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Autore: Mannu    20/10/2012    1 recensioni
All'improvviso la necessità la sopraffece. Ristabilire il contatto era l'unica cosa importante. Assimilare la tecnologia del luogo per ristabilire il contatto.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek: la nuova frontiera'
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7.

Spalancò gli occhi, di scatto. Rimase immobile: il soffitto di un'infermeria, una forte luce che i suoi occhi compensarono subito. Un viso. Un lampo di memoria, la coscienza di essere sdraiata su di un lettino diagnostico. Miranda Alterman, grado guardiamarina, ufficiale scientifico a bordo della U.S.S. Starfender, numero di registro NCC 92519. La guardava con occhi limpidi.
- Si è ripresa, direi.
- Come sta, comandante? Mi sente?
Un'altra voce. T'sev, grado tenente, medico di bordo. Vulcaniano.
- Stanca... - accennò ad alzarsi, ma qualcosa la trattenne. Non era legata. La mano di Alterman era posata sulla sua spalla. Avrebbe potuto facilmente vincere quella resistenza, ma preferì appoggiare meglio le spalle sul lettino diagnostico e rilassarsi.
- Ha assorbito una bella quantità di radiazioni, comandante. Logicamente, è viva solo grazie ai suoi trascorsi... biomeccanici.
- Se mi sta dicendo che devo la vita ai borg faccia pure, T'sev. Non mi rincresce affatto.
- Tipica reazione umana – il giovane vulcaniano apparve finalmente nel suo campo visivo – direi che non ci sono pericoli.
- È successo qualcosa? - Nove si corrucciò. Aveva sognato, sogni orribili, sogni borg. Vividi. Come sempre. Temeva che fossero vividi per un motivo diverso dal solito, stavolta.
- Nulla di particolare. Incubi, direi. Comprensibile.
- Ha salvato due navi, comandante! - stavolta era Alterman china su di lei. Pareva felice.
- I nausicaani non sono riusciti a prendere il controllo della sala macchine, quindi la Starfender non ha potuto mettersi a distanza di sicurezza. Fortunatamente il nucleo di curvatura una volta espluso si è raffreddato scongiurando l'esplosione.
- Eravamo troppo vicini?
- Decisamente, comandante – confermò il vulcaniano.
- E la Starfender?
- È salva, comandante. Mentre lei si avventurava nella sala macchine del vascello nausicaano, una nostra squadra si è teletrasportata a bordo della Starfender con l'energia di riserva. Con l'aiuto del tenente Th'Karr abbiamo ripreso l'armeria e costretto i nausicaani sulla difensiva. Poi, colti alle spalle con uno stratagemma, li abbiamo snidati dalla sala del teletrasporto. Da lì in poi è stato facile.
Nove ascoltò il rapporto del vulcaniano che scese nei dettagli. Il suo primo ufficiale era salvo nonostante avesse perso molto sangue per aver subito una seconda ferita in combattimento. I nausicaani erano stati confinati a bordo della loro nave che, priva del nucleo di curvatura, era divenuta del tutto innocua. L'infermeria si stava occupando di tutti i feriti, ben pochi erano gravi. Un solo morto, un membro della squadra di sicurezza, falciato dalla stessa scarica che aveva ferito Th'Karr.
- Chi c'è sul ponte?
- Il primo ufficiale, il tenente Th'Karr, ha assunto il comando.
Nove ebbe un raro, autentico brivido. Due ferite in combattimento non erano riuscite a ridurre all'impotenza il klingon. Lo fece notare al medico di bordo ma il vulcaniano si limitò ad alzare un sopracciglio sul suo giovane ma imperturbabile viso.
- Ho fatto notare al tenente che le sue condizioni di salute non sono compatibili con le funzioni di comandante della nave.
- E quindi? - volle sapere Nove.
- La sua risposta è stata: “sto benone, orecchie-a-punta”.
   
 
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