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Autore: Shadeyes    20/10/2012    6 recensioni
Flash-fic prima classificata al contest di Nede, "Parole e..."
La storia è ambientata in un periodo post-GT ed è una mia personalissima interpretazione del futuro di Gohan e Videl.
Potevo proteggerti da ogni cosa, amore mio, ma non da questa. Nemmeno un Saiyan può nulla contro questo male. Cosa dovrei fare io, allora? Solo rassegnarmi.
Molto, molto angst.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Flashf-fic seconda classificata al contest di Nede, "Parole e..."

Note: La storia è ambientata in un periodo post-GT ed è una mia personalissima interpretazione del futuro di Gohan e Videl.
La citazione mi ha ispirato in una maniera particolare; ho voluto immaginare un contesto nel quale persino un Saiyan si sentisse impotente. L’idea mi piaceva, anche se forse un po’ troppo angst.
Preciso che l’impostazione dei dialoghi usata è quella di Newton Compton e Garzanti (Gli Elefanti).










La prossima volta sarà per sempre








La prossima volta sarà per sempre








È così bello pensare ai ritorni
che per un attimo
ci si dimentica che sono il preludio
di un nuovo addio,
 il sapore dolce-amaro degli arrivi e delle partenze.

(Mena Lamb)






Le accarezzo i capelli scarmigliati, lunghi e setosi come li portava da ragazzina.
Fuori piove. Il cielo scuro rende il pomeriggio ottobrino freddo e cupo.
Come me.
Il pensiero mi sfiora la mente con lenta mestizia. Sono mesi che non vedo la luce del sole. Non come una volta, almeno.
Ciò che illuminava le mie giornate è qui, adesso, stesa su un letto d’ospedale, pallida, in fin di vita. E lo sono anch’io, ormai.
«Gohan…», mormora a fatica.
«Videl, tesoro», la chiamo, avvicinandomi a lei. «Sono qui».
Apre gli occhi, sbatte le palpebre, mi guarda. Le iridi sono di un azzurro spento, fosco.
Oh, Videl…
Sospira, prende fiato, poi di nuovo sussurra il mio nome. Tossisce.
«No, no. Cara, il dottore ha detto che non devi sforzarti. Ssst, non parlare», le dico. Mi stringo la sua mano al petto, gelida e debole.
Scuote la testa, piano, e respira dolorosamente. Lei non vuole tacere. È cocciuta, la mia Videl.
«Gohan, ti prego… Non ce la faccio più».
«Non dire queste cose, tesoro!», la ammonisco. «Sei la donna più forte che io conosca; non sarà una stupida malattia a metterti al tappeto, giusto?». La mia voce tenta di assumere un tono divertente, ma il risultato è pessimo.
Lei abbozza un sorriso stanco, ma insiste: «Lasciami andare». È seria.
La vista si offusca all’istante; gli occhi mi si riempiono di lacrime represse.
Non può essere già il momento, penso amaramente. Eppure lo so, lo sappiamo entrambi. Lo sapevamo da tempo.
«No», mormoro soltanto, incapace di proferire altro.
Videl solleva l’altra mano e mi accarezza il viso. Un gesto materno, rassicurante.
«Tempo fa ho creduto di averti perso io». Lascia cadere il braccio, troppo spossata per tenerlo alzato. «So quanto è doloroso un addio».
Singhiozzo.
Perché, Videl? Perché hai permesso a questo maledetto tumore di prenderti?
Mi mordo le labbra, scosso dagli spasmi della rabbia.
Potevo proteggerti da ogni cosa, amore mio, ma non da questa. Nemmeno un Saiyan può nulla contro questo male. Cosa dovrei fare io, allora? Solo rassegnarmi.
Una consapevolezza, questa, che suscita un dolore insostenibile. Nessun allenamento, per quanto duro, poteva prepararmi ad una sofferenza del genere.
«Quando ho saputo che Majin Bu non ti aveva ucciso, mi sono sentita di nuovo viva. Quando ci siamo sposati, ho pensato che niente più ci avrebbe separato. Solo ora capisco quanto mi sbagliavo…», continua. «Tu lo sai meglio di me, in fondo. Hai perso e ritrovato tuo padre più di una volta. Ritorni, partenze, poi ancora ritorni… e addii».
«Ti prego, Videl…», la supplico, tremante dal pianto. Smettila.
Rabbrividisce. «Devo andare, Gohan», ripete. Sospira pesantemente, e la stretta della sua mano nella mia si affievolisce ancora di più.
Pan ha bisogno di te, vorrei dirle. Io ho bisogno di te.
È tutto inutile, penso. Non può rimanere. Non posso più fare niente per tenerla su questa terra.
Qualcosa di me, lo so, morirà con lei. Quasi ne sono felice.
«Ti amo, Videl». È l’unica cosa che riesco a sussurrarle. Il mio amore per lei, dopotutto, è la sola cosa più potente della mia forza stessa.
Lei sorride, esangue ma bellissima.
«Un giorno saremo di nuovo insieme», mi dice. «La prossima volta sarà per sempre».
La stringo a me e le bacio la fronte, le guance, le labbra secche, le palpebre chiuse, mentre lei si spegne, si lascia andare; muore tra le mie braccia.
«Sì, amore mio», dico tra i singulti. «Per sempre».

















Beh, che dire :) La citazione che ha proposto Nede per il contest mi ha ispirato ^^' Io amo l'angst, perciò non poteva che venir fuori questo xD Probabilmente le fan di questa coppia mi uccideranno... Ma sono una di voi, ragazze! q.q
Al di là di tutto, spero vi sia piaciuta e che vi abbia emozionato ^^ Sono molto contenta, dal canto mio xD


Per chi volesse seguirmi ancora e sguazzare nell'angst estremo (e negli occhi blu cobalto di Trunks **), vi invito a leggere la mia long sempre qui, su Dragonball ^^ Se cliccate sul banner che segue vi si aprirà subito la pagina della storia.



Captive Heart





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Un bacione!
 

Hilary

















   
 
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