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Autore: AxlCharityBip    19/10/2012    3 recensioni
Zayn non avrebbe dimenticato. Zayn avrebbe sofferto, mentre si scopava una bionda nel bagno di un bar. Zayn avrebbe pianto, nascosto dal fumo della sua sigaretta. // FF Zarry.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due.
 I'm a broken rose.

 

 

Quella mattina a svegliarlo era stata la voce irritante di Lou, seguita da una protesta di Harry. «Che ci fai qui?» La sua voce era ancora impastata dal sonno, le guance che tradivano i segni delle lacrime, e sperava che Zayn non si svegliasse. Purtroppo, però, la voce di Louis era sin troppo irritante e squillante in quel momento, per impedire che il moro si svgliasse, di soprassalto, chiedendosi cosa stesse succedendo. «Cosa ci faccio qui? Sono il tuo ragazzo, e sono venuto a scusarmi per ieri sera, ma vedo che hai già trovato con chi rimpiazzarmi.» In risposta a Zayn, arrivò solo un'occhiata fulminante del ragazzo, mentre Harry tentava di spiegare che non era successo niente. «Lou, calmati. Mi ha solo fatto compagnia! Cosa ti aspettavi che avrei fatto? Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, tutto qui.» A quel punto, Zayn, credendo di non poter sopportare la conversazione, si vestì in fretta e uscì dalla stanza, sotto gli occhi dispiaciuti di Harry. Uscì dalla casa e si sedette sugli scalini davanti alla porta. Accese l'ultima sigaretta del pacchetto, pentendosi di aver accettato di dormire dall'amico, la sera prima, ed i flashback del loro bacio si facevano strada nei suoi pensieri. In che guaio si era cacciato? Sentii dei passi veloci e pesanti sui gradini, e poi, nonostante non lo stesse guardando, percepì l'occhiataccia di Louis, che in pochi secondi si girò e se ne andò.
Altri passi lo seguirono, stavolta più delicati e quasi strascicanti, fino a quando non sentì i capelli del riccio sfiorargli il collo e le sue mani stringergli il braccio. «Mi.. mi dispiace così tanto.. non sarebbe dovuto succedere. Io.. sono un idiota, scusami Zay.» Il moro fece spallucce, aspirando dalla sigaretta. «Immaginavo ci fosse qualcosa tra te e Louis da più di un anno ormai, sono io l'idiota. Sono caduto nel tuo giochetto, Hazza.» Un sorriso triste comparve sulle sue labbra, mentre buttava la sigaretta ancora non finita. Harry lo guardò, confuso. «Oh no, non guardarmi in quel modo - continuò Zayn - sappiamo entrambi che ti piacciono i giochi, non c'è da fartene una colpa. Però.. vedi, la cosa triste di tutto questo, è che non ti sei reso conto che anche Lou sta giocando con te. Una scopata, poi se ne va dalla sua Eleanor. Louis è semplicemente troppo possessivo per lasciarti andare.. quand'è stata l'ultima volta che ti ha detto 'ti amo'? Sinceramente, con gli occhi che gli brillavano. L'ultima volta che ti sei sentito al sicuro con lui, senza sentire il bisogno di rompere una tazza per chiedere l'aiuto di qualcuno..» Si fermò, sentendo i singhiozzi del più piccolo. «Piangi perché sai che è la verità? Sono dispiaciuto di dovertela dire io. Pensavo fossi abbastanza intelligente per capirlo.. o è forse vero che l'amore ci rende ciechi? Con me l'ha fatto sicuramente. M'ha fottuto in pieno. Sai cosa? Che io oggi lascio Perrie, perché prenderei in giro sia te che lei se continuassi questa storia, e sai cosa? Che Louis ora è a casa di Eleanor a fare l'amore, e tu sei qui a piangere sul mio braccio.. ed io voglio andarmene, Harry.» Il riccio continuava a piangere, bagnando la felpa di Zayn e stringendo la presa sul suo braccio. Si aggrappava a lui sperando che Lou tornasse, cercava di ingannare la nostalgia dei vecchi tempi. Cercava di far ingelosire il suo ragazzo segreto, così che sarebbe tornato correndo tra le sue braccia e si sarebbe scusato. Forse aveva ragione il moro, a dire che faceva tutto parte di uno stupido gioco. «Va' da lui..» Commentò flebilmente Zayn, spostando le mani di Harry dal suo braccio, che di risposta si portò le mani sul viso, perché non voleva essere debole. Non voleva dimostrarsi debole davanti al moro, a quella figura così forte ed autoritaria da mettere paura, a quel sorriso malinconico e gli occhi ardenti, non voleva che vedesse i suoi occhi smeraldo annegare nelle lacrime. «Ti stai distruggendo da solo.» E così dicendo, si alzò dal gradino e si incamminò per strada, lasciando il piccolo a piangere sulle scale, aspettando qualcosa. Aveva giocato fin troppo, ed alla fine era rimasto senza niente. Aveva giocato con Louis, poi con Zayn, ed ora era stato messo con le spalle al muro. E stavolta per fare la guerra, non l'amore.
 
Liam se ne era accorto che qualcosa non andava. Lo capiva dagli occhi di Zayn, dalle labbra mordicchiate di Harry, dal sorriso spento di Lou. 'Qualcosa non andava' si ripeteva, mentre i suoi compagni cantavano nello studio di registrazione. E Niall, inerme, li guardava aspettando che succedesse qualcosa. Che succedesse il solito, quello che succedeva tutti i giorni, il divertimento assoluto. Stava seduto a suonare la chitarra ed aspettava, aspettava che succedesse qualcosa, mentre un po' impaurito cantava a bassa voce. Aveva paura che si fosse rotto qualcosa di irreparabile, come un bicchiere di vetro che cade sul pavimento. 
E Zayn nel frattempo non poteva far altro che pensare a quanto sia adorabile Harry, con le fossette appena accennate e il labbro tra i denti. E Louis piangeva dentro di sé, chiedendosi quanto potesse essere stato stupido. Così iniziò a cantare, le labbra appoggiate al microfono. 
'Come up to meet you, tell you I'm sorry, you don't know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you, tell you I've set you apart..
Tell me your secrets, and ask me your questions, let's go back to the start.'*
Harry lo guardava con gli occhi spalancati e sorpresi, perché quella canzone descriveva tutto ciò che provavano uno per l'altro. 'No, no.' pensava, con la paura di affogare negli occhi di Louis. 'Non ci casco stavolta.'
Zayn uscì dalla sala, -irritato dalla voce di Lou per la seconda volta in una giornata- con l'intento di andare a prendere un caffè. Si fermò davanti alla macchinetta con i soldi in mano, non riusciva a smettere di pensare ad Harry, e poi a Perrie. Non aveva ancora avuto il coraggio di dirle che era finita, ogni volta che la vedeva sorridente e felice di avere una pausa dal lavoro per vederlo. Non aveva il coraggio di interrompere la vita meravigliosa che stava vivendo, eppure sapeva che avrebbe dovuto farlo. Chiuse gli occhi un istante, e subito dopo si accorse di qualcuno che correva in direzione dei camerini. Si voltò e vide i capelli ricci di Harry, prima di chiudersi nel camerino. Si avvicinò con cautela, poggiando l'orecchio sulla porta: Harry piangeva. Disperatamente. Bussò tre volte, poi sussurrò, con la voce roca per via delle prove. «Posso entrare? Hazza?» Nessuna risposta. «Harry, aprimi.. per favore.» Per un attimo restò interdetto dalle sue stesse parole, si era ridotto ad implorare il suo amato di aprirgli la porta per consolarlo. Sentì solo lo scatto della serratura, poi aprì la porta ed entrò chiudendosela nuovamente dietro. Lo vide accasciato al muro, con la testa fra le ginocchia, mentre i singhiozzi lo scuotevano violentemente. Si avvicinò ulteriormente, sedendosi accanto a lui. Cosa avrebbe dovuto fare in quella situazione? «Che succede? E' per.. Lou?» Gli sembrò di essere tornato a qualche giorno prima, quando Harry era andato a recuperarlo al parco, mentre lui era in lacrime. Era così, ogni giorno, lo sarebbe stato fino alla fine. C'erano entrambi per l'altro, c'era uno per fermare le lacrime dell'altro, sempre.
Nessuna risposta, di nuovo. «Senti.. non so perché stai così, sei sempre stato un po' debole Harry. Però, io ci sono. Sono qui per te, okay? Anche se non ti va di parlare: a me basta guardarti, mi basta stare con te.. e se non mi vuoi me ne vado, dimmi solo che stai bene. Dimmi che starai meglio, dimmi che è solo una fase. Mi stai facendo morire dentro, mi manca il tuo sorriso genuino, Styles.»
E a quelle parole Harry poteva solo calmarsi e accocolarsi contro la sua spalla, cercando di far tornare il respiro regolare. Nella mente si chiedeva perché dobbiamo amare sempre chi ci fa più male, e mai quello giusto. Zayn gli dava amore, l'amore vero. Lou gli dava solo ferite.. ferite su ferite, e si chiedeva come aveva fatto ad innamorarsi di un vigliacco come lui. 
Prese un respiro profondo e alzò il viso, asciugando le lacrime. «Sono scappato dallo studio, Zay, verranno a cercarmi. Non voglio.. non voglio vederlo di nuovo, non voglio sentire la sua voce, non voglio incrociare il suo sguardo. Voglio andare via di qui. Andiamo via, ti prego Zay. Andiamo via.» Quest'ultimo annuì, aiutando l'amico ad alzarsi da terra. «Gli diremo che hai l'influenza e che ti porto a casa, va bene?» Harry gli strinse la mano e sorrise, riconoscente. Lo seguì lungo il corridoio che portava alla saletta di registrazione, gli occhi gonfi e rossi sarebbero serviti per far capire in che stato si trovava, ma non voleva farsi vedere da Louis. «Ti aspetto i-in macchina.» Mormorò a Zayn, che subito dopo era entrato nella saletta e aveva spiegato la situazione.
 
A Harry piaceva stare solo. Gli piaceva leggere da solo, passeggiare da solo, mangiare da solo. Gli piaceva ascoltare la musica da solo, poteva pensare senza essere disturbato. Poteva analizzare una situazione e trovarne la giusta soluzione, però, ogni volta che vedeva due migliori amici, due innamorati, capiva che gli piaceva stare da solo, ma avrebbe preferito avere qualcuno accanto. 
E mentre era da solo, sdraiato nel letto di Zayn, -perché no, non voleva saperne di entrare in casa propria e sentire l'odore di Louis- pensava che avrebbe voluto averlo accanto, voleva sentirlo cantare mentre lo guardava con gli occhi che brillavano. Perché Harry aveva dato cuore ed anima a Louis, ed ora voleva solo sentirsi amato.. e forse, forse stava solo usando Zayn per essere felice. E si sentiva in colpa, ma aveva ormai dimenticato la felicità, e voleva riscoprirla. Le parole del moro della mattina stessa gli tornarono in mente, si rese conto che aveva ragione. Lo stava usando come un giocattolo, eppure.. eppure Zayn era ancora lì, a sorridergli amorevolmente. Zayn non si arrendeva mai quando voleva qualcosa, lottava fino a quando ne aveva le forze. Harry lo amava. 
Harry però, aveva giurato a Louis l'amore eterno, aveva pronunciato per lui le parole più dolci, ed ora quell'amore secondario gli stava così stretto, gli sembrava così vuoto.. perché negli occhi di Zayn ci sprofondava, in quelli di Louis leggeva l'amore. 
Come si possono amare due persone contemporaneamente? A questo Harry non sapeva darsi risposta. Amava Zayn, voleva renderlo e felice e voleva essere felice, ma gli occhi di Louis non andavano via dalla sua mente. 'Louis, Louis, ti amo Louis.' mormorò, sul punto di addormentarsi. E quando crollò nel mondo dei sogni, si rese conto che non c'era amore più bello di quello che provava per Louis. Si rese conto che non poteva scegliere, si rese conto che li voleva entrambi. E.. non poteva averli. Nessuno dei due.
 
Zayn, seduto sul divano a guardare la TV, aveva deciso che non aveva intenzione di far continuare quella situazione. Era stancante, impegnativa, e lui era sempre stato un tipo piuttosto pigro. Gli stava per esplodere la testa, sentiva già il fumo uscire dalle orecchie. Prese il cellulare e compose velocemente il numero di Perrie, mordendosi instintivamente le labbra in preda all'ansia. 
L'avrebbe incontrata tra un'ora al parco, dove si erano baciati per la prima volta. Avrebbe fatto finire tutto dove tutto era iniziato. Avrebbe chiuso un capitolo della sua vita, per il bene di tutti. 
Quando chiuse la comunicazione, si alzò di fretta per darsi una sistemata, anche se proprio non ne aveva voglia. Perrie.. probabilmente l'avrebbe odiato, e lui si sarebbe trovato di nuovo solo, solo come un cane. Pretendere l'amore di Harry era troppo. Aveva un cuore troppo grande, aveva gli occhi d'angelo, era troppo puro per accettare l'amore di Zayn. Amore arrogante, difficile, senza nessuna conclusione. E mentre si guardava allo specchio annegava nel nero dei suoi occhi, chiedendosi cosa sarebbe cambiato se avesse avuto gli occhi belli di Louis. In quelli ci potevi galleggiare, erano sicuri, non potevi annegare. Negli occhi di Louis ti sentivi al sicuro. Negli occhi di Zayn ti sentivi in trappola.
Uscì da quella casa con il cuore in gola. Non aveva avvertito Harry, probabilmente dormiva.. forse non gli importava. Prese una sigaretta, ma prima di accenderla ci ripensò. Non ne aveva voglia. La rimise in tasca e continuò a camminare velocemente, il viso semi nascosto dalla sciarpa e dal cappellino. Quando arrivò Perrie era già lì, con il suo sorriso dolcissimo stampato in viso e i capelli che svolazzavano fuori dal cappuccio della felpa che le aveva regalato. Gli si avvicinò correndo e si buttò su di lui, avvolgendo le braccia al suo collo, lasciandogli un bacio a fior di labbra.
Cercò di memorizzare il suo sapore, il suo sorriso, i suoi occhi, tutto di lei. Gli sarebbe mancata, ne era consapevole. «Perrie...» Sussurrò, sciogliendo l'abbraccio per guardarla meglio in quei pozzi azzurri che erano i suoi occhi. «Devo dirti una cosa, ascoltami bene. Io.. oggi sono venuto qui per terminare la nostra storia. Non ci riesco a continuare. Mi sono innamorato di un'altra persona, e non sai quanto fa male dirti queste parole.. e so, so che non mi perdonerai mai, ma io voglio che tu sappia che sei una ragazza dolce, bella, e che hai tutte le qualità per diventare una stella. Per ora sarai la mia stella, Perrie.. ti ho amato, ti amo e ti amerò per sempre in un angolo del mio cuore. E per quanto possa sembrare una frase fatta, non è colpa tua. Sono stupido, e tu meriti di essere felice con qualcuno che si dedichi completamente a te.. mi.. mi dispiace.» La sua mano stringeva ancora quella del moro, mentre gli occhi le brillavano, colmi di lacrime. Capiva che non voleva piangere di fronte a lui, ma non poteva ancora andarsene. Così si avvicinò a lei e la baciò. Un bacio d'addio, se così si poteva chiamare. Non si oppose, anzi, cercò di prolungarlo quanto possibile e poi.. poi si allontanò, lasciandogli la mano. «Ti amo anche io, Zay..» Pronunciò quelle parole ormai in lacrime. Zayn abbassò lo sguardo, si voltò ed andò via, sperando di scordare il prima possibile quello sguardo triste su un viso così bello. E non poté far a meno di piangere anche lui, che infondo, l'aveva amata davvero. 
 
Intanto Harry stava seduto sul pavimento freddo del bagno, dopo aver finito di vomitare. Era ancora stravolto e si sentiva gli occhi fuori dalle orbite, dando la colpa al kebab che aveva mangiato prima di dormire. Si alzò a fatica, avvicinandosi al lavandino per darsi una ripulita. Il suo riflesso nello specchio era a dir poco penoso, gli occhi gonfi e rossi, le occhiaie evidenti nonostante si fosse svegliato da poco, le labbra secche e screpolate.. tutto ciò, gli conferiva l'aspetto di un malato terminale. Si pulì il viso e tornò sul letto, stringendosi le braccia allo stomaco. Sentiva la gola bruciare così ardentemente da volerla strappare via. Allora si mise a cantare, cercando di non pensarci. Cercando di aggrapparsi all'unica cosa che gli rimaneva. «You shoot me down.. but I won't fall...» Canticchiava, così piano che persino lui stentava a sentirsi. Sentì la porta al piano inferiore aprirsi, ma non aveva la forza di alzarsi e controllare chi fosse. Sicuramente Zayn, anche se non ricordava che fosse uscito. Forse Louis... sospirò, chiudendo gli occhi. Chiunque fosse stato non aveva voglia di parlare, quindi avrebbe finto di dormire. I passi nelle scale si facevano sempre più vicini, fino a quando la porta non si aprì. «Harry?» Zayn. Il moro sospirò, vedendo il riccio rannicchiato su sé stesso mentre dormiva. Doveva essere distrutto. Si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui, accarezzandogli i capelli. Harry si mosse verso di lui, togliendo le mani dallo stomaco e aggrappandosi al suo braccio, costringendo Zayn a sdraiarsi. Harry appoggiò la testa sulla sua spalla, sorridendo. «Grazie.» mormorò, con la voce roca. Zayn lo guardò confuso, attendendo spiegazioni. «Per tutto..» Harry aprì gli occhi, provocando un brivido al moro. Quegli occhi verdi e lucidi che lo squadravano erano sempre un colpo al cuore, ma quella volta c'era qualcosa di diverso. Paura, tristezza, amore, dolore.. contenevano un sacco di dolore. Harry tremò, perché ogni volta che Zayn lo guardava in quel modo sembrava gli guardasse dentro l'anima, e lui non aveva un'anima pura. Doveva tenere Zayn lontano da tutto il dolore che aveva nell'anima. Chiuse gli occhi e si avvicinò ulteriormente a lui, sentendo il respiro del moro sulle proprie labbra. Il cuore di Zayn batteva veloce e Harry poteva sentirlo. Gli sfuggì un sorriso, poi lo baciò. Ovviamente Zayn ricambiò il bacio, ribaltando le posizioni e trovandosi sopra Harry. Gli leccò il lobo, poi scese a baciargli il collo, provocando brividi a Harry che non provava da mesi. «Vado a preparare la cena.» Zayn sorrise beffardo, alzandosi dal letto e scomparendo dietro la porta. 





Angolo autrice;

MACCOSA? Ma cos'è questa roba? 
Vabbe', sono in ritardo anche stavolta... se continuo così riuscirò a scrivere ventiquattro capitoli in due anni. :DDDD
Whatever, spero che questo capitolo non faccia tanto schifo. L'ho fatto più lungo, yay! Non uccidetemi. Insomma, non potevo fargli fare qualcosa in più.. insomma, poi muoiono di fame. :')

POVERA PERRIE, POVERA. Quanto sono cattiva? E Louis.. di Louis non ce sto a capì un cazzo nemmeno io. Insomma, ama o no Harry? E' disposto a donargli la vita? 
Harry che vomita.. forse è incinta, lol. 

Comunque, per me è arrivata l'ora di andare. Spero di poter pubblicare il prossimo capitolo al più presto, intanto lasciatemi tante recensioni, vi prego! Anche un 'fai schifo, cambia hobby.' VI PREGO. 
Colgo l'occasione per ringraziare
This Love Hurt Like Hell e Yologirl e chiunque abbia messo questa storia tra le seguite/ricordate/preferite. Grazie mille, vi lowwo. (?)

Ora sparisco davvero, vi ricordo che mi trovate su twitter (
@AxlJH ) e su facebook ( Vanitas Lexa ).
Permettetemi di ringraziare Valentina, che mi ha commosso con le sue parole dolci e decisamente esagerate, grazie, grazie davvero! 





Peace, love, and
Zarry! 

 

  
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