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Autore: Christine_Heart    20/10/2012    3 recensioni
[Serie The Dark-Hunter di Sherrilyn Kenyon ]
***
“Non ti voglio qui, quando ci sono loro, soprattutto quando c'è lei.” gli spiegò con fare annoiato, quasi come gliela avesse detto una e più volte.
***
[Tutti i personaggi che incontrerete, non sono di mia proprietà, né di mia creazione, e mi avvalgo del testo originale della Kenyon per essere il più possibile fedele alla storia originale.]
***
[La parte iniziale della storia, è tratta e, inseguito sviluppata dal testo originale “Il Bacio della Notte”, opera dell’autrice Sherrilyn Kenyon. ]
***
[Solo la ragazza, che ho inserito come Nuovo Personaggio, è una mia creazione. ]
***
Grazie per l’attenzione, e buona lettura.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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[….]: Cambio scena trattato dal libro “ Il Bacio della Notte”.
§: Inizio fan fiction
 “…”:Trattato dal volume “ Il Gioco della Notte”.
“…”:Trattato dal volume “Acheron”.
 
 
 

Sweet Home Alabama
 

 

Capitolo 1: For you, my best friends.
 

Quando lui si avviò verso la porta, Cassandra lo fermò.
Lo strinse forte contro il proprio corpo e lo tenne vicino a sé.
“Torna da me,Wulf.”
“Ne ho tutte le intenzioni. Se Dio e Odino vogliono.”
Lei lo baciò, poi lo lasciò andare.
Wulf guardò per un'ultima volta sua moglie e il bambino che stava dormendo sul pavimento, completamente ignaro di ciò che stava per accadere quella notte.
Ignaro del fatto che se Stryker l'avesse avuta vinta, sarebbe morto e il mondo sarebbe finito.
Come avrebbe voluto essere anche lui così ignaro.
Ma non poteva. Aveva un lavoro da fare e troppo da perdere se non fosse riuscito a portarlo a termine.
 
[….]
 
Là, nell'ombra a fianco dell'abitazione, aveva visto qualcosa muoversi.
La bruma sopra il lago era spessa, avvolgente.
Spense le luci così che non infastidissero la sua visione notturna e prese la spada retrattile che aveva nascosto sotto il sedile.
C'erano tre uomini piuttosto alti vestiti di nero che stavano camminando molto lentamente verso di loro, con arroganza, come se avessero tutto il tempo del mondo.
Erano uniti in potere e forza, e il loro desiderio di combattere emanava da tutti i pori.
Tutti e tre erano biondi.
“Resta qui” disse Wulf per avvertire Kat prima di scendere, pronto alla battaglia.
La nebbia si diradava attorno ai tre uomini mentre si avvicinavano.
Uno di loro - alto probabilmente non più di un metro e novanta - era vestito con pantaloni, maglione e soprabito, tutti di lana.
Un lato del soprabito era tirato indietro a mostrare un antico fodero di spada dal disegno greco.
Quello nel mezzo era cinque centimetri più alto.
Anche lui indossava pantaloni di lana e un maglione, con una lunga giacca di pelle nera.
Il terzo uomo aveva i capelli corti, leggermente più scuri di quelli degli altri due.
Vestito con abiti di pelle da motociclista, aveva due trecce che gli cadevano dalla tempia sinistra.
E in quel momento, Wulf si ricordò di lui.
“Talon?”
Sul volto del motociclista si disegnò un ampio ghigno.
“Dal modo in cui impugni quella spada, mi stavo chiedendo se ti saresti ricordato di me o meno, vichingo.”
Wulf si mise a ridere, mentre il suo vecchio amico si avvicinava.
Non si vedevano da oltre un secolo.
Strinse con piacere la mano del Celtico.
Wulf si voltò verso l'uomo in mezzo e si ricordò anche di lui, del poco tempo che aveva passato a New Orleans più di mille anni prima in occasione di un Mardi Gras.
“Kyrian?” chiese. L'antico generale greco era cambiato molto dall'ultima volta che si erano visti. Allora, i capelli di Kyrian erano tagliati corti e portava la barba.
Ora aveva i capelli lunghi fino alle
spalle e il viso perfettamente rasato.
“Sono felice di rivederti” disse Kyrian stringendogli la mano.
“E questo è il mio amico Julian di Macedonia.”
Wulf conosceva quell'uomo solo per fama.
Julian era colui che aveva insegnato a Kyrian tutto ciò che sapeva sui combattimenti e le battaglie.
“Felice di conoscerti. Adesso, che diavolo ci fate qui, voi tre?”
“Sono i tuoi rinforzi.”
Wulf si voltò a guardare Acheron Parthenopaeus unirsi a loro.
Non sapeva cosa lo colpisse di più, la loro presenza o la bambina che Ash teneva in un marsupio, girata verso il suo petto.
Wulf era inorridito.
“Kyrian? È la tua bambina?”
“Diavolo, no” disse Kyrian.
“Non mi porterei mai dietro Marissa in queste situazioni. Amanda inizierebbe col castrarmi e poi mi ucciderebbe, se solo pensassi una cosa del genere.”
Indicò Acheron con la testa.
 “Quella è la figlia di Ash.”
Wulf alzò un sopracciglio, nel sentire quelle parole.
“Lucy,” disse imitando l'accento di Ricky Ricardo “hai qualcosina da spiegarmi.”
Ash grugnì. “Stryker non è stupido. La tua idea di andarci con una bambola di plastica, per quanto ammirabile, non avrebbe mai funzionato. Stryker avrebbe sentito immediatamente l'odore della
plastica.” Voltò il marsupio così che Wulf potesse vedere la piccola bimba dai capelli scuri che conteneva. “Allora gli darò una bambina vera.”
“E se dovesse farsi del male?”
La bambina starnutì.
Wulf fece un balzo indietro quando dalle narici della piccola uscì del fuoco che quasi gli bruciò una gamba.
“Scusa” disse la bambina con voce cantilenante.
“Ho quasi fatto un barbecue di Cacciatore oscuro, che sarebbe una cosa davvero triste visto che non mi sono portata dietro la salsa barbecue.”
La bambina portò indietro la testa per alzare lo sguardo verso Ash.
 “Sai che il Cacciatore oscuro ai ferri non è buono, senza salsa. Quello che ti
serve...”
“Sim” disse Ash con tono di avvertimento ma parlando sottovoce, interrompendola.
La bimba lo guardò. “Oh, mi sono dimenticata, Akri. Scusa. Gu, ga, gu.”
Wulf si massaggiò la fronte. “Cos'è quello?”
“Te l'ha detto, Simi è la sua piccola... demone.”
Tutti e cinque si voltarono verso quella voce sinistra e profonda segnata da un forte accento greco. Un altro uomo uscì dall'ombra.
Era alto quasi quanto Acheron, con capelli neri e vibranti occhi azzurri.
Ash alzò un sopracciglio. “Alla fine sei venuto, Z. Mi fa piacere che tu ti unisca alla festa.”
Zarek sbuffò. “Che diavolo! Non avevo niente di meglio da fare. Ho pensato che allora tanto valeva dare qualche calcio in culo e prender nota dei nomi. Non che me ne freghi davvero qualcosa, dei
nomi. Ho solo voglia di far scorrere del sangue.”
“Così tu sei Zarek” disse Wulf osservando il famoso ex Cacciatore oscuro che in passato era stato esiliato a Fairbanks, in Alaska.
Il suo cattivo carattere non solo si avvertiva chiaramente, ma era evidente anche dal labbro che teneva sempre sollevato.
Billy Idol ed Elvis gli facevano un baffo.
“Già” disse Zarek allargando ulteriormente il suo ghigno.
“E mi sto congelando, per cui possiamo affrettare questa piccola riunione così posso uccidere qualche stronzo e tornarmene sulla spiaggia come merito?”
“Se ti fa così schifo quaggiù,” chiese Talon “perché hai accettato di venire?”
Zarek si grattò un sopracciglio usando il dito medio, facendo così in maniera velata un gestaccio a Talon. Il suo dito era coperto da un lungo e affilato artiglio metallico.
“ Astrid vuole che mi faccia degli amici. Non so perché. Qualche strana cosa da donne. Sta cercando di farmi diventare più cordiale.”
Ash si mise a ridere, che per lui era una cosa rara.
Zarek lanciò verso Acheron uno sguardo d'intesa ugualmente divertito.
“Non voglio sentire una parola da te, oh grande Ash. Sei stato tu a tirarmi dentro, all'inizio.”
Poi Zarek fece la cosa più sorprendente di tutte: si chinò e fece il solletico sotto il mento alla
bambina. “Come stai, piccola Simi?”
La bimba saltellò felice su e giù nel marsupio. “Bene. Hai altri fagiolini surgelati da darmi? Mi manca stare in Alaska con te. Era divertente.”
“Non abbiamo tempo per mangiare, Sim” gli rispose Ash.
La bambina gli fece la linguaccia. “Posso mangiarmi i demoni, almeno?”
“Se riesci a prenderli” gli promise Ash, portando così Wulf a chiedersi cosa sapesse dei demoni che non condivideva con loro.
“Che cosa vuol dire?” gli chiese Zarek. “Continui a fare il vago?”
Ash lo guardò maliziosamente. “Sempre!”
Zarek emise un verso di disgusto.  “Personalmente credo che dovremmo metterci d'accordo e farti il culo a strisce finché non vuoti il sacco.”
Kyrian si grattò il mento con aria pensierosa. “Sai che...”
“Non iniziare neanche” disse Acheron, irritato. Si voltò verso Wulf.
“Vai a prendere le tue armi. Hai un appuntamento da rispettare.”
Wulf si fermò a fianco di Ash. “Grazie per essere venuti.”
Ash inclinò la testa verso di lui e fece un passo indietro tenendo la bimba stretta al petto.
 
[….]
 
Si era scatenato qualcosa ancora peggio dell'inferno, da quando Wulf e Kat se n'erano andati.
Grida senza fine riempivano l'aria.
C'erano corpi di uomini, donne e bambini Apollinei sparpagliati
ovunque. A quanto pareva, loro non si disintegravano come i demoni, a meno che non morissero nel giorno del loro compleanno. Wulf fu avvolto da paura e terrore.
“Phoebe!” urlò Urian, correndo verso il suo appartamento.
Wulf non si preoccupò di gridare.
Nessuno avrebbe potuto sentirlo al di sopra delle altre urla.
Così corse più forte che poté verso sua moglie e suo figlio.
Alcuni demoni cercarono di fermarlo.
Con gli occhi iniettati di rabbia, Wulf si aprì un varco tra di loro a colpi di spada.
Nessuno poteva mettersi tra lui e la sua famiglia.
Nessuno.
Arrivò all'appartamento e scoprì che la porta era stata sfondata.
Il cadavere di Shanus giaceva appena dentro il salotto.
Wulf si sentì mancare il fiato per la paura, fino a quando non sentì dei rumori di lotta provenire dalla camera da letto.
Meglio ancora, sentì il suono delle grida rabbiose di suo figlio.
Corse verso la camera e una volta lì si bloccò.
Chris era in piedi nell'angolo più lontano, con Erik stretto al petto.
Le due amiche Apollinee di Chris, Kyra e Ariella, gli erano davanti a formare una specie di barriera per proteggere lui ed Erik.
Stryker e altri tre demoni stavano attaccando Kat e Cassandra, le quali combattevano con stile e abilità lodevoli.
“Non potrai tenere alto il tuo scudo per sempre, Katra” ringhiò Stryker.
Kat lanciò un'occhiata a Wulf e sorrise.
“Non ho bisogno di tenerlo alto per sempre. Dovevo tenerlo alto solo finché non arrivava la cavalleria.”
Stryker esitò, poi si guardò sopra la spalla nello stesso istante in cui Wulf attaccò.
Wulf uccise un demone, poi si gettò su Stryker. Stryker si voltò e colpì Wulf con un fulmine che lo mandò a sbattere contro il muro.
Sibilando dal dolore, Wulf vide qualcosa muoversi con la coda dell'occhio.
Erano Ash e Zarek.
Kat svanì immediatamente mentre Stryker imprecava.
Wulf e Zarek si gettarono contro gli ultimi due demoni mentre Ash e Stryker si fronteggiarono.
“Tornatene a casa, Stryker” disse Ash.
“La guerra è finita.”
“Non sarà mai finita. Non finché mio padre...” disse la parola quasi volesse sputare “sarà vivo.”
Ash scosse la testa. “E io che pensavo che la mia famiglia fosse disfunzionale... Lascia perdere. Hai già perso. Mio dio, hai appena ucciso il tuo stesso figlio, e per che cosa?”
Stryker ruggì di rabbia, poi attaccò Ash.
Wulf prese suo figlio dalle braccia di Chris nello stesso momento in cui Zarek tirò Cassandra dietro di sé. Wulf voleva portarli fuori, al sicuro, ma non potevano arrivare alla porta finché Ash e Stryker vi combattevano davanti.
Stryker lanciò un fulmine contro Ash, che si lasciò colpire senza neanche sbattere le ciglia. Colpì invece il demone con un pugno così forte da lanciarlo in aria e farlo schiantare contro il muro.
Wulf fischiò impressionato. Tutti loro sapevano che Ash era potente, ma lui non aveva mai visto l'Atlantideo fare una cosa del genere.
Stryker attaccò di nuovo, ma per qualche ragione Ash non lo uccise. I due presero a colpirsi vicendevolmente come se fossero umani invece che...
Qualunque accidenti di cosa fossero.
Con il viso insanguinato, Stryker lanciò un altro fulmine contro Ash.
Lui lo deviò, poi alzò una mano e quando lo fece, Stryker si alzò da terra.
Stryker lanciò un fulmine contro di lui, facendolo arretrare e obbligandolo a lasciarlo.
Il demone iniziò a correre nell'istante in cui toccò il pavimento.
Strinse le braccia attorno al corpo di Ash e lo scaraventò contro il muro.
Ma prima che potesse colpire Acheron di nuovo, una demone dalla pelle gialla apparve dal nulla. Con gli occhi luminosi, circondò Stryker con le braccia e i due svanirono nel nulla.
Acheron urlò rabbiosamente.
“Già che ci sei, Apollymi,” gridò Ash “farai meglio a tenerlo lì!”
“Che cosa diavolo sei, tu?” chiese Wulf ad Ash quando questi si voltò a guardarli.
“Non fare domande di cui non vuoi conoscere la risposta” disse Zarek.
 “Credimi. Non sei pronto per conoscere la verità.”
“Stryker se n'è andato?” chiese Cassandra.
Ash annuì.
Cassandra abbracciò Wulf, poi gli prese Erik e lo appoggiò alla propria spalla per tranquillizzarlo. “Lo so, piccolo” gli disse amorevolmente.
“Ma l'uomo cattivo se n'è andato.”
 
[….]
 
Ash li osservò mentre Zarek guidava il gruppo fuori dalla città.
Rimase nel centro, a guardare i danni che lo circondavano. Iniziò a ripararli come aveva fatto con la casa di Wulf e con l'appartamento, poi si fermò. Gli Apollinei avrebbero avuto bisogno di qualcosa su cui concentrarsi che non fosse il dolore che provavano.
Ricostruire la città li avrebbe distratti dalla sofferenza. Almeno per un po'. Nel profondo del suo cuore, pianse insieme a loro. Solo perché puoi, non vuol dire che tu debba farlo...
Si sforzò di camminare lungo il corridoio senza cedere al bisogno che provava dentro di sé di sistemare tutto.
 
[….]
 
Wulf era nella stanza di Erik insieme al piccolo. Era seduto sulla sua antica sedia a dondolo con suo figlio addormentato in braccio, mentre guardava oziosamente il muro davanti a sé. Era coperto dalle
immagini dei bambini che erano nati nella sua famiglia nel corso degli ultimi duecento anni.
I ricordi lo avvolsero. Abbassò lo sguardo sul bambino che aveva in braccio. La massa di
capelli neri e il piccolo faccino sereno. La bocca di Erik si mosse nel sonno e il bambino sorrise come se fosse nel mezzo di un bel sogno.
Toccò la punta del naso di Erik. Pur addormentato, il piccolo si voltò per succhiargli il dito.
Wulf sorrise, finché non avvertì il leggero profumo di rose e borotalco sulla pelle del bimbo.
Il profumo di Cassandra.
 
[….]
 
“Acheron!”
Ash si svegliò di colpo al suono stridulo che gli scosse la testa. Era steso nudo nel letto, con le lenzuola di seta nera avvolte intorno al suo corpo magro.
Sono stanco, Artie. Stavo dormendo.
Mandò un messaggio mentale attraverso il cosmo fino al suo tempio sull'Olimpo con un tono molto più calmo.
“Allora alzati e vieni qua. Subito!”
Ash fece un lungo sospiro.
No.
“Non osare girarti dall'altra parte e rimetterti a dormire dopo ciò che hai fatto.”
Che sarebbe?
“Hai rilasciato un altro Cacciatore oscuro senza prima consultarmi!”
Gli angoli delle labbra di Ash si mossero quando capì il senso di quell'ultima frase.
Sorrise, sollevato dalla situazione.
Grazie agli dèi, Wulf aveva scelto con saggezza.
“Non era così che avrebbe dovuto finire, e tu lo sai. Come hai osato interferire?”
Lasciami stare, Artie. Ne hai più che a sufficienza, di Cacciatori oscuri.
 
[….]
 
“Hai progettato tutto questo fin dall'inizio” lo accusò lei.
“No” la corresse lui.
“Ci ho solo sperato.”
Lei lo guardò ferocemente.
“Ancora non capisci l'origine dei tuoi poteri atlantidei, non è così?”
Ash respirò profondamente ma in maniera irregolare.
“Sì, Artemide. La capisco. Capisco i miei poteri come tu neanche puoi immaginare.”
E dicendo ciò, le passò accanto e si sdraiò sul letto così da poter finalmente riposare come meritava.
Artemide gli si sdraiò vicino, rannicchiandosi contro la sua schiena.
Gli accarezzò le spalle con il volto.
“Va bene, allora” disse dolcemente.
“Hai vinto il round contro me e Apollymi. Te ne do atto. Ma dimmi, Acheron... per quanto credi che durerà?”
Lui si guardò dietro le spalle e vide l'ombra malvagia nei suoi iridescenti occhi verdi.
“Per tutto il tempo che serve, Artemide. Per tutto il tempo che serve.”
 
§
 
Lei si strinse di più contro di lui.
“Vattene! “ sibilò a denti stretti.
“Che cosa?” chiese lei sorpresa.
“Vattene!” gli ripete con più insistenza.
“Ma...” farfugliò la dea.
“Te l'ho già spiegato “ rispose lesto Acheron.
“Non ti voglio qui, quando ci sono loro, soprattutto quando c'è lei.” gli spiegò con fare annoiato, quasi come gliela avesse detto una e più volte.
“Tu mi hai...” cercò di dire la rossa.
“Non farmi ripetere.” affermò leggermente infuriato il dio.
“E va bene!” affermò lei irritata.
Il cuore di Ash, si riempì di pace e di sollievo nel vederla andar via.
_____
 
“Mi raccomando non svegliarla...” sussurrò con dolcezza l'Atlantideo al suo famiglio.
“...E' stata una giornata abbastanza dura per lei.” gli spiegò accarezzandole il capo.
“Sì Akri!” rispose felice Simi lasciandosi coccolare.
“Brava Simi.” disse sereno Ash, alzandosi in piedi.
____
 
Simi si rannicchiò contro di lui e poggiò la testa contro la sua spalla.
Se non fosse stato per lui, sua madre sarebbe ancora viva per amarla.
“Dov’è tuo padre, Simi?”
“È morto prima che Simi nascesse.”
“Allora sarò tuo padre.”
“Davvero?” chiese fiduciosamente.
Lui annuì, sorridendole. “Ti prometto che non ti mancherà più nulla.”
Il suo sorriso innocente gli riscaldò il cuore. “Allora Simi ha il miglior akri-papà del mondo.”
Lo abbracciò stretto. “Simi vuole bene al suo akri.”
Non appena quelle parole furono pronunciate, lei svanì come aveva fatto sua madre.
Ma mentre svaniva, la pelle di Acheron, proprio sopra il suo cuore, bruciò.
Sibilando, Acheron scostò la tunica per trovare un piccolo e colorato drago che spiccava sulla sua pelle.
Lo toccò cautamente e sentì la risata di Simi nella sua testa.
Il tatuaggio si diresse lentamente verso il suo collo.
Il suo movimento gli fece il solletico finché lei non si posizionò sopra la clavicola.
 
Acheron era disperato perché doveva trovare del cibo per Simi.
Era stato svegliato da lei quella mattina dopo che l’aveva morso alla mano.
Per fortuna, l’aveva fermata prima che potesse molto più che incidere la ...sua pelle.
“Non dovresti mordere tuo padre, Simi,” le aveva detto gentilmente, ma in modo fermo.
“Ma Simi ha fame e akri stava lì fermo e con l’aspetto appetitoso.”
 
 
Non mi rendo conto da subito dove mi trovo.
A primo impatto non riconosco il luogo.
Sento un qualcosa di morbido sotto di me, un cuscino sotto la testa, e una coperta addosso.
Mi sono addormentata o sono svenuta?
Non lo ricordo con chiarezza.
Sta di fatto che ho lasciato il luogo della “battaglia”.
E infondo è stato un bene.
Non sento più rumore intorno a me, non sento più dolore, più angoscia, più disperazione.
Non sento più male.
Qualcuno mi ha salvata da quell’Inferno mentale.
Ma chi è stato?
Ho scoperto che alle volte essere un empatico, è orrendo.
Fa davvero schifo essere me, quando sono così.
È tremendo sentire le emozioni e le sofferenze altrui come se fossero le proprie.
 
Mi metto a sedere su quel divano a me sconosciuto.
Mi passo una mano tra i capelli, e cerco di riadattare la vista.
Mi guardo intorno.
“Akri, si è svegliata!” esclama una voce squillante accanto a me.
Tutto quell'entusiasmo non fa che peggiore il dolore alla testa.
“Simi.” penso distratta.
“Che ci fa lei qui?” ragiono di nuovo.
Non c'era niente da fare quel posto per quanto familiare, mi era estraneo fin quando non lo sento.
“Simi... ma che cosa ti avevo chiesto?!”
Acheron.
Il capo dei Dark Hunters.
Il più potente di tutti.
La persona che aveva carisma, colui che sapeva farsi davvero rispettare.
La persona che incuteva fiducia e timore a prima vista.
“Non è stata colpa mia Akri...io non c'entro....” risponde lesta Simi, scuotendo il capo.
I suoi lunghi capelli, le sue orecchie a punta e le sue piccole corna nere, la seguono in quel gesto.
“...Simi stava qui ferma...” si giustifica la demonietta con aria innocente.
Fa vibrare le sue ali blu scuro, imprigionando gli occhi di Acheron con i suoi bianchi e bordati di rosso.
“Va bene, ti credo.” conferma l'Atlantideo calmo.
Si avvicina ad entrambe.
“Va pure Simi...”
“...Grazie.” gli dice gentile.
“E' stato un piacere Akri!” risponde lei.
Seguo con lo sguardo la giovane figura che saltellando si avvia in una stanza accanto.
“Come stai?” mi sento chiedere da una voce calda.
Vedo qualcuno che s'inginocchia di fronte a me.
Alzo gli occhi per incontrare i suoi.
Magnetici e splendidi come sempre.
“Acheron...” dico con un che di sorpresa.
Davanti a me, un uomo alto e snello, dalla bella corporatura, dai capelli lunghi, sciolti sulle spalle, neri come la notte, sfumati da masque rosso fuoco, occhi argentei come il metallo fuso.
Un uomo apparentemente normale, comune, con un bell’accento americano, con il vizio del Metal e dello stile gotico, con la passione per la chitarra, per la lettura di libri di fantascienza, con l’amore per il cinema, e i film horror il venerdì sera, con lo stravagante desiderio di cambiare tinta ai capelli ogni qualvolta gli era possibili, con i colori più assurdi, come Viola Metallico o Verde Scuro.
Un uomo tranquillo, che detesta, le bugie, il respiro sul collo, e il contatto contro la sua schiena.
Apparentemente normale, sì…perché lui in verità non altri che una divinità Atlantidea.
Un Dio, dai poteri smisurati, temuto da tutti e da tutto.
“Chi altri ti aspettavi.” mi sorride.
“No, nessuno...” rispondo un po’ imbarazzata.
Sospiro.
“Ecco dove mi trovo.” rifletto sollevata.
“Sono nel Katoteros, a casa sua.”
Poi mi soffermo a pensare sul come stavo.
La testa fa ancora male, e gli occhi bruciano da morire.
“Va un po' meglio.” mento, anche se non so quanto la cosa possa convenirmi.
Conosco Ash, non bene quanto vorrei, ma il suo modo di fare, e la sua furia, mi sono state presentate tempo fa. E so bene che non sopporta le bugie.
“Mi bruciano ancora gli occhi, però.” confesso.
Almeno così non dovevo sentirmi in colpa con la mia coscienza, ho detto solo una parte di verità.
“Fa vedere.” mi dice accarezzandomi il volto.
Gli fermo le mani, e mi scanso da lui.
Non per paura, ma solo perchè...
“Non voglio farti male.” gli dico senza pensarci.
“Fare del male a me?” mi chiede scettico.
 Mi rendo conto che non potevo utilizzare parola più scema di quella.
Fargli del male per me, era praticamente impossibile.
Primo perchè non ne avrei mia avuto la forza.
Secondo perchè era improponibile il solo pensare di poterlo toccare anche solo con un’unghia.
“Non conosco gli effetti che può avere...” cerco di spiegarmi.
“Li conosco io, non ti preoccupare...lasciami fare.” mi sorride lui in risposta.
“Non sconvolgerai, nessuno dei due…sta calma.” mi spiega quasi con fare ironico.
“Acheron...per favore...” lo supplico.
“Tranquilla...” afferma sereno.
Sento le sue mani poggiarsi sulle mie guance.
Alzo il volto e sollevo gli occhi.
Li sento bruciare ancora di più, e non ho il coraggio di guardare fisso Ash.
“Hai gli occhi leggermente arrossati.” mi spiega calmo.
“Hai pianto?” mi chiede poi.
“N-no…” cerco di dire con un che di convinto.
Peccato che fallisca clamorosamente.
E che cosa ancora peggiore, lui se ne accorga.
I suoi occhi mi fulminano, ma il suo tocco delicato sulla mia pelle, non cambia.
“Hai pianto?” mi ripete serio, quasi severo.
Mi costringo a dirgli la verità.
“Durante il…sonno…” affermo deglutendo.
“Non ricordo bene…ma non era piacevole…” confermo sincera.
“Era un sogno?” mi chiede ancora
“Forse…” cerco di ricordare.
Sospira preoccupato, chinandosi su di me.
La sua mano mi sfiora con delicatezza la guancia destra.
“Ne vuoi parlare?” mi domanda con dolcezza.
“No…non ce ne bisogno…” rispondo subito, quasi a voler chiudere il prima possibile quell’argomento.
“Sicura?” chiede ancora.
Annuisco, temendo che la voce, sul punto di rompersi, mi tradisca.
Fissa un altro po’ i miei occhi.
“Non è nulla di grave.” afferma ancora ottimista.
Annuisco, sentendo la sua mano sfiorarmi i capelli.
Abbasso la testa e rischio:
“Che cosa è successo?” chiedo.
“Io non lo ricordo...bene.” confesso un po' imbarazzata.
“E' andato tutto nel verso giusto...ti basti sapere questo.” mi dice strizzandomi l'occhio.
Non avrebbe aggiunto altro, non adesso, non in quel momento, ed io lo sapevo.
Non mi avrebbe “sconvolto”, ulteriormente, non dopo quanto gli avevo appena confessato.
Come sapevo anche che sarebbe stato inutile insistere.
Sospiro di nuovo, rincuorata dalla notizia.
“Bene, molto bene.” affermo lieta della notizia.
Lo vedo appoggiarsi con la schiena al muro.
Incrocia le braccia al petto, e mi guarda, con l’ennesimo sospirone.
“Non avrei dovuto permetterti di venire.” mi confessa.
Mi sta osservando con sguardo protettivo.
Degno di un padre.
“Hai da poco sviluppato il poter dell’Empatico…dovevo immaginare la tua reazione.”
“Acheron…non…” provo a dirgli.
“Pochi secondi fa…temevi di farmi del male…” m’interrompe, fissando il soffitto.
“…Non eri ancora pronta…” mi spiega tornando su di me, paziente.
“Ho insistito io, la colpa è stata mia...non te ne fare un peso.”
“Me ne sto facendo un peso.” mi confessa dispiaciuto.
Faccio per replicare, non era giusto che si sentisse in colpa, per un mio sbaglio, ma la sua mano alzata, m’impedisce, di parlare.
“Non intendevo questo...volevi solo dare una mano.” mi dice con un sorriso timido.
“Sì, questo è vero.” affermo chinando il capo.
Ash, aggrotta la fronte.
“Che cosa c'è? Sembri turbata...” mi fa notare.
“C'è qualcosa che vuoi dirmi?” mi chiede curioso.
“Posso farti una domanda?” oso io.
“Ma certo...” mi risponde lui come se fosse normale.
“Perchè non mi dici la verità su chi sei?” gli domando tutto d'un fiato.
“Non sei pronta per sapere la verità.” mi risponde da copione.
“Perchè questo non lo lasci decidere a me.” provo a ragionarci.
“No.” afferma con tono.
“Perchè non ti apri mai con nessuno?” chiedo di nuovo, senza capire.
“Non posso.” mi risponde deciso.
“Da che cosa ci vuoi proteggere.” gli chiedo sicura.
Perché infondo è questo che faceva.
Con tutti.
Ci proteggeva in un modo o nell’altro da tutto e da tutti.
“Non si tratta di proteggere...è così e basta.” mi risponde calmo.
“Il tuo passato non può essere più tremendo di tutti gli altri.” cerco di capire.
“Che cosa ne puoi sapere tu.” mi risponde duro.
E in quella durezza, c’era qualcosa di sinistro, di offensivo, e di malinconico.
“Kyrian e Zarek, sembravano sapere più del dovuto.” continuo.
“Ti sbagli.” afferma con calma.
“Io non ti capisco, perchè fai così?” gli domando stranita.
“Non ne hai motivo.” continuo confusa.
“Non devi sforzarti di capirmi, non te l'ho chiesto.” mi dice onesto.
“Lo so, ma sei così dannatamente contradditorio.” affermo distratta e un po’ irritata.
“Che cosa vuoi dire con questo?” mi chiede spiazzato.
“C'è mai stata una regina del Katoteros?!” domando sicura.
 
A Vane mancò il fiato quando ebbe la visione più strana di tutti e quattrocento gli anni della sua vita.
Il potente Cacciatore oscuro Acheron Parthenopaeus era seduto per terra a gambe incrociate nel retro del
negozio, mentre giocava alle bambole con il suo demoniaco famiglio femmina e una bambina umana.
Vane non riuscì a muoversi mentre osservava la piccola bambina seduta sul ginocchio coperto di pelle
del Cacciatore oscuro, che le teneva una grande mano sul pancino.
Vestita con un grembiulino rosa ornato di ghirigori e con dei sandaletti neri, era una bellissima bambina, con corti riccioli rosso scuro e un visino paffuto e angelico.
Ash teneva nella mano destra una bambola maschile mentre la bambina masticava la testa di una Barbie dai
capelli rossi che assomigliava stranamente alla dea greca Artemide, creatrice e dominatrice dei Cacciatori oscuri. La ragazza demoniaca era seduta davanti a loro, con in mano una bambola bionda.
Lei stessa aveva i capelli neri con una striscia rossa, copia perfetta di quelli di Ash.
“Vedi? Lo sapevo che Marissa era una brava persona” disse il famiglio ad Ash.
 “Guarda come si mangia la testa della bambola di Artemide la rossa. Simi deve insegnarle a sputare fuoco, poi la presenterà direttamente a quella divina vacca.”
Ash rise. “Non penso proprio, Simi. Marissa non è ancora pronta per una cosa del genere. Vero,
tesorino?” La bambina allungò un braccio e mise una manina bagnata sul mento di Ash, mentre lo guardava ridendo. Ash le mordicchiò scherzosamente la mano, mentre il famiglio le tolse la bambola di mano e la fece danzare con la sua.
“Credo che la mia bambola abbia bisogno di un paio di corna, akri” disse il demonio ad Ash.
“Credi che Liza mi farebbe una bambola demoniaca che mi somiglia?”
Le corna apparvero istantaneamente sulla testa della bambola, e i capelli le diventarono neri striati di rosso. Il famiglio strillò di felicità.
“Oh, grazie akri. Una bambola Simi!” Inclinando la testa, il demone guardò la bambina in braccio ad Ash. “Sai, Marissa è proprio una bella bambina, ma sarebbe ancora più bella se avesse anche lei le corna.”
“No Simi, non credo che Amanda e Kyrian apprezzerebbero di avere indietro una figlia con due
corna in testa.”
“Sì, ma sembra così... così... incompleta, senza. Posso fargliene di molto carine. Magari rosa, così fanno
pendant col suo vestitino.”
“Va bene così, Simi.”
Il demone mise il broncio. “Oh, uffa, non sei divertente, akri.” Alzò la bambola maschile.
“Vedi questa, Marissa? Bene, ecco cosa succede quando lui fa arrabbiare Barbie. Lei prende la sua salsa barbecue e se lo mangia.”
Ash tolse rapidamente la bambola dalle mani di Simi prima che facesse in tempo a mettersela in bocca.
“No, no, Simi. Sei allergica alla gomma.”
“Davvero?”
“Non ti ricordi quanto sei stata male dopo aver mangiato tutti gli pneumatici di quel camion che ti
aveva fatta arrabbiare?”
Il famiglio sembrò davvero deluso. “Oh. Era stato quello, che mi aveva fatto star male? Pensavo fosse
stata la presenza della vacca divina.”
Ash diede un rapido bacio in fronte alla bambina, poi la passò a Simi.
“Tieni d'occhio Marissa per qualche minuto, non mangiarla e non farle mangiare niente.”
“Non preoccuparti, akri. Non mangerei mai la piccola Marissa. So quanto ti mancherebbe, se lo facessi.”
Ash diede al demonio un abbraccio affettuoso prima di alzarsi e avvicinarsi a Vane.
 Alto e magro, Ash era la quintessenza dell'uomo al culmine della propria esistenza.
Non c'erano molti uomini più alti di Vane, ma Ash era uno di loro.
Non era solo la sua altezza, a metter soggezione.
C'era qualcosa di primigenio e potente in quel Cacciatore oscuro.
Qualcosa che persino l'animale in Vane temeva.
 
“Tu sei mai stato sposato?” chiedo senza riuscirmi a trattenere.
 
“Perchè non mi sento incompleto quando mi guardi.”
“Come dovresti sentirti incompleto?”
“Da bambino sono stato fatto a pezzi e gettato via, come un pezzo d'immondizia che nessuno voleva. Ma tu non mi tratti così. Tu vedi in me il lato umano e riesci a raggiungere quella parte me. Tu mi fai sentire completo e desiderato.”
 
“Hai e/o hai avuto una famiglia?” oso chiedere ancora, superando ogni buon senso.
 
“Vado io da lei” disse Ash, svanendo istantaneamente.
 
Ash era seduto su una sedia di legno bianco vecchio stile, e cullava la bambina che gli dormiva in braccio mentre li osservava curioso.
Teneva tra le ginocchia una bottiglia di latte mezza vuota mentre la bambina, vestita con una tutina rosa, si succhiava il piccolo pollice protetta dal suo abbraccio.
C'era qualcosa di così incongruo in quell'immagine, che Bride non potè impedirsi di fissarlo.
Un uomo vestito da capo a piedi di pelle nera e borchie, con lunghi capelli rossi e neri e un orecchino a forma di pugnale al lobo sinistro, non sembrava proprio qualcuno che avrebbe dovuto trovare piacere nel tenere fra le braccia un bebé.  
Eppure eccolo lì, seduto nella stanza rosa che cullava placidamente la piccola.
Ash avrebbe dovuto sembrare totalmente fuori luogo, eppure sembrava a casa sua.
 
“Accidenti, sei bravo” disse Vane.
Ash sorrise con sufficienza. “Il migliore in assoluto.”
 
E dopo quella domanda mi resi conto di aver sbagliato.
Avevo toccato un punto dolente.
E il suo sguardo furente, tanto è bastato a farmi tacere.
“Puoi rimanere qui finché vuoi, fin quando starai meglio, dopodiché ti prego di ritornare alla tua vita.” mi dice con tono freddo.
C’era qualcosa di disumano e malinconico in quella voce.
Sul suo volto, sono scomparsi la calma e quel sorriso dolce.
Mi volta le spalle e fa per andarsene.
Mi avrebbe lasciato sola, per sfogare la sua “ira” altrove.
Mi alzo di scatto:
“Acheron!” chiamo con forza tendendo una mano verso di lui.
Incrocio i suoi occhi.
I miei tremano mortificati, per aver osato tanto.
Non era mia intenzione offenderlo o peggio ancora obbligarlo a ricordare “esperienze” poco piacevoli.
“Non volevo, non dovevo osare tanto...perdonami.” mi scuso in sussurro.
“E’ solo…che…mi sono lasciata trasportare…” cerco di spiegargli.
“Perchè ti preme tanto sapere di me?” mi chiede adirato.
“Io-io…non voglio sapere di te…io voglio conoscerti meglio.” affermo insicura.
“Perché?” chiede lui sorpreso.
“Perché…perché…perché, noi siamo amici.” confesso arrossendo.
Qualcosa nei suoi occhi lo tradiscono.
Non si aspettava una risposta del genere, detta con tanta convinzione.
“Lo pensi e credi davvero?”
“Tante persone, la pensano come me…e tutti loro si fidano ciecamente di te e del tuo giudizio.”
“Loro…Tu mi consideri, un tuo amico?”
“Che cosa c’è di sbagliato in questo?” chiedo senza capire.
“Nulla.” mi risponde abbassando il capo.
C’era qualcosa di diverso adesso in lui.
Sembrava sollevato, quasi felice.
“Sei arrabbiato?” chiedo leggermente preoccupata.
Acheron scuote il capo, rialzando il volto sul mio.
“Non sono arrabbiato con te.” mi risponde onesto, accennando un sorriso sereno.
“E con la mia curiosità?” chiedo ancora giusto per sapere.
“Neanche.” afferma ridendo buono.
“Scusami...” dico ancora, un po’ turbata.
“Non ti preoccupare…non hai bisogno di scusarti.” afferma tranquillo.
“Ci tieni davvero tanto alle persone che ti stanno accanto, eh?” chiede come se già conoscesse la risposta.
E forse, in effetti, lui già la conosce.
Era uno dei suoi tanti doni, sapere le cose in anticipo.
Eventi passati o futuri che siano erano già stati visti e presi in considerazione da Acheron.
Lui già sapeva, prima che l’azione dovesse già svolgersi.
Annuisco convinta:
“Ti ho fatto una promessa e intendo mantenerla.” gli ricordo.
“Lo so, ma ti ho già spiegato...” cerca di convincermi.
“Tu mi hai salvato la vita, e io contraccambierò il favore.” affermo irremovibile.
“Ma è stato tempo fa.” mi sorride lui.
“Non importa…ho promesso che ti avrei dato sostegno in tutto…” continuo con fermezza.
“Lo sai che non ti chiederei mai una cosa del genere, vero?” m’interrompe Acheron.
“Lo so…” cerco di rispondere ed essere il meno vaga possibile.
Perché quello bravo nell’essere vago e impenetrabile è lui, non io.
Nessuno conosceva il vero Acheron.
Nessuno l’aveva mai visto realmente per quello che era.
Si conoscevano solo frammenti di lui e della sua lunga vita.
“Non puoi fare parte del mio destino.” mi spiega paziente, come se stesse parlando con una bimba piccola, che ha bisogno di capire.
“Ma tu non meriti tutto questo.” gli dico tristemente.
Lui mi sorride con dolcezza.
“Chi lo merita secondo te?” mi chiede con un che di curiosità.
“Nessuno.” affermo con dolore, chinando gli occhi.
 
Però detto tra noi, una persona tanto buona come lui, non merita tutto quello che la sua mente e il suo corpo sopporta, quasi quotidianamente.
Non merita di essere schiavo.
Non merita di essere al servizio di una dea, falsa e opportunista.
Non merita di vivere in un turbine di dolore.
Non merita di essere detestato e odiato dalla sua stessa famiglia.
Privato di ogni affetto e di ogni amore.
Privato di ricordi piacevoli.
Oppresso nel cuore, sfregiato da schegge invisibili nel corpo e nell’anima.
 
Merita amore.
Merita affetto.
Merita riconoscenza.
Merita rispetto.
Merita di essere salvato.
Merita di ridere spesso.
Merita di vivere.
Merita libertà.
Merita pace.
 
Una persona tanto buona, merita solo di essere felice.


 

 

 Fine

 

 
Note dell’autrice:
 
Allora, non è così malvagio vero?
Si può leggere, giusto?
Lo so, è dannatamente lungo, ma ci sono un sacco di cose da dire sul conto di Acheron!
 Beh, comunque in questa fan-fiction, ho colto a volo l’occasione per “ringraziare” i protagonisti di questa saga, per la compagnia e per le emozioni che riescono a donarmi.
Qui mi sono soffermata su uno di loro: Acheron Parthenopaeus.
Sì, gli ho dato più spazio possibile, perché ad impatto quest’uomo ha avuto tutta la mia simpatia ed il mio rispetto. Non lo so, il modo in cui si è presentato, lo stile che usa, il modo di parlare, il suo modo di fare, hanno avuto effetti positivi su di me. Gli ho dato fiducia e amicizia da subito.
In questa storia, ho voluto mettere in evidenza, i due aspetti di Ash .
Da una parte ho voluto mettere in evidenza la furia, la responsabilità, il potere, la forza, che sa sfruttare in “battaglia”. Dall’altra la dolcezza, la bontà e la protezione che sa donare senza troppi problemi.
Ho voluto sottolineare il suo lato duro e quello tenero.
 
Insomma spero di aver fatto un buon lavoro, è spero di aver fatto capire come io vedo realmente questo grande personaggio! ;)
 
Passo alle descrizioni dei personaggi ritrovati durante la narrazione:
 
-Julian: Julian è il figlio di un leggendario comandante Spartano. Allevato alla maniera spartana, non ha mai conosciuto amore di nessun tipo. La sua infanzia è stata dura e senza perdono. Come uomo, ha lottato per arrivare in cima e diventare uno dei più temuti generali macedoni del suo tempo. E' stato il comandante che ha istruito Kyrian di Tracia e una volta che Kyrian stesso ha raggiunto la carica di comandante, i due insieme hanno collezionato una serie di vittorie attraverso il Mediterraneo e hanno quasi fatto inginocchiare Roma stessa. Sfortunatamente, un atto di brutale tradimento ha portato Julian in diretto conflitto con gli dei greci e ha causato la sua dannazione e imprigionamento in un dipinto che successivamente è stato inserito all'interno di un libro. Per il resto dell'eternità, è stato condannato ad essere uno schiavo del sesso il cui unico scopo è soddisfare la donna che lo evocherà per la durata di un mese. Ed è molto bravo in quello che fa. Grace Alexander, psicologa, è l'ultima donna che lo ha evocato e che spezzerà il maleficio.
Semi Dio di origine greca, biondo dagli occhi azzurri. Sposato con Grace, e padre di Vanessa, Neco & Dimitri. Il suo migliore amico è Kyrian. E il suo passatempo preferito è la lettura.
 
-Kyrian: Nato come principe ed erede di Tracia, Kyrian è stato diseredato quando ha sposato una ex prostituta contro il volere del proprio padre. Come leggendario generale macedone, ha collezionato una serie di vittorie attraverso il Mediterraneo durante la quarta guerra di Macedonia. Le cronache scrivono che avrebbe potuto sconfiggere la forza romana nell'impero conosciuto e reclamare Roma per se. Ci sarebbe riuscito se non fosse stato tradito dalla propria moglie per essere consegnato nella mani del nemico. E' stato torturato per settimane e poi giustiziato dal nonno di Valerio. Amanda Deveraux è la contabile della New Orleans odierna che diventerà la sua compagna.
Dark Hunter professionista, infine liberato dalla “maledizione. Biondo dagli occhi verdi scuro. Sposato con Amanda e padre di Marissa e NJ. Il suo migliore amico e Julian. Kyrian ha un cane di nome Terminator.
 
-Talon: Talon è il figlio di un sacerdote druido e di una regina celtica. Lui stesso è stato un capo clan in Bretagna che ha combattuto contro gli invasori ed ha assicurato la pace al suo clan. Dopo la morte della zia, dello zio, della moglie e del figlio in un breve periodo di tempo, gli è stato detto che gli antichi dei lo hanno maledetto. Che avrebbero attaccato anche sua sorella, la sua gente e la sua terra se lui avesse continuato a vivere. Per appagare gli dei, deve sacrificarsi a loro. Appena legato all'altare, il suo clan ha ucciso sua sorella davanti ai suo occhi e poi lui stesso. A questo punto Talon accetta di cedere la propria anima in cambio della vendetta. A differenza degli altri Dark Hunter, Talon è completamente distaccato dal mondo reale. Cammina tra questo mondo e il prossimo con l'aiuto degli Spiriti Guida. Alcuni credono che se mai dovesse liberare le sue emozioni represse, il volatile sangue celta che gli scorre nelle vene distruggerebbe non solo lui, ma anche tutti quelli vicini. Sunshine Runningwolf è la solare pittrice di cui si innamora.
Sopranome T. Dark Hunter professionista, infine liberato dalla “maledizione. Biondo chiaro ondulati, dagli occhi color ambra. Sposato con Sunshine e padre di Declan. Il suo migliore amico Wulf.
 
-Zarek: Zarek è nato come figlio non voluto di una schiava greca e di un senatore romano. Poco dopo la nascita, sua madre lo ha lasciato ad un servo con l'ordine di ucciderlo. Il servo ha avuto pietà del bambino e lo ha portato al padre che non ha avuto più ritegno per il figlio di quello che aveva avuto per la madre e così Zarek è diventato lo schiavetto di una nobile famiglia romana. Nessuno sa come è morto o perchè ha deciso di barattare la sua anima, lui mantiene uno stretto segreto. Non si fida di nessuno. Raramente interagisce con gli altri Dark Hunter e quando lo fa, è sempre molto riservato e li tratta con il massimo disprezzo. A causa del suo continuo rifiutarsi a seguire ogni ordine (persino quelli di Artemide) e la sua mancanza di riguardo per ognuno tranne se stesso, è stato tenuto in isolamento in Alaska dove la sua possibilità di movimento è molto limitata e dove è strettamente sotto controllo. Ci sono molti che temono che un giorno si rivolterà contro gli umani così come contro i Demoni. Astrid è una delle figlie della Dea della Giustizia, chiamata a giudicare se Zarek è degno di vivere.
Sopranome Z. Dark Hunter professionista, infine liberato dalla “maledizione, dopodiché è diventato un dio grazie alla sua compagna . Capelli corvini e occhi blu. Sposato con Astrid e padre di Bob e Kyra.
 
-Wulf: Wulf è un guerriero vichingo la cui imprudenza lo ha portato in contatto con Morginne, una potente Dark Hunter donna. Lei lo ha ingannato barattando la propria anima con la sua. E' l'unico Dark Hunter a cui non è mai stato concesso un Atto di Vendetta. E siccome è stato ingannevolmente condannato da un altro Dark Hunter, i suoi poteri sono molto diversi rispetto al resto dei suoi simili. Il potere più curioso di tutti è quello dell'amnesia. Nessun uomo o animale è capace di ricordarsi di lui dopo cinque minuti che se ne è andato. L'unica eccezione sono i discendenti del suo primo scudiero e fratello. Siccome l'unico divieto per un Dark Hunter è l'amore di un umano, e nessun umano è capace di ricordarsi di lui (e per il Codice dei Dark Hunter, nessun Dark Hunter può essere fisicamente o romanticamente coivolto con il proprio scudiero), Wulf, da solo, è condannato per l'eternità ad essere un DarK Hunter. Cassandra è la donna apollide, ultima discendente diretta di Apollo, che deve, per salvare la sua specie, generare un erede prima dei 27 anni.
Dark Hunter professionista, infine liberato dalla “maledizione”, di origine vichinga. Capelli scuri e occhi azzurri. Sposato con Cassandra, e padre di Erik, Phoebe e Tyr. E il suo passatempo preferito è la lettura per i suoi figli. Suo nipote Chris, figlio di suo fratello deceduto,  ragazzo che ha cresciuto e a cui vuole bene come se fosse suo, vive assieme alla sua famiglia.
 
-Vane: Il più grande fratello di sei, Vane ha speso l'intera vita a vegliare sui fratelli più giovani, specialmente sulla sorella Anya e sul fratello Fang. Ucciderebbe o morirebbe per proteggere la sua famiglia dagli Arcadiani che gli danno la caccia. Gli Arcadiani lo hanno dichiarato un assassino al compimento dei 25 anni e lo hanno perseguito fin da allora. La taglia sulla sua testa è sbalorditiva. Un assassino con carattere, è estremamente territoriale e spietato con chi osa opporglisi. Solo Anya ha visto il suo lato tenero. Per il resto del mondo, è un cuore duro. Fa tutto quello che è necessario per proteggere il suo branco. Sfidarlo è sfidare la morte stessa. Bride McTierney è l'unica che riesce a scalfire la sua anima, ma lei è umana al 100%, mentre lui è più animale che uomo.
(Vane è un cacciatore mannaro. E’ un Katagari, cioè un animale che si trasforma in uomo; oltre ai Katagari ci sono gli Arcadici, cioè umani che possono trasformarsi in animali).
Dark Hunter professionista, infine liberato dalla “maledizione”. Capelli scuri, tendenti ad un mogano non troppo scuro e occhi verdi. Sposato con Bride e padre di Trace e Trinity. Ha due fratelli che adora, Fang e Fury. Ha un labrador meticcio di nome Cujo.
 
-Acheron: Sopranome Ash e Akri.
(Mi fermo a due, perché la lista potrebbe diventare lunga ù-ù).
Capo dei Dark-Hunter, nonché Dio Atlantideo, e re del Katoteros.
Biondo (come colore naturale) dagli occhi argentei.
Sposato Soteria Kafieri (Sopranominata Tory), padre di Simi (Suo famiglio) e di Katra.
Il suo passatempo preferito è suonare la chitarra. Ha un gatto di Kichka.
Ha una nipote Artemesia Katra Ishtara Nana Parthenopaeus (Sopranominata Mia, figlia di Katra.)
Per il momento ho messo solo i/le fligli/e e i/le nipoti/e accertate…poi chi sa. ;)
Curiosità: Definisce Katra e Mia i suoi tesori. E per di più ha/avrà (Non so bene come dire)  una foto nel portafoglio di Tory, in dolce attesa, avvolta in un vestito bianco.
 
Spiegazioni:
 
-Non mi sono soffermata troppo sulle descrizioni degli altri personaggi, primo, perché ognuno di loro ha un libro a parte, da cui puoi capire il loro aspetto fisico e il loro comportamento, secondo perché che c’è da dire, sono tutti belli come dei o fotomodelli. Tutti con corpi scolpiti e abbastanza muscolosi, dai volti perfetti…
Insomma tutti…. :Q____
-Sweet Home Alabama: Ho scelto questo titolo solo perché è la canzone “dedicata” ad Ash, ogni qualvolta che quest’ultimo decide di rimanere per trascorrere la propria serata al “Sanctuary”, luogo di ritrovo/rifugio/ bar per tutti i Dark Hunter.
-Akri: E’ il termine che Simi, utilizza per chiamare Acheron, letteralmente vuol dire “Signore e Maestro.”
-Katoteros: E’ il paradiso Atlantideo.
-Apollymi: E’ la dea della distruzione atlantidea.  Ed la madre biologica di Acheron (Cosa che io non dovrei sapere, ma lei non è brava come il figlio nel fare la vaga, si è fatta scoprire subito), e quindi quello Stryker, di cui sentite parlare non è altro che il fratellastro di Ash.
-Incompleto: Anche se molto probabilmente è un’ conversazione che deve ancora verificarsi, ci tenevo a mettere quella scena. La parte in cui Ash, si confessa a Tory, a parer mio è significativa.
 Si avverte il vero amore dei due. Ecco perché faccio il tifo per loro senza problemi. (^^)/
Lei lo ama più della sua vita, ma lei non si lascia intimidire da lui. Per lei, lui è semplicemente l'uomo che ama. Il suo passato non le importa, le importa solo del loro futuro insieme. Secondo lei, non c'è compagno più perfetto di lui. Ash ama il fatto che lei è così positiva normale e umana. Con lei, non si deve preoccupare di nulla. E 'esattamente quello che sembra essere. Semplice e divertente. Quando è con lei, si tratta di due persone che si amano. Non due divinità o due immortali. Solo due persone.
-Qui la ragazza, che giuro che non è il mio altar-ego cartaceo, non vuole realmente tormentare Ash con domande insopportabili e ricordi dolorosi, vuole solo che l’amico si sfoghi, che si comporti normalmente, che si apra con chi gli sta vicino in quel preciso momento. Non gli porta del suo passato, vuole solo sostenere l’amico. Anche se non lo conosce come vorrebbe, anche se non sa nulla di lui, anche se il suo modo di comportarsi con gli altri e soprattutto con i bambini la confonde, non gli importa, vuole solo dare all’amico quel poco di felicità che giustamente merita.
-Il passaggio dalla scrittura passato/presente, è stata fatta a posta, per distinguere il meraviglioso scritto dell’autrice, dal mio, che non sono brava quanto lei. Spero che la cosa non guasti troppo, il tutto.
 
Ma chi sono i Dark-Hunters?
Sono uomini che la natura ha dotato di bellezza e fascino indecente. Ma non sono persone qualsiasi: sono antichi guerrieri greci, spartani, traci, sumeri che, avendo subito gravi torti e tradimenti ed essendo sulla soglia della morte, sono stati “graziati” dalla Dea Artemide per consentire loro di vendicarsi. In cambio la Dea ha preteso l’anima e il loro servizio di protettori del genere umano. Per l’eternità. Ma protezione da chi? Dai Demoni, cioè gli Apollinei; discendenti diretti del Dio Apollo, ma da lui maledetti e obbligati a vivere lontano dalla luce del sole. A 27 anni gli Apollinei, rischiano d' incontrare la morte, così per sopravvivere, queste creature terribili si nutrono di anime umane. Comunemente i Demoni vengono chiamati… Vampiri.

Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.


 

  
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