Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: fila    17/10/2012    5 recensioni
Cinna è uno stilista di Capitol City, eppure sceglie il Distretto 12 e di aiutare Katniss. Perché? Cosa lo spinge? Benvenuti nella mia interpretazione degli eventi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cinna, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

A Veronica perché Cicero è tutto tuo. Auguri

 

 

Di Stilisti e di Araba Fenice

 

 

«Sorpresa!» esclamò Cicero con un sorriso radioso e porse a Cinna una busta profumata.

«Cosa ti sei inventato questa volta?» domandò Cinna con un tono tra l'incuriosito e l'esasperato.

«Oh, non rovinarmi il divertimento, come al tuo solito! Ci sono regole da rispettare: quindi, da bravo, sorridi, sgrana gli occhi e batti le mani eccitato, che ti sto riprendendo. Cosa penseranno di te i nostri amici?»

«Quante volte dovrò ripeterti che, a differenza di ogni singolo abitante di Capitol City, l'apparire mi interessa assai poco? L'importante è la sostanza.»

«Sicuro di essere uno stilista? Da come parli sembra che tu sia nato e cresciuto tra i barbari dei Distretti...» replicò Cicero e dopo aver spento la videocamera si voltò verso lo specchio e si sistemò il ciuffo rosso. «Lo sai che apparire è tutto: se non fossi stato tanto bello e affascinante, mi avresti mai amato? Se non avessi lanciato la moda della variazione permanente del colore delle iridi tramite immissione di pigmenti colorati, non avrei mai avuto l'onore di dirigere la scuola di specializzazione di alta moda e non ci saremmo mai incontrati!»

Cinna sospirò sconfitto. «In fondo ha ragione, nel bene e nel male sono anch'io un tipico prodotto di Capitol City. Ciò non toglie che non gradisca le sorprese.»

«Sei impossibile!» brontolò Cicero con un'espressione imbronciata. «Hai di nuovo rovinato tutto! Ma è colpa mia: perché mai mi impegno tanto? Nessuno apprezza i miei sforzi...»

«Scusa, davvero. Pace?» chiese Cinna e abbracciò il compagno. «Posso avere la mia sorpresa?»

«No, è troppo tardi!»

«Ti ho mai detto quanto sei sexi ed affascinante quando fai così?»

«No, niente da fare.»

«Ti prego, Ginger» bisbigliò Cinna con le labbra che sfioravano l'orecchio del compagno.

«Forse...»

«Ti scongiuro...» continuò Cinna con tono suadente e cominciò a mordicchiargli il lobo.

«Se te la guadagni...» disse Cicero con voce roca.

 

«La mia busta?» chiese Cinna un paio d'ore dopo a Cicero, che stava fissando il televisore.

«Oh, non ce n'è più bisogno: ecco la tua sorpresa» rispose Cicero e aumentò il volume con il telecomando.

«Gli Hunger Games?»

«Shhh, ascolta!»

«Finalmente, oggi, sono stati resi noti i nomi dei dodici stilisti che creeranno gli abiti per la settantaquattresima Edizione» stava dicendo una biondina con i baffi da gatto. «Anche quest'anno molti dei nostri beniamini sono stati riconfermati, vero Calliope?»

L'immagine cambiò e venne inquadrata una brunetta con la pelle azzurrina. «Certo, Callisto. Ma la vera sorpresa è che per questa edizione ci saranno due new entry! Erano almeno venti edizioni che ciò non avveniva» rispose Calliope con tono garrulo. «Ma ecco i nuovi arrivi: Markus Arkan e la sua socia Athena Nightbride!»

«Ci avrei scommesso che quell'incapace sarebbe riuscito ad entrare: lo sanno tutti che è un parente della moglie del capo stratega Crane» commentò Cicero piccato. «Quello non è in grado neanche di disegnare! L'hai vista la sua collezione di cucce per gatti d'appartamento? Penosa, ad essere gentili.»

La TV cominciò a mostrare immagini di un uomo piccolo, tarchiato e con vistosi capelli violetti.

«Ai miei tempi venivano scelti solo stilisti di classe e reale talento! Bebe Linda non avrebbe mai permesso uno scempio di questo genere!»

Cinna sospirò. «Perché non spegniamo e non andiamo fuori per cena? Magari riusciamo ancora a trovare un posto in quel nuovo locale che hanno aperto sulla terrazza del Capitol State Building» propose e allungò la mano per afferrare il telecomando.

«Ancora un poco di pazienza: ti sei per caso dimenticato della tua sorpresa?» disse Cicero con un sorriso birichino.

La voce squillante di Calliope lo fece zittire istantaneamente. Cinna lo guardò stupito, era praticamente impossibile fermare un discorso del compagno.

«Ecco la vera novità degli Hunger Games; Cinna Redheart e la sua socia Portia Shadowtale» cinguettò la voce alla TV.

«Sorpresa!» gridò Cicero e sfoderò un sorriso a trentadue denti.

Cinna spostò, velocemente, lo sguardo dallo schermo al compagno, poi di nuovo allo schermo. «Cosa.Hai.Combinato?» chiese shockato.

«Ti ho iscritto qualche mese fa: sono un vecchio relitto del passato, ma qualche conoscenza ai piani alti l'ho ancora» rispose Cicero, gongolante. «Certo, ho dovuto intrallazzare un po', ma ne è valsa la pena, vero?»

«Perché hai fatto tutto ciò? A me non piacciono gli Hunger Games!» replicò Cinna, gelido.

«Sciocchezze, a tutti piacciono gli Huger Games! In questo modo tutto Panem potrà scoprire e godere del tuo immenso talento: basta lavoretti banali. Da oggi, finalmente, entri nell'Olimpo della moda, il posto che ti meriti!»

«A me piace fare quello che faccio, Ginger» disse Cinna e si sedette sul letto.

« Certo, a chi non piacerebbe lavorare nel piccolo atelier di uno stilista decaduto. Sai perfettamente che le persone che contano non vengono da noi. Se fosse solo per me, non mi interesserebbe, ormai sono un uomo finito, ma tu meriti il meglio!» dichiarò Cicero infervorandosi. I suoi occhi bicolori brillarono di una luce così viva e felice che Cinna si rimangiò la risposta tagliente che aveva sulla punta della lingua.

«Abbiamo una clientela più che dignitosa, e tanto mi basta, amore mio» disse invece con il tono di voce più dolce che riuscì a trovare. «Ho tutto ciò che desidero, quindi non voglio partecipare a quella buffonata.»

Cicero lo guardò afflitto. «Ma questo è il sogno di tutti gli stilisti; prova ad andare per strada e chiedi ai bambini: non ce ne sarà uno solo che non voglia, da grande, lavorare per gli Hunger Games.»

Cinna strinse i pugni e abbassò lo sguardo. «Non io.»

Nel silenzio che seguì la voce di Calliope riprese il sopravvento. «In bocca la lupo ai nostri artisti. Non vedo l'ora di assistere al loro smistamento ai vari Distretti.»

Cicero spense la TV. «Qual è il problema? Cosa ho fatto di male? Voglio solo il tuo bene, lo sai...»

«Lo so, ma odio gli Hunger Games.»

«Li odi?» esclamò Cicero e scosse la testa incredulo. «Impossibile: tutti li adorano. Sarò anche un vecchietto, ma mi ricordo perfettamente che questa era la tua aspirazione quando ci siamo conosciuti.»

«Ne è passata di acqua sotto i ponti» bofonchiò Cinna e cominciò a lisciare il lenzuolo di seta che gli copriva le gambe.

«Non ti capisco: sei giovane, sei bello, anche se troppo poco tatuato per i miei gusti, hai un talento incredibile, finalmente avrai il mondo ai tuoi piedi e ti lamenti? Mi sembri un bambino che fa i capricci!»

Cinna strinse di nuovo i pugni stropicciando nuovamente la seta nera.

«Si può sapere il vero motivo?» chiese Cicero e gli prese il volto tra le mani. Cinna distolse lo sguardo. «Non ci provare con me, ragazzino. Esigo una risposta.»

«Ti hanno ferito. Ti hanno dato tutto: la fama, le interviste, le feste, i soldi, ma quando hai voluto qualcosa che non fosse uno spettacolo televisivo, qualcosa di reale, ti hanno distrutto. Non voglio che un giorno qualcuno mi possa porre davanti alla scelta che imposero a te.»

«Paura di soffrire, amore mio?»

«Anche; ma, soprattutto, paura di cosa sceglierei. E se un giorno trovassi le sirene di Snow più allettanti di te, di noi?»

Gli occhi dell'uomo più anziano si riempirono di lacrime. «Snow mi chiese di rinunciare a te e di rimanere la sua spia. Non hai idea di cosa un uomo o una donna ti possano raccontare tra le lenzuola. Ma ero stufo di quella vita e quello che sentivo per il mio giovane allievo era troppo importante; ho pagato caro, è vero, ma con il sorriso sulle labbra. Malgrado tutte le difficoltà e le umiliazioni che ho dovuto subire, non mi sono mai pentito. Mai.»

Cinna gli asciugò le lacrime che gli rigavano le guance. «Ti amo e non voglio che mi trasformino in un mostro senza cuore e coscienza, Ginger.»

«Il tuo cuore è sempre stato al posto giusto e sempre lo sarà, ne sono certo. Anche se questo vorrà dire perdere tutto, persino la vita. Ti conosco troppo bene.»

«Grazie» bisbigliò Cinna, commosso.

«Questo non vuol dire che ci perderemo il nostro grande rientro nel mondo che conta!» disse Cicero con tono nuovamente garrulo. «Saremo i migliori: i settantaquattresimi Hunger Games saranno ricordati come quelli di Cinna!»

«Sei incorreggibile» sospirò il giovane.

«Dobbiamo riuscire a spuntare un buon Distretto. L'ideale sarebbe il 2, ma come nuovo arrivo sarà impossibile...»

«Non dovrebbe essere un estrazione a sorte?» ironizzò Cinna.

«Certo, ufficialmente è così: la suspance piace molto al pubblico. La realtà è che il risultato delle urne si può facilmente pilotare» rispose Cicero con noncuranza. «Con le mie conoscenze forse riusciremo ad ottenere un sesto Distretto, per ora. Ma abbi pazienza e fiducia: con la mia esperienza e la tua genialità nel giro di pochi anni arriveremo ai primi Distretti. A quel punto gestiremo, oltre la sfilata iniziale, le interviste e la gara, anche il Tour della Vittoria. Quello è il massimo: enorme share televisivo e un vestito nuovo per ogni Distretto visitato. Nel mio piccolo, ho gestito ben cinque vincitori delle passate edizioni...»

«E non uno di loro ti ha cercato in questi anni!»

«Uff, cosa conta? Quelli sono solo gente dei Distretti, non sono importanti. Uno di loro era talmente fatto di memorfina, che dubito che si ricordasse il suo nome» ridacchiò Cicero.

Cinna appoggiò la schiena alla spalliera del letto, incrociò le braccia e lasciò il suo compagno chiacchierare senza dire nulla per oltre mezz'ora. «Ci tieni tanto, vero?» chiese, infine, quando l'altro s'interruppe un attimo per prendere fiato.

Il compagno annuì, raggiante di felicità.

«D'accordo. Ma alle mie condizioni.»

«Quali condizioni?» chiese Cicero interdetto.

«Punto uno: tu sei parte del mio staff, discuteremo ogni dettaglio, ma la decisione ultima spetterà soltanto a me e a Portia.»

«Come vuoi, ma non credere che ti permetterò di fare sciocchezze.»

«Punto due: basta sorprese. D'ora in avanti saprò ogni cosa in anticipo.»

«Neanche una sorpresina piccola piccola?»

«No. Punto tre: voglio il Distretto 12.»

«Ma sei pazzo? Quello è il peggiore di tutti: nessuno stilista ha mai tirato fuori nulla di buono da quel postaccio. Assolutamente no!»

«Allora presenterò ufficiale rinuncia domani mattina» minacciò Cinna.

«Quelli non vincono mai!» commentò Cicero, con tono schifato.

«Questo non ti sembra un buon motivo per cui debbano essere vestiti bene?» chiese con dolcezza Cinna.

«Faranno un'unica, desolante comparsa e poi spariranno immediatamente. Anche nell'Arena, a parte uno che è stato decisamente scaltro, si sono dimostrati tutti pessimi: se uno di loro supererà la prima giornata sarà un miracolo!»

«Per questa ragione daremo loro un attimo di brillante fulgore: saranno come delle supernove, di breve durata, certo, ma di accecante bellezza.»

«Mi piace l'idea dell'accecante bellezza. Ma sarà apprezzato dal pubblico?» chiese Cicero, scettico.

«Perché Bebe Linda è stata la più grande Stratega di Capitol City?» chiese Cinna.

«Perché era brava?»

«Perché non aveva paura di osare: ogni Edizione era totalmente diversa dalle precedenti, mai una ripetizione o una caduta di stile. Il pubblico più di tutto vuole essere stupito. Ibridi, mari, monti, foreste, deserti, navi, valli innevate, tutto è già stato visto. Ma mai, prima d'ora, qualcuno ha mostrato i perdenti nel loro splendore. Saranno i primi e il popolo li amerà. Fidati, Ginger, riotterrai tutto ciò che hai perso. Per colpa mia sei stato punito, grazie a me tornerai nell'Olimpo, così lo hai chiamato, vero?»

Cicero batté le mani entusiasta. «Cominciamo subito, allora» disse e si alzò di scatto dal letto.

«No.»

«Cosa c'è ancora?» chiese esasperato.

«Prima devo attendere il mandato...»

«Oh, quello è già tuo. Nessuno vuole il 12, lo otterrai anche senza che muova un dito. Cominciamo?»

«Solo dopo la Mietitura»

«Perché attendere tanto?»

«Per vedere chi saranno, ovvio!» rispose Cinna.

«Oh, quello. Non è necessario. Basterà creare un modello standard per una coppia di adolescenti e poi li adatteremo alle misure» disse Cicero liquidando il problema con un cenno della mano. «Si fa sempre così.»

«Non io. Voglio vedere quei due ragazzi negli occhi, conoscere le loro storie e poi creare qualcosa che sia solo ed esclusivamente loro.»

«Se ti fa piacere, anche se non ne capisco il motivo» commentò il rosso.

«È il mio modo di onorare il loro sacrificio. Tutti qui, a Capitol City, tendiamo a dimenticare che quelli sono solo dei ragazzini che vanno a morire per il nostro intrattenimento. I tributi del Distretto 12 non saranno solo carne da cannone, ci penserò io a renderli indimenticabili e a farli vedere per quello che realmente sono: due esseri umani!» spiegò Cinna.

«Attento, amore mio, questo è un discorso sovversivo» lo ammonì Cicero. «Rischiamo una brutta fine se qualcuno ti sente!»

«Queste sono le mie intenzioni e le mie idee, Ginger. Se non sei d'accordo, se ritieni tutto ciò troppo pericoloso, dillo subito e chiudiamo tutto qui e ora.» disse Cinna, si avvicinò al compagno e lo abbracciò. «Non voglio che tu soffra ancora a causa mia. Lascerò l'atelier e farò tutto da solo se preferisci.»

Cicero rimase in silenzio per qualche minuto e poi sospirò. «Sei crudele a pormi di nuovo questo dilemma: vita o amore.»

«Scusa...»

«Shh, lasciami finire. L'ho detto anni fa a Snow e lo ripeto a te oggi: scelgo l'amore perché senza te non esisterebbe la mia vita.»

Cinna lo baciò appassionatamente. «Sei sicuro?»

«Assolutamente! Anche perché sei decisamente meglio di Snow: lui mi schiaffeggiò e mi derise, tu mi baci e mi ami. Come potrei non morire con te o per te?»

Prima che Cinna potesse replicare, qualcuno suonò alla porta. «Aspettiamo qualcuno?» chiese e cominciò a rivestirsi rapidamente.

«Sorpresa!» esclamò Cicero che si stava infilando i pantaloni.

«Naturalmente» sospirò Cinna e si avviò verso la porta di casa.

 

 

 

 

 

Note: questa storia è nata grazie a un idea di Jakefan (scusa se hai dovuto aspettare tanto ma è stato un periodo travagliato) e a una chiacchierata con Dragana.

Oggi è il compleanno di una delle colpevoli, quindi tanti auguri. Spero il pensiero ti sia piaciuto.

La storia si svolge prima dei tre libri HG e spiega, secondo me, perché Cinna voglia assolutamente il Distretto 12 e aiuti tanto Katniss.

Ringrazio Vannagio per il prezioso aiuto <3 e tutti i lettori che sono giunti fino a qui.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: fila