirò. E vi amerò lo stesso. Io ho sempre odiato il marrone, sapete, eppure non riesco a staccarmi dai vostri bellissimi occhi color nocciola. Perché io amo ogni cosa di te, anche quando eravamo bambini e giocavamo a Risiko insieme.”
Robb distolse lo sguardo, baciò la mano della principessa e si voltò per scappare via. Una voce ben nota lo fermò.
“ Dove credi di andare, mio piccolo principino?” Una mano lo agguantò mentre l’altra gli stuzzicò i capelli neri, come da bambini.
“ Non mi sono infilata in questi dannati vestiti trasparenti solo per piacere, mio caro. È da settimane che cerco di farmi notare eppure tu non ti avvicinavi, non parlavi, niente. Il gatto non solo ti aveva mangiato la lingua, ma anche le gambe. E ora che finalmente ti sei deciso, scappi?! E no, carino, non funziona così.”
Gli occhi color nocciola stregarono Robb per la seconda volta in quel giorno mentre si muovevano lentamente a ritmo del loro cuore innamorato. Arianne, che sprizzava gioia e sensualità da tutti i pori, tirò una ciocca in modo che la sua bocca fosse perfettamente a contatto con l’orecchio.
“ Per questa volta di perdono, Robb, ma se un’altra ragazza prova a mettersi tra me e te, ti giuro che potrai diventare anche tu un ragno tessitore, se quello è il criterio di entrata. Ah, non crederai davvero che passeremo le notti a giocare a Risiko, vero?”. L’interessato annuì raggiante e la baciò sotto gli occhi di mezza corte.

Ora, non dobbiamo pensare, miei cari lettori, che l’intero ballo nuziale non stesse avvenendo senza altri cuori innamorati. Jon era inizialmente indeciso su chi innamorarsi. Il suo cervello aveva deciso per lui. Nymeria Sand lo osservava maliziosa dall’altra parte della pista, come un animale a caccia. Jon non era molto d’accordo su questa decisione, ma non poteva discutere: era innamorato.
Lontano dai due piccioncini due figure ammantate d’ombra osservavano la scena. Arya sbuffò, fintamente disgustata. Non avrebbe mai pensato che Arianne sarebbe diventata sua cognata e ancora meno una Vipera, anzi, se le cosa continuavano così, due. Non che non le rispettasse, erano molto simili a lei per temperamento. Fin troppo simili. Il bel giovane accanto a lei fissava l’assassina con un ghigno serafico. Adorava quando metteva il broncio.
“ Beh, dovresti essere contenta.”. Il tono canzonatorio riscosse la figlia di Ned Stark dai suoi pensieri.
“ Oh, sì, guarda sono al settimo cielo, Robb si sposerà con quella arpia Martell mentre una vipera sta dando la caccia al mio Jon.” La cicatrice sul labbro si mosse pericolosamente.
“ Il TUO Jon. Che beccato, credevo di essere io, il TUO.” Arya alzò gli occhi al cielo, facendo scattare la lama celata per il nervoso.
“Lo sai che cosa intendo e poi non puoi essere così arrogante da credere di avere il monopolio sui miei pensieri.”.
“ E qui che ti sbagli, signora Auditore, io non sono un arrogante. Beh, forse un po’, comunque io ho il monopolio sui tuoi pensieri, ma soprattutto del tuo cuore” Ezio tirò verso di sé la ragazza, le lame calate che puntavano istintivamente l’uno contro il petto dell’altro. Arya digrignò i denti. Era una questione di principio. Non poteva dirgli che adorava la sua sbruffonaggine. O che adorava mordicchiare la sua cicatrice sul labbro mentre facevano l’amore. Oppure che amava fare l’amore con lui. Ma di certo gli rinfacciava la sua sgradevole mania del strapparsi le unghie o di scaccolarsi prima di una missione. Per principio, non poteva dirglielo. Anche se sospettava che già lo sapesse. Ezio ghignò per l’ennesima volta in quel giorno. Aveva odiato quella piccola lady fin dal primo giorno che l’aveva vista, con le sua manie di grandezza e quel muso lungo che urlava: “ Ho un passato triste e disperato, compiangetemi”. Questo fu prima che cominciasse a odiare se stesso. Non che prima si adorasse, i sensi di colpa gli facevano periodicamente visita ogni notte. Si odiava per il suo amore. La giovane e brillante assassina nonché cocca di suo padre non sarebbe mai diventata la sua fidanzata. Men che meno sua moglie. Si era rassicurato quella lontana notte di giugno in qui i loro cuori si erano uniti per l’eternità, complice un Macchiavelli che si improvvisava prete. La mattina dopo entrambi si erano trovati con uno scomodo quanto delizioso peso al dito.
“ Cosa facciamo?”
“ Beh, facciamo il nostro lavoro.” Arya sorrise.
 
Jon ci stava provando in tutti i modi. Davvero. Cercava di resistere a quell’impulso malefico eppure non ci riusciva. Il giovane e la guerriera stavano passeggiando. Sarebbe carino raccontare che l’aria vibrava di acute dichiarazioni d’amore. Ma naturalmente la narratrice qui presente è fedele ai fatti. Più o meno. Forse era stato il gelato che gli aveva sbrodolato sul vestito nuovo o lo sgambetto che gli aveva fatto, Jon non riusciva a capire quale fosse dei due, ma Nymeria non gli parlava d’allora, infuriata.
Arya prese il telecomando in mano. Lei ed Ezio avevano ideato un piano geniale. L’assassino in questione levò il pollice, vittorioso. Jon, ignaro delle oscure trame, si decise. Con un gorgoglio teatrale si inginocchio davanti alla nobile di Volantis, intenzionato a votarsi a lei. A dire il vero Jon non sapeva minimamente cosa dirle, però l’inchino più vecchio e romantico del mondo poteva aiutare anche un caso disperato come il suo.
Dalla sua posizione non perfettamente comoda, ma certamente sottomessa, il cavaliere poté vedere l’espressione sadica di una giovane assassina.
Con un scatto, Jon prese Nymeria e la lanciò lontano da sé, prima che un costoso vaso di terracotta gli piombasse sulla fronte.
Il giovane divenne tutto rosso e cominciò a traballare, andando a sbattere contro un filo trasparente teso.
Arya gridò. Non era giusto. Doveva finire nella trappola quella piccola vipera, invece del suo fratellone. Jon!
Il corpo cascò con una traiettoria perfetta nella piccola fontana di marmo, intitolata alla Vipera Rossa di Dorne.
Ora, dovete sapere che tutte le qui presenti fonti erano comunemente chiamate magnare ed erano le uniche fontane non visitate dalla popolazione assetata durante le afose estati. Il nostro povero eroe aprì gli occhi, constatò di trovarsi immerso fino alla cintola in acqua purissima e che davanti a lui trotterellava un piccolo pesciolino colorato. Il piccolo e indifeso pesciolino sorrise al nuovo arrivato, mostrando una fila di denti aguzzi. Pepino, questo era il suo nome, non riceveva cibo da oltre due giorni, ma osservò allegro il forestiero. Finalmente si erano decisi a dargli da mangiare e sembrava molto succulento, per giunta. Dopo aver suonato l’adunata si lanciò verso il braccio, sembrava davvero buono. Jon non la pensava allo stesso modo.
Con un urlo animalesco saltò lontano dalla vasca mentre tentava di togliersi Pepino dal braccio, che dal canto suo trovò che la carne umana fosse molto buona. I fratelli pesciolini, della specie Pygocentrus nattereri , per gli amici piranha, mostrarono la loro notevole ed efficace mandibola alla pappa umana. Jon, dopo decine di urletti alquanto femminili, riuscì a staccare Pepino che tornò pacificamente e con qualche rimpianto nella sua casetta. Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, guardò negli occhi Nymeria, la cui bocca formava una perfetta O. Prima che il nostro giovane innamorato potesse anche solo muovere la lingua, Ezio, che credeva di avere nella sua rete una vipera piuttosto che un lupo, azionò il dispositivo. Arya lanciò un urlo. La bomba esplose. Jon finì nuovamente a terra tramortito.
Era morto? Forse. Era vivo? Forse. Era innamorato? Sì. Oh, finalmente una domanda a cui sapeva rispondere. Almeno poteva addormentarsi in pace. Si dice che ti addormenti dolcemente, una fine dolce, sonnolenta, rispetto ad esempio al rogo. Jon non riusciva a capire perché gli umani dicessero certe baggianate.
Avevano forse fatto un sondaggio di preferenza tra i morti?
 
Nymeria Sand si lanciò in soccorso del giovane lupo, che nel frattempo sembrava già passato a miglior vita. Con un sonoro schiaffo, la donna lo riportò al di qua. Dopo aver sputacchiato un po’ d’acqua, Jon si accorse di essere completamente  ricoperto da sangue. Prima di poter urlare tutto il suo principesco disgusto, Nymeria lo baciò. A fondo.
Ezio si grattò i capelli arruffati mentre osservava la scena d’amore fra i due piccioncini. Non capiva. Tutto quel trambusto, quel divertimento e poi Arya non gli faceva lasciare andare il cane?! Nero, un molosso di 100Kg di muscoli e denti, osservò mesto il padrone, ricambiato. Non c’erano più gli scherzi di una volta.
Arya dal canto suo continuava a ruminare senso di colpa e rabbia. Il piano dividi-piccioncini-e-ammazza-la-vipera era fallito miseramente.
 
Diversi anni dopo, o forse mesi, oppure giorni … chi lo sa?!

Draghan volava lenta sopra Lancia Del Sole, tenendo per un ala il suo compagno. Alla fine gli anni erano passati anche per loro. Droghon, il terrore delle capre e degli uomini, era ormai diventato un arzillo vecchietto che si faceva comandare a bacchetta dalla moglie, non che ci fosse molta differenza prima. Eh sì, gli anni erano passanti anche per loro. La draghessa osservava severa i nipotini che svolazzavano allegri intorno a loro. Un lampo ruppe la relativa pace. La giovane draghessa Xena era appena tornata dal suo viaggio di nozze con il suo novello sposino Rickon Stark. Il drago ruggì orgoglioso. Era sempre stato preoccupato che il suo cucciolo non riuscisse a trovare un draghessa, eppure guardalo lì, giovane e bello! Rickon, le membra allenate dai numerosi voli e scorribande, si arrampicò sugli spuntoni della schiena del papà.
“ Tutto bene, padre?” Droghon stava per lanciarsi su un lungi discorso sugli acciacchi della vecchiaia, quando si accorse che il giovane era ansioso di riferire le nuove notizie.
“ Tutto bene. Beh, da dove incomincio … Sì. Jon e Arianne si sono sposati fra il tripudio dei Sette Regni, ma soprattutto della sposa.
Si dice che, quando ha capito che il matrimonio implicava anche condividere il letto coniugale, le Vipere abbiano dovuto agguantarlo e trascinarlo verso la camera da letto.
E che poi abbiano chiuso le porte a chiave. E che si siano rimaste dentro. E che sul pavimento siano rimasti i segni delle unghie.
Malgrado questi piccoli disguidi tecnici, hanno già avuto due bellissimi gemelli, Jon e Thyene, il primo diventerà Lord del Nord mentre la bambina diventerà la futura principessa. Arianne è diventata principessa di Lancia del Sole e ha delegato tutte le mansioni domestiche al maritino, che è ormai diventato lo schiavetto delle Vipere. Arya ed Ezio continuano a viaggiare per l’Oriente e la mia cara sorellina ha ancora la sgradevolissima abitudine di ammazzare tutti quelli che non gli vanno a genio. In compenso tra pochi mesi diventerà mamma, ma ha già chiarito che non rimarrà a casa a fare la casalinga, pena le perdita di qualche appendice di Ezio. Jon e Nymeria si sono sposati due mesi fa e sono ancora in luna di miele e si adorano a vicenda. Theon ha svelato al mondo la sua vena femminile e per il momento si è messo insieme a Obara, che lo comanda a bacchetta. Sarella è tornata da Vecchia Città, ormai aveva letto tutti i libri, e sta costruendo un portale per passare in altri mondi, tra cui uno chiamato Terra. Bah, io non ci credo. Comunque la solita routine quotidiana. Vissero tutti felici e contenti.”
Il drago guardò più attentamente il figlio, la luce purpurea del tramonto che illuminava i folti capelli neri. No, sarebbe finita lì di certo. Probabilmente Jon e Arianne avrebbero avuto altri bambini, Thyene si sarebbe innamorata di un altro Stark, Xena e Rickon avrebbero avuto dei draghetti, che lui avrebbe guardato, e Arya si sarebbe ricreduta sull’orrore di diventare mamma. Non ci sarebbe stata un fine. E neanche un vivere felici e contenti. Perché avrebbero litigato, fatto la pace, l’amore e poi discusso di nuovo.
é la vita. Però, forse, questo era proprio vivere felici e contenti.

Fine


Oddio, ho veramente scritto la parola fine ... lacrimucce che scendono ... mi sono particolarmente divertita a scrivere questo epilogo, soprattutto il finaleXD Con le Vipere!XD
Lo so, forse era un finale scontato e felice eppure credo che ogni tanto ci vogliano  ( HAI SENTITO GRRM!?). Grazie mille a tutti in particolare a Diana, PrincessMonica, Isidar23 e a Polly 410. Grazie mille ragazze, senza di voi questa parodia non avrebbe mai visto la luce del pc.

                          
  
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