Storie originali > Soprannaturale
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Autore: Lara Ponte    20/10/2012    2 recensioni
Ho iniziato questa storia tempo fa e finalmente ci sto rimettendo mano.
Doveva nascere come genere Urban fantasy ma date le caratteristiche di alcuni pg
ho pensato fosse meglio catalogarla come Soprannaturale
Sarà una storia breve, con capitoli brevi (Credo). Stavolta sto provando a scrivere in modo "Sintetico" ;)
Come potete immaginare dal titolo, il (primo) protagonista è un Immortale. La sua missione ?
Di natura molto personale, ma non voglio fare anticipazioni.
...Anche perchè non sono ancora sicura di come andranno a finire/svolgersi gli eventi ^_^
Come sempre, sarà gradita ogni sorta di recensione, sempre se avrete voglia di lasciarmene qualcuna ;)
A tutti: Buona lettura
Grazie mille in anticipo
Genere: Fantasy, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scelta di un immortale

I

Primi incontri



Primavera. Un uomo camminava lentamente per le vie di una città di mare. Inspirava l'aria in profondità, godendo della fragranza dei fiori che si mescolava piacevolmente con la delicata asprezza della salsedine. Il sole sorto appena poche ore prima, illuminava le piante tutt'attorno facendone risaltare i colori. Per chiunque non sapesse nulla di lui, Jonathan Smidth era semplicemente un bel quarantenne: capelli ondulati castani che arrivavano alle spalle e due grandi occhi talmente scuri da sembrare neri. I suoi lineamenti dal colorito abbronzato facevano pensare ad un'origine mediterranea. Vestiva sobrio, non gli erano mai piaciuti gli eccessi di eleganza, ma dalla qualità dei tessuti, si sarebbe potuto dire facilmente, che fosse uno di quei pochi fortunati e strapagati uomini d'affari.
Quel giorno aveva appuntamento con un gruppo di giovani, contattati giorni prima via mail. Erano quasi tutti studenti universitari alla ricerca di un lavoro part-time. Si era presentato come rappresentante di una multinazionale, interessata ad aprire una filiale in quella città ed ora si recava nell'ufficio affittato apposta per una prima valutazione di quei ragazzi. Cominciava a sentirsi stanco di quei colloqui, era già il decimo gruppo che esaminava. Finora era riuscito a trovare appena quattro candidati validi e ne mancavano minimo ancora altri due.


All'ingresso di un vecchio palazzo, una ragazza bruna dai capelli cortissimi sbadigliò annoiata. Attorno a lei osservava gli altri convocati per il colloquio, erano otto in tutto, ma uno in particolare suscitava la sua curiosità. Era il più bel fusto che avesse mai visto: lunghi capelli color miele e due occhi verdi che sembravano usciti da un cartellone pubblicitario. Guardandosi bene attorno però, non poté fare a meno di notare che nessuno tra di loro poteva essere considerato di brutto aspetto. Il ragazzo, accorgendosi di essere osservato le sorrise furbescamente e lei si girò prontamente verso la finestra, facendo finta di nulla.
Un altro giovane infine, a causa la troppa tensione accumulata, cercò di intavolare un discorso: “Qualcuno di voi ha capito di cosa si occupa esattamente questa società?” Chiese vagando con lo sguardo dall'uno all'altro. Il silenzio generale fu la risposta unanime, in effetti i toni dell'annuncio erano stati abbastanza vaghi. Alla fine tutti loro avevano risposto più per semplice curiosità che altro, aspettandosi al massimo di finire a consegnare volantini pubblicitari.
Quell'atmosfera, fu presto interrotta dall'ingresso dell'uomo che avrebbe parlato con ciascuno di loro. Diede l'impressione di essere profondamente stanco e pensieroso, tuttavia appena appese la giacca su uno dei ganci affianco alla porta, regalò a tutti loro un sorriso di benvenuto e li invitò ad entrare in ordine di arrivo.

Nome? Qualifica? Attività attualmente svolta, disponibilità al trasferimento, aspettative ed ambizioni.
Le solite cose insomma. Quasi tutti i ragazzi però trovarono decisamente strani, verso la fine del colloquio, alcuni approfondimenti sulla propria situazione familiare e affettiva. La domanda in particolare, che li vide quasi tutti in difficoltà era stata “Cosa faresti se di punto in bianco, non potessi mai più rivedere tutte le persone a cui sei legato?”
La giovane coi capelli corti rispose “Piangerei. Ma se ci fosse un motivo valido, credo che dovrei farmene una ragione. Non so, è una cosa a cui di solito non si pensa e si spera non capiti mai...” Aveva sospirato alzando le spalle, ma i suoi occhi erano limpidi e sinceri.
Il ragazzo biondo invece scoppiò a ridere, come fosse la miglior barzelletta mai sentita. “Dato che non ho praticamente nessuno, non penso noterei la differenza!” Rispose grattandosi la testa.
Dopo il classico formale saluto “Le faremo sapere”, ciascuno di loro abbandonò l'ufficio entro la fine della mattinata.

'Ci siamo...' Si disse Jonathan Smidth dopo aver chiuso bene tutte le imposte, mentre ora andava all'agenzia immobiliare per la restituzione delle chiavi. L'ultimo mese era stato a dir poco infernale, non avrebbe mai pensato che fosse tanto difficile trovare persone adatte ad affrontare la prova. Tra questi sei, soltanto uno poi sarebbe diventato il suo successore e il periodo d'addestramento non si presentava certo nella migliore delle epoche. Quando aveva deciso di ritirarsi, si era sentito ben felice di quella scelta, tuttavia ora al momento dei fatti, mille dubbi tormentavano il suo vecchio spirito.



  
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