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Autore: Mavor    14/10/2012    1 recensioni
Mordred, un aspirante cavaliere, viene infine nominato cavaliere della tavola rotonda, ma scopre di essere il figlio illegittimo di re Artù e quindi l'erede al trono di Camelot.
Lui che crede fermamente negli ideali della cavalleria ma il destino lo farà arrivere ad un punto di non ritorno:
decidere se rimanere fedele al suo giuramento e ai suoi principi o sfidare la storia e tentare la conquista del trono di Camelot e di tutta la Britannia.
Genere: Fantasy, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mordred
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mordred

 

 

 

 

La pioggia scendeva impetuosa sulle gelide terre di Britannia.

L'antico cromlech di Stonehenge, sede degli antichi culti pagani britanni, era il luogo prescelto di un incontro che avrebbe deciso le sorti di Camelot e di tutta la Britannia.

Ma io non mi resi conto delle conseguenze di quella rivelazione, lo feci solo quando fu troppo tardi...

In lontananza riuscivo a scorgere a mala pena una donna dai capelli neri, ricoperta da una evidente veste purpurea, che si stendeva sull’altare centrale, e nonostante la pioggia la inzuppasse da capo a piedi, lei attendeva impazientemente sotto la pioggia battente.

Il nitrire di un cavallo insieme allo strepitare dell'acciaio dell'armatura annunciarono il mio arrivo in quel luogo sperduto:

Scesi da cavallo, legai ad una roccia il mio destriero e mi diressi verso la donna che nel frattempo si era riparata sotto quella struttura triangolare chiamata dolmen.

Mi tolsi l'elmo e baciai sulla guancia la donna.

«Madre, perché non sei venuta alla mia cerimonia di investitura? »

Mia madre mi sorrise dolcemente e prese la mia mano.

«Figlio mio, oggi so che è il tuo grande giorno e mi dispiace non essere stata presente, ho avuto degli... imprevisti. Ed è per questo che ti ho voluto incontrare qui, tu devi sapere la verità che ti ho tenuta nascosta per anni»

Allora la fissai confuso, stupito, ma non solo per le sue parole enigmatiche: teneva i suoi lunghi capelli slegati e in tutta la mia vita non l'avevo mai vista con i capelli tenuti in quel modo, senza contare che mi ha fatto venire di notte in un luogo sperduto e dimenticato da Dio.

Ma non mi posi il problema di chiedergli il motivo di tutto ciò.

«Mordred, ti ricordi cosa ti raccontavo quando eri un bambino? »

Pensai che stesse scherzando... Mi sbagliavo di grosso.

«Come? Ah, intendi... quando dicevi che ero figlio di un re? Ma quelle er... »

Una cosa che spero che non vediate mai è mia madre quando si infuria.

«Non erano favole! Non erano storielle che ti raccontavo per farti addormentare!»

Fece un pausa e ritornò al suo tono normale.

«Tu sei il figlio di un re, il re a cui tu, oggi, hai giurato fedeltà»

Quelle parole mi colpirono come una gelida lama, rapida e implacabile.

Eh... allora reagii come chiunque altro avrebbe fatto.

«No... Non è possibile! »

«Tu sei il figlio di Artù Pendragon, il legittimo erede al trono di Camelot e sai bene che tuo padre non è degno di questo compito»

Iniziai a fare nella mia mente le più assurde supposizioni e congetture, mi trovai spiazzato, tutte le mie certezze si infransero in un attimo.

«Ma tu e Artù non siete... »

«Ho aspettato il momento opportuno per parlartene e credo che sia infine giunto»

A quel punto sfogai le mie incertezze con un ottuso orgoglio.

«Ho sempre sognato diventare un cavaliere e per ottenere un posto nella tavola rotonda ho versato il mio sangue! Come puoi dire una cosa del genere?!»

«Morded ascolta... »

«Tu mi vorresti far credere che il re abbia sempre saputo... di avere un figlio e che quel figlio ero io? Perché non mi avrebbe riconosciuto allora? Ti stai sbagliando! »

Mia madre scoppiò in una risata che mi turbò molto: era una risata che aveva un non so che di sinistro, come se conoscesse qualcosa di evidente che io non avevo compreso.

«Non ci arrivi? Credi che un figlio non avuto da Ginevra, la legittima moglie del re, sia considerato un erede legittimo? Pensa se un figlio avuto invece da una sorellastra del re chieda l'eredita?! Credi davvero che potrebbe riconoscerti?! Come sai io e Artù non siamo in buoni rapporti e perciò lui... »

«Io ho fatto un giuramento al re. Lo ritengo un uomo degno di fiducia, coraggioso e onorevole. Tu stavi per insinuare che, essendo il figlio di Morgause, mi affiderà le missioni più disonorevoli vero? Allora per quale motivo mi avrebbe accettato nella tavola rotonda?! Perché mi avrebbe nominato cavaliere?! »

Mia madre comprese che ogni tentativo di convincermi era inutile, ma pronunciò delle parole che mi rimarranno impresse per sempre.

«Io non ti forzerò in alcun modo, figlio mio. Sarai tu a fare le tue scelte, ma ti avverto, presto ti renderai conto di chi stai servendo e allora, solo allora, adempirai al tuo destino. Spero di ricevere presto tue notizie, Mordred, rendimi orgogliosa»

Mi baciò con dolcezza sulla guancia e si allontanò tra i dolmen di Stonehenge.

Rimasi lì, paralizzato, seduto vicino all'altare a riflettere per un po': io sarei il figlio di Artù, il figlio del re... Sembra di essere in uno di quei racconti antichi, favolette... Io potrei... Sciocchezze!

La pioggia crebbe d'intensità e si udirono forti tuoni in lontananza, non avevo mai visto una tempesta così potente: dei venti così forti che mi fecero barcollare, perfino il terreno era diventato talmente fangoso che se non me ne fossi andato subito credo che sarei rimasto lì impantanato.

Avevo un presentimento, un brutto presentimento, ma cercai in tutti i modi per non pensarci.

Salii in groppa al mio cavallo e mi diressi verso Camelot, solo dopo molto tempo compresi in cosa mi stavo cacciando. Se solo lo avessi capito prima...  



 
  
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