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Autore: BrokenJaw    16/10/2012    1 recensioni
Ci sentiamo sempre così protagonisti delle nostre vite... tanto da non fermarci mai a riflettere su cosa realmente siamo.. Comparse nelle vite di chi lo è nella nostra? Granelli di sabbia in una spiaggia senza inizio? Gocce nell'oceano? Cos'altro..?
Ciò di cui maggiormente non ci rendiamo conto è il nostro essere uguali, negativamente e positivamente, nessuna vita è più importante di un'altra, nessuna vita è uguale ad un'altra, allora perchè diamo questa per scontata? Forse, se ci rendessimo conto che durante il percorso non dovremmo far altro che vivere, pensaci un attimo, ci sarebbero tutti questi problemi?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Carol, Carol, Carol' Si ripeteva nella testa Riccardo invece di studiare, ormai erano ore che ci pensava.. Non poteva dimenticare il nome della ragazza con la quale aveva perso la verginità appena 3 giorni prima.. Era dalla quinta elementare che aspettava 'il momento' e ora che c'era arrivato a stento ricordava il nome di lei.
'Sai, me l'aspettavo diverso' disse Riccardo d'improvviso a suo cugino, che troppo impegnato a giocare ai videogiochi, nemmeno ad ascoltarlo se ne uscì con un 'Ah..' indifferente. Riccardo si bloccò, fece un sospiro, si alzò e uscì dalla stanza.. Iniziò a camminare, e a pensare, più che camminare pensava e in modo meccanico si muoveva.. Pensava, pensava al perché fossimo tutti così stupidi e ciechi, al perché non aveva mai preso in considerazione l'idea di elaborare ciò che lo circondava ogni giorno, al perché chi aveva sempre aiutato non era capace nemmeno di una parola di conforto mai e al perché accadevano così spesso le cose sbagliate.. Uscì di casa e pioveva, aveva dimenticato gli occhiali e la sua vista era appannata, ma non aveva mai visto più chiaramente di quel momento. Continuava meccanicamente a camminare e la pioggia, soggettivamente forte, gli scivolava sul viso come lacrime e sui pugni chiusi come sangue, 'Forse la pioggia rappresenta proprio la tristezza, come le lacrime e il sangue..? E che rumore fa la tristezza? Probabilmente lo stesso di questi ultimi, se emettessero un suono'. Riccardo non voleva più esser superficiale, lui voleva legger tra le righe e comprendere i dettagli negli occhi delle persone, perché se n'era reso conto proprio ora?
'Le persone più intelligenti sono anche le più depresse' gli ripetevano i suoi amici nei giorni seguenti, ma ormai le loro voci era flebili come il suono dei grigi e tristi pomeriggi domenicali passati fino a quel giorno davanti ad una console. Era stanco e nella sua testa rimbombavano idee e desideri, lui voleva vivere, ogni istante di più, e ogni istante doveva avere più senso, non sapeva ancora perché, o forse lo sapeva, non sapeva da cosa fosse nato questo desiderio e tutta quest'improvvisa consapevolezza, ma ciò rendeva tutto meno prevedibile e, Riccardo, nonostante il dubbio era felice, era felice ma non provava alcun piacere, era felice o forse era solo se stesso.
  
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