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Autore: telesette    20/10/2012    3 recensioni
Stando bene attento a non fare rumore, John Lenders sfilò un ombrello dal vaso accanto alla porta e lo impugnò a mo' di bastone. Dopodiché girò piano la maniglia e scivolò all'esterno, buttando rapidamente l'occhio in giro. A giudicare dal suono che giungeva alle sue orecchie, era come se qualcosa di duro stesse rimbalzando ripetutamente sul tronco degli alberi del giardino.
Sulle prime John, convinto che qualche ubriaco stesse prendendo la sua casa a testate, pensò seriamente di cacciare via l'intruso a ombrellate sul fondoschiena. Tuttavia, non appena ebbe scoperto l'origine dei rumori, per poco l'ombrello non gli cascò di mano...
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kojiro Hyuga/Mark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sogni d'oro, Mark!

- John, John svegliati... John!
- Cosa? Che c'è, cara?

Con gli occhi ancora pieni di sonno, John Lenders si tirò a sedere sul letto.
L'orologio sul comodino segnava circa le tre di notte, tuttavia sua moglie lo aveva svegliato per chissà quale motivo.

- Accidenti - imprecò l'uomo, coricandosi nuovamente sul fianco. - Ti sembra l'ora di svegliarmi, con tutto il lavoro che mi attende domani in fabbrica...
- Ma non senti questi rumori in giardino?
- Eh ?!?

Subito John si mise ad ascoltare.
Sua moglie aveva ragione: fuori della loro casa, si udivano forti rumori... come se qualcuno stesse picchiando violentemente contro gli alberi del cortile.

- Ho paura, tesoro - gemette la donna sottovoce, stringendosi al braccio del marito. - Che cosa può essere a quest'ora?
- Non penso che siano ladri - osservò John, riflettendo. - Di certo non farebbero tutto questo rumore... E' meglio che vada a dare un'occhiata!
- No, ti prego, non farlo!
- Cerca di calmarti, adesso - ribatté brusco l'uomo, cercando di tranquillizzarla. - Magari è solo qualche teppista che si diverte, o peggio un ubriacone che ha smarrito la strada... In ogni caso, non preoccuparti: vado a controllare e torno!
- Non pensi sia il caso di chiamare la polizia?
- Ma non dire stupidaggini - tagliò corto John, infilandosi le pantofole. - La polizia per una simile sciocchezza, a rischio di svegliare i bambini... Piuttosto cerca di calmarti e non toccare il telefono; se ci sono problemi, so perfettamente quello che devo fare!

Ciò detto, John uscì fuori dalla stanza, camminando in punta di piedi, e si ritrovò nel corridoio immerso nell'oscurità. Le finestre del soggiorno avevano le imposte leggermente socchiuse, cosicché un debole raggio lunare consentì all'uomo di abituare velocemente la vista ed orientarsi dalla stanza fino all'ingresso.
Stando bene attento a non fare rumore, John Lenders sfilò un ombrello dal vaso accanto alla porta e lo impugnò a mo' di bastone. Dopodiché girò piano la maniglia e scivolò all'esterno, buttando rapidamente l'occhio in giro. A giudicare dal suono che giungeva alle sue orecchie, era come se qualcosa di duro stesse rimbalzando ripetutamente sul tronco degli alberi del giardino.
Sulle prime John, convinto che qualche ubriaco stesse prendendo la sua casa a testate, pensò seriamente di cacciare via l'intruso a ombrellate sul fondoschiena. Tuttavia, non appena ebbe scoperto l'origine dei rumori, per poco l'ombrello non gli cascò di mano...

- Mark - esclamò sbigottito. - Che stai facendo fuori a quest'ora, figliolo?

Avvolto nel suo pigiamino invernale, il piccolo Mark stava prendendo a calci il pallone, mirando con precisione al centro dell'albero più grosso. Ad ogni colpo il pallone rimbalzava, e Mark lo stoppava prontamente per poi ributtarlo sul bersaglio. Come sentì la voce del genitore però, interrompendo subito il gioco, si voltò a guardarlo con gli occhioni sbarrati.

- Ciao, papà - esclamò tranquillo.

Passato lo stupore iniziale, John Lenders indovinò subito cos'era successo.
Evidentemente, dopo aver ricevuto in regalo quel bel pallone da calcio, l'entusiasmo era troppo forte per il piccolo Mark. Da che aveva cominciato a palleggiare, dal negozio fino a casa, non voleva più smettere. Anche dopo mangiato, invece di guardare la televisione con gli altri, era corso fuori a calciare il pallone... e non ci voleva dunque un grande sforzo per capire che, non riuscendo a dormire per l'eccitazione, era corso fuori in piena notte ( oltretutto ancora in pigiama! ) per prendere sempre maggior confidenza con quella irresistibile sfera che gli piaceva tanto.
Chiunque al posto di John si sarebbe arrabbiato non poco ma, ripensando alla faccia che aveva fatto sua moglie poco prima, il signor Lenders non riuscì a trattenere una risatina divertita.
Era troppo buffo!

- Che ti prende, papà? - domandò Mark perplesso. - Perché ridi tanto?
- Ah, vieni qui, monellaccio - disse John scherzosamente, prendendo Mark per le ascelle e sollevandolo con entrambe le braccia. - Di' un po', non ti sembra troppo tardi per giocare a pallone?

Mark sgranò gli occhioni, battendo ripetutamente le palpebre.

- Ma sei stato tu a dire che, se volevo diventare un campione, avrei dovuto allenarmi giorno e notte!
- Ops... Ehm, sì è vero ma... Beh diciamo che, in via del tutto eccezionale, ai campioncini come te è concesso di dormire dopo le undici; è il tuo Mister-Papà che te lo dice, e tu devi obbedire!
- D'accordo - fece Mark, annuendo con un cenno del capo.

Subito John lo fece scendere e, raccogliendo il pallone, Mark guardò il genitore con un sorriso.

- Posso portarlo in camera con me?
- Ma certo - rispose John, accarezzando il figlio sulla testa. - E' il tuo pallone, dopotutto!

Mark infilò dunque le pantofole che aveva lasciato ai piedi dell'albero e, tenendo il pallone alto sopra la testa, corse subito in casa voltandosi solo per salutare il padre.

- Buonanotte papà!
- Buonanotte figliolo - rispose l'altro, con un misto di orgoglio e commozione. - Sogni d'oro, Mark!

FINE

NOTA:

Carissima Aruel, a forza di scherzare tanto su questo benedetto "pigiama", mi hai letteralmente provocato ( xD ovviamente sto scherzando! ), tanto che ora ti sfido a buttare giù una fanfic con tanto di PIGIAMA-PARTY per Mark e Compagni al ritiro della Nazionale...
Se ce la fai, mi dichiaro battuto per CINQUE a ZERO, d'accordo ?!?
;-) Scherzi a parte, alla prossima!

DADO 

   
 
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