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Autore: telesette    20/10/2012    5 recensioni
Neanche il tempo di finire la frase, la poverina si ritrovò a sbattere il muso contro qualcosa di morbido e duro allo stesso tempo. Purtroppo per lei, invece di Holly, il primo ad uscire era stato uno spilungone abbronzato di sua conoscenza... e guarda caso aveva battuto la faccia proprio sui solidi pettorali di marmo del robusto Mark Lenders.
[ fanfiction creata e sviluppata, dietro suggerimento della scrittrice Gina Ciriegi su Facebook ]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kojiro Hyuga/Mark, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Al povero Mark venne un mezzo colpo, quando Holly e Patty vennero a trovarlo il giorno seguente in ospedale...

Tutto si sarebbe aspettato, meno che Holly gli stringesse la mano e si congratulasse con lui. Fino a quel momento, Mark si era sentito una vera merda per aver "desiderato" la sua ragazza; invece Holly era allegro e sorridente, come se il bacio tra lui e Patty fosse la cosa più naturale di questo mondo.

- Congratulazioni, Mark!
- "Congratulazioni" ?!? - ripeté Mark mentalmente, sbarrando gli occhi.

Ma Oliver Hutton da quale pianeta proveniva?
Che fosse scappato dal set de IL PIANETA DELLE SCIMMIE, come unico calciatore del cast in cerca di migliore ingaggio?
Mark non riusciva a concepire che un essere umano, una volta appreso di un "triangolo amoroso", si comportasse così candidamente.

- Non c'è mai stato nessun triangolo - spiegò dunque Patty tranquillamente, dopo che Holly se ne fu andato. - Semplicemente Holly non ha mai visto in me nulla di più che un'amica; sono io che mi ero fatta illusioni, pensando di potergli interessare quanto il calcio...
- Che sciocchezza - commentò Mark. - Non riesco a credere che, con tutti i ragazzi che ci sono in giro, tu sia corsa dietro per anni ad una fantasia!
- Ehi, aspetta un momento - ribatté Patty offesa. - Stai forse dicendo che sono una tonta ?!?
- E tu come la chiameresti una che spreca la propria vita, per uno che nemmeno la considera?
- Attento a te, Mark Lenders, non ti permettere di giudicare la mia vita sentimentale!
- Eccola qua: la solita ragazzina che strilla tanto, proprio come quando anni fa invadesti il campo per spaccarmi la testa con uno striscione... Non sei cambiata poi molto da allora!
- RIPETILO, SE HAI CORAGGIO !!!

Patty si fece rossa in volto, come se fosse sul punto di strangolarlo.
Mark invece la guardò con la solita espressione beffarda di sempre, quasi si divertisse a prenderla in giro.
Ad un tratto, incapace di trattenersi, la ragazza esplose letteralmente di collera.

- Che io sia dannata, se intendo fidanzarmi con uno come te!
- Guarda che la cosa è reciproca, non mi interessano le ragazzine scorbutiche!
- Ma io ti... io ti... 

Con i pugni stretti all'altezza del volto, Patty rammentò di trovarsi in un ospedale.

- Ringrazia il cielo che ci troviamo qui - concluse lei. - Meglio che me ne vada, prima di commettere un omicidio volontario!

Ciò detto, si voltò con fare impettito e fece per uscire dalla stanza.

- Addio, signor Lenders - disse, sbattendo la porta con rabbia.

***

Passarono i giorni.
Mark aveva iniziato la riabilitazione, sebbene il suo arto non sembrava dare segni di miglioramento, e ogni movimento gli costava uno sforzo incredibile. Il dottore non era in grado di pronunciarsi, almeno finché le condizioni del ragazzo non fossero stabili, tuttavia le lastre finora parevano confermare la diagnosi originale: i tendini si erano rinsaldati in modo anomalo, rendendo impossibile stabilire il recupero della mobilità; la medicina non poteva più fare nulla per Lenders, solo il fato e la volontà potevano decidere se quel giovane avrebbe ripreso a giocare come prima...
Ogni momento di libertà, anziché riposarsi, Mark usciva fuori in giardino e ripeteva gli esercizi suggeritigli dal dottore. La gamba era pesante e rigida, quasi immobile, e ogni volta che provava a sollevarla la fronte gli si imperlava di sudore per lo sforzo. Tuttavia la voglia di tornare a camminare era più forte di qualunque altra cosa.

- Devo farcela - si ripeteva continuamente a sé stesso. - Io voglio... Voglio tornare a giocare!

Purtroppo il piede sano scivolò sul suo precario equilibrio, e Mark evitò di cadere solo appoggiandosi al muro. Certo non era sufficiente quel fallimento per scoraggiarlo. Prima di farsi prendere dallo sconforto, come chiunque altro al suo posto, era già intento a zoppicare lentamente lungo il sentiero.
Arrivato in fondo, piano e senza vacillare, si voltò e fece per ripetere il percorso all'inverso.
Giunto a metà strada però, sbarrando gli occhi per lo stupore, si fermò ad osservare due piccole scarpe col cinturino e le bianche calze da liceale in bella mostra.
Alzando lo sguardo, incontrò il volto sereno e sorridente di Patty.
Entrambi non dissero nulla.
La ragazza reggeva la cartella davanti a sé, con entrambe le mani, e i suoi occhi erano limpidi e pieni di dolcezza. Mark avrebbe voluto chiederle scusa, ma era troppo orgoglioso per farlo, tuttavia Patty non era lì per quello...
Stando lontano da lui, aveva avuto modo di riflettere su molte cose.
In silenzio si avvicinò a Mark e lo prese dolcemente per il braccio.

- Andiamo - esclamò sottovoce. - Fa freddo a quest'ora, ti accompagno in camera!

Mark annuì imbarazzato e, mentre si allontavano fianco a fianco lungo la strada, il sole pareva quasi brillare sopra le loro teste con sfumature calde ed intense di un rosso ambrato.

***

Da quel giorno, Patty e Mark rimasero costantemente l'uno accanto all'altra.
Seguendo il giovane passo passo nella sua riabilitazione, ne elogiava i progressi e lo incoraggiava nei momenti di sconforto. Mark si scoprì molto più vulnerabile con lei accanto, incapace di estrometterla dai suoi pensieri, eppure si compiaceva di come la sua presenza avesse maggiore effetto sulla sua forza e determinazione.
Patty sembrava comprendere i suoi sentimenti meglio di chiunque altro.
Non c'era bisogno di tante parole tra loro.
Patty non era un allenatore o un compagno di squadra, eppure gli era vicina perché teneva in modo indiscutibile a quello che era. Nei suoi occhi Mark poteva scorgervi chiaramente tutto l'affetto e la dolcezza che le conferivano fascino, assieme ad un carattere forte quasi quanto il suo. Grazie a lei Mark riuscì a ritrovare una pace ed una serenità che credeva di aver perso molti anni fa, assieme alla sua infanzia.
La morte del padre, la chiusura della fabbrica, e tutti i problemi per mandare avanti la sua famiglia...
Mark non si era più appoggiato ad alcuno, all'infuori di sé stesso, e tutto quello che aveva ottenuto se l'era guadagnato attraverso lacrime, impegno, fatica e sofferenza.
Tuttavia l'amore era una cosa che non si poteva conquistare.
Quella sensazione che il giovane provava, ogni volta che Patty gli cingeva il braccio; quel calore dentro al petto, ogni volta che lei gli sorrideva... Mark era consapevole di non dover cercare quell'affetto, per il semplice fatto che era lei a donarglielo spontaneamente.
Patty lo amava!
E anche lui sentiva di provare lo stesso per lei.
Nessuno di loro toccò mai l'argomento nei mesi successivi, e tuttavia il loro rapporto si fece sempre più bello, più intenso, più profondo: insieme avevano imparato a dialogare, scherzare, e a condividere ogni aspetto dei loro rispettivi caratteri; nel bene e nel male, avevano scoperto istintivamente di essere parte uno dell'altra; e forse fu proprio questa loro "complicità", in un certo senso, ad accelerare il processo di guarigione di Mark.
Se a livello fisico il problema sembrava insuperabile, emotivamente Mark sentì le sue forze crescere ( quasi raddoppiare ) e la sua gamba cominciò a rispondere positivamente.
Con pazienza e perseveranza, gli sforzi del giovane furono infatti premiati da un lento e costante miglioramento.
A poco a poco, esercitando l'arto regolarmente, i muscoli atrofizzati recuperarono l'antico vigore.
Subito dopo aver ripreso a camminare, Mark si adoperò anima e corpo per riprendere gli allenamenti, un passo alla volta.
Ci vollero due anni, due lunghi anni di pazienza e di sacrifici, ma l'attesa vide rinascere la Tigre più forte che mai.

***

Mark Lenders scese di nuovo in campo, nella partita inaugurale del campionato, come Punta di Diamante dell'offensiva giapponese. Il suo rientro fece parlare numerosi giornalisti, i quali gridarono al "miracolo", ma nessuno poteva ovviamente immaginare cosa e soprattutto CHI lo avesse aiutato a guarire.

- Siamo agli ultimi secondi della partita - esclamò la voce del telecronista. - Con un vantaggio di tre reti a zero, il Giappone si porta ancora in attacco per regalare emozioni al pubblico, senza crogiolarsi sul risultato! Vediamo ora Callaghan toccare di punta per Mellow, il quale scarta abilmente uno dei difensori e si porta in area; passaggio per Carter, che finta in direzione di Hutton e crossa invece per Lenders; Mark Lenders spicca un balzo, per effettuare una sforbiciata al volo, tiro...

... ED E' GOAL... GOAL... MARK LENDERS REALIZZA IL QUARTO GOAL E, SUL FISCHIO FINALE DELL'ARBITRO, LA PARTITA SI CHIUDE SUL "QUATTRO A ZERO" PER IL GIAPPONE !!!

Lo stadio esplose in un boato di applausi e ovazioni.
Subito Holly e compagni si precipitarono a congratularsi con Mark, ma questi sembrava cercare con lo sguardo qualcuno tra il pubblico. Come i suoi occhi incrociarono quelli di Patty, in mezzo alla folla urlante, Mark sorrise e attraversò il campo di corsa per raggiungerla.
La ragazza si fece strada a sua volta, fino a raggiungere il bordo delle gradinate, e si sporse per accostare il più possibile il volto a quello di Mark. Entrambi si guardarono per qualche istante, prima di lasciarsi andare all'emozione.

- Complimenti, Mark - esclamò Patty orgogliosa.
- E' tutto quello che hai da dire? - chiese Mark, scherzando.
- Hmmm... No, non tutto!
- E che altro, allora?
- Questo!

E socchiudendo gli occhi, entrambi accostarono le proprie labbra per scambiarsi un lungo bacio dolcissimo, incuranti del frastuono che li circondava.

FINE

Angolo Autore:
e finisce dunque così questa breve storia, nata per caso.
Mi scuso per il ritardo ma, a seguito del cambio-server del sito, mi trovo ora costretto a risistemare quasi il 90% delle mie storie che hanno subito un dissestamento alle immagini ivi allegate...
Spero vi siate divertiti/e a leggere, almeno quanto mi sono divertito io a scrivere, e vi auguro di divertirvi altrettanto in futuro.
Un saluto speciale e un abbraccio a:

Gina Ciriegi
- silvermoon74
- Lolla_753aC
- Aruel
- pamoluccia
- benji79

E se manca qualcuno, scusate... xD purtroppo non ho ancora un'antenna che mi permette di "captare" i vostri nomi e soprannomi - mi limito a menzionare quelli che ho visto sinora ma, ovviamente, il saluto personale e l'abbraccio vale anche per voi.
E come diceva sempre il mio amico Francesco ( BUONANIMA ), "la fantasia nasce da una parola, l'idea nasce da un pensiero, e la storia nasce dal cuore di tutti"...

^__^ Arrivederci e alla prossima fanfiction!

   
 
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