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Autore: Armstrong_44    20/10/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe se Kakashi e la sua squadra finissero nel mondo di Dragon Ball, senza alcuna spiegazione?
Cosa farebbero in quel mondo? Resterebbero con le mani in mano, o inizierebbero ad esplorare quel mondo a loro sconosciuto?
(Visto che conoscete la risposta, è meglio cambiare la domanda)
Come si mischierebbero le loro vite con quelle dei nostri eroi di Dragon Ball? Riuscirebbero a tornare nel loro mondo? E se ne avessero l’occasione resterebbero con i loro nuovi amici o partirebbero?
Spero di aver attirato la vostra curiosità.
P.s=Goku non è mai partito, e dalla sconfitta definitiva dei draghi delle sette sfere malvagi sono passati due mesi.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goten, Pan, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1° Capitolo- Quattro persone nel posto sbagliato.

”Ragazzi!!! E’ pronto!” urlò Chichi, aprendo la porta e lasciando che un profumino invadesse l’area circostante.
“Arriviamo, nonna!” rispose la voce di Pan un po’ affannata.
Lei e Goten si stavano allenando da quando erano svegli: era strano come, in poco tempo, suo zio avesse deciso di mettere i combattimenti in primo piano e al secondo le ragazze.
Pan, quando le aveva proposto di allenarsi con lui tutti giorni, pensò che si trattasse di uno scherzo, infatti dopo una bella risata gli chiuse la porta in faccia.
Ma non appena capì che suo zio era serio, incominciò ad allenarsi con lui ogni volta che poteva, senza mai fermarsi.
Goten si era appena preso un calcio nell’addome,  ma si rialzò subito, con determinazione.
“Insomma! Quante volte vi devo chiamare?!?! Se non venite subito, restate senza pranzo!” urlò ancora la donna.
“Va bene, adesso veniamo mamma!” disse Goten “sarà meglio andare!”
“Ok” rispose semplicemente lei.
Entrambi iniziarono a scendere delicatamente, e quando toccarono terra, iniziarono a correre verso casa Son.
Il tavolo era apparecchiato con piatti color neve e posate d’argento per otto persone, e accanto ad ogni bicchiere di vetro vi si trovavano pietanze di OGNI tipo: codini di maiale arrostiti; zuppa di centopiedi,alghe e funghi; rospetti fritti... tutto ciò che un Saiyan gusterebbe volentieri.
“Pan, tesoro, non starai un po’ esagerando con gli allenamenti?” le chiese amorevole la madre.
“Umh... no, non direi.” rispose lei, abbuffandosi sui rospi fritti, il suo piatto preferito.
Nel frattempo, però, si era guadagnata delle severe occhiate da parte di tutti i presenti, (esclusi suo zio e suo nonno), e un silenzio profondo era calato sulla tavola.
“Urca! Questi codini sono davvero favolosi!” esclamò all’improvviso Goku, e tutti sobbalzarono per il suo tono della voce.
Fortunatamente Shenron aveva concesso loro di tenere le sfere del drago attive e aveva fatto tornare Goku adulto.
“Grazie, caro. Come dico sempre, nelle ricette tradizionali non mi batte nessuno!” disse Chichi, soddisfatta per il complimento di suo marito.
Il pranzo,dopo quell’intervento, trascorse piacevolmente, con qualche racconto sulle vecchie imprese di nonno Goku e qualche riflessione sull’allenamento di Pan e Goten.
“Che ne dite di invitare i Brief, domani a pranzo?” domandò ad un certo punto Videl: evidentemente le mancava parlare con qualcuno come Bulma, una donna particolare nel suo genere.
“Ottima idea! Così Trunks potrebbe aiutarci negli allenamenti, vero Pan?” Chiese Goten.
“Si, perché no...” rispose lei, anche se dentro saltava dalla gioia: aveva veramente molta voglia di rivedere i Brief, anche se non al completo…
“Anch’io sono d’accordo, cara. Ho così tanta voglia di fare due chiacchiere con Bulma.” disse Chichi.
“ Bene! Allora è deciso! Domani li inviteremo a pranzo! A te va bene papà, vero?” domandò Gohan.
“Certo! Non vedo l’ora di vedere Vegeta chissà se si è allenato in questi due mesi!.”
“Fantastico! Vado subito a telefonargli.” e così dicendo Chichi si avviò verso il telefono.
“Che ne dici?”chiese Goten a sua nipote"Torniamo ad allenarci?”
“Va bene... andiamo in un luogo più tranquillo però… nelle foreste dei monti Paoz?”
“Per me va bene tutto!”
“Goten, ricordati che Pan deve essere a casa per cena.” disse Gohan.
“Tranquillo, tornerà sana e salva! Al massimo senza un braccio” rispose lui uscendo di casa con Pan al suo fianco, e lasciando il fratello alquanto perplesso. Si recarono in volo al centro della foresta, la quale colorava allegramente i monti Paoz e gli donava un dolce profumo di pini e abeti.
Pochi erano i rumori di quel luogo sordo: il gracchiare dei corvi, il rumore dell’acqua frastagliata sui sassi di un torrente lì accanto e il fruscio prodotto da qualche animale che strisciava sulle foglie cadute.
“Zio Goten...” iniziò Pan.
“Cosa c’è?” chiese lui, fermandosi a guardarla
“Beh… è da molto tempo che ci alleniamo... ma quello che non ti ho mai chiesto è... perché? Insomma, perché vuoi che ci alleniamo? Non che mi dia fastidio, al contrario, ma... tu hai sempre preferito passare il tempo con delle ragazze, non con gli allenamenti! Hai rotto perfino con Valese!”
“beh… ecco... vedi, Pan, ti ricordi quando Baby arrivò sulla Terra?”
La ragazza annuì.
“Beh, lui riuscì ad entrare facilmente nel mio corpo... e... io penso che… se fossi stato più forte,  sarebbe stato più difficile per lui... se io non fossi stato così debole, forse qualcosa sarebbe andata diversamente..”
“Ma... Goten... tu non sei debole!”
“Sì, Pan! Ed è per questo che voglio allenarmi!”
Pan abbassò lo sguardo: le dispiaceva che suo zio provasse così poca autostima di sé stesso.
“Dai, iniziamo ad allenarci!” disse lui con un sorriso.
Pan contraccambiò il sorriso, ed iniziarono ad allenarsi: per quel pomeriggio avevano deciso di evitare gli scontri aerei e di limitarsi ai pugni e ai calci.


“Dai Naruto, svegliati!”  disse preoccupata Sakura, scuotendolo furiosamente.
Questi, piano piano, incominciò ad aprire gli occhi.
Dopo averli sbattuti un paio di volte, iniziò a riconoscere i volti di chi gli stava accanto: Sasuke scrutava la zona attorno a sé mentre due persone erano chine su di lui, una era Kakashi, e l’altra era, per l’appunto:
“Sakura...” sussurrò.
“Naruto!Ti sei svegliato!” esclamò la ragazza dai capelli rosa.
“Bene, ora che la bella addormentata si è svegliata, che ne dite di andare a dare un’occhiata in giro?” propose  Sasuke.
“Non sono la “Bella addormentata”!!!”
“Dici??? Hai dormito per tutto il pomeriggio!”
“Scusate...  dove siamo?” chiese Naruto dopo aver sbuffato alla battuta di Sasuke.
“Non lo sappiamo….” rispose con calma Kakashi, che nel frattempo aveva tirato fuori dalla sua tasca un libricino rosa e aveva iniziato a leggerlo.
“C-come sarebbe a dire, c-che non sapete dove siamo?!?!”
“Non sappiamo nemmeno come ci siamo arrivati qui, se è per questo.”disse Kakashi, senza distogliere lo sguardo dal libro.
Naruto era decisamente preoccupato: il luogo in cui si trovavano era completamente diverso da qualsiasi posto lui avesse visto.
Si alzò in piedi dandosi una leggera spinta con le mani appoggiate sulla terra fresca, ricoperta da qualche ciuffo d’erba e qualche fiorellino .
La sua tuta era leggermente stracciata nel fianco destro e nella caviglia sinistra, lasciando intravedere la pelle rosea leggermente lacerata.
“In ogni caso... Penso che dovremmo andare un po' in giro, come ha detto Sasuke… d'altronde non abbiamo molta scelta...” proseguì Kakashi.
“sono d'accordo” rispose Sakura.
“Umh... E va bene ci sto anch'io“ disse Naruto, arrabbiato per non essere stato lui a proporlo.
Così iniziarono ad inoltrarsi nella fitta macchia verde: man mano che si facevano largo tra alberi, cespugli e rovi l'aria si faceva sempre meno respirabile e la luce sempre meno visibile.
Nonostante tutto, quell'ambiente e quell'odore di pineta erano rassicuranti e infondevano tranquillità al gruppo dei quattro ninja.
Quella calma venne interrotta bruscamente da Sasuke che si fermò di colpo:
“Ascoltate!”
All'istante tutti smisero di camminare e, nel caso di Naruto, di prendere a calci un sassolino che si trascinava dietro da quando erano partiti.
Ognuno di loro tese l'orecchio verso una direzione diversa dall'altra, e cercarono di distinguere i vari rumori:
Non capivano che cosa lo preoccupasse così, fin quando non riconobbero il suono di un combattimento .
Sasuke scattò verso una delle quattro direzioni e gli altri fecero lo stesso: più correvano più il rumore si distingueva.
 
“Che c'è mi vuoi far vincere?” chiese Pan con un ghigno, sferrando un pugno sulla guancia di suo zio,il quale barcollò un po' ma si rimise subito in piedi.
“Beh, se proprio vuoi che mi impegni...” e così dicendo tirò un calcio in corrispondenza della gabbia toracica di Pan.
La ragazza, a quel colpo, cadde a terra e tossì un po':
“Che c'è? Sei già stanca??? “ Disse lui con un sorriso.
All'improvviso, Goten provò un forte dolore alla spalla destra e non appena vi portò le mani, queste si tinsero di rosso.
Pan, rimase scandalizzata dalla scena che le si presentava : suo zio Goten aveva un kunai piantato nella spalla la quale sanguinava abbondantemente, mischiando il colore bianco della maglietta con quello rosso del sangue.
Ma la cosa che più la preoccupava, era il fatto di avere quattro persone mai viste prima davanti a lei: tre sembravano avere la sua età, mentre il quarto era decisamente più grande.
“ Cosa volete?!?” chiese Goten, mentre si reggeva la spalla dolorante.
“Non ti hanno insegnato l'educazione?” rispose un signore dai capelli grigi e una pettinatura alquanto bizzarra.
“Uh?” un ragazzo biondo si girò verso di lei e le si avvicinò porgendole la mano.
“Fermati! non ti avvicinare a lei!” urlò Goten.
“Cosa?!? Ma se tu la stavi aggredendo!” disse una ragazza dai capelli rosa.
Zio e nipote erano sconvolti: nessuno dei due aveva intenzione di fare male all'altro, o almeno, non sul serio.
“Ho detto di non avvicinarti a lei” urlò ancora, notando che il biondino non si allontanava.
“Ah sì? Altrimenti cosa mi fai?” chiese il biondo.
“Te lo mostro subito!”
Goten creò una sfera gialla di energia  tra le sue mani e la scagliò contro il ragazzo, il quale volò oltre due metri da Pan.
“Naruto, tutto bene?” chiese la ragazza dalla capigliatura rosea.
“Maestro Kakashi, che cos'era?” chiese un ragazzo dai capelli scuri.
“Se devo esserne sincero, non lo so, Sasuke”
Naruto si rialzò, anche se con un po' di fatica, e scrutò Goten:
“ Ma come diavolo hai fatto?!? Anzi, sai una cosa, non importa! Ora dovrai comunque vedertela con me!”
“Fermo!” urlò la ragazza dietro di lui.
“Cosa?” chiese, quasi in un sussurro, Sasuke.
Tutti si girarono verso di lei:
“Lui è mio zio!”
“Che cosa?” dissero tutti all'unisono, chi con un tono chi con un altro.
“Sì è mio zio! Ci stavamo soltanto allenando! E poi se fossi stata in pericolo, me la sarei cavata tranquillamente da sola” disse, alzandosi.
“Scusate tanto... Sapete è nel dovere di noi ninja aiutare chi è in pericolo... E noi pensavamo che... “  disse il signore.
“Non fa niente...”rispose Goten, che nel frattempo si era sfilato il kunai dalla spalla e aveva allacciato un pezzo di stoffa, strappato dalla sua maglia, attorno alla ferita.
“Zio, forse è meglio andare da Bulma...”
“Mi sa che hai ragione”
Goten iniziò ad alzarsi in volo, aspettando che la nipote lo raggiungesse.
“Che cosa? Sapete volare?” chiese Sasuke a Pan.
“ Sì, noi Saiyan sappiamo farlo” rispose lei.
“Sai dove ci troviamo?” domandò il maestro Kakashi.
“Siete nella foresta dei Monti Paoz”
“Umh... Non conosco questo posto...” disse a bassa voce Kakashi
“Pan, vieni o no?” urlò Goten.
“Arrivo!”
“Aspetta!” disse Sakura “Noi non conosciamo questa foresta rischiamo di perderci! E poi se anche ne uscissimo, non sapremmo comunque dove andare!”
“Che cosa?!? M-ma mi spiegate come siete finiti qui!?”
“Non lo sappiamo!>> disse Naruto.
Pan era completamente confusa:
“Non ricordate proprio niente???”
Ad ogni ragazzo vennero in mente le stesse scene sfocate:
Flashback
I quattro ninja avevano appena concluso una missione, e si stavano dirigendo verso il villaggio della Foglia.
“Uffa, non è possibile che continuino a darci queste insulse missioni, io voglio un po’ di azion…” non finì la frase che, a causa di una radice, inciampò per terra.
Non aveva provato dolore in alcun punto esclusa la mano che, invece di appoggiarsi sulla morbida erbetta, era atterrata su una piccolo talismano di legno con su incisa una pietruzza azzurra.
Nel mettersela al collo, però,m il giovane premette con l’indice la piccola gemma, e qualcosa attorno a loro cominciò a cambiare.
 
Ora era difficile distinguere i ricordi, ma intravidero tutti un vortice verde per poi ricollegare il fatto al nuovo ambiente:
“Qualcosa ricordo...” disse Sakura.
“Se è quello che penso io... Siamo in guai seri.” bisbigliò Kakashi.
“PAAAN!!!!! Tuo padre si arrabbierà è già ora di cena!” Goten si stava spazientendo.
“Ora devo andare, accompagno zio da Bulma, ceno e torno qui”
“Grazie di tutto.” disse Kakashi.
Pan li salutò con un cenno della testa e un piccolo grugnito per poi spiccare il volo, lasciando i quattro in mezzo alla foresta.
 
“Tranquillo Goten, ho qui una medicina ideata da qualche settimana: per curare una ferita come questa ci metterà soltanto qualche minuto... Pizzicherà un po'... Ma durerà poco “ disse Bulma.
“Non importa, non sono un tipo che si lascia prendere la mano per un po’ di bruciore…” rispose lui.
Bulma lasciò cadere qualche goccia sulla ferita di Goten.
“Aaaaaaah!!! Brucia! Brucia! Brucia! Brucia!” iniziò ad urlare, alzandosi in piedi e sbattendo contro ogni tipo di carrello e facendo rovesciare varie provette e campioni.
“Zio Goten! Calmati! Mi stai facendo fare una figuraccia!!!!”
“Aaaaaah!!! Brucia,Brucia... Ehi! Non brucia più!!!” disse sorridendo e guardando la pelle perfettamente intatta.
Pan si portò una mano alla fronte:
“Che figuraccia... giuro che questa gliela faccio pagare a zio Goten!” pensò.
“Oh, cavoli! È tardissimo! Mio fratello mi ucciderà!Grazie Bulma! Salutaci Trunks!”
E prima che Pan potesse dire qualcosa, sentì una forte pressione attorno al polso, e in pochi secondi suo zio l’aveva già trascinata fuori dalle Capsule.
Mentre erano in volo, Goten non faceva altro che ripetere:
“Sono morto, morto, decisamente morto”
“Non se ci diamo una mossa!”
“Sì, questa volta hai ragione!”
“Come sarebbe a dire "questa volta"?!?! Io ho sempre ragione!!! “ gli urlò contro una Pan arrabbiata.
E dopo che Goten le implorò perdono per circa cinquanta volte, riuscirono ad arrivare a casa con solamente tre minuti di ritardo.
 
I quattro ninja, dopo la partenza dei due ragazzi,
avevano deciso di rimanere fermi nello stesso punto, sperando che in questo modo, per Pan sarebbe stato più semplice ritrovarli.
Kakashi stava seduto all'ombra di un albero a leggere quel suo, al parere dei ninja biondo, “odioso” libro rosa, Sakura raccoglieva fiori intrecciandoli tra loro, Sasuke era sdraiato per terra con lo sguardo verso il cielo a pensare e Naruto era l'unico che non sapeva che cosa fare.
Siccome “guardare le nuvole” o raccogliere fiori, figuriamoci leggere, non era nel suo stile, decise di andare a parlare con qualcuno.
“Sakura, che cosa fai? “
“Niente di che... Raccolgo qualche fiore...”
“Senti... Secondo te che cosa intendeva dire il maestro Kakashi con "se è quello che penso io... Siamo in guai seri."?” le chiese.
“oh... Non ci avevo pensato...”
“Senti tu pensi che quella ragazza tornerà?”
“Penso di sì... mi sembra una brava persona...”
“Già... comunque...” ormai stava esaurendo gli argomenti “Hai visto che cosa è riuscito a lanciarmi contro quel ragazzo?”
“Sì... non sono riuscita a capire che cosa fosse, ma di sicuro quelle persone erano molto potenti!”
E i due continuarono a riflettere sui ragazzi appenaconosciuti, come, d’altronde, Sasuke e , anche se non lo dava a vedere, Kakashi.
 
“Grazie per la cena Nonna, io vado su di sopra” disse Pan salendo le scale: quando andava dai suoi nonni, i suoi genitori dormivano nella prima stanza degli ospiti e lei nella vecchia camera di suo padre.
Di solito ci trascorreva molto tempo, ma quella sera, spalancò la finestra in legno e volò fuori, accompagnata da un cielo rossastro:
il tramonto era arrivato, regalando ai passanti uno spettacolo stupendo.
Mancava poco ormai, forse uno o due metri,al punto in cui li aveva lasciati nel pomeriggio.
Non appena li vide, iniziò a scendere di quota, fino a toccare terra.
“Finalmente sei arrivata!” esclamò Naruto, con un tono misto tra la felicità e la scocciatura.
“Ho fatto il più presto possibile!” rispose lei.
“E ora che facciamo?”chiese Sakura.
“Pan... Non conosci nessuno che possa conoscere storie e leggende abbastanza antiche?” chiese Kakashi.
“Non saprei...” rispose Pan
“Ci sarebbe il Genio delle Tartarughe...” disse una voce proveniente dalle spalle della giovane.
La ragazza si girò lentamente, sperando che i suoi sospetti non fossero fondati.

Ciao a tutti,
Sono tornata con questa nuova storia, (che era già in archivio da un bel po') e sono veramente contenta di ricominciare a scrivere e pubblicare.
Spero che questa storia non vi deluda, al contrario, mi farebbe molto piacere sapere che vi piace :)
Ringrazio veramente di cuore chi leggerà, recensirà e inserirà questa storia tra le seguite, preferite e/o ricordate.
Un grande abbraccio dalla vostra Mar :)
  
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