Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: slice    21/10/2012    4 recensioni
“Non lo so, mi sentirei forse più a mio agio se lui lo sapesse,” ipotizza.
Ino aggrotta la fronte.
“No.”
Sakura, essendo una donna, ha l'innata capacità di entrare nell'argomento dalla giusta ottica. Gli uomini sembrano trovare sempre l'angolazione sbagliata e la vicenda appare molto più spinosa di come invece la vede lei. Certo, Shikamaru fa egregiamente finta di non capire, visto che si è sentita osservata a lungo quando lo ha rivelato al suo team, ma dal momento che la squadra della compagna non contiene nessuno Shikamaru, Ino è propensa a credere che sarebbe soltanto imbarazzante.
“Non lo so...”
“Be', lo so io, tranquilla.”
(Fanfic che sostituisce "Through hell to reach heaven", rimasta incompleta.)
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A









La rana dalla bocca larga
di slice







Ino sospira. Fuori dalla finestra la giornata va scurendosi e l'ospedale si sta pian piano svuotando.
“Oh, Sakura, siamo state tutte un po' innamorate del nostro sensei!”
Non le dà particolare disturbo parlare di come abbia visto in Asuma l'uomo che avrebbe voluto accanto, nella vita. Per molto tempo ha pensato che fosse sbagliato, di avere qualcosa che non andasse per il verso giusto o di essere stupida, ma è bastato crescere per smettere di stupirsi e lasciare che l'amore per il suo maestro rimanesse qualcosa di magico e platonico, che si trasforma in ammirazione quando deve ammetterlo ad alta voce. Parlarne adesso, dopo anni dalla sua morte, la fa sentire un'adulta che guarda dietro di sé sospirando teneramente e, allo stesso tempo, le trasmette la stessa quiete che provava allora, vicino all'uomo.
“Non lo so, Ino, mi piacerebbe smettere di incappare in qualcosa di sbagliato, tanto per cambiare,” Sakura si toglie la mano da sopra gli occhi e guarda l'amica con espressione stanca.
L'altra accavalla le gambe, restituendo uno sguardo compassionevole, stufa del nome di Sasuke scritto su tutto il discorso.
“Forse dovrei parlarne con Naruto...”
A quell'affermazione, Ino raddrizza la schiena.
“Naruto?” quasi urla, con gli occhi spalancati, “quello che per anni ha creduto che a Hinata interessassero le cortecce degli alberi, cosa vuoi che ne sappia, lui?”
L'allieva di Tsunade sospira, prima di buttare la testa indietro e poggiarla sullo schienale.
“Non lo so, mi sentirei forse più a mio agio se lui lo sapesse,” ipotizza.
Ino aggrotta la fronte.
“No.”
Sakura, essendo una donna, ha l'innata capacità di entrare nell'argomento dalla giusta ottica. Gli uomini sembrano trovare sempre l'angolazione sbagliata e la vicenda appare molto più spinosa di come invece la vede lei. Certo, Shikamaru fa egregiamente finta di non capire, visto che si è sentita osservata a lungo quando lo ha rivelato al suo team, ma dal momento che la squadra della compagna non contiene nessuno Shikamaru, Ino è propensa a credere che sarebbe soltanto imbarazzante.
“Non lo so...”
“Be', lo so io, tranquilla.”
“Cosa non sai, Sakura?”
Naruto entra nello studio della compagna con una mano sanguinante, la sua domanda copre in parte l'infermiera dietro di lui che sgrida Sasuke e Sai per averlo seguito fin lì.
“Va tutto bene, lasciali passare,” dice Sakura, senza cambiare il suo tono sconsolato. “Cos'hai fatto alla mano?”
Il genin si gratta la testa e sposta il peso da una gamba all'altra.
“Dunque,” inizia, incerto, “ci stavamo allenando...”
“No,” dice Sasuke.
“Stavo affilando i kunai e...”
“No,” ripete Sasuke.
“Stavo facendo qualcosa di figo e pericoloso e...”
“No, idiota, stavi aprendo una scatoletta di tonno.”
“Che palle, Sas'ke!”
Ino emette un breve sbuffo, aggrottando la fronte per rivolgere uno sguardo di scherno all'altra.
“Spero tu intendessi un altro Naruto?”
Sakura si alza, scocciata.
“Aprire una scatoletta di tonno senza ferirsi non lo avrebbe reso né più né meno comprensivo, Naruto è una persona sensibile, Ino, cosa che scarseggia perché sembra, non so come, che sia un difetto.”
Naruto assume un'espressione poco intelligente, che cambia solo quando la compagna gli prende la mano con poca gentilezza.
Ino lo ignora.
“Parliamo allora del soprannome la rana dalla bocca larga: non sono io, al contrario di quello che molti pensano.”
In quel momento Naruto si sente molto confuso e si volta verso gli altri due.
“Stanno parlando di te,” dice Sai.
Sasuke scruta il nuovo componente del gruppo per un momento, si sforza di non dire niente e alla fine, involontariamente, si trova a chiedere il permesso di strozzarlo a Naruto, con uno sguardo eloquente.
“Sas'ke...” lo ammonisce, quello.
“Ok, non avevo pensato a questo,” ammette Sakura. Per molti anni non c'è stato per Naruto un Sasuke con cui condividere i segreti di cui lei lo mette al corrente e, anche da quando è arrivato Sai, non ha prove che ci siano scambi di opinioni su qualcosa che la riguarda.
Dopo aver disinfettato il taglio, passa a fasciargli la mano.
“Comunque sbagli se pensi che Naruto sia stupido o che non capisca certe situazioni, probabilmente è più cieco per le questioni che lo riguardano da vicino,” Sakura stringe la fasciatura.
“Aah! ...ma di cosa state parlando?” chiede lui, confuso, “ah, Sakura, puoi fasciarmela che stia leggermente chiusa così posso reggere il ramen?”
Sai corruga le sopracciglia, Sasuke sospira e Ino ride.
In risposta, Sakura, stringe di più la benda.
“Sta' zitto!”



Nel darsi lo slancio, l'erba del campo d'addestramento del team sette le entra in un sandalo; senza farci caso si scaglia contro il maestro e quando lui crede di aver evitato il suo pugno, Sakura colpisce un albero che gli si schianta addosso. Naruto e Sai fanno solo in tempo a vedere lo sbuffo di fumo del clone sotto il tronco. Rimangono un momento fermi, entrambi affaticati.
Kakashi cattura la loro attenzione, dietro di loro, con un sorriso sotto la maschera.
“Va bene così, ragazzi, andiamo a pranzo.”
“Sììì, pranzo!” grida Naruto, “mangi con me, Sakura?”
Si volta a cercarla dato che non gli giunge risposta. Sakura si sta togliendo dei fili d'erba dai sandali, seduta su un masso, e sembra molto assorta.
“Sakura?” la chiama.
La kunoichi ha un momento di smarrimento e osserva Naruto in un modo strano. Cerca di ricordarsi quando ha deciso che non contare su di lui includa quella totale mancanza di fiducia nei suoi confronti. Non vuole essere di peso per i suoi compagni, tanto meno per Naruto, ma smettere di contare su di lui come un'amica non lo credeva possibile, così come non vorrebbe mai il contrario: per lui ci sarà sempre.
“Sakura, ci sei?” urla Naruto, facendola sobbalzare.
“Sì, Naruto, per te ci sarò sempre.”
Quando Naruto apre bocca ne esce un suono strozzato, così la richiude, confuso.
La kunoichi sistema la sua sacca e si avvia con calma per la strada che divide il campo d'addestramento dal bosco. Sasuke arriva in quel momento, vede gli altri tre seguire la compagna con lo sguardo e fa altrettanto, mentre lei lo oltrepassa, per poi renderli edotti con una sola occhiata di quanto sembrino idioti.
“Non ci sarà per il pranzo, però,” Sai è inutilmente orgoglioso di aver ottenuto tutta l'attenzione su di sé.



Sakura si sente irrequieta, fa avanti e indietro nel suo salotto e ha in testa troppi pensieri, molti dei quali riguardano un suo segreto sulla bocca di tutti. Sull'altro piatto c'è Naruto, non solo il fatto di renderlo partecipe o quello di cercare il suo consiglio di - e questo Ino non avrebbe modo di contestarlo - esponente di sesso maschile, ma un intero poema su amicizia e cose arancioni che la rendono serena. Ad un tratto si ferma in mezzo alla stanza, si accorge che dopo la guerra i suoi problemi sono sempre più ridicoli ed è con questo pensiero in testa che cammina svelta verso il portone, sicura che Naruto sia sempre là, da Ichiraku.
Arriva leggermente trafelata e, come volevasi dimostrare, il jinchuuriki è seduto tra Sai e Sasuke, a mangiare quella che sembra essere la quinta ciotola di ramen. Poco distante Sakura registra Kakashi, che accetta il suo pranzo dalle mani di Ayame, e decide di agire come se la questione riguardasse persone esterne.
“Naruto,” palesa così la sua presenza ad alta voce.
“Sakura! Pensavo non saresti venuta...”
“Ah no, non sono qui per mangiare, ma avrei bisogno del tuo... nh, aiuto, ecco,” sorride perché intorno a lei si è fatto un silenzio carico di sguardi indagatori e l'occhio del sensei le brucia addosso. “Insomma, se non ti disturba...”
Naruto sbatte le palpebre, nuovamente confuso, si volta un momento verso Sasuke per rivolgergli un'occhiata interrogativa, ma il genio si stringe nelle spalle, serio.
“Mh... Sì, certo! Tanto avevo finito di pranzare,” e si porta una mano dietro la testa mentre socchiude gli occhi, per attenuare quell'atmosfera di disagio che sembra essersi creata.
“Ti sei innamorata di Naruto?” chiede Sai, beccandosi un'occhiataccia dall'interessato.
Sakura sospira, affranta.
“No, Sai,” e decide di dire la verità, “ho bisogno di un consiglio da un maschio con una certa sensibilità, non mi sembra che tu e Sasuke siate più indicati di Naruto.”
“E Kakashi?”
“Kakashi ha altro da fare che ascoltare i suoi problemi di cuore,” ricorda Sasuke, che senza esprimersi al riguardo sottoscrive le parole di Sakura.
“Kakashi può dire che ogni tipo di problema per lui è abbastanza grave da essere ascoltato oppure avete già deciso?”
Il sensei fa voltare tutti verso il suo sorriso coperto dalla maschera e per un lungo istante le elucubrazioni dei presenti si possono udire distintamente, come tanti piccoli ingranaggi, poi il silenzio viene spezzato proprio da Sakura.
“Abbiamo già deciso,” risponde, prima di mettere la testa sotto la tendina ed uscire dal locale.
Osservano tutti il punto da cui è sparita la ragazza, pochi istanti prima, fino a quando nel cervello di Naruto sembra finalmente scattare qualcosa, quindi si alza per correrle dietro.
“E come al solito non ha pagato,” sospira Sasuke.
“Dieci a uno che Sakura si è innamorata di Kakashi.”
Sai si volta verso il bancone e alza un sopracciglio, in risposta all'espressione scettica del genio, quando il maestro prende a tossire convulsamente e sputa ramen ovunque.



Naruto non si sente molto a suo agio. Sakura lo fissa, poi fa scorrere gli occhi in giro e torna a fissarlo.
Sono passati interminabili minuti e vorrebbe dirle che, se non parla, lui non capirà mai. Comincia ad avere il dubbio che abbia sbagliato maschio e sensibilità, ma ha anche paura che quella Sakura inquietante possa prenderla male; sembra una questione delicata, la sua.
“Che cosa mi consiglieresti se...” inizia lei, all'improvviso.
Il jinchuuriki si riscuote dai suoi pensieri in tempo per sentirla tacere e vederla mordersi il labbro inferiore.
“Dimmi, Naruto, cosa pensi di...”
Sembra che neanche questa vada bene e...
“Sakura?”
“Lo so, lo so, aspetta, ci sono quasi!”
La kunoichi si preme le dita sugli occhi, cercando di concentrarsi e scacciare contemporaneamente quella specie di vertigine che le dà l'argomento.
“Naruto!” alza di scatto la testa, chiamando il compagno con un tono piuttosto alto, tanto che lui e i suoi nervi tesi sobbalzano.
“Senti, Naruto...”
Intanto lui pensa che se ripete il suo nome un'altra volta magari andrà a cambiarselo, ché detto con tutta quell'ansia non lo sopporta più, e vaffanculo il ninja cazzuto nel libro di Jiraya.
“...cosa ti viene da pensare se ti dico che provo qualcosa per una persona vicina a noi?”
Il genin volge gli occhi al cielo, porta la mente a ricordi più o meno vicini e ricerca indizi che possano farlo arrivare a costui, senza pensare neanche per un attimo che si possa trattare di sé. Pensa invece che chiunque sia dovrà comportarsi bene perché Sakura è un fiore che è stato calpestato troppe volte per non avere spine che bucano, se stessa per prima; ci vuole tatto, ci vuole qualcuno con del cervello e un cuore grande per entrambi. Non è facile trovare uno così. Se si guarda intorno, Naruto preferirebbe mettersi la compagna di squadra in tasca, piuttosto che affidarla ad uno di quei cosi, quegli ormoni con le gambe. Dopotutto lui li frequenta anche da solo, i maschi: sa cosa pensa Sai delle tette di Ino e si ricorda cos'ha detto Kiba del culo di Sakura...
“Naruto, ti prego, rispondi!”
Solo in quel momento si accorge che la domanda era un'altra.
“Cosa penso del fatto che tu provi qualcosa per qualcuno vicino a noi...?” ripete, riflettendoci davvero per la prima volta.
Non sapeva che lui potesse essere chiamato in causa, non sapeva che avrebbe dovuto farsi un'opinione al riguardo, gli sembra che tutto vada bene se è quello che lei vuole.
“Suppongo mi stia bene qualsiasi cosa faccia stare bene te, Sakura, non ci avevo mai pensato,” ammette.
Lei sorride, piacevolmente colpita. Butterà giù Ino dal quarto piano dell'ospedale e tutti quelli che le faranno venire dubbi sulla sensibilità e l'amicizia del suo compagno di squadra. Poi si morde nuovamente il labbro perché la fase peggiore non è ancora iniziata.
“E che cosa pensi di Kakashi?”
Nonostante l'abbia presa molto larga, Naruto si strozza con la sua stessa saliva.



Sai immerge quasi interamente la testa nell'acqua calda, lasciando fuori giusto il naso, per respirare.
“Alle terme non si dovrebbe immergere la testa,” brontola sua maestà, schifato, dal suo privatissimo angolo.
Sai si tira a sedere, si volta verso un ammasso di capelli biondi con un panno sugli occhi e ignora così il genio, che gli regala la sua micidiale occhiataccia indignata.
“Cosa voleva, Sakura?”
Naruto esce dalla nebbia che il calore ha creato nel suo cervello e borbotta qualcosa.
Sai si volta allora verso Sasuke.
“Cos'ha detto?”
“Che devi farti i cazzi tuoi.”
“Sas'ke!” salta su Naruto, facendo scivolare il panno nell'acqua.
Un momento dopo si allontana da lì, con la mente, rimane pensieroso a osservare il panno impregnarsi e poi sprofondare. Ha davvero paura che Sakura un giorno faccia quella fine e che, troppo pesante, vada a fondo.
“Sentite,” inizia, vago, “cosa pensate di Kakashi?”
Sai sorride e Sasuke beve per sbaglio un po' d'acqua termale e, anche se riesce a non farsela andare di traverso, la guarda con odio per qualche secondo.
“Non ridere visto che non sai di cosa sto parlando, Sai!” lo ammonisce, il genin.
“Dici?”
Sasuke si massaggia una tempia, tediato, e poco sorpreso che Sakura continui a girare intorno agli sharingan.
“Kakashi è una brava persona,” sputa, mal volentieri, per porre fine subito a quella tragedia che sembra affliggere il tonto compagno di squadra.
“Grazie, Sas'ke!” trilla Kakashi, alle loro spalle.
Sasuke ignora stoicamente la risatina del capitano Coso, o come diavolo si chiama, e poggia la testa sulla roccia dietro di sé, poi chiude gli occhi, abbandonandosi al tepore.
I due jonin li raggiungono nella pozza e si accomodano poco lontano.
“Di cosa parlavate? oltre che di Kakashi, intendo,” celia Tenzo, che si accorge con sottile orgoglio dell'occhio semi aperto del genio.
“Di Sakura!” dice Sai.
Naruto perde l'equilibrio, grida parole sconnesse, scivolando nella pozza, e quasi annega.
“Si può sapere che cos'hai nella testa?” abbaia il jinchuuriki, tra un colpo di tosse e l'altro.
“Suppongo ci sia materia grigia,” pensa a voce alta, Sai, che non ha il libro della retorica a portata di mano.
“Supponi male.”
Sasuke rimane con gli occhi chiusi, appoggiato alla roccia, “Insomma, sensei, cosa pensa di Sakura?”
“Sas'ke! Sei impazzito?”
Naruto è terrorizzato all'idea che possa venire fuori tutto perché ha il sospetto che questa sia una di quelle cose a cui le donne tengono mortalmente e che potrebbe rovinare per sempre la sua amicizia con la compagna. Trema dal nervoso, ed è probabilmente anche molto poco minaccioso tutto bagnato, lì in piedi, con i capelli biondi appiccicati sulla faccia e arruffati in tutte le direzioni.
“Calmati, pulcino.” soffia Sasuke, irritato da tutto quel baccano. “Prima che parlassimo di Kakashi, ci hai chiesto cosa pensassimo di Sakura...” spiega, facendo finta di ricordarglielo, “sono convinto che tu abbia chiesto a Sakura cosa pensa di noi, anche se non so cosa ti passa per quel cesto di vimini che hai al posto della testa.”
“Ah... sì!” si tranquillizza, inutilmente, lui. “Allora, Kakashi... Cosa pensi di Sakura?” chiede, sempre un filo irrequieto.
Kakashi fa un gesto vago con la mano quando si accorge che Tenzo lo fissa, inclina la testa all'indietro e chiude gli occhi, imitando il genio.
“Te lo dirò quando mi farai sapere di cosa avete parlato.”
Il Capitano ride, immergendosi in acqua fino al collo, e Sai massaggia una spalla di Naruto, che ciondola sulla sponda, sconsolato. Sasuke stira le labbra, in un vago divertimento sadico.

















Dunque. Questo è uno dei due capitoli di una long cort KakaSaku. La posto al posto (?) di “Though hell to reach heaven” che fa cagare chiodi e dopo tanto rimuginare è rimasta incompleta: mi son resa conto di non sapere da che parte prenderla e mi son rotta di perdere tempo a provarci. Non che questa sia la soluzione, ma almeno non fa così tanto pena, diciamo che si può leggere. Eh? In ogni caso, sapevatelo, sono negata per le KakaSaku! Leggerle lo so fare, però, casomai voleste scriverne, ecco.





I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.







  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: slice