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Autore: 1rebeccam    22/10/2012    25 recensioni
"Sarebbe tutto così semplice. Non ci vuole niente. Un secondo, un secondo soltanto per perdermi nei tuoi occhi e dirti che ti amo... Vorrei avere la forza di aprire la porta e stringerti tra le braccia, perché lo so che sei ancora qui. Ti sento, sento il tuo dolore e anche la tua rabbia."
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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..Rick… verresti tu con me, adesso, in un posto e senza fare domande?
Verrei in capo al mondo con te… e senza fare domande!
[...] Non ci servono dei fiori nel posto dove stiamo andando?
Risponde lui tranquillo, odorando il profumo intenso di quelle meraviglie che tiene tra le mani. Lei resta dapprima stupita, poi sospira e guarda davanti a sé.
Va bene Rick, hai vinto! Ma prima o poi ti coglierò impreparato… un giorno penserò o deciderò qualcosa e lo farò in maniera così criptata, che non riuscirai a capire cos’è!
Vuoi scommettere?
Risponde lui, guardandola mentre mette in moto, ingrana la marcia e, dopo un’occhiata di sbieco, parte verso la nuova destinazione...



 

La Resa Dei Conti


*
'Vincit Omnia Veritas'

*
Epilogo

 

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Il parcheggio davanti al cancello del cimitero è praticamente vuoto. Poche persone, all’interno, fanno su e giù per i viali che s’intersecano tra loro.
Beckett entra poco avanti a Castle, si guarda intorno e sospira.
-La tomba di mia madre è da quella parte, Montgomery è sepolto quasi di fronte a lei, nell’altra sezione… dovrò cominciare a credere nelle coincidenze!-
Dice piano, ma quando solleva lo sguardo su Castle, i suoi occhi sono fissi in un punto lontano, proprio davanti a loro.
Guarda anche lei verso quel punto e scorge, in lontananza, la cupola di una cappella, una di quelle costruzioni imponenti che racchiude nel sonno eterno i membri di una stessa famiglia. Due draghi di pietra sorreggono la cupola, sulla quale spicca la scritta ‘Famiglia Jordan’.
Kate gli prende la mano, diventata improvvisamente fredda e rigida e lui sussulta, senza però spostare lo sguardo da quel monumento.
-Vuoi… che ci andiamo Rick?-
Gli chiede piano, quasi in imbarazzo.
Solo a queste parole lui la guarda, le stringe la mano, che improvvisamente ha ripreso calore e le sorride, scuotendo la testa.
-No… non sono pronto… e nemmeno lui. Mi ha salvato la vita, è vero, ma questo non cancella anni di dolore o di solitudine, tuoi, miei… di mia madre. Non so ancora cosa provo Kate, non riesco ad odiarlo, ma nemmeno a perdonarlo per il male che ti ha fatto.-
Lei scuote la testa e poggia le labbra sulle sue in maniera sfuggente.
-Smettila di pensare a me, Rick. Adesso è una questione tra te e lui. Quando sarai pronto, quando potrai ricordarti di lui e forse perdonarlo, sarà perché tu avrai fatto pace con te stesso e con lui, io non faccio più parte di tutto questo.-
Rick ricambia il bacio sfuggente, guarda ancora verso la cappella e posa gli occhi proprio sul nome inciso sulla pietra.
-Un giorno, forse… riuscirò ad avvicinarmi a quei draghi…-
Le dice stringendole ancora di più la mano e Kate, risponde alla stretta sorridendo.
-E quel giorno, spero, mi vorrai con te!-
Rick la guarda accarezzandole il viso. I suoi occhi sono vivi, come il primo giorno che lei ci si è persa dentro. Il velo di tristezza che li ha resi opachi nelle ultime settimane, non c’è più. Avrà bisogno ancora di tempo, per metabolizzare, accettare e forse anche dimenticare, ma il peso della colpa che sentiva nel cuore, soprattutto verso di lei, è finalmente sparito.
-Andiamo?-
Sussurra Kate, tirandolo per la mano, ma lui la ferma.
-Va tu… avrete molto di cui parlare… da sole! Io vado a trovare Roy nel frattempo! Ti raggiungo tra un po’.-
Kate gli accarezza la guancia teneramente e si avvia lungo il vialetto che porta alla tomba di sua madre.
-Ehi aspetta, dimentichi le rose, queste devi portargliele tu.-
Gliene dà tre, mentre le altre le porta con sé per donarle al capitano.
Il vialetto non è lungo e lei cammina lentamente, facendo respiri profondi, per cercare di calmare il suo cuore, che, inspiegabilmente, ha cominciato a galoppare. Dopo pochi passi, sembrati chilometri, si ferma finalmente davanti alla lapide di Johanna e una marea di sentimenti ed emozioni diverse, la investono come un treno in corsa, come se non si fosse mai trovata davanti a quella tomba.
Riesce a calmarsi quando poggia lo sguardo sulla scritta che accompagna il suo riposo eterno ‘Vincit Omnia Veritas’.
Sorride…
-La verità vince su tutto… era la tua frase preferita! Dicevi sempre che fondare la propria vita su questa massima, ti faceva essere già a metà del tuo cammino. Ho sempre sperato che nel posto in cui ti trovi adesso, la verità sia l’unica luce che ti avvolge. Dove sei tu ora, tutto è svelato e tutto è limpido.-
Sospira, mentre le lacrime le rigano il viso.
-Lui non c’è più! Anche per lui adesso, la verità è svelata e limpida, la verità su quello che è stato e che ha ottenuto. Non so se esista davvero il Paradiso e non so se esistano davvero le fiamme dell’inferno che bruciano le anime perse per l’eternità, ma se esiste veramente quella verità in cui tu credevi, le fiamme dell’inferno non gli serviranno a niente, perché la sua punizione sarà il rimpianto eterno, per quello che non è stato e che ha perso.-
Alza lo sguardo davanti a sé, Castle sta camminando verso la tomba del capitano Montgomery. Guarda le sue spalle, dritte e fiere, come quelle di sua madre e pensa davvero che l’anima di Victor Jordan, rimpiangerà per sempre la vita che si è precluso di avere. La gioia di vedere suo figlio, diventare uno splendido uomo. Torna a guardare la lapide di Johanna.
-Sarei dovuta venire prima, lo so, ma ho avuto bisogno di un po’ di tempo per rimettere a posto le idee.-
Si siede sulla tomba e con calma, toglie i fiori secchi dal vaso di marmo.
-E’ finita mamma, l’ultima pagina del libro è stata scritta, con dolore, paura, rabbia e rimpianto, non solo mio… ma siamo giunti alla parola fine e finalmente,  siamo tutti al sicuro. Il tuo assassino non farà del male mai più.-
Cambia l’acqua nel vaso e ci mette dentro le tre rose bianche.
Alza ancora lo sguardo a cercare Rick, in lontananza lo vede chino sulla tomba del suo capitano e sorride.
-Senza di lui non ce l’avrei mai fatta, non a prendere il drago, prima o poi ci sarei arrivata. Non ce l’avrei fatta a tornare ad essere la Katie che conoscevi tu, quella che hai amato, che hai cresciuto spensierata e piena di vita, felice per ogni cosa esistente attorno a lei; quella Katie non esisteva più, era morta in quel vicolo insieme a te e tu hai sofferto per questo. L’ho capito solo adesso, mamma.-
Continua a tenere gli occhi fissi su di lui e sorride, quando nota le sue labbra muoversi, segno che anche lui e il capitano, hanno tanto da dirsi.
-Anche Rick ha sofferto. La morte di Roy e la verità sul suo passato, lo hanno annientato, per non parlare dei guai in cui sono riuscita a cacciarmi io, dopo lo sparo, qui al cimitero. Si è sentito in colpa per tutto. Per la prima volta dopo anni, l’ho visto fragile e questo, me lo ha fatto amare ancora di più. Ormai non potrei immaginarmi senza di lui.-
Guarda ancora in direzione di Castle, ma non lo vede, non è più davanti alla tomba di Montgomery.
China la testa e sorride, quando un’ombra si affianca a lei da dietro.
-Sono venuto troppo presto? Non avete ancora finito di spettegolare voi due!?-
Chiede quasi sussurrando. Lei scuote la testa e si alza, gli prende la mano e appoggia la testa sulla sua spalla.
-Sai Rick, tu saresti piaciuto a mia madre.-
-Certo che le sarei piaciuto, io piaccio a tutti!-
Risponde lui, aspettandosi un rimprovero da lei, che invece lo guarda sorridente.
-Dico davvero. Mia madre era burlona! Quando non lavorava, a casa era un ciclone. Sempre in movimento, sempre pronta a prenderci in giro e a fare scherzi di ogni genere, soprattutto a papà, che, anche se diceva di essere pronto a tutto, ci cascava sempre, con tutte le scarpe.-
Castle la ascolta attentamente, si stacca da lei il poco necessario per riuscire a guardarla in viso, mentre lei ha gli occhi rivolti alla lapide.
-Si, le saresti piaciuto. Si sarebbe divertita a raccontarti gli aneddoti buffi e piccanti della mia vita, avreste fatto comunella, papà ed io saremmo stati costretti a coalizzarci contro voi due, per difenderci.-
Lui continua guardarla estasiato.
Sta sorridendo.
Un paio di lacrime rigano il suo viso, parla di sua madre, ma sta sorridendo.
Non ha lo sguardo perso nel vuoto, non parla di lei con il dolore nel cuore, non la sta ricordando ricoperta di sangue. Sta ricordando sua madre felice e piena di vita… e sorride.
Quel dolore lancinante, quella sensazione di sentirsi persa e responsabile di qualcosa al di fuori dal proprio controllo, hanno lasciato il posto alla dolcezza dei ricordi. Sta sorridendo, Katherine Beckett è finalmente in pace con se stessa e con il mondo… ed è luminosa come il sole che le bacia il viso!
L’attira a sé e l’abbraccia, lei nasconde il viso contro il suo petto e si lascia cullare da quella stretta sicura, poi si solleva a guardarlo e gli posa un leggero bacio sulle labbra.
-Perché mi guardi così?-
-Così… come?!-
-Come se non mi conoscessi!-
Lui le mette la mano sulla guancia, poi inerisce le dita tra i capelli e glieli solleva dietro l’orecchio, sorride, quando nota la sua espressione leggermente stupita.
-Infatti non ti conosco. Questa Kate sorridente e serena, questa Kate che mi ha liberato da ogni colpa, questa Kate che ha parlato con sincerità al cuore di un bambino pieno di dolore, questa Kate che ci sarà il giorno che avrò il coraggio di entrare ancora nella tana del drago… questa Kate non la conosco, ma conoscerla mi sta emozionando incredibilmente e devo dire anche che mi piace tanto, almeno quanto mi piace Beckett.-
Lei china la testa lateralmente per assaporare la carezza di Rick, prende la mano nella sua e la bacia, per poi tornare a guardare quegli occhi che ancora la stanno scrutando.
-Che ne dici di tornare a casa?-
-Direi di si, ma… quale casa?-
Kate corruccia la fronte e si allontana da lui, che solleva le spalle.
-Voglio dire… tu sei tornata libera, io sono tornato in forma, quindi… insomma, la mia offerta di addormentarci e svegliarci uno tra le braccia dell’altra, è sempre valida!-
-Vorrei ben dire Castle! Perché io ho già le valigie pronte.-
Lui sospira in maniera teatrale.
-Davvero?-
-Davvero! Dopo avere appurato stanotte che sei in gran forma, non ho nessuna intenzione di tornare a dormire da sola!-
La risposta di Kate è accompagnata da un sorrisetto malizioso e da una carezza al colletto della camicia, lui si allontana da lei e si mette le mani sulla faccia.
-O cielo Kate! Non farmi vergognare, dire queste cose davanti a mia suocera!-
Lei scoppia a ridere e lo abbraccia stretto.
-Oh… si Castle! Le saresti proprio piaciuto…-
Si siede ancora sulla tomba e la sfiora con due dita.
Castle prende un respiro profondo, tentenna un attimo, mentre cerca di trasformare in parole il pensiero che gli attraversa la mente.
-Kate, mi dai la catenina che porti al collo?-
Le chiede, prendendo coraggio e lei si volta di scatto, sorpresa da quella richiesta.
-Perché?-
-Oh! Ma allora è proprio deformazione professionale, rispondere sempre con una domanda, non puoi farlo e basta? Fidati di me!-
Lei corruccia la fronte, ma acconsente.
Si toglie la catenina e gliela porge, lui con delicatezza, fa scattare l’apertura e fa scivolare l’anello nella sua mano. Si siede sulla tomba, di fronte a lei, le prende la mano sinistra e le infila l’anello all’anulare.
Kate è stupita, non ha il coraggio di alzare lo sguardo su di lui, continua a guardare, come una scena a rallentatore, la mano sicura di Rick metterle l’anello, mentre invece, le sue dita tremano. Osserva quasi senza respirare, l’anello al suo dito, finchè la voce calda di Rick le fa alzare la testa per perdersi nei suoi occhi.
-Ora ha il diritto di stare qui. Lo hai portato al collo per anni, come un peso che doveva ricordarti che avevi una missione, ma adesso deve ricordarti soltanto, che è la cosa più preziosa che possiedi… e poi… diciamo che sto chiedendo a tua madre il permesso di poterti corteggiare!-
Finisce la frase con una delle sue solite battute, per stemperare l’atmosfera troppo carica di emozione anche per lui e lei scuote la testa ridendo. Non riesce a dire nulla, sfiora ancora la lapide con la mano, guardando l’anello al suo dito.
Si alza, porge la mano a Rick e continuando a stare in silenzio, lo strattona leggermente per farlo alzare. Intreccia le dita alle sue e lo guida verso l’uscita.
-Non è che stai cercando di risparmiarti la spesa di un enorme solitario, mettendomi al dito un anello che era già mio?!-
Gli chiede appoggiando ancora la testa sulla sua spalla.
-No, aspetta, hai detto… solitario?-
Lei annuisce seria.
-Ma… ma i solitari si usano per i fidanzamenti?-
Continua lui, fingendo ansia.
-Infatti, hai chiesto il permesso a mia madre, ora siamo fidanzati!-
Lui non risponde alla battuta, assapora invece le parole dentro la sua testa, una per una, ora siamo fidanzati. 
Solleva lo sguardo ancora una volta verso i due draghi. Sembrano così lontani adesso. Anche il suo dolore sembra essere rimasto qualche passo più indietro.
-Allora Castle! Riguardo l’anello?-
La sua voce lo riporta accanto a lei, mano nella mano.
-Accidenti detective, mi hai sgamato! Dovrò cominciare a risparmiare… hai detto enorme!-
Ridono e si stringono le mani ancora più forte.
‘Altro che bicchiere mezzo pieno, se non stai attenta rischi di annegare in un oceano, tesoro mio!’
Kate si ferma di colpo, lascia la mano di Rick e si volta a guardare verso la lapide di Johanna.
Sa benissimo che non è stata lei a parlare, non può averlo fatto, ma non ha potuto fare a meno di girarsi, perché quelle parole le ha sentite davvero.
-Kate, tutto bene?! Perché ti sei fermata?-
-Si, tutto… bene… credevo solo di…-
Non finisce la frase, si volta di nuovo verso di lui e lo bacia.
-Tutto a posto. Torniamo a casa.-
Rick le offre ancora la mano, lei la stringe e si avvicinano all’uscita lentamente, stretti l’uno all’altra.
Hai ragione mamma, sono in mezzo ad un oceano, ma non annegherò, non con la Mia Verità che mi tiene per mano!


 

F i n e

 


Angolo di Rebecca:

 

'I finali sono sempre difficili, qualunque idiota può mettere giù uno straccio di inizio, ma i finali sono davvero complicati, cerchi di definire le cose in sospeso, ma non  ci riesci, i fan si lamenteranno sempre e ci saranno sempre lacune, e poiché un finale si suppone che debba chiudere una storia, scriverlo è una vera spina nel fianco…'

Qualche mese fa, mentre cercavo di scrivere uno degli ultimi capitoli di questa storia, guardavo Supernatural su Rai 2 e il tipo che raccontava la storia dei fratelli Winchester, non chiedetemi il nome, perché non lo ricordo, diceva questa frase mentre digitava sul pc. Non ho potuto non scriverla. Mi è sembrata così vera! Per carità, la trascrivo con umiltà, non sono una scrittrice, piuttosto sono “l’idiota” che è riuscita a mettere giù uno straccio d’inizio, ma che poi si è persa nei meandri di una trama, cominciata per gioco e che è stata “teletrasportata” all’interno della vita dei suoi personaggi: io ho dato vita a loro, ma loro hanno dato un senso a me e, arrivati all’epilogo, la chiusura di questo inizio è diventata davvero una spina nel fianco. Non perché non riuscissi a trovare una fine, quella era già dentro alla testa, ma non riuscivo a scriverla, o meglio, non volevo scriverla, per non “mettere la parola fine all’ultima pagina del libro”.
Ma come dice Alexis Castle (la nomino anche se la maggior parte di voi la odia, cosa incomprensibile per me) ‘ad un certo punto tutto quanto finisce’, così l’ho finita!
Ho cercato di non lasciare troppe lacune, di dare un proprio posto a tutto e a tutti, di dare un senso anche alle figure più piccole, che adoro inventare e descrivere.
Non so se ci sono riuscita, so solo che ho amato questa storia (come tutte quelle che scrivo), ma essendo una long, è stato long anche il tempo che ho passato a scriverla (quasi un anno) e long il tempo che ho impiegato a farla leggere a voi, perciò mi ci sono affezionata, troppo, come se quello che ho scritto, fosse passato davvero attraverso il video, settimana dopo settimana, episodio dopo episodio (sono strana? SI)
Perché sto scrivendo un angolo lungo quanto una shot?
PERCHE’ NON VOGLIO FINIRLA! :p voglio ancora tormentarvi *-* 
 
No… non è vero *-* sto solo cercando un modo per dirvi:
GRAZIE!
Grazie al Castle Made Of, sempre presente, non solo nella lettura, ma soprattutto negli scleri delle giornate no, come in quelle si.
Agata lo so che faccio schifo… ma mi lovvi per questo no?!
Martolilla, gioia di nonna, difendimi tu… e non ripetere sempre la stessa cosa, in combutta con Lu, hai capito Martaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Lucia, tu, io, i nostri scleri… a che punto è la petizione con la raccolta di firme?
Diletta, sarai sempre la mia RDLP vero???
Annalisa, tu ed io di draghi ce ne intendiamo meglio di Kate :p non lo credi anche tu?!
Dia, che dire… non andare in terapia, perché perderesti il tuo charme!
Fedss, tra ortaggi e draghi, andiamo avanti e cerchiamo di non mollare mai… ti abbraccio <3
Un bacio affettuoso all’orticello rigoglioso della dolce Stefy.
Grazie a Virginia, analista personale dei miei personaggi, soprattutto dei ‘non protagonisti’, delle comparse e degli animali, precisa in ogni capitolo, sempre pronta con il numero del dentista a portata di mano. Avete conosciuto ‘personalmente’ Stan Corbin grazie a lei *-* (un nostro desiderio nascosto? Vederlo in un episodio di Castle, DAVVERO!!! Nella 5x05 Riccardone avrà bisogno di un avvocato, chissà…)
Grazie a Cristina, ci siamo conosciute su due fandom diversi, che amiamo entrambe e mi hai seguito con trepidazione, concedendomi un paio di tue creazioni per fare i miei banner. <3 Hai amato la mia storia e ti sei messa in fila anche tu per curare le ferite del povero Stan *lui ringrazia*
Grazie alle nuove lettrici che ho conosciuto: Katia, le tante Sophie e Sofy, Bekett66 (siete tante e non posso citarvi tutte), mi avete seguita con affetto e con recensioni sempre dettagliate, minacciose, ma anche divertenti e dolciose.
E un grazie immenso, grandioso, appolposo e ‘tritoloto’ come direbbe Stellina, a te… si si, tu che ti giri a guardarti le spalle, è con te che parlo Vulpix, non fare finta di niente. Se avete letto questa tortura è stato merito/colpa sua.
Come dici? Niente grazie tra di noi? Hai ragione, il patto è questo, ma come si fa???
Mi hai supportata e sopportata, ogni volta che un capitolo non mi piaceva e tu mi sputavi in occhio per farmi capire che invece era bellissimo (meno male che tra noi c’è di mezzo il pc, sennò sai quante  volte sarei dovuta andare a lavarmi la faccia?)
Aiuto prezioso ogni volta che le indagini non andavano bene e con una chiacchierata con te, arrivavo ad una conclusione.
Grazie alla tua energia, quando hai letto in anteprima le prime fatidiche 48 pagine che ancora, forse, non avevano senso e che ti hanno elettrizzata tanto, da farmene scrivere altre 76
(caspita era proprio long ahhaha).
Grazie alla tua espressione O.o quando hai letto che il drago era il governatore e che il governatore era il padre di Riccardone… *me soddisfatta*.
Lo dico un’ultima volta e non lo ripeto più: GRAZIE Vale… e non solo per la storia <3
Un abbraccio ad ognuna di voi e un grazie anche a chi ha seguito silenziosamente.
Mi mancherà correggere e preparare il banner, per essere pronta a litigare con l’html, aspettando il ‘Castle monday’, (che incautamente qualcuna di voi ha ribattezzato Rebecca Monday, dopo la fine della 4 stagione) e l’episodio finale de La Resa dei Conti, è andato in onda proprio la sera che l’ABC ha sospeso la programmazione per una settimana… giuro che non è stato voluto :p
 
Avrò un’altra folgorazione???
Con questa minaccia, vi lascio in sospeso...  *-*
Baci Rebecca <3

  
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