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Autore: Ema Penniman    17/10/2012    1 recensioni
Perchè entrambi sanno di appartenere l'uno all'altro...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Tu sei il mio migliore amico, vero?” chiese Nick Duval a Jeff, mentre guardavano, come sempre in camera del biondo, le nuove puntate di American Horror Story.

“Si, certo” rispose il ragazzo non prestandogli particolare attenzione, ma continuando a mangiare patatine e spargendo briciole ovunque.

Nick sospirò deluso e decise di far cadere il discorso, tornando a guardare lo schermo del computer.

A tarda serata si addormentarono insieme, come sempre. O meglio, Jeff si addormentò, Nick rimase sveglio tutta la notte a riflettere.

Riflettere su quello che stava per fare.

Se il biondo lo avesse ascoltato, gli avrebbe confessato di essere innamorato di lui? Ne sarebbe stato veramente capace o come tutte le altre volte che era sul punto di rivelarglielo avrebbe cambiato discorso?



Nick era apertamente gay. Lui non aveva mai avuto problemi con la sua sessualità. Ma i suoi a quanto pare non la pensavano nello stesso modo.

Lo detestavano, non riuscivano a sopportare l’idea di avere un figlio gay. Quindi, per toglierselo dalle scatole, l’avevano rinchiuso alla Dalton.

Lo odiavano, preferivano a lui la sua adorabile e graziosissima sorellina dai capelli biondi e dal nasino perfetto.

Quando era stato “spedito” in quella scuola maschile, il mondo gli era letteralmente crollato addosso.

Era stato relegato fra quelle quattro mura. Bellissime, stupende, sicure oltre ogni immaginazione, ma pur sempre mura dalle quali non era più uscito.

L’aveva sempre definita la gabbia più bella che avesse mai visto.



Il primo giorno in cui era stato scaricato lì, gli era stata assegnata una stanza, che divideva ancora con il suo coinquilino Blaine.

Erano diventati subito ottimi amici, forse accomunati dal fatto di essere entrambi omosessuali, ma nulla oltre questo.

Non avevano mai provato nessuna attrazione fisica l’uno per l’altro.

Poi il secondo anno di permanenza in quella scuola era arrivato lui.

Il suo personale angelo custode.

Il ragazzo più bello e dolce che avesse mai visto.

Lui e Jeff avevano subito stretto amicizia. Non passava secondo che non fossero insieme.

L’unico problema per Nick era che Jeff fosse etero, o almeno così credeva lui, perché il biondo non aveva mai detto apertamente che gli piacessero le ragazze, ma a volte, quando si trovavano con gli altri Warblers non mancava di fare apprezzamenti ogni qual volta s’intavolava l’argomento.

Quindi per Nick non c’era la minima speranza che il sentimento per lo spilungone fosse ricambiato.



Il moro continuò a guardare il ragazzo che russava abbarbicato al cuscino come un koala, accarezzandogli piano le ciocche bionde, sperando di non svegliarlo.


La mattina dopo Nick si svegliò all’alba. Aveva dormito pochissimo, e mai per più di qualche minuto consecutivo.

Ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva Jeff, oppure Jeff e un altro ragazzo, o Jeff che gli voltava le spalle profondamente deluso.

Sgusciò via dal letto, mentre il ragazzo che ancora dormiva, si sistemava meglio sul materasso, continuando a respirare dolcemente.

Uscì dalla camera facendo attenzione a non fare rumore e si rintanò nella sua.

Entrò con le chiavi perché, ovviamente, Blaine aveva chiuso la serratura con una doppia mandata

Ma è mai possibile che quell’idiota abbia così paura di dormire da solo?!?

Chiuse la porta cercando di fare il minimo rumore per non svegliare il ragazzo, e nell’oscurità della stanza si avvicinò al suo letto

“Hai dormito da Jeff?”

Merda

“Che ci fai sveglio a quest’ora?” chiese sviando la domanda.

“Sono stato da Kurt, sono tornato dieci minuti fa” spiegò Blaine, per poi sospirare “Lo so che sei stato con Jeff, e so anche che non gli hai detto nulla”

Nick sbuffò sonoramente e si abbandonò sul letto.

“Nick, te l’ho detto, devi parlargli assolutamente, questa situazione non può andare avanti, è sbagliato, e lo sai anche tu” continuò il riccio con voce più dolce.

“Lo so, ma cosa posso fare? Non posso andare da lui e dirgli <<
Hey, senti. Sei il mio migliore amico, ma io sono innamorato di te da due anni>> non posso farlo Blaine” Nick affondò la testa nel cuscino sentendo gli occhi bruciare.

Blaine si avvicinò e si sedette sul letto del moro accarezzandogli la schiena “Vedrai che le cose si sistemeranno da sole, abbi un po’ di fiducia”



Nick quel giorno non mise il naso fuori dalla sua stanza. Ovviamente Blaine lo coprì con i professori, raccontando che il ragazzo la sera prima aveva preso un colpo di vento e ora aveva la febbre.


Toc.toc.toc.

Più tardi quello stesso pomeriggio, tre colpi sul legno della porta, costrinsero Nick a tornare nel mondo dei vivi.

“È aperto” rispose Nick con il viso nel cuscino.

Un ragazzo dalla testa bionda entrò nella stanza come un fulmine, buttandosi sul letto.

“Nick, ma come ti viene di stare male nel periodo delle regionali?!” scosse la testa contrariato “guarda ti ho portato gli spartiti, e poi ti lament- Hey, Nick. Ma che è successo?” il moro si era girato verso di lui. Aveva gli occhi gonfi per aver pianto tutta la mattinata e le iridi particolarmente chiare

A quelle parole che gli aveva rivolto Jeff però non era riuscito a trattenersi dallo scoppiare nuovamente in lacrime, abbracciando il suo migliore amico.

Questo, totalmente preso alla sprovvista si era irrigidito notevolmente, ma poi aveva ricambiato la stretta ed aveva iniziato ad accarezzare la schiena del moro, sussurrandogli che andava tutto bene.

Sentendo dire ciò però il cuore di Nick si ruppe un altro po’. Era arrivato il momento di dirglielo.

Si addormentò rassicurato dalla stretta delle braccia di Jeff.



Il giorno dopo si svolse normalmente, fino alla fine delle lezioni.

“Nick, passi da me?” chiese Jeff all’amico.

Quello annuì ed iniziò a seguire il ragazzo.

Arrivati in camera scherzarono per un po’, normalmente, finchè ad un tratto Jeff non si fece serio, cosa assai strana trattandosi del biondo

“Nick, cosa è successo ieri?”

Ecco, la domanda alla quale Nick cercava in tutti i modi di trovare una risposta decente da dare al biondo.

Tutta l’allegria di prima sembrò svanire come risucchiata da un buco nero.

Si sedette sul letto del ragazzo iniziando a torturarsi le mani, stando ben attento a non incrociare mai lo sguardo con quello dell’altro.

“Io… Jeff, mi dispiace davvero tantissimo” iniziò Nick con voce tremante “non volevo che lo venissi mai a sapere, ma- mi dispiace così tanto, ma non ce la faccio più” si alzò in piedi, trattenendo le lacrime che premevano per uscire incontrando lo sguardo confuso del biondo “mi sono innamorato di te” disse.

Uscì, o forse e meglio dire che scappò dalla stanza di Jeff, sussurrando per l’ennesima volta che gli dispiaceva, e nemmeno i richiami del biondo lo fermarono.

I giorni seguenti furono terribili, ogni volta che s’incontravano per caso nei corridoi o in classe Nick si volatilizzava, impedendo a Jeff di parlargli.

Faceva male, troppo male, ma almeno si era tolto un peso dal petto. Era consapevole che il ragazzo non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, ma non avrebbe mai potuto continuare a convivere con quel patema d’animo.



Lo stato di trans di Nick venne interrotto da un bussare piuttosto forte “Nick, apri” urlò il riccio dall’altro lato della porta.

“Blaine, cazzo hai le chiavi, smettila di rompere”

Il bussare continuò e Nick sbuffando si alzò dal letto per andare a fare una super sfuriata al suo compagno.
“Blaine, sei un rompicoglioni unico, devi smetterla di dimenticarti le chi-” le parole gli morirono in bocca quando vide che dietro Blaine, che lo guardava con uno sguardo colpevole, c’era Jeff.

“Eahm… scusate, devo… devo andare” balbettò in cerca di una scusa plausibile per potersi sottrarre a quella situazione imbarazzante.

Ma era già troppo tardi, perché Blaine aveva sfilato le chiavi da dietro la toppa e aveva spinto Jeff dentro per poi chiudere a chiave la serratura.

Nick sbuffò frustrato “Bene, scusa la stupidità del mio coinquilino, ora vado a pestarlo per bene” disse il moro aprendo la finestra iniziando a scavalcare, fortuna che la loro camera era al piano terra.

“Fermo” Jeff lo bloccò per un polso e Nick non potè fare a meno di voltarsi di scatto verso il biondo.

Jeff lo attirò a se e lo abbracciò.

Il moro non rispose, rimanendo immobile sperando solamente che quel contatto non finisse mai.

“Grazie al cielo” Jeff parlò senza però spostarsi minimamente da quella posizione “e io che pensavo che per tutto questo tempo ti piacesse quel nano con il gel” mormorò prima di unire le sue labbra con quelle del più basso in un bacio dolce e delicato.

Infondo erano due anni che entrambi aspettavano questo momento.





Spazzietto di Ema

Piccola storiella sui miei Warblers preferiti <3 Io adoro Nick e Jeff ^-^
Non so perchè ho scritto una cosa del genere, ma oggi durante la spiegazione di filosofia ho avuto un'ispirazione ed ho deciso di scrivere xD
   
 
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