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Autore: Seren_alias Robin_    15/10/2012    3 recensioni
Un regalo per te.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao piccola A.,
E’ mezzanotte e dieci minuti precisi del quindici ottobre. Fuori credo stia piovendo, e come ogni notte ormai non riesco a dormire. Per trascorrere il tempo nell’attesa del mattino ho deciso di scriverti, nonostante la chiacchierata che abbiamo fatto prima. Oddio, ho parlato solo io in realtà, ma sentivo che tu eri abbastanza d’accordo con me.
Tua madre ha girato per tutti i negozi che ha potuto per trovare l'oggetto giusto, quello che andasse bene per te.  Pensa che alla fine ha dovuto ordinarlo su Ebay. Me l’ha fatta vedere, è una bambola bellissima, con un vestito verde fatto di petali e i capelli d'oro profumati. Spero che tu non sia dispettosa quanto Trilly, amore mio.
Tuo zio ogni sera prende in giro tuo padre, dicendo che è arrivato il momento, che è quella la notte giusta. E tuo padre ride, ride... Tuo padre è bellissimo. E' sempre stato il mio zio preferito, anche se gli altri non lo sanno. Lo sospettano però, credo. Sai mantenerlo un segreto? Pensa che a capodanno ci siamo ubriacati insieme, e al ritorno in macchina abbiamo dovuto fare un giro alternativo per non beccare i carabinieri. È stato bellissimo, con tua madre seduta avanti a me, anche lei un po' brilla, che rideva a non finire per aver visto una tizia sui cinquant’anni che ballava scatenata appoggiata sui lavandini del cesso del locale dove eravamo andati a festeggiare. Credo di aver bevuto un sacco quella sera, offriva il tuo papà.
Lo sai? Io sono stata la prima a scommettere su di loro. Già, quando ancora non ci credeva nessuno in loro due. La nonna mi diceva che ero pazza, ma io ho sempre avuto un debole per la tua mamma, sin da quando l’ho vista la primissima volta. Era magrissima, bella come il sole, e portava i capelli più lunghi di come li ha adesso, e più scuri anche. Sapevo che non sarebbe rimasta a lungo solo una semplice collega di zia Pina.
Forse è per questo che le voglio così bene… lei ha riportato il sorriso sulla faccia di tuo padre.
Oggi tua madre ha fatto una ciambella buonissima al cioccolato. Ovvio, ma tu già lo sai. Hai sentito come profumava? Sono sicura di si. Credo che l’abbia fatta apposta per te. Ogni cosa che fa è per te, adesso.
Loro due, la tua mamma e il tuo papà, sono stati gli unici che da sempre mi hanno vista come una persona grande, capace di decidere per se stessa, di sbagliare da sola, di capire tante situazioni che la vita ti sbatte contro. Sai, sto crescendo, e mi rendo conto che da adesso in poi non devo meravigliarmi se succede qualcosa di brutto, perché sarebbe strano il contrario. Sto imparando a capire che la vita non è una favola dei librotti o un film visto su Canale 5, dove le cose alla fine si risolvono sempre in meglio con un matrimonio o un bacio al tramonto del sole. No. La vita è accettare anche le cose che non vanno bene e andare avanti portandosi dietro il peso dell’esperienza, quell’esperienza di cui tutti parlano ma che non ho ancora capito bene a cosa serva, da soli.
Scusami, no. La vita è bellissima. Talmente bella, che a volte quasi ce ne dimentichiamo. Sai, qui le persone ricordano solo le cose brutte. Perché ? Perché quando succede qualcosa di veramente bello, lo diamo quasi per scontato, come se ci fosse dovuto? Posso assicurarti che non darò mai per scontato te, ne mi dimenticherò mai della bellezza di questi giorni di attesa.
Aspettare. A volte è bello, te lo assicuro.
Quando bacerai il tuo primo ragazzo capirai che a volte è molto meglio l’attesa che il bacio stesso, quel momento in cui le labbra ancora non si toccano ma sai che sta per succedere, e allora la paura e l’eccitazione che avevi al solo pensiero di quel momento vanno via, perché non vedrai altro che quelle labbra, e tutto avrà un po’ meno senso. Impara questo piccola, perché non te lo saprà dire nessun film, credimi. Oddio, forse qualche libro si però.
Pensa, il mio primo bacio fu pessimo, una vera schifezza. Baciai un mio compagno di scuola solo per fare ingelosire il ragazzino di cui mi ero innamorata, che poi ho continuato ad amare per anni, e forse lo amo un po’ anche adesso. Non ci fu attesa, non ci furono battiti. Non ero innamorata.
Il mio secondo fu il primo bacio. E la magia del primo bacio sarà la stessa ogni volta che ti innamorerai. Ancora adesso che ho vent’anni quasi, il mio cuore batte come sei anni fa, quando baciai Simone dietro al cimitero di Marano. C’erano tante stelle quella sera. Se chiudo gli occhi me le ricordo quasi tutte. Se potessi baciare il ragazzo che amo, penso che ritornerei bambina per due minuti.
Il primo bacio, si. Sono certa che tuo padre sarà gelosissimo. Ti ama troppo per non esserlo. Un po’ come il mio, che ancora oggi mi fa storie se devo uscire con gli amici. Preparati, perché ti romperai le palle fino all’esasperazione. E non credere che i diciotto anni cambino qualcosa bella. Sono cavolate. Sarai maggiorenne solo sulla carta di identità. Agli occhi di tua madre, tuo padre, e probabilmente un po’ anche ai miei, sarai sempre una bambina. Forse ora inizio a capire cosa intende papà. Mi servivi tu per rendermene conto.
Tua madre mi prende in giro spesso ultimamente, che alla festa dei tuoi diciotto anni tu non mi inviterai, perché sarò la “cugina vecchia”. Anche se vecchia, sarò sempre la cugina che ti porterà a fare i viaggi nel mondo, se la vita andrà come dico io. E ci mancherebbe che non mi inviti alla tua festa, pure! Chissà, fino ad allora magari non si userà più festeggiare la maggiore età.  Non sarebbe un male, eh. Oggi queste feste sono dei veri  e propri matrimoni. Però la mia festa fu una favola. Il mio vestito era un sogno. Sono sicura che quando lo vedrai lo vorrai in prestito. E sono certa che con i tuoi occhi ci starà benissimo.
Stai dormendo, cuginetta? E certo, e chi è che sta meglio di te. Te l’ho detto prima. Nascere oggi, quindici ottobre duemiladodici, sarebbe il regalo perfetto per mamma e papà, per il loro primo anniversario di matrimonio. Avrai tempo poi per scordarti di fargli un regalo, negli anni che verranno.
Non essere pigra. La settimana prossima ci sarà la Sagra della castagna a Marano, e devo preparare il mercatino dell’usato. Non ti piacerebbe esserci?
Anche se non dovesse essere stanotte amore mio, sappi che qui, ogni respiro è solo un secondo in più che mi divide da te. Ti voglio già tanto di quel bene che non sono in grado di quantificarlo, di scriverlo a parole. E pensa che il mio sogno è fare la scrittrice. Tu, piccola vita ancora nascosta, mi hai lasciata senza parole, senza dire nulla. Ed è bellissimo.
Ti aspettiamo, tutti quanti, ma io di più.
Ora vado a dormire, prima che lo zio si svegli e mi ammazzi perché solo ancora al computer. Non posso morire senza averti visto almeno una volta, non credi?
Tua cugina,
Serena
 

   
 
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