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Autore: WellBeAlright    17/10/2012    1 recensioni
Una lezione come le altre, una domanda che diede il via al migliorare del mio umore, non solo di giorno ma anche di notte. Un mese passò rapido, il secondo ancora di più, gli incubi erano finalmente usciti dalla mia testa, tutto era tranquillo. Come avevo sempre sperato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un grido invase la mia gola e le mie orecchie, ancora, nel bel mezzo della notte mi svegliai di soprassalto. 
I miei occhi lucidi chiedevano pietà, sempre arrossati e pieni di lacrime facevo perfino fatica a tenerli aperti, il cuore a mille mi esplodeva dal petto, il respiro affannato riuscivo a sentirlo forte e chiaro quando i singhiozzi si interrompevano.
Una parola, una persona.
Jason.
Continuava a bussare alla porta della mia mente appena prendevo sonno, quella scena si ripeteva ogni notte, come se non fosse stato abbastanza viverla.
In quel momento giuro di aver provato amore vero, poter stare al suo fianco così era la parte più bella di quell'estate afosa. Pensavo fosse la persona giusta per la prima volta ma mi sbagliavo. Ora lui è fuori dalla mia vita, ma mai, mai, del tutto fuori dalla mia testa. 
Odio rivedere la sua faccia, immaginare quei momenti, immaginare lui sussurrarmi 'ti amo' o baciarmi il collo. Lo odio.

Calcavo forte la matita sul quaderno di matematica, odiavo anche quella materia, mi annoiava così tanto, non riuscivo a seguire niente e come al solito mi ritrovai prensieri sgradevoli rigirarmi nella testa.
-Kristen, tutto bene?
Mi voltai alla mia sinistra.
-C-come?
-Così bucherai il foglio.
Mi sorrise.
Quel ragazzo mi stupiva, sin dal primo giorno di scuola lo tenevo a distanza, cercavo di evitarlo, non volevo ragazzi intorno, ma lui...
Lui sembrava essere così socievole e simpatico, come se non fare amicizia anche con me non lo rendesse abbastanza contento.
Buttai un'occhiata al quaderno e mollai la matita.
-Ah... già.
Sforzai un sorriso e poggiai il mento sul palmo della mano fingendo di ascoltare la lezione.
I giorni scorrevano veloci ma non si poteva dire lo stesso delle notti. Facevo sempre qualche incubo, Jason era un protagonista oppure rivedevo quella scena e tutte le volte il mio cuore cadeva in frantumi sapendo che tutto ciò che voleva non era il nostro legame ma solo usarmi.

-Potresti dirmi i compiti di fisica?
Chiese sorridente il mio compagno di banco. Occhi color caramello, capelli chiari e sparati all'insù, denti bianchissimi e labbra rosee.
Una vampata di calore colpì le mie guance, erano rosse nel 99,9 percento dei casi quando lui mi stava attorno.
Gli passai il diario con la mano destra.
-Grazie.
Sorrise ancora.
-Tu... ehm... tu ti ricordi come mi chiamo, vero?
Mi chiese.
Sì, me lo ricordavo. Una delle poche cose che riuscivo a tenere nella mente era il suo nome e cognome.
-Bieber. 
Dissi sorridendo mentre copiavo l'espressione dalla lavagna.
Lui mi guardava sorridente.
-E... Il nome?
-Justin. 
Dissi sorridendo a labbra chiuse buttandogli un'occhiata.
Ricambiò il sorriso e mi rimise il diario sul banco.
-Un giorno potremmo... uscire.
Ci fu una breve pausa e il mio cuore iniziò ad aumentare i battiti.
-Se ti va, ovvio.
-Sisi, assolutamente!
-Tanner! Qualche problema?
Interruppe il prof.
-No, scusi.
-Bene, esegua l'espressione in silenzio.
Ripresi a scrivere mentre sentivo Justin ridere sotto i baffi.
Da quel giorno iniziò tutto.

Una lezione come le altre, una domanda che diede il via al migliorare del mio umore, non solo di giorno ma anche di notte. Un mese passò rapido, il secondo ancora di più, gli incubi erano finalmente usciti dalla mia testa, tutto era tranquillo. Come avevo sempre sperato.
-Amore buona notte.
Disse appena prima di poggiare le sue rosee e morbide labbra sulle mie.
-Buona notte.
Dissi entrando in casa.
Era fantastico, ogni sua parola mi rallegrava la giornata, qualunque essa sia, il suo sorriso indescrivibile avrebbe potuto far invidia alla luna e quando mi teneva forte tra le sue braccia non pensavo a niente, solo che ero al sicuro e che su di lui potevo contare. Sempre.
Da lì ad una settimana successe quello che non avevo ancora, ne avevo intenzione di programmare.
Mi baciò delicatamente il collo, facendomi provare un brivido lungo la schiena, che con la sua mano destra sentì. Ridacchiò e sentii il suo fiato sul mio collo, iniziando a passare la sua mano su e giù lungo la mia schiena scoperta. La mia maglietta si era impigliata nel reggiseno ma a Justin non sembrava importare.
Sentii la punta del suo naso sulla mia guancia e dinuovo il suo fiato.
-Vieni con me.
Disse con una voce suadente, era un uomo non un ragazzino. Tutto ciò mi attraeva tanto.
Mi spinse delicatamente in piedi e si alzò, abbassò la mia maglietta e mi abbracciò da dietro. 
-Dove andiamo?
-Shh.
Sussurrò al mio orecchio, mi lasciavo portare da lui nonostante fosse dietro di me.
Arrivammo nella sua camera degli ospiti, sussultai alla vista di un letto matrimoniale. Avevo capito.
-Ehi tranquilla.
Disse guardandomi negli occhi, mi prese le mani e insieme valcammo la soglia della stanza e Justin con il piede sbattè violentemente la porta.
Una strana paura invase il mio corpo, ogni mia cellula era terrorizzata. Non ancora, non l'avevo superato del tutto.
Mi portò vicino al letto ed iniziò a baciarmi, sentivo l'adrenalina correre dentro di me. Questo ragazzo era nato per farmi ribollire il sangue nelle vene, per farmi provare sensazioni degne d'un adulto ma fino a quel momento non me ne ero mai accorta.
Era davanti a me, io con la schiena al muro, lui con le braccia distese e mani contro quella parete bianca. Potevo vedere le sue vene. 
Si allontanò di scatto da me, facendomi sobbalzare. Fece un passo indietro e si sbottonò velocemente la camicia che prepotentemente gettò alle sue spalle.
Venne di nuovo verso di me, per poter riappoggiare le sue mani lungo le mie curve di diciassettenne.
Poggiai le mani sul suo petto muscoloso ma non troppo pronunciato. Bolliva. Era così caldo al contatto con la mia delicata pelle. 
Iniziò a prendere respiri profondi in quelle frazioni di tempo in cui le sue labbra rosee si allontanavano dalle mie.
Strinsi il pugno sul suo petto quando tentò di riavvicinarsi.
Abbassai la testa e l'accoccolai sulla sua spalla.
-No, Justin. . .
Dissi.
-Perchè no ?
Disse calmo abbracciandomi. Il calore della sua pelle era così piacevole, le sue braccia attorno a me così rassicuranti.
-Io non ce la faccio ancora.
-Io non sono Jason, non ti sto usando.
Deglutii rumorosamente e in seguito presi un respiro profondo.
-Voglio solo farti mia.
Sussurrò, poi mi baciò i capelli.
-Ma io sono già tua.
Sospirai.
-Allora... possiamo aspettare.
Disse.
Sorrisi e lo baciai sulla spalla.
-Scusa. 
Gli sussurrai.
-Scusami tu, non avrei dovuto essere così frettoloso. Ti amo.
Quanto ti ami, ragazzo, non puoi neanche lontanamente immaginarlo.

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Non l'ho riletto, l'ho scritto senza nemmeno pensarci troppo, l'ultimo pezzo l'avevo scritto tempo fa ma non ci avevo mai combinato nulla, ora finalmente ha un suo scopo. c:
Spero vi sia piaciuta questa one shot, è un po' che non scrivo... E' tutto molto riassunto, non so, mi andava di non soffermarmi troppo.
Se non chiedo troppo, potete lasciarmi una recensione? Basta un parere veloce, vorrei solamente sapere com'è uscita questa one shot. 
Un bracio. 
@Drewslollipop on twittaaah. c:
   
 
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