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Autore: Kimera_96    17/10/2012    1 recensioni
[Disney]
Questa storia prende liberamente (ma moolto liberamente) dalla trama della famosa favola da cui prende il nome.
Questa Cenerentola vive nella realtà contemporanea, potrebbe essere la tua vicina di casa o una tua compagna di scuola.
Ho cercato di immaginarmi come sarebbero potuti essere ricoperti i personaggi principali di questa storia, spero vi divertirà scoprirlo :)
Consigli e critiche sono bene accette e anzi richieste ^^
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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II - Carattere e particolarità del personaggio principale e altri personaggi

[capitolo di transizione]


Cenerentola... Cenerentola!

Si rigira inquieta tra le coperte. Che storia assurda: farsi condizionare così da una bambina pestifera, aveva proprio raggiunto il fondo. Lei ce l’aveva, un nome, eccome se ce l'aveva! Scatta l'allarme della sveglia, crudele come un secchio d'acqua gelida.

Sti cazzi.

Forse la giornata aggiusterà con una bella tazza di cereali... forse.

Sta per addentare la prima cucchiaiata della sua colazione quando suona freneticamente il campanello. Rassegnata, poggia il cucchiaio nella ciotola e sospirando si avvia alla porta, passandosi una mano sulla testa bionda, frizionandola e rendendola ancora più scombinata di quanto non fosse già.

“Chi è?” dice avvicinando l’occhio allo spioncino.

“Cretina apri! Sto morendo di freddo e ho bisogno di una doccia, meno male che sei già alzata: la prepari tu la colazione alle bambine, io mi butto sotto l’acqua. La polvere che entra in casa è impressionante, dovrei cambiare gli infissi...”

Sempre dolce e carica d’affetto e attenzioni la signora Agnese, mentre si avvia senza degnarla di un'occhiata nella sua camera.

Non le resta che chiudere la porta di casa e dirigersi verso il ripiano della cucina, appoggiandovisi con i polpastrelli.

E’ il momento del rituale!

Chiudendo gli occhi raddrizza le spalle, facendo scricchiolare le vertebre.

Ho poco tempo: preparare la colazione alle bambine; vestirmi; fare vestire le bambine; fare il caffè per la signora Agnese; chiamare Noemi; mettere gli zaini delle bambine; riordinare la tavola. Obiettivo: arrivare a scuola con Noemi in orario. Sopravvivere.

E' un conto alla rovescia. Canzone della giornata: Countdown – Beyoncé.

La musica parte sparata nella testa bionda che è già sparita dentro la dispensa, portandone fuori cereali, biscotti, latte, cacao, piatti, che dispone tutti sulla tavola della cucina, dove trangugia la sua ciotola di cereali prima di schizzare verso la camera delle gemelle.

-ORCHESSINE GIU' DAL LETTOOO!!!

Urla spalancando la porta, con quanto più fiato ha in gola.

Ora è il suo armadio ad essere spalancato e vengono artigliati un paio di jeans, un top e la felpa Desigual che le aveva regalato sua zia quando era stata in Spagna. Sta un secondo di più a rimirarne la fantasia e i colori prima di riscuotersi e fiondarsi sullo zaino per controllare di aver preso tutto dopo aver rintracciato e indossato le scarpe da tennis.

Ok, respira. Adesso: zaino in cucina e bambine in camera!

Peccato che nel tragitto il piede decide di inciampare nell'angolo del tappeto polveroso del corridoio, facendola finire lunga distesa sull'intricata fantasia persiana.

-Ecco dove dovrebbe stare la nostra Cenerina: in mezzo alla polvere! Non concordi, principessina Anastasia?

-Assolutamente d'accordo, principessina Genoveffa! Cara Cenerella, dove sono i tuoi topolini? Dovremmo dire a mamma di comprarci un gatto, per mangiarsi tutti i topini di Cenerina!

L'oggetto della conversazione non si degna nemmeno di alzare la fronte, spera solo che le due pesti se ne vadano nella loro camera per poter andare a preparare il caffè della signora Agnese in santa pace, già si sente il rumore dell'asciugacapelli.

Intenta a cercare di sopprimere intenti omicidi, la ragazza non si accorge che i piedi paffuti delle orchessine non cercano di evitarla, passando per il lato del corridoio, ma che si dirigono senza esitazioni su di lei.

Un tallone piantato nella scapola le mozza il respiro e un altro piantato nella spina dorsale le procura un male atroce.

Ma che cazzo è saltato loro in mente??

E le salta in testa l'immagine di un qualsiasi cartone animato, in cui il principe o re che fosse passava sopra a un servo prostrato. Una scena esilarante in un film, per niente nella realtà.

La ragazza si contorce sotto i piedi delle pesti e afferra le loro caviglie trascinandole a terra con lei, sovrastandole. Non urla. Non è arrabbiata. Vuole che quelle bambine capiscano.

- La vita non è un cartone, né un film, e nemmeno una favola, se non lo capite adesso e non rispettate le persone che vi stanno intorno ne pagherete le conseguenze!

Per tutta risposta le orchessine si mettono a urlare e scalciare, manco fosse il mostro uscito dall'armadio, e se ne scappano nella loro camera.

Non ha nemmeno il tempo di prendere fiato che già la signora Agnese esce dal bagno.

- Dov'è il mio caffè? Che diamine ci fai sul tappeto?

Le passa accanto, avvolta nell'accappatoio, e si dirige nella stanza delle gemelle, chiudendo la porta si ode un “Amori miei, buongiorno...

Ok, chiamare Noemi e fare il caffè.

La canzone è ripartita nella testa. Prende in mano il cellulare che fa partire la chiamata rapida mentre lo incastra tra l'orecchio e la spalla, lanciando lo zaino vicino alla porta della cucina. Arrivata alla macchinetta del caffè, armeggia con le tazzina, la cialda e lo zucchero quando l'amica le risponde.

- Amore mio, buongiorno! Hai bisogno di un passaggio? Stavo giusto scendendo.

-Noemi, grazie mille! Se riuscissi a passare mi faresti un grande favore... Giada mi ha mandato un messaggio ieri notte, dice che le è venuto un febbrone da cavallo!

- Sono da te tra cinque minuti gioia, fatti trovare pronta!

Grazie al ciel... Merda!

Mentre rimette il telefono in tasca le cade del caffè sul pantalone e sulle mattonelle. Mandando a quel paese la macchia sul pavimento si avvia cautamente nel corridoio con la tazzina in mano. A metà strada incontra la signora Agnese.

- Finalmente il mio caffè! Hai messo gli zaini delle bimbe in macchina?

- Ancora no, ora vado a prenderli... Mi viene a prendere...

Ma la donna se ne è tornata in camera sua con la tazzina in mano, per andarsi a vestire.

Resisti! Non esplodere ora! Ti sta venendo a prendere Noemi! Re-si-sti!

Va per spalancare la porta delle cretine... chiusa.

Corruga la fronte in un momento di confusione. Loro non hanno la chiave.

Su questo la signora Agnese non transige: niente porte chiuse a chiave, né per la figlioccia né per le “cucciole”, eccenzion fatta per la padrona di casa.

Il pouf letto!

Sente le guance diventare incandescenti. Quasi quasi le chiude dentro sul serio... Ha scoperto da tempo dove sono nascoste le chiavi delle loro camere, in fondo a quel cassetto della cucina. Sarebbe così facile...

La spallata contro il legno della porta è forte tanto da farla aprire per una buona metà: scavalca il pouf rosa, facendo irruzione in quella che è in tutto e per tutto una cerimonia di incoronazione in piena regola, contornata dai pupazzi di peluche come spettatori.

Individuati gli zaini, li prende senza curarsi di chiedere se siano pronti o no ed esce senza pronunciare una sillaba.

Breve tappa in bagno per lavarsi i denti e acconciarsi i capelli in una veloce coda di cavallo prima di correre in cucina per riordinare la confusione del tavolo, recuperare gli zaini di tutti, prendere la sua giacca e le chiavi dal piccolo ingresso e uscire sul pianerottolo, in tempo per rispondere alla chiamata dell'amica.

-Sì, sì, sto scendendo adesso. Metto in macchina le borse e ti raggiungo all'angolo? Perfetto a dopo. Ciao, ciao...

 

La portiera si chiude con violenza mentre la testa della ragazza si abbatte sul contenitore dell'airbag.

Noemi è una buona amica, aspetta con pazienza che lei riprenda fiato, rimetta a posto tutte le emozioni che la rendono stanca ed elettrica da inizio giornata.

Ha la carnagione più bella che gli occhi della bionda avessero mai visto: scura come l'ebano e liscia e morbida come seta. I suoi occhi scuri e intensi sono incorniciati da folte ciglia, fantastiche senza alcun bisogno di mascara, e illuminati solo da un po' di ombretto.

Carezza la schiena dell'altra con dolcezza e fare materno.

Parla con le sue labbra piene, chinandosi verso di lei e facendo scivolare i suoi capelli scuri e mossi sulla spalla.

-Ne vuoi parlare?

-Faremo tardi.

Non voleva essere così sgarbata. Le stava facendo un favore passandola a prendere.

-Amore mio, si vede che stai per scoppiare... Sicura di volere andare a scuola? Se vuoi andiamo un po' in giro insieme. Potremo anche passare a trovare Giada...

Lo dice sorridendo incoraggiante e l'idea è molto allettante. Deve avere davvero un aspetto orribile perché Noemi non è il tipo che marina la scuola con leggerezza.

Ho bisogno di parlare con le mie amiche... Dannazione all'interrogazione di storia!

-Magari possiamo andare da lei dopo scuola.

Lo dice voltandosi leggermente verso la bruna, sempre con la fronte appoggiata alla macchina.

-Per me va bene. Allora si parte!

Mette in moto il motore e inizia la manovra per uscire dal parcheggio improvvisato.

-Comunque, lasciatelo dire, ti trattano peggio di una servetta, cara Cenerentola!

Non sa quello che c'è dietro, l'ha detto con leggerezza cercando di farla ridere e tirarle su il morale, ma è lì che la ragazza scatta, raddrizzandosi sul sedile.

-Non chiamarmi Cenerentola!

Vedendo gli occhi lucidi dell'amica, Noemi accosta subito e abbraccia la giovane che scoppia a piangere, scaricando la tensione di quel fine settimana di merda.

-Scusami, non volevo. Non ci andiamo a scuola, non ti ci porto se sei così tesa: azzanneresti qualche professore!

L'altra ride tra i singhiozzi.

-Forza, Angelina! Adesso andiamo in piazza, ci sediamo e ti sfoghi un po'.

 

 

N.A.

Scusate l'orrenda e indecente attesa.

So di non avere scusanti ma spero che vi sia piaciuto ugualmente questo capitolo :)

Mi darò da fare per scrivere il successivo ;)

Grazie mille per avere letto e se mi lasciaste una recensione con la vostra opinione mi farebbe più che piacere :D

Baci

Kimera.

  
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