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Autore: Nihal07    19/10/2012    1 recensioni
"Lui era già morto una volta.
Sentì solo il contatto con la parete rocciosa, e con la consapevolezza di non potersi più muovere.
Di non potersi più salvare.
Aprì gli occhi e alzò la testa.
La prima cosa che cercò, furono gli occhi azzurri di quella ragazza.
Poteva chiamarsi odio quello che aveva intravisto poco fa?"
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuma Sarutobi, Ino Yamanaka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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I’ll be right here now


Era come assistere a uno dei soliti incubi che faceva la notte, rannicchiata tra le coperte, con il viso arrossato per le lacrime.
Ogni volta lei faceva da spettatrice.
Ogni volta sognava di poter cambiare le cose.
Come quel giorno.
Come quel maledetto giorno.
Come quando aveva appoggiato le mani sul suo petto e l’aveva sentito spegnersi come i suoi soliti mozziconi di sigaretta. E pensare che aveva ipotizzato di smettere di fumare.
Come quando, al suo funerale, non era riuscita a fermare le lacrime, davanti a quella maledetta foto.
Poteva almeno provare a farsi vedere forte in quell’ultimo omaggio al suo maestro, e invece, in quel momento, avrebbe voluto solo piangere come una bambina. Urlargli tutto il suo dolore. Magari nascondendo il viso tra le pieghe della sua divisa, premendolo contro il suo petto, fino a smettere di singhiozzare.
Sì, perché era quello che avrebbe voluto fare ora. Ora che se lo trovava davanti. Ora che sarebbe scomparso per sempre. Avrebbe voluto dirgli troppe cose.
Che patetico il destino, e che bastardo il tempo. Questi anni erano passati troppo velocemente, e lei era stata troppo distratta, troppo immatura, per accorgersi che le persone di cui aveva bisogno erano intorno a lei. Perché lui, c’era sempre stato.
 
“Choji colpiscilo!!” Ino strinse i pugni e urlò con tutto il fiato che aveva in gola al suo compagno di squadra, che si girò guardandola. “Quello non è più il nostro maestro! Il vero Asuma non ci avrebbe mai attaccato!”
Riuscì a ricacciare indietro le lacrime, incrociando lo sguardo del proprio maestro.

 
 
E pensare che aveva sempre odiato la guerra con tutto il suo cuore. Stava combattendo per distruggere quello che suo padre, insieme agli altri Hokaghe aveva creato. Quello che amava di più, stava bruciando sotto i colpi del nemico. Ma il nemico ora era lui. Non era una cosa a cui poteva sottrarsi. Lo sentiva scorrere nelle sue vene. La volontà che aveva sempre cercato di infondere ai suoi allievi, ora non l’avrebbe salvato.
Si fermò a guardarli, schierati dall’altra parte. Chissà come sarebbe stato ritornare a combattere al loro fianco.
Ritornò alla battaglia quando sentì il vento sfiorarlo. Il colpo di Choji si era appena fermato a pochi centimetri da lui. Non era mai riuscito a colpirlo. Perché ora le cose sarebbero dovute andare in modo diverso?
 
“Choji colpiscilo!! Quello non è più il nostro maestro! Il vero Asuma non ci avrebbe mai attaccato!”
Gli occhi di Asuma incrociarono quelli della sua allieva. Non era la prima volta che sentiva quella voce tremare. Non era la prima volta che riusciva a scavare nel profondo di quella ragazza, nel profondo dei suoi occhi.
Era riuscito a farla stare male ancora.
Doveva odiarlo.
Già, era l’unica opzione possibile.
Ora erano loro a dover proteggere il villaggio.
Non c’era un’altra strada. Era…
 
Il colpo arrivò inatteso e violento, ma oramai non poteva sentire più niente.
 

Era giusto così…

 
Lui era già morto una volta.
Sentì solo il contatto con la parete rocciosa, e con la consapevolezza di non potersi più muovere.
Di non potersi più salvare.
Aprì gli occhi e alzò la testa.
La prima cosa che cercò, furono gli occhi azzurri di quella ragazza.
La sua bambina.
Poteva chiamarsi odio quello che aveva intravisto poco fa?
 
 
Ino si avvicinò lentamente.
Lo vide muoversi, aprire gli occhi, alzare la testa e sondare la sua anima.
Qualcosa dentro di lei avrebbe voluto chiedergli di restare.
Avrebbe voluto correre ad abbracciarlo, cercando di tenerlo lì per sempre.
Fu un attimo.
Ogni regola, ogni valore, ogni promessa.
Tutto andò disfacendosi, e Ino pianse.
Ma non era un pianto di una bambina. Era qualcosa di diverso.
Qualcosa di silenzioso.
Gli occhi diventarono lucidi, e le lacrime iniziarono a cadere dal suo viso.
Rabbia, dolore, rimpianti. Ma mai odio.
Lei amava il suo maestro. Gli voleva un bene dell’anima.

 
 
Stava piangendo.
Semplicemente piangendo.
Perché piangere per un nemico? Un traditore?
Forse perché non c’era mai stato odio nei suoi occhi.
Sarebbe voluto restare anche lui.
Avrebbe voluto.
 
 
In quello sguardo si dissero tutto.
Anche quello che non era mai stato detto.
Quello sguardo significò un “arrivederci”.
Le sorrise, prima di chiudere gli occhi e di sparire per sempre, o quasi, dalla sua vita.
Quel sorriso che amava,ma che alcune volte odiava. Quello sguardo gentile che usava sempre anche con lei. Nascondendole quello che provava veramente.
Lui sarebbe rimasto sempre con lei.

 
Le sorrise.
Sapeva che in quel momento si sarebbe arrabbiata.
La innervosiva sempre, il suo comportamento pacato e gentile con tutti.
Non sapeva perché, ma sicuramente un giorno glielo avrebbe chiesto.
Si sarebbero incontrati di nuovo prima o poi.
Magari ad uno sbaglio di lei, nel tentativo di salvare quello che aveva creato lui insieme ad altri.
Chiuse gli occhi.
Sarebbe rimasto a vegliare su di lei.
Lei sarebbe rimasta con lui.
 

 
Ino si asciugò le lacrime.
Ogni giorno ritornava in quel posto.
Appoggiava la mano su quella parete.
Portava sempre dei fiori.
Soprattutto rossi.
Erano gli ultimi che lui aveva comprato quando era entrato nel suo negozio.
“Pochi minuti prima mi trovavo vicino alla tua tomba. Ti ho lasciato dei fiori viola, i miei preferiti. Le persone te ne lasciano davvero tanti, è difficile sceglierne sempre di diversi. Non so se tu mi abbia vista.”
Sorrise. “Ce la sto mettendo tutta sai? Proteggerò tutto questo in tua memoria.”
Appoggiò la fronte alla superficie rocciosa e chiuse gli occhi sospirando.
“È una promessa Asuma.”
 
  
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