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Autore: MelfinaLupinTraduzioni    06/05/2007    10 recensioni
Gaara ha qualche problema a scrivere un'importante lettera per una persona importante. Fic per San Valentino! (Fanfic di Melfina Lupin)
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Rock Lee
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Melfina Lupin ( http://melfinalupin.livejournal.com/ )
Indirizzo della fanfic:  http://melfinalupin.livejournal.com/7233.html#cutid1
Titolo: Fidelity- Precisione
Rating: PG13
Trama: Gaara fatica a scrivere una lettera per una persona importante
Disclaimer: Naruto (c) Kishimoto
Traduttrice: Ilakey_chan
Commento della traduttrice: Adoro come scrive Melfina Lupin ed amo le sue fics *__* vorrei poterle tradurre tutte XD Questa mi è piaciuta particolarmente, l'aveva scritta per San Valentino ed avrei voluto tradurla prima ^^
 


"Andiamo, Gaara. E' solo una parola."

Gaara si accigliò e le sue lisce sopracciglia si corrucciarono per lo sforzo. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento, probabilmente non avrebbe creduto ai suoi occhi. Somigliava ad un normale ragazzo di 15 anni, goffo e insicuro invece del composto e fiducioso Kazekage che così tante persone vedevano ogni giorno. Temari si massaggiò le tempie, tentando di diminuire il mal di testa che le lentamente nascendo.

Finalmente fece un bel respiro e Temari aspettò. Le sue labbra si muovevano ma non usciva alcun suono. Temari dovette combattere l'impellente voglia di schiaffeggiarsi la fronte. Dopo un'ora, la sua pazienza era esaurita. Come quella di Kankuro e le sue dita nel frattempo avevano anche iniziato a battere ritmicamente sulla scrivania.

"Non posso farlo!" Finalmente Gaara mostrava qualcosa di nuovo rispetto alla confusione. E benché nella maggior parte dei casi un Gaara arrabbiato non fosse la cosa più sicura, ora non importava. Si passò le mani tra i capelli, distrattamente, così che i corti ciuffi rossi e scombinati si scompigliarono ancora di più.

"Non è proprio come un lavaggio del cervello, sai." Gli ricordò Temari.

"Zitta!"

"Avanti, Gaara." Si intromise velocemente Kankuro. "Puoi farcela. Ripeti solo dopo di me, ok? Il mio."

Gaara gli scoccò un'occhiata abbastanza irritata ma lo imitò comunque. "Il mio."

"Ragazzo."

"R-ragazzo."

Kankuro annuì rassicurante, la voce bassa e dolce. "Ora tutto assieme."

Gaara corrugò la fronte. "Il mio... ragazzo." Pausa. Respiro profondo. Un piccolo sussulto. "Il mio ragazzo."

Kankuro e Temari sospirarono in reciproco sollievo e si scambiarono un breve sorriso. Finalmente qualche progresso.

"Lee è il.. mio ragazzo." A parte il fatto che Gaara avrebbe dovuto essere dannatamente felice di trovare qualcuno,  sembrava comunque un po' nauseato.

"Bene," rispose Kankuro, continuando a parlare piano come se stesse cercando di calmare un animale ferito sull'orlo di divenire pazzo ed uccidere qualsiasi cosa trovasse, e mise un foglio davanti a Gaara. "E che cosa fai per la tua persona del cuore in questo sopravvalutato, sovracommercializzato giorno di disgustoso e dolce amore?"

"Kankuro!"

"Volevo dire, il giorno di san Valentino?"

"Mandi un biglietto," replicò Gaara imbronciato. "E preghi tutti gli dei che i coyote selvatici ti mangino vivo prima di dover sopportare l'imbarazzo di un gentile ma fermo rifiuto."

Temari sbuffò e diede un colpetto rassicurante sulla mano del suo fratellino, non riuscendo del tutto a nascondere il sorriso, anche se lui la stava fulminando con lo sguardo ed un cipiglio corrucciato che sembrava gridare Osi ridere alle mie disgrazie?!

"Piccoli passi, Gaara," Gli ricordò. "Piccoli passi."

Lui annuì, facendo un bel respiro. "Giusto. Piccoli passi." Fissò il foglio come se fosse un nemico o un insetto estremamente disgustoso. Prese il pennello e rimase a guardare il foglio ancora un po'. Fece roteare il pennello tra le dita. La sfida di sguardi tra Gaara e il foglio continuò. Dopo un attimo di silenzio, Gaara urlò: "Che cosa diamine devo scrivere!?"

Kankuro si strinse nelle spalle. “Scrivi ciò che provi. Non può essere così difficile, no?”

"Ok. Vediamo. Caro, Lee. Mi fai sentire insicuro e confuso. Ogni notte ringrazio la mia sabbia per salvarmi il culo così tante volte quando vado addosso ai muri o cado dalle scale mentre penso a te. Gaara. O che ne pensate di questo? Caro, Lee. Ogni volta che ti penso ho un'erezione. Per favore smettila. E' irritante. Gaara. Sì, questo è davvero romantico."

Mentre Kankuro iniziò a ridere al perverso umorismo dell'altro, Temari ghignò pericolosamente al suo piccolo fratellino. Era di nuovo in uno di quei suoi piccoli irritanti ed infantili periodi che avevano iniziato a manifestarsi con la perdita di Shukaku.

Lui le ringhiò di rimando, con fare provocatorio finché la cruda realtà non lo colpì dritto in faccia e si ricompose, nascondendosi il viso pallido tra le mani. “Sono fottuto.”

Temari sospirò, e gli strofinò la spalla gentilmente. Anche se non era proprio un mago del romanticismo, suo fratello ci stava almeno provando. Un ragazzo come Lee avrebbe capito. Altrimenti Temari glielo avrebbe fatto capire.

“Temari, potresti stringere un po' meno? Mi serve quella spalla.”

“Opps! Scusa!”

Appena Temari gli lasciò la spalla, Gaara ricominciò a guardare il foglio vuoto. “Arg! Ho bisogno di aiuto! Voi che cosa fate in questo maledetto giorno abbandonato da Dio?”

L'unica risposta che ottenne fu il silenzio ed entrambi i suoi fratelli che guardavano altrove,in un modo un po' troppo innocente.

Gaara fece una smorfia disgustata. “Siete malati.”

“Ascolta, se questa cosa sta diventando un problema, perchè non aspetti un po' finché anche tu non sarai in grado di fare una cosa simile per Lee?"

“No! Ho bisogno di farlo ora che non sono così emotivamente traumatizzato e psicologicamente distrutto da non poter esprimere una qualche specie di morbido e...Non so...zuccheroso sentimento per qualcun'altro. Se aspetto, inizierò a rimandare sempre più e poi non sarò più pronto.”

Kankuro alzò le sopracciglia, guardando il fratello. “Zuccheroso?”

“Morbido?”

“Sapete cosa intendo.”

“....certo.” Temari incontrò lo sguardo di Kankuro ed i due si scambiarono una piccola risata. Fortunatamente Gaara era troppo occupato a pensare al suo morbidi e zuccherosi sentimenti verso Lee per notarlo davvero.

“Quand'è che avete capito di esservi innamorati?” domandò Gaara, la sua voce era tornata seria.

Temari guardò Kankuro e sospirò. Aveva immaginato che una discussione simile fosse inevitabile. Si sedette sul bracciolo della sedia di Gaara, mettendogli un braccio attorno alle spalle irrigidite. “E' qualcosa che devi capire da solo. Non c'è fretta e nemmeno una data di scadenza per questo tipo di cose, ma se devo dire la mia opinione, penso che tu piaccia davvero a Lee.”

“Davvero?”

“Sì, ne sono certa.”

Gaara annuì, apparendo molto più calmo ora. “Ok. Grazie. Ora vado. Ho una lettera da scrivere.”

-----------------

Lee difficilmente riceveva posta ma comunque andava sempre alla cassetta delle lettere la mattina, prima di dirigersi all'allenamento con Gai-sensei. La maggior parte delle volte lo faceva per lasciare gli avanzi della cena della sera prima ad una famigliola di topi. Ma d'altra parte sarebbe stato da maleducati e da sgarbati non rispondere ad ogni e tutte le lettere che avrebbe potuto ricevere di tanto in tanti anche se le sue speranze venivano deluse ogni volta.

Quel giorno c'era qualcosa nella cassetta a parte le ragnatele e grigi animaletti pelosi. Era una vera busta con veramente qualcosa al suo interno. Non era nemmeno uno scherzo. Ma una vera lettera.

Lee la fissò, indeciso su cosa fare. Era troppo bella per tirarla fuori dalla cassetta! Ma poi si ricordò che le lettere sono fatte per essere aperte e non per essere guardate e velocemente la tirò fuori.

Era una lettera straniera. Poteva dedurlo dal grosso timbro rosso sulla fronte che diceva che era passata attraverso l'esaminazione ed era sicuro aprirla senza il rischio di saltare per aria a causa di un qualche sigillo segreto così era anche un po' logorata dal viaggio. Ma non era importante.

Perchè avrebbe dovuto ricevere una lettera straniera?

Ansiosamente ,Lee andò a vedere l'indirizzo del mittente. Veniva da Suna. Suna! Gaara era a Suna!

La possibilità che Gaara gli avesse scritto una lettera gli rese le gambe debole e tremanti. Non poteva essere qualcosa di ufficiale perchè altrimenti sarebbe stata subito mandata all'Hokage, giusto? Rimase là a tentennare, titubante, per 10 minuti, insicuro ed eccitato al tempo stesso. Senza fiato, infine, prese coraggio ed aprì la busta con cautela e ne uscì un biglietto.

Avrebbe voluto aprirlo delicatamente, come un fiore delicato ma le sue dita erano diventate improvvisamente goffe e rigide. Riconobbe immediatamente la familiare calligrafia all'interno. Il messaggio era breve e non era nemmeno in codice.

“'Caro, Lee,” lesse piano, il respiro che gli tremava un po'. “Mi manchi. Ti prego, passa da Suna quando puoi. Mi piacerebbe parlare con te. Gaara.'”



** L'originale diceva:

“Come on, Gaara,” Kankuro cut in quickly. “You can do this. Just repeat after me, okay? Boy.”

Gaara shot him a rather unamused look but followed along nevertheless. “Boy.”

“Friend.”

“F-friend.”

Kankuro nodded reassuringly, voice low and soft. “Now all together.”

Gaara frowned. “Boy...friend.” Pause. Deep breath. A little squirm. “Boyfriend.”

In italiano non esiste una parola composta da due che potesse andare bene per Boyfriend, così ho tradotto con 'il mio' - ' ragazzo' :°D

  
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