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Autore: Valerie Clark    22/10/2012    1 recensioni
''Girano voci qui, strane voci di chi, senza coraggio, afferma di non essere mai nemmeno riuscito a decifrare il colore dei suoi occhi; sempre cangianti e fuggitivi.
Ma io ci scommetto, nessuno l’aveva mai capito perché non erano colorati quegli occhi, erano infiniti e l’infinito non è un colore. L’infinito non è una cosa alla portata delle menti di tutti. L’infinito ce l’hai tra le mani per un secondo e poi ti scappa, e così lei distoglieva, abile e veloce, lo sguardo.''
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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È una lunga storia di ombre scure, senza gloria.

 

A girl
who has so many eyes,
but you really get wet
when she breaks down and cries

staring girl,
I once knew a girl
who would just stand there and stare.
at anyone or anything,
she seemed not to care

-Tim Burton

 
 
Prologo-

‘Raccontate tutto quello che ricordate, signore, io lo trascriverò.’
 
 
C’era qualcosa nei suoi occhi, come una scintilla, una bellissima scintilla ardente che volava.
C’era qualcosa di caldo e freddo allo stesso tempo; profondi ma impenetrabili.
Aveva l’infinito negli occhi.
Non scherzo, ce l’aveva davvero; una piccola linea che partiva da sotto l’occhio destro, risaliva il naso e accompagnava il sinistro. Dicevano che avesse semplicemente un occhio troppo grande, qualcuno rimproverava l’altro di essere troppo piccolo, e detta così non sembra una gran bella cosa.
Ma se avevi il coraggio di avvicinarti a lei, di attraversarla, per quanto quegli occhi lo permettessero, te ne accorgevi che il suo era un viso particolare.
Ma non molta gente si avvicinava a lei, in tanti ci provarono per anni, non c’era modo; era impenetrabile.
Era chiusa e non c’era una chiave per aprirla.
Guardava fuori, osservava tutto senza dare importanza a nulla, eppure molti avrebbero voluto guardare dentro di lei, molti avrebbero voluto darle importanza. Importanza poi, quell’importanza che si da alle cose che rincorri per tutta la vita? No. Quella che svanisce appena ti accorgi che fai tentavi a vuoto.
A nessuno importava veramente.
 
Girano voci qui, strane voci di chi, senza coraggio, afferma di non essere mai nemmeno riuscito a decifrare il colore dei suoi occhi; sempre cangianti e fuggitivi.
Ma io ci scommetto: nessuno l’aveva mai capito perché non erano colorati quegli occhi, erano infiniti e l’infinito non è un colore. L’infinito non è una cosa alla portata delle menti di tutti. L’infinito ce l’hai tra le mani per un secondo e poi ti scappa, e così lei distoglieva, abile e veloce, lo sguardo.
Dicevano che era una strega: non c’è donna al mondo con uno sguardo del genere.
Dicevano che celava un segreto o si sarebbe fatta guardare.
 
Io la conobbi, forse fui l’unico a conoscerla, e posso giurare che non c’era niente in quella figura così perfetta che si possa definire malvagio.
   
 
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