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Autore: Hagne    20/10/2012    5 recensioni
Una donna innamorata è capace di tutto, persino di annientare se stessa, ma quando Musa si trova a dover affrontare l'ennesimo tradimento, il suo cuore innamorato non può far più tacere la voce aspra della sua coscienza.
Non quando è il suo stesso corpo ferito a dar voce alla sua pena, a maledire quel tradimento.
Ma le apparenze ingannano, e a volte è necessario scavare più in fondo per trovare la verità, per scoprire che l'amore non è sempre gentile, semplice e onesto, ma che può tradire, ferire, e uccidere.
Una lezione che Musa imparerà a proprie spese, con il sangue e lacrime di chi, in passato, prima di lei, ha sofferto per un amore più tragico del suo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven, Saladin, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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copertina

Copertina“You left me broken

You tried to make me think
That the blame was all on me
With the pain you put me through
And now I know that it's not me it's you”
[…]
“So here we go again
The same fight were always in
I don't care so why pretend”

[…]
“It's not me it's you
Always has been you
All the lies and stupid things you say and do
It's you
It's not me it's you
All the lies and pain you put me through
I know that it's not me it's you”

( It’s not me It’s you – Skillet)








Lì sul terrazzo il freddo pungente della sera si faceva più acuto, più feroce e secco, ma Musa lo trovò sorprendentemente confortante per il dolore che sentiva tamburellarle la testa, una fitta acuta che la musica della sala dalla quale era appena  fuggita rendeva insopportabile, tanto da strapparle una smorfia di dolore.
 Eppure il macigno che le faceva dolere il petto non era la conseguenza della lenta e faticosa riabilitazione alla quale Faragonda l’aveva costretta, lo avrebbe voluto, lo avrebbe voluto tanto, ma la fata era consapevole che il blocco di ansia e angoscia che le affaticava il respiro era dovuto ad altro, a qualcosa di ben più terrificante e doloroso.
- Di cosa volevi parlarmi ?
Musa non potè evitare di sobbalzare quando lo udì alle spalle, soffocante come l’ombra scura e torbida di un mostro affamato che voleva divorarle il cuore, ma lo aveva già perduto, ed era stata lei stessa a tenderglielo con mani tremanti e la supplica di non spezzarlo ancora, non dopo tutto quello che avevano passato.
La sensazione di freddo si smorzò un poco quando percepì il calore di quel corpo accanto a lei, e quando Musa osò alzare lo sguardo blu si costrinse a non mostrare la propria amarezza nel riconoscere i lineamenti duri di Riven.
Le mancò il coraggio per un attimo, spiazzata da come fosse familiare la mancanza di dialogo tra di loro, la complicità che invece Musa riscontrava tra le sue amiche e gli altri specialisti, ma la sua relazione con Riven non era mai stata semplice come la loro.
Perché il ragazzo  al suo fianco era più coriaceo e diffidente di chiunque altro, e lei si era innamorata anche di quei difetti che l’avevano ferita più e più volte nel corso della loro storia.
Perché Musa aveva creduto davvero che avrebbero potuto farcela, anche dopo il tradimento di Riven con Darcy, anche dopo l’infatuazione dello specialista per Bloom, avrebbe sopportato tutto per il loro amore, per stare al suo fianco, ma dopo la battaglia con Mandragora qualcosa si era spezzato dentro di lei.
Quell’ultimo frammento di fiducia che aveva visto sgretolarsi davanti  alla consapevolezza di essere stata  tradita da Riven, ancora una volta, e di non essere stata capace di aiutarlo, di capirlo, di amarlo come avrebbe meritato.
- Provi ancora dolore ? –  sussurrò Riven con voce bassa e cavernosa, costringendola a distogliere la mente da quei pensieri per ricercare nello sguardo freddo del ragazzo il significato di quella domanda che Musa non comprese, non subito.
Ma quando lo vide accennare con il mento alla sua schiena  non potè evitare di distogliere lo sguardo con una punta di angoscia, deglutendo rumorosamente prima di negare con il capo.
Perché era vero, il taglio alla schiena non le faceva più molto male, non come prima almeno, e Faragonda le aveva assicurato che sarebbe guarita in meno di tre mesi, ma era l’esistenza stessa di quella ferita a farle male.
A ricordarle che aveva fallito, ancora una volta, e che non sarebbe mai stata in grado di cambiarlo, di fargli capire che il loro amore avrebbe potuto affrontare tutto, tutto eccetto quello.
- Era necessario uscire con questo freddo ? Non avresti potuto parlarmi dentro ? – la rimproverò aspro, massaggiandosi le spalle quando uno sbuffo di aria gelida li fece tremare entrambi.
- Non per quello che ho da dirti.
Musa capì di averlo sorpreso quando vide i muscoli delle braccia irrigidirsi, gonfiarsi sotto l’ondata di stupore che lo aveva portato a sgranare leggermente gli occhi, segni impercettibili, invisibili per chiunque, ma non per lei.
Lei che lo aveva sempre guardato, ed aveva memorizzato ogni sfumatura dei suoi occhi viola, ogni singolo irrigidimento della mascella o delle spalle ampie, ogni cosa che potesse esprimere il suo disagio.
Ma sapere di aver imparato a riconoscere ogni cosa di lui, persino quella più insignificante  rendeva ancora più difficile ciò che stava per fare, ciò che stava per dire.
La fata si umettò le labbra secche per il nervosismo, torcendosi le mani e aggiustando distrattamente i capelli che aveva lasciato appositamente sciolti per coprire l’orribile taglio rossastro che dalla spalla si dilungava poco sopra il bacino, per non dover spiegare, per non doversi sentire ancora umiliata di fronte allo sguardo contrito delle Winx.
- Ho pensato molto a quello che è successo e … - si irrigidì quando vide Riven serrare la mascella con rabbia, assottigliando gli occhi che Musa sapeva, la stavano fissando con asprezza  – e ho deciso che sarebbe meglio prenderci una pausa.
- Una pausa ? – sibilò Riven ancor prima di farle prendere fiato, avanzando di un passo e minacciandola con la sua ombra incombente.
E anche se la fata non aveva mai avuto paura di lui, di quelle braccia che avrebbero potuto spezzarla, se avessero voluto, il suo cervello riconobbe il pericolo, e glielo ricordò anche la sua schiena che aveva preso a pulsare.
Glielo ricordò la ferita che la spada di Riven le aveva inferto quando aveva difeso Sky con il suo corpo.
Lo vide impallidire per un attimo nel vederla indietreggiare con un sussulto, e potè leggere dolore in fondo ai suoi occhi prima che lo specialista tornasse a piegare le labbra in un sorriso cattivo che la portò a serrare i pugni lungo i fianchi.
- Hai paura di me ora ?
C’era qualcosa di sbagliato nel suo tono di voce, questo Musa lo capì quando ne fu terrorizzata, turbata da quello sguardo che sapeva di ferirla e che sfacciatamente Riven le rivolgeva serafico.
- Mi biasimeresti se lo fossi ? Credi che ciò che è successo non mi abbia fatto male ? – lo rimproverò amara, fronteggiandolo con le spalle ritte e il mento alto, sprezzante contro quello sguardo che vide velarsi di ammonimento.
Perché Riven odiava essere sfidato, specialmente da lei, ma Musa non riusciva più a tacere la desolazione che sentiva dentro, non dopo quello che era successo.
- Credi che tutto sarebbe tornato alla normalità, una volta tornati ad Alfea ?
La voce le salì di due ottave, risultando stridula persino alle sue, di orecchie, ma la fata voleva vedere una reazione in lui, tutto fuorchè la disapprovazione del suo sguardo che lei non la meritava, non il suo disprezzo,  nè la sua indifferenza.
- Credi che non mi sia sentita morire quando ti ho visto ubbidire ai comandi di Mandragora ? Credi che il tuo tradimento non mi abbia ferita, Riven ?
Erano talmente vicini da sentire il respiro dell’altro sul proprio viso, ma quello di Musa era più irregolare di quello  dello specialista, raggelato in una posa dura che gli incattivì anche lo sguardo.
- Tu non capisci – la aggredì lui con voce bassa e vibrante, sollevandola per gli avambracci quando la ragione venne meno, quando l’impossibilità di trovare una giustificazione, di trovare una scusa plausibile per quel tradimento tardò ad arrivare.
E Musa capiva la sua frustrazione, il suo rammarico, ma lei era stanca di giustificarlo.
Perché Riven non voleva farsi aiutare, non da lei almeno, e la fata della musica sapeva che ne sarebbe uscita distrutta, prima o poi.
- Spiegami allora! – strillò, frustata – spiegami !
Riven la guardò per un istante, in silenzio, con ancora le mani artigliate ai suoi avambracci, indeciso su cosa dirle, e Musa pregò affinché parlasse, affinché provasse a farsi capire, ma quando lo vide scuotere il capo e rimetterla giù con un sibilo l’ennesimo ‘crack nel petto le portò via il respiro.
- Capisci allora che una pausa non può che farci bene.  Forse, se stiamo lontani per un po’, noi …
- Possiamo anche non farla finire più, questa pausa – la zittì lui con un ringhio, allontanandosi di un passo con il viso in ombra mentre Musa sentiva la frustrazione farle salire le lacrime agli occhi.
- Cosa vuoi dire ?
- Quello che ho detto – rispose Riven , telegrafico, dandole le spalle con un gesto annoiato prima di abbozzare qualche passo verso la sala.
Il frenetico ticchettio delle sue scarpe precedette il grido con il quale lo tirò per un braccio, nel vano tentativo di farsi ascoltare e di leggergli negli occhi la verità, ma Riven non la guardò, rimase immobile mentre Musa lo pregava di non mostrarsi tanto indifferente, come se volesse farle capire che a lui non importasse poi molto.
- Non parlare come se la cosa non ti riguardasse !
- E cosa ti dice che non sia così – le sibilò cattivo prima di venire inghiottito nell’ombra del corridoio, lasciandola con il braccio ancora teso nel vuoto e la gola strozzata per il pianto.
Quando Musa cadde in ginocchio lo fece con un morbido tonfo, e non fece rumore quando le prime lacrime le rigarono il viso, non gemette, non singhiozzò, si limitò a piangere in silenzio, a capo chino, con le braccia abbandonate in grembo.
Muta nel proprio dolore e in quel grido taciuto in fondo alla gola gonfia di amarezza e disperazione.




   
Continua...
Una storia sulla mia coppia preferita che conterà in totale 12 capitoli.
Temporalmente, la storia prende piede dopo la sconfitta di Mandragora, per poi prendere una piega di mia invenzione.
Ho sempre sognato di approfondire il loro rapporto, di spiegarne le sfumature e l'andamento, anche perchè Musa è un personaggio nel quale mi rifletto.
Gli aggiornamenti avverranno ogni sabato.
Ringrazio per la lettura, al prossimo capitolo
Gold Eyes

  
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