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Autore: becky    04/05/2007    1 recensioni
Ispirato al romanzo “Dominus”: Marco,giovane e ricco patrizio romano, vive la sua vita agiata e senza problemi all’insegna del divertimento e delle belle donne. Tutto ciò fino a quando non fa un incontro inaspettato:dopo dieci anni rivede per uno scherzo del destino lei, la sua piccola Rhea…e tra di loro si intrecceranno passione, amicizia, attrazione e forse anche molto altro… NON è NECESSARIO AVER LETTO IL ROMANZO!!!
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Lo so…è un capitolo un po’ corto ma spero che venga apprezzato… un Kiss

 

Capitolo 3: Tutti Cambiano

 

 

Il ragazzo lanciò distrattamente un’occhiata fuori dalla finestra e osservò la luna. Pensieroso disse – Credo che il banchetto sia finito, molti degli ospiti se ne saranno già andati… che ne pensi…li raggiungiamo?-. Rhea annuì – Si, meglio non far preoccupare troppo mio padre!- e con una breve risatina scattò agilmente in piedi e uscì fuori dal loro piccolo nascondiglio. Dopo qualche secondo Marco la imitò e uscì anche lui dal rifugio. Inizialmente fu sopraffatto dalla luce intensa del corridoio, e impiegò qualche secondo a recuperare la vista. Intanto Rhea era qualche passo avanti a lui che lo aspettava. Quando finalmente poté tornare a vedere, Marco rivolse istintivamente lo sguardo verso la ragazza, e quello che vide lo lasciò di sasso. Non se lo sarebbe mai immaginato. Era incredibile quello che aveva davanti agli occhi.

Davanti a lui c’era Rhea, e per la prima volta dopo dieci anni la poteva ammirare. Ed era semplicemente…bellissima. Non c’erano altri termini per definirla. Bellissima. Se l’era immaginata piccola e innocente. Ma quella che aveva davanti non era ne piccola ne innocente. Era una donna meravigliosa. La prima cosa che venne in mente a Marco era che quella doveva essere la donna più bella che avesse mai visto in vita sua. E lui di donne ne aveva viste davvero tante. Era perfetta, completamente diversa dall’idea che aveva in mente. Non era più la bambina di un tempo. Quella ragazzina ingenua si era trasformata in una donna terribilmente sensuale e attraente, la cui bellezza lo colpì come un pugno in pieno petto. Non aveva affatto un fisico minuto e infantile, tutt’altro. Era alta quasi quanto lui, quindi ben più della norma. Aveva un corpo sensuale, magro e snello, ma con tutte le curve al posto giusto. Flessuoso e raffinato. Aveva un’aria di eleganza innata, che la faceva sembrare una regina. Indossava un abito rosso lavorato con fili d’oro e perle preziose, ma leggerissimo e con un’abbondante scollatura sul seno generoso. Non volgare, ma magnifica. La pelle era di una deliziosa tonalità dorata, all’apparenza morbida e setosa. Il viso era un opera d’arte, veramente. Un ovale perfetto, fine e delicato. Marco notò subito che gli occhi non erano cambiati. Erano sempre profondi, verdi, penetranti. Lo stregavano, lo facevano perdere nella loro immensità. E poi…quei capelli. Dannazione, erano ancora rossi. Lui impazziva per i capelli ramati, erano la sua passione, il suo punto debole. Adesso come avrebbe fatto a resisterle? Erano rossi scuro, come il sangue, come le fiamme.  Erano come se li ricordava, mossi e scuri, ma ora li teneva lunghi fino alla vita, lucenti e morbidi come lingue di fuoco ardenti. Marco già immaginava di poterli sfiorare, anche solo per un attimo. Era davvero troppo bella. Non più una bambina, ma una donna. Una donna straordinaria, sensuale, attraente, affascinante… si sentì arrossire davanti a tanta grazia ed eleganza. Pensò subito che sarebbe stata la modella perfetta per una statua di Venere: alta, sinuosa, raffinata, bella…e lui avrebbe potuto essere il suo Marte, al suo fianco e…no, ora stava divagando. Rhea gli ispirava troppi pensieri inopportuni…eppure non riusciva a non sentirsi eccitato alla sua presenza. Da un certo punto di vista avrebbe preferito fosse rimasta infantile come un tempo, magari anche bruttina. Sarebbe stato più semplice starle accanto ed esserle amico. Invece era diventata la ragazza più bella e sensuale che avesse mai visto…

- Cosa fai? Non vieni?- lo incitò con aria scocciata. Marco annuì senza staccarle gli occhi da dosso, che ormai vagavano lascivi e senza pudore per il suo corpo e la seguì per il corridoio.

Effettivamente avevano avuto ragione. Quasi tutti gli ospiti se ne erano andati, solo una mezza dozzina erano rimasti semi svenuti sui divanetti troppo ubriachi per camminare. La sala intera portava gli evidenti segni del banchetto: macchie di vino ovunque, cibo sparso per terra, cuscini dimenticati in ogni angolo…insomma, vera devastazione. Ma oramai sia Rhea che Marco erano abituati a tutto ciò. Senza indugi si diressero verso il giardino interno della casa dove sapevano di trovarvi i loro padri. Infatti erano entrambi lì, sotto un grande albero da frutta intenti a discutere di politica, probabilmente. Un giovane e prestante schiavo siriano stava intanto massaggiando maliziosamente le spalle di Caio, e non si fermò neppure quando vide sopraggiungere i due ragazzi.

Caio era un esteta, amava le bellezza in tutte le sue forme. Nulla che non fosse bello e perfetto poteva essere sottoposto al suo insindacabile giudizio. Al suo cospetto potevano giungere solo raffinatezze e opere d’arte, la mediocrità non era contemplata. Lui adorava il bello, nell’arte, nell’architettura, nella letteratura, nel mondo, e ovviamente nelle persone. A lui interessava solo la bellezza, nei maschi tanto quanto nelle femmine. Si poteva definire il maggior esperto in questo campo, un esteta al cento per cento. E quando quella sera vide per la prima volta dopo dieci anni la piccola Rhea capì subito di essere in presenza di qualcosa di raro e magnifico. Era bellissima, una delle donne più seducenti e affascinanti che avesse mai incontrato.

Anche suo figlio la pensava allo stesso modo naturalmente. Rhea lo eccitava, lo lasciava senza fiato, lo mandava in estasi con la sua sola presenza. Ecco perché quando il padre della ragazza la portò via con se quella sera dopo il banchetto, si sentì miserabilmente solo e vuoto, stranamente malinconico. Prima di uscire dalla villa Rhea si avvicinò al ragazzo, che l’aveva accompagnata fin sulla soglia e gli sussurrò all’orecchio, facendolo sussultare – Domani perché non vieni a trovarmi? Così parliamo ancora un po’… ci sono tantissime cose che voglio sapere su di te!-. La sua voce bassa ed eccitante lo mandarono momentaneamente in Tilt, tanto che quando si riprese si rese conto che se ne era già andata.

Quella notte Marco dormì pochissimo. Non riusciva a non pensare a lei, alla sua migliore amica d’infanzia e alla donna stupendamente provocante che era diventata. Quando infine si addormentò per qualche ora, spossato ed esausto dalle emozioni provare, non poté evitare di pensare alla sua piccola Rhea.

 

 

 

 

Becky

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