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Autore: marrymezayn    15/10/2012    18 recensioni
non era la prima e non sarebbe stata l'ultima di ragazza che, innamorata di qualcuno, non veniva neanche guardata dal "suo" principe azzurro.
Melanie Evans e Harry Styles. Due persone completamente diverse. Lui taciturno, lei una fancazzista. Lui sempre perso nei suoi pensieri, le che non aveva un filtro cervello-bocca. Lui bello come il sole, lei una persona sciapa. Lui sempre cercato da tutti, lei aveva pochi amici. Lui il 'tutto' di Melanie, lei solo una sua migliore amica. Insomma, diversi come il giorno con la notte.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lo guardò attentamente. Il modo in cui giocava con il riccio tra le sue dita, le labbra che si stendevano in un sorriso mozzafiato per poi posarsi su quelle di fronte a lui. Il modo in cui era appoggiato al muro, il modo in cui faceva sfiorare il suo corpo con quello della sua ragazza. Vederlo pomiciare con quella che era la sua attuale ragazza era non doloroso, di più.
Certo, Etain era carina, tanto carina, proprio adatta a uno come Harry. A differenza sua che non era mai stata adatta per uno come Harry. Lui taciturno, lei una fancazzista. Lui sempre perso nei suoi pensieri, lei che non aveva un filtro cervello-bocca. Lui bello come il sole, lei una persona sciapa. Lui sempre cercato da tutti, lei aveva pochi amici. Lui il suotutto, lei solo una sua migliore amica. Insomma, diversi come il giorno con la notte. «Melanie, mi ascolti?» Si girò verso il suo secondo migliore amico, sorridendo debolmente e ricadendo del tutto nel mondo reale.
«Certo!»
«Si, certo! Pensi che ti creda?»
si ritrovò di nuovo a sorridere. Non riusciva a mentire con Louis. Era come un libro aperto per il ragazzo.
«cosa guardavi?» chiese, girandosi a guardare verso il punto dove lei stava guardando fino a poco prima.
«Ah!» Sorrise debolmente, abbassando lo sguardo verso i suoi piedi. Louis sapeva della cotta che aveva per Harry ma lo aveva praticamente fatto giurare che non avrebbe detto MAI niente al riccio. Il ragazzo decise di cambiare discorso, tanto sapeva quanto Melanie fosse testarda e, sinceramente, in quel momento non gli andava di litigare. Sapevano entrambi che se si mettevano a parlare di quella cosa, sarebbero finiti a litigare.
«Oggi sei più bianca del solito. Sei sicura di stare bene?» Annuì, sorridendo.
«Benissimo!» Sentì lo sguardo inquisitore di Louis addosso, come se volesse controllare che davvero stesse bene.
«Sto bene Louis, che diamine!»
«Hai preso le medicine?»
«Ovvio! Per chi mi hai preso?»
chiese, guardandolo di sbieco. Louis era l'unico che sapeva davvero tutto sulla ragazza. Solo lui sapeva!
«Hai fatto i compiti di algebra?» chiese Melanie, tornando a camminare e decidendo per la trecentesima volta di cambiare discorso.
«No, me li farai copiare prima che entri il prof, vero?»
«Scordatelo! Che cos'hai fatto ieri pomeriggio invece che studiare?»
domandò la mora, guardandolo male. Il ragazzo incassò la testa nelle spalle, capendo che si era appena ficcato in una brutta situazione.
«Dormivo?»
«Mi stai facendo la domanda a me?»
«E a chi la devo fare?»
«A te stesso?»
«Continueremo per molto?»
«Finché non decidi di capire che in quella testaccia dura, l'algebra ti servirà in futuro?»
«Sai che ti voglio bene?»
«Dovrei?»
«Certo che dovresti!»
ecco finito il dialogo a domande che molto spesso si faceva tra Melanie e Louis. Era sempre così. Loro due si erano proprio trovati per essere migliori amici. Mel vedeva Louis come quel fratello che non aveva mai avuto.
«Lo sai che ti voglio un gran bene, vero?» Annuì, alzandosi sulle punte dei piedi per lasciare un bacio sulla guancia morbida del ragazzo. La campanella suonò pochi secondi dopo.
«Ti sei salvato in calcio d'angolo baby! Oggi li copi, ma da domani fai tutto da solo, chiaro?» Era sempre così. Alla fine, “domani” non arrivava mai. Melanie non era una persona cattiva e sapeva che Louis era sempre stanco, visto che lavorava appena usciva da scuola o la sera. Quindi non riusciva a dirgli di no. Prese sotto braccio il ragazzo, dirigendosi verso la classe di Storia. Tutti le correvano al fianco, sicuramente in ritardo. Si bloccò quando percepì che non vedeva più nulla, stava sudando freddo e le gambe le cedettero.
«Louis!»
«MELANIE!»


«Ehi!» Aprì gli occhi, socchiudendoli leggermente. Si ritrovò subito a sorridere, vedendo quegli occhioni azzurri preoccupati, che la guardavano come se fosse appena morto qualcuno.
«Ehi, riccio! Chi è morto?» Domandò vedendo quella faccia da funerale. Harry si piegò a darle un bacio sulla guancia, stringendo un pochino la mano che le stava tenendo. Non rispose. Come al solito, lui taciturno lei una deficiente.
«Vuoi farmi morire di crepacuore, vero?» sorrise, debolmente a quelle parole.
«Lo sai che ho la pressione bassa. Lo sai che svengo facilmente. Perché continui a preoccuparti?» chiese in direzione di Harry, che fece una smorfia.
«Perché sei la mia nana, ed è normale che io mi preoccupi! Ti voglio bene, lo sai?» Annuì, mentre stringeva le labbra per non far uscire quel “io invece ti amo!” che tanto voleva dirgli.
«Anche io te ne voglio, riccio!» Lui la chiamava nana o 'mellin', lei lo chiamava riccio. Quante volte aveva giocato con i suoi capelli? Quante volte aveva affondato la mano nei suoi capelli mentre si guardavano un film smielato richiesto da Harry? Lo vide sorridere dolcemente, poi le baciò la mano.
«Come va con Etain?» chiese Mel, per far cadere quel silenzio bastardo che si era venuto a creare.
«bene! Domani facciamo due mesi!»
«Bel record riccio! Ma puoi far di meglio!»
«Si, ma sento che non è quella giusta!»
Si ritrovò a ridacchiare, facendosi guardare male da Harry.
«Cosa sei, una femminuccia che aspetti quella giusta? Tesoro, quella giusta si è persa. Dovrebbero dare un tom tom a tutti i principi azzurri e alle principesse sul pisello!» Anche Harry scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
«Eh, magari è dietro l'angolo!»
«Si, e quanto è grande questo angolo?»
Harry per risposta le diede un leggero cazzotto che la fece ridacchiare.
«Mi fai un po' di spazio?» chiese il riccio, reclamando un pochino di spazio sul lettino. Come sempre, Mel si spostò un pochino di lato e Harry si sdraiò al suo fianco. Già era successo tante altre volte e ricordava la prima volta quando gli aveva detto che se l'infermiera li avesse visti, come minimo li ammazzava. E lui, in tutta tranquillità aveva risposto che sapeva cosa fare in caso, che la donna stravedeva per lui. Al sol pensiero di immaginare Harry con l'infermiera, le passò ancora un brivido di schifo.
«Perché corri sempre qui, quando svengo?» Chiese, persa nei suoi pensieri. Harry ci mise un po' a rispondere. Sapeva quanto fosse difficile al riccio aprirsi, anche con lei.
«Perché ho sempre paura di perderti. Ogni volta che Lou arriva da me e mi dice 'Mel è svenuta, di nuovo' mi si ferma il cuore. Non saprei cosa fare senza di te!» Sorrise amaramente, alzando la testa e guardando il soffito.
«Non ci sarò sempre, Harry! Lo sai?»
«Non dirlo neanche per scherzo! Noi rimarremo sempre amici!»
Voleva solo piangere, piangere come ormai faceva da un anno.
«Certo Harry, non dico questo. Dico solamente che non saremo per sempre migliori amici. Prima o poi moriremo! Uno dei due dovrà morire per primo, no?»
«Dici che sei te?» Domandò, alzando quel tanto il viso da averlo a praticamente due centimetri dal suo.
«Decisamente!»
«E perché? A te non ti ammazza nessuno!»
Ridacchiò.
«Fidati di Zia Melanie, che ha sempre ragione!»
«Ora però non esageriamo. Sempre è un'esagerazione!»
Risero e Harry si appoggiò alla sua spalla, stringendola in un abbraccio stritolatore.
«Non lasciarmi Mellin!» Prese a giocare con i suoi ricci, sospirando in modo impercettibile.


Giorno 359 Oggi sono svenuta di nuovo. E al mio risveglio, tu eri lì al mio fianco. Hai illuminato, come al tuo solito, l'infermeria della scuola. Ci siamo, sai? Sento che sta per arrivare. E l'idea che non potrò mai sentire le tue labbra sulle mie, mi far star male. Ma meglio così. Non riuscirei a pensare che, dopo averti baciato, mi mancano solo pochi giorni di vita e di non potermi permettere di rimanere. Diventeresti una droga, una fottutissima droga, e non riuscirei a pensare ad altro. Anche nell'aldilà. Ovviamente, questo vale per tutto l'anno che mi rimaneva. Perché iniziare, per poi sapere che, quando morirò, non ti potrò portare con me? Vado, che sei arrivato e ti sei – ovviamente – attaccato alla mia porta ed urli che fa freddo. Sei un coglione, ma per questo ti amo!

Giorno 360 Non credo di arrivare a 365 giorni. Un anno di lettere. Che romantica di merda che sono, vero? Già. 365 lettere in cui ti racconto cosa provo giorno per giorno. Così che tu possa sapere cos'ho provato in quest'anno. Da quel giorno che mi hanno detto che sarei morta. No, continuo a non dirti cos'ho. Continuo, perché finché la morte non arrivi, io voglio vederti sorridere. Mi cibo dei tuoi sorrisi, ed è l'unica cosa che mi tiene in vita. Quindi, angelo, continua a sorridere. Perché sei dannatamente bello quando sorridi. Illumini tutto, con il tuo sorriso. Cerco di resistere, ma non credo di riuscirci. Ah, quanto mi piacerebbe avere da te un ultimo bacio. Come in romeo e giulietta! Peccato che sarebbe il primo e l'ultimo. AHAHA! Ora mi metto a riposare. Sono davvero stanca. Ciao riccio.

Giorno 361 Ti amo, ricordatelo sempre. Tua Mellin!


"Te ne sei andata, e con te se n'è andata anche l'estate. Ma lei tornerà, mentre tu invece, rimarrai in cielo a guardarci dall'alto." Il coltellino incide l'ultima lettera sul legno, mentre dai suoi occhi scende un'ultima lacrima. Si era ripromesso che, dopo aver fatto questa incisione, non avrebbe più pianto per lei. Ma credo proprio che dovrà rimangiarsi la parola.
"Mi manchi Mellin, mi manchi tanto! Come puoi avermi lasciato? Come puoi avermi mentito e avermi ripetuto per un anno che stavi bene, che erano svenimenti solo per un calo di zuccheri? Come hai potuto farmi questo?" Si ritrovò seduto su quella stessa panchina che aveva assistito a tante loro litigate, a tante risate e a tante coccole. E ora, eravano soli. La sua mancanza si sentiva, ed anche tanto.
Sentì una mano sulla sua spalla e, asciugandosi gli occhi, alzò il busto e si girò  per vedere chi fosse. Louis, con gli occhi gonfi di un pianto infinito, lo guarda sotto le lunghe ciglia castane.
«E' sempre qui con noi, Harry!»
«Perché mi ha mentito?»
«Perché viveva del tuo sorriso! Se tu avessi saputo la verità, avresti smesso di sorridere. E lei si sarebbe spenta prima!»
Louis si siedette vicino a lui, mentre Harry continuò a piangere. Non riusce a smettere. Si appoggiò alla spalla di Louis e pianse, pianse come non faceva da quando era bambino. Pianse tutte quelle lacrime che non aveva pianto per un anno intero. Un anno all'oscuro di tutto, un anno sprecato a stare con altre persone invece che con lei, per godersi tutti i suoi ultimi momenti.
«Tieni!» Alzò la testa e, dietro il muro di lacrime, vide Louis consegnargli un pacco con delle foto sopra, ma in quanto non riusce a smettere di piangere, non riesce nemmeno ad identificare le facce.
«Cosa sono?»
«Lettere di Mel, per te!»
Le prense con mano tremanti. Era un pacchetto, pieno di loro foto messe sopra con il decoupaje.
Tolse il coperchio e dentro alla scatola vi sono tante, tante lettere.
«Ma quante sono?»
«361 + 1! La singola, la devi leggere per prima.»
«Perché cosi tante?»
«Credo ti voglia far capire cosa ha passato in questo anno. Di renderti partecipe almeno dopo la sua morte!»
Si passò il palmo della mano sugli occhi, cancellando la scia di lacrime. Prese l'unica lettera che non era compresa nell'elastico.


Se ti stai domandando perché, non domandartelo! Non pensare. In fondo non sei un bravo pensatore. Ahaha, scherzo riccio! Queste sono le mie 365 lettere che ho deciso di scriverti dal momento che ho saputo che sarei morta. No, non ti dirò il motivo, non lo dirò neanche a Louis. Sappi solamente che mi hanno dato un anno, e spero di riuscire a scrivere tutte e 365 lettere. Harry, anche se io sono morta, continuerò ad amarti come non ho mai amato nessuno. Prenditi il tuo tempo per ritirarti su, piangi quanto devi piangere, ma torna a vivere. E se tornerai a vivere, allora ti prego di girare quell'angolo. Non troverai me, perché io ormai non ci sarò più. Ma se girerai quell'angolo, sono sicura che troverai, prima o poi, la tua principessa sul pisello. Non smettere di vivere, perché sarebbe un dispiacere enorme. In queste lettere ti racconto un amore durato 6 anni. Da quel momento che mi hai aiutato a rialzarmi, dopo che mi avevano spinto. Ti ricordi? Mi hai dato una mano, ti sei piegato a pulire i miei Jeans e quando ti sei rialzato mi hai regalato un sorriso a trentadue denti. Piangevo, e tu hai asciugato le mie lacrime. Mai nessuno, oltre la mia famiglia, l'aveva fatto per me. Posso permettermi di dire una cosa che tu vedrai come “modesta”? No? E va bene, io lo dico comunque. Nessuno ti amerà come ti ho amato io. Nessuna ragazza ti vedrà come io ti ho visto in questi sei anni. E devo dirti anche un'altra cosa. Non ho mai baciato Alex. Quindi quel pugno se l'è preso senza aver fatto nulla. Non ho mai baciato nessuno! Sono vergine anche in quel campo. Ci pensi a quanto sono triste? Vergine di segno, vergine di sesso, vergine di baci. Ahahaha! Sono morta da zitella e gattara. Ricordi che piagnucolavo spesso perché dicevo che sarei morta da gattara? Circondata da mille gatti, vecchia e brutta. Ahahah! Cazzo quanto mi mancherai! Ricordati che ti ho amato, ti amo e ti amerò finché il mio ricordo sarà vivo in te! Tua Mellin, per sempre!

Strinse la lettera tra le sue mani, provando una rabbia mai provata prima.
«C'era lei dietro l'angolo, se tu ti fossi deciso a girarlo!» Sussurrò Louis, appoggiandomi una mano sulla spalla.
«Perché non me l'ha detto prima?»
«Non lo so, non me l'ha mai voluto dire. Ma se la conosco bene, credo che l'abbia fatto perché, anche se sapeva che forse da parte tua ci potesse essere qualcosa, non voleva dirtelo per paura di lasciarti, un giorno. Preferiva morire con la consapevolezza di non averti avuto per niente. Credo che non voleva morire al pensiero di lasciarti e averti goduto solo per un misero anno! Lei ti voleva per sempre, Harry!»
Tirò su con il naso, lasciando la presa sulla lettera e, appoggiandola sul ginocchio la stese con il pugno chiuso.
«Ti lascio alle tue 361 lettere.. Leggile e finalmente conoscerai la vera Melanie!» Lo lasciò pochi secondi dopo, dopo essersi piegato a dargli un bacio sulla tempia e lo sentì allontanarsi con il suo passo leggero. Rimase tutto il pomeriggio su quella panchina, a leggere le sue lettere. La loro panchina, finalmente li vedeva di nuovo insieme.
Pianse come solo quel giorno stava piangendo. Non riescì a fermare le lacrime e, ogni tanto, alzava lo sguardo verso l'incisione che aveva fatto.

Beati gli angeli che godranno in eterno della tua compagnia. Buonanotte Mellin!

Lo amava e lui non lo sapeva. Lui l'amava, ma non lo sapeva. "Perché mi hai lasciato? Perché non me l'hai detto, Mellin? Mi manchi e non credo di aver mai voluto stringerti in un abbraccio come in questo momento." Sentì sua madre chiamarlo dalla porta di casa. Si trovava al parchetto di fronte casa e non è mai stato così triste quando lei stava lì con lui. Mi manchi e mi mancherai per sempre. Si alzò, fece girare di nuovo l'elastico sulle lettere e richiuse la scatola, dando un bacio ad essa, proprio dove c'era una loro foto. Lei stava sorridendo allegramente mentre gli faceva il solletico. Il sorriso più bello mai visto.
Si alzò, mettendosi la tua scatola sotto braccio e dirigendosi verso casa. Prima di attraversare guardò a destra e a sinistra, ma nessuno passa. Strada sempre deserta, ma l'abitudine è una brutta bestia. Ma a quanto pare, il destino aveva deciso che quel giorno la strada non doveva essere deserta. Una macchina, un guidatore ubriaco, un incidente mortale.

Ragazzo di sedici anni muore investito da un pirata della strada!
**

«Che cazzo ci fai qui?»
«Avevo un conto in sospeso!»
«E quale sarebbe, di grazia?»
«Sono venuto a darti quello che doveva essere il nostro primo bacio!»


 
Spero che vi piaccia. Questa è solo una one shot, pensata durante la notte. Vi va di farmi sapere se vi piace questa one-shot? <3 thanks.
   
 
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