Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: PattyOnTheRollercoaster    23/10/2012    2 recensioni
Il mio nome è Michel Holbrook Penniman Jr. Sembra un nome molto importante da portare sulle spalle, e le mie spalle, sebbene credo siano abbastanza forti, non hanno molta voglia di essere sempre così pesanti. Per questo motivo ho scelto un altro nome, un nome meno complicato, uno che tutti possano ricordare per quanto è corto. Un nome semplice, simpatico, colorato: Mika.
Una canzone diversa per ogni capitolo per dare vita ad una storia a volte triste, a volte allegra, che ha come protagonista un ragazzo - o forse un uomo? O forse un bambino? - che deve vedersela con il suo mondo colorato, in cui le combinazioni di colore non sempre sono perfette.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo venticinque
Relax [take it easy],
o Live





   Primo di Dicembre. Il tour prosegue a gonfie vele e non ci fermeremo fino al sedici, quando faremo l’ultima data a Oslo, Norvegia. Per il momento siamo ancora a livelli di freddo umanamente sopportabili perché siamo in Italia. Milano, al Forum di Assago, tutto esaurito.
   Sono fomentato. C’è davvero bisogno di dirlo?
  Credo che ci siano persone ai cancelli più o meno dalle sette di questa mattina. Ho mandato dei ragazzi a chiedere ai fan da parte mia se avevano bisogno di qualcosa: pensarli lì nel gelido inverno ad aspettare solo me mi fa commuovere. Sono magnifici! Alla fine ho chiesto di andare a comprare quante più focaccine e pizzette possibili nel primo negozio che trovavano aperto, e ho dato ordine per cui venissero distribuite alla folla. I miei ordini sono stati eseguiti, e un vago odore di pizza è aleggiato per qualche tempo nell’aria.
   Adesso manca meno di un ora al concerto: i cancelli sono stati aperti e si sente il brusio della folla al di là del palco. Tutto è pronto per iniziare. I costumi sono al loro posto, gli strumenti sono perfetti appoggiati lì in bella vista, e io inizio ad andare fuori di testa.
  Ovviamente è inutile ripetermi che, una volta sul palco, starò benissimo e mi sentirò calmo e a mio agio. Tanto quando ancora dobbiamo iniziare sono sempre, e dico sempre, nervoso.
   «Che ore sono?»
   «Le otto e quarantadue.»
  «Okay.» Faccio due passi nel camerino, apro la porta e metto la testa fuori. C’è gente indaffarata che fa il proprio lavoro. Rientro nel camerino, dove mamma sta sistemando alcuni dettagli sul vestito di Andrea. «Che ore sono?»
   «Le otto e quarantatré.»
   «Okay.» Giro attorno ad Andrea mentre lei si rimira allo specchio. Guardo il telefono per vedere che ore sono. Ah già, l’avevo già visto! Passa qualche secondo. «Posso chiederti…?»
   «Se mi chiedi di nuovo che ore sono ti ficco un gomito nella pancia.»
   «Volevo solo sapere come stavi», dico io guardando altrove. Che bugiardo che sono! Volevo chiederle l’ora!
   Mamma mi dà un bacio e dice uscendo: «Vado a controllare gli altri. Tu rilassati», mi dice con sguardo eloquente.
   «Okay.»
   Oh Dio, posso smetterla di dire “okay” a tutti?!
  Mi siedo sul divanetto e guardo Andrea, che passeggia sulle scarpe nuove che ha fatto Christian apposta per lei, dietro mia richiesta. «Mi piacciono un sacco le Louboutin, lo sai?», dice raggiante guardando il riflesso delle scarpe allo specchio. «Mi sono sempre piaciute. Non ci credo che ne ho un paio. E hanno sopra il mio nome, cioè sono proprio mie!» Mi guarda sorridendo, ma vedendomi il sorriso le si scoglie. «Che cosa c’è?» Si siede al mio fianco e comincia ad accarezzarmi una coscia.
   «Scusa, sono più nervoso del solito.»
   «Come mai? Non è che hai bevuto un po’ troppo caffè?»
   Mi scappa un sorriso. «No, non è quello. Se devo essere sincero, questo non è mai un pubblico facile.»
   «Non ti piace l’Italia?»
  «No, mi piace. Ma qui sono piuttosto esigenti, troppo, per i miei gusti. Dev’essere l’effetto che mi ha lasciato Canepa», mormoro più a me stesso che a lei.
   «Canepa?», domanda Andrea confusa.
  «Sì, devo aver sviluppato una specie di fobia per gli italiani. E anche da piccolo non mi piacevano, dev’essere per questo che mi sembrano sempre più famelici.»
   «Michael, stai cominciando a dire cose senza senso.»
   «Anche se devo ammettere che, in compenso, quando sono entusiasti sono sempre meravigliosi.» Continuo a parlare senza sentire una parola di quello che dice lei. «Però oggi mi sembrano più famelici che altro. E se fosse in atto una specie di virus-zombie e non me ne sono accorto? Forse è così, forse vogliono solo uccidermi.»
   «Ehi!» Andrea mi toglie le mani dalla faccia e mi guarda con espressione decisa. «Piantala di dire cose senza senso, quando cominci diventi pericoloso. E ti agiti di più.»
   Qualcuno bussa e poi vedo Yasmine che ficca la testa dentro il camerino. «Cinque minuti. Gli altri sono già là.»
   «Okay, andiamo.» Andrea si alza e si avvia decisa, tenendomi saldamente per una mano e trascinandomi con sé.
  Facciamo tutto il corridoio e poi saliamo le scale, oltrepassiamo una porta e sbuchiamo appena dietro le quinte. In tutto questo sono stato letteralmente portato per mano da Andrea, che mi ha posizionato in una quinta e fa per andarsene.
  La tradizione vuole che prima esca la band, che cominci a suonare la prima canzone (Relax, questa volta, è una specie di invito alla folla perché si lasci andare per un paio d’ore) e che poi entri io già pronto per iniziare la canzone appena in tempo. Questa volta però sono agitato, ho bisogno di sostegno morale. Lo so che non dovrei modificare le cose all’ultimo minuto, e di solito sono sempre io quello che rompe le scatole appena c’è qualcosa che va storto, ma oggi non riesco a ragionare.
   «Aspetta!» Riprendo la mano di Andrea e la riporto vicino a me, mentre gli altri prendono posizione e sentiamo la folla che inizia a urlare. Lei mi guarda allarmata e cerca di liberarsi dalla mia presa.
   «Devo andare! Gli altri sono entrati ora!»
  «Entriamo assieme», dico io bloccandola per la vita e impedendole di andare via. La bracco mentre al di là delle quinte la folla si calma leggermente, ma solo per poco.
   La bacio senza chiudere gli occhi, sento il suo profumo e il suo sapore. Le prime note di Relax iniziano e di nuovo il pubblico comincia a urlare. Andrea mi accarezza una guancia, e il mio cuore batte più forte. Quando ci separiamo sorride e mi guarda. «Ormai mi sa che ci siamo dentro insieme», dice rivolgendo lo sguardo al palco.
   Lancio un’occhiata oltre le quinte e annuisco, sorridendo, poi entriamo sul palco di corsa tenendoci per mano.





Fine

Mika non è a conoscenza di questa fanfiction, che è stata scritta per puro divertimento e non a scopo di lucro. Qualunque somiglianza con fatti realmente accaduti è puramente casuale. Persone e luoghi reali sono stati citati per dare verosimiglianza alla storia.



















c:
Ragazzi, non so che dire.
Cerco di farvi capire il mio punto di vista anche se sono un po' triste, un po' contenta e un po', appunto, senza parole: ho iniziato a scrivere questa fanfiction in Gennaio, ho iniziato a postarla a Maggio e adesso la sto finendo che siamo a Ottobre.
Ho iniziato ad ascoltare Mika per puro caso, sempre a Gennaio di quest'anno, veleggiando su you tube. Ho trovato il video di Big Girl... A questo punto una come me (ossia una pazza che ha sempre avuto complessi con la sua pancia panciosa) come poteva non innamorarsene? :3 Scoprendo pian piano le altre canzoni di Mika ho realizzato che è un artista di grande talento, e che oggi è raro trovarne uno così, soprattutto nel panorama della musica pop, dove i cantanti vanno e vengono con la velocità di una folata di vento.
Credo che nessuna delle sue canzoni sia scritta senza una motivazione. Tutte fanno riferimento ad una storia personale, ad una persona che ha conosciuto, ad un ragionamento che ha fatto, e questa fanfiction voleva solo riunirle tutte quante con un unico filo conduttore. Spero di essere riuscita a farlo, ma soprattutto spero che chi ha letto la storia abbia semplicemente staccato la spina per un po' da tutto ciò che lo preoccupava. Volevo che la mia fanfiction facesse un po' l'effetto delle canzoni di Mika che, come spiegato nel capitolo 23, anche se hanno un lato un po' oscuro, sono sempre allegre.
Credo che si tratti semplicemente di un modo di prendere la vita; è ovvio che ci saranno momenti difficili, ma dobbiamo andare avanti pensando che le cose si aggiusteranno, tenendoci strette le persone che amiamo e continuando a sorridere per i piccoli piaceri di tutti i giorni. Nulla dura in eterno, men che meno i momenti difficili! Penso che la musica di Mika abbia più o meno questa filosofia.
Mi sono persa di nuovo nel filosofeggiare, spero che mi perdonerete!
Ultimo, ma non meno importante, voglio ringraziare moltissimo le persone che mi hanno recensito, soprattutto MileyVero (allapulla per sempre!), ItsJulyPennimanLife In Cartoon Motion, che hanno recensito costantemente, sfidando i loro impegni quotidiani e pc che non volevano collaborare! Grazie mille anche a chi ha solo letto, e a chi ha messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate, sappiate che mi ha fatto molto piacere vedere il numero di adepti che ogni tanto aumentava!
Bene, dopo avervi tediati con questa pappardella finale vi lascio andare, ma ricordate che we are golden!
Patrizia
   
 
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