– Io qua dentro sarò anche solo un numero, signor Holmes, – disse l'Alpha alzando i pugni chiusi davanti a lui – ma non ho le mani legate. –
Abbassò infine le braccia e rilasciò un lungo sospiro. Sherlock non trovò niente d'intelligente da dire e così, per una volta in vita sua, tacque.
– Adesso le è chiaro perché non condivido gli obbiettivi dei miei compagni? – gli fece il verso con amara ironia.
Sherlock voltò la testa, lo sguardo perso nella nebbia mattutina che s'intravedeva oltre le sbarre della finestra.
Non aveva mai voluto questo e quella chiacchierata non faceva che alimentare il suo rifiuto nei confronti di quell'istituzione sociale imposta da un governo distopico. Ma non era certo arrivato fin lì senza calcolare i rischi. E se doveva andare fino in fondo, l'avrebbe fatto solo con quell'uomo, quell'Alpha che gli mostrava con fierezza i suoi dolori e le sue paure e rifiutava la finta libertà impostagli.
Sherlock se ne rese conto chiaramente in quel momento: sapeva non poteva esserci nessun altro se non Alpha 221B dell'Istituto Baskerville.