Ad un certo punto sento qualcuno sospirare un ‘oh, cazzo.’ .
So già chi è, siamo solo io e la sua voce inconfondibile in casa.
Si alza dal letto e corre al mio fianco, mi scruta da capo a piedi con gli occhi lucidi.
«S-sono sta-stato io?» chiede titubante, con la voce spezzata.
«Sì, Zayn, sei stato tu.» sbotto io, sull’orlo di una crisi di pianto.
Si prende in viso tra le mani, passa ai capelli e li tira come a volerli staccare uno ad uno.
Vedo le sue mani guance bagnarsi e alcune delle sue lacrime schiantarsi a terra.
Non provo pena, ‘sta volta.
Non lo perdonerò, ‘sta volta.
Non mi farò incantare dai suo occhi color caramello, ‘sta volta.