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Autore: telesette    23/10/2012    0 recensioni
[TaleSpin]
Bella e professionale!
Decisa e irremovibile!
Questa era Rebecca Cunningham!
Mentre la osservava parlare al telefono, Kit non poteva fare a meno di essere ancor più piacevolmente colpito da lei. Rebecca era magnifica, semplicemente magnifica, e non c'erano parole per descrivere correttamente ciò che sentiva di provare nei suoi confronti.
Se solo fosse riuscito a dirglielo...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TaleSpin ( TaleSpin ) è una serie animata della Walt Disney Pictures con alcuni personaggi tratti dal lungometraggio Il libro della giungla del 1967.
In Italia è stata messa in onda prima da Rai 1 ( dal 1991 ), poi da Rai 2, da Canale 5 ( dallo speciale 1996 ) e infine successivamente da Toon Disney ( dall'ottobre 2005 ).
Come molti Live-Action della Disney, la trama ha come oggetto quello di "rivestire" e ri-colorare personaggi conosciuti ( Baloo, Re Luigi, Shere Kahn ) e proiettarli in un universo alternativo con una storia tutta nuova. Nell'isola di Càpe Suzette, l'orso Baloo è infatti pilota di un idrovolante, il Sea Duck, per conto della proprietaria della "Higher for Hire", ovvero la signorina Rebecca Cunningham. Ad affiancare Baloo vediamo personaggi come: Kit Nuvoletta che spesso viaggia attaccato al Sea Duck con una specie di surf che gli permette di destreggiarsi in aria, Valvola il meccanico, Molly Cunningham, la piccola figlia di Rebecca vivace e combinaguai, e Luigi che nella serie interpreta il frizzante proprietario di un locale folkloristico. 
Gli antagonisti cominciano da una vecchia conoscenza a altri avversari completamente nuovi. In particolare nella serie vediamo: Shere Kahn che interpreta un uomo d'affari freddo e spietato, disposto a tutto per far chiudere la concorrenza opposta dalla tenacia della Cunningham e della sua minuscola compagnia aerea; mentre nello spazio aereo Baloo deve vedersela col bieco Don Massacre e i suoi "Pirati dell'Aria", in una serie di emozionanti scontri volanti.


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Cartoni Animati TaleSpin sigla italiana completa

 

Kit, non ti sarai mica innamorato?

Immagine di: ~tpirman1982 su deviantART

Il piccolo Kit era strano, da un po' di tempo a questa parte.
Da qualche giorno infatti, perfino Baloo pareva essersi accorto di qualcosa che non andava nel suo comportamento: era taciturno, distratto, assorto in chissà quali pensieri...
Un attimo era lucido e presente a sé stesso, e un attimo dopo invece non si ricordava neppure quello che gli era stato appena detto.
Nessuno avrebbe saputo attribuire una spiegazione ma, osservandolo meglio, Baloo aveva notato che il piccolo Kit andava come in trance solo in determinati momenti... e guarda caso, proprio quando Becky era appena stata nei paraggi.

- Di' un po', piccolo - esclamò Baloo, sfregandosi la guancia con una smorfia. - Non ti sarai mica innamorato, per caso?
- CHI, IO ?!? - scattò subito Kit. - Ma figurati, come ti viene in mente?
- Uhm - fece Baloo, poco convinto. - Se lo dici tu... D'accordo, ripassiamo un'occhiata al carico!

I due si avvicinarono al vano del Sea Duck, con l'intento di sistemare le varie merci accatastate, tuttavia Kit era chiaramente con la testa altrove. Con la coda dell'occhio, Baloo si accorse che stava guardando insistentemente verso l'ufficio di Rebecca.
Da non crederci.
A giudicare dall'espressione che aveva, sembrava essersi preso proprio una bella cotta.

- Allora, ricapitoliamo - disse Baloo, con una luce astuta nello sguardo. - Le casse di verdura?
- Ci sono - rispose Kit, come imbambolato.
- Quelle di marmellata?
- Sììì...
- I pezzi di ricambio?
- Anche quelli...
- E il profumo preferito di Rebecca?
- Sì, c'è anche que... Ops! cioé, voglio dire...
- AH-AH, lo sapevo, ci sei cascato in pieno!

Baloo aveva visto giusto.
Era bastato tendergli una piccola "trappola", per avere la conferma dei suoi sospetti, ma non sussisteva più alcun dubbio.

- Baloo, non è come pensi, non lo è assolutamente!
- Chi l'avrebbe mai detto? - sottolineò Baloo. - La nostra Becky...
- NON-DIRLO-NEMMENO-PER-SCHERZO, CHIARO ?!?
- Non c'è bisogno di agitarsi così, piccolo: si vede lontano un miglio che lei ti piace!

Kit era diventato completamente rosso in volto.
Baloo lo aveva smascherato, era inutile negare. In effetti la signora Cunningham era davvero molto affascinante, nonostante quel suo caratterino particolare, ed era da un po' che Kit non poteva fare a meno di pensarci: gli occhi, il sorriso, i capelli...

- Dimmi, piccoletto - fece Baloo, chinandosi per parlargli sottovoce. - Non ti sembra un po' troppo "vecchia" per te?
- Non sono affari tuoi !!!
- Va bene, va bene, non ti scaldare... Dicevo solo per dire!
- E poi non è vero che... Insomma sì, mi piace lo ammetto, però... Senti, non lo so!
- Pensaci bene, piccolo - tagliò corto Baloo, strizzando l'occhio. - La nostra Becky è già sposata e divorziata, con tanto di figlia a carico... Non ha senso complicarti la vita con una donna più grande di te, lascia perdere!

Ciò detto, Baloo tornò ad occuparsi del cargo. Per quanto ne sapeva lui, Kit era sufficientemente sveglio per capire l'impossibilità di una sua eventuale storia con la cara Rebecca. Era convinto che, per quanto indubbiamente difficile sul momento, lo avrebbe capito e accettato...
Si sbagliava!
Kit non era semplicemente cotto, era "stracotto", si poteva dire che il pensiero della bella signora Cunningham gli aveva mandato in pappa il cervello.
Prima di allora, Kit non era mai stato innamorato.
Per lui Rebecca non era più soltanto il "capo", nonché  suo inflessibile datore di lavoro; il difficile però era trovare il coraggio di affrontarla apertamente per dirglielo...
E se si fosse messa a ridere, sapendolo?
Certo che avrebbe riso, non poteva essere altrimenti: una donna adulta, madre di famiglia, come avrebbe potuto mai accettare i sentimenti di un ragazzino?
Era una questione persa in partenza.
La signora Cunningham era troppo per lui.
Oltretutto Kit non aveva neppure nulla da offrirle: era orfano, senza un soldo, e dipendente presso di lei... Che razza di prospettive poteva avere un giovane come lui, senza niente in tasca e con la testa piena di fantasie? 

- Eppure devo farglielo capire - mormorò. - Forse la differenza di età per lei è un problema, ma se le facessi capire che le voglio bene... Forse dovrei aspettare ancora un po' di tempo per dirglielo, o forse...

E mentre rimuginava su tutti questi "forse", il piccolo Kit si ritrovò davanti alla porta dell'ufficio di Rebecca senza nemmeno accorgersene.

***

- Avanti - esclamò la signora Cunningham, sentendo bussare alla porta.

Kit entrò nell'ufficio, stringendo timidamente il berretto tra le mani.
Rebecca era seduta alla scrivania, completamente immersa nella lettura delle sue pratiche: tariffe di imbarco, carico, trasporto e onorario; ricevute di versamento e trattenute fiscali; lettere di proroga e prestiti con le banche... In quel momento, la bella proprietaria della baracca tutto poteva avere nella testa meno che pensieri su cosiddette faccende amorose.
Kit inghiottì a fatica, cercando invano un modo per avviare la conversazione.
Ad un tratto Rebecca alzò gli occhi dalle scartoffie e finalmente si accorse della sua presenza.

- Ciao Kit - esclamò con un sorriso. - Che c'è, devi dirmi qualcosa?
- Sì... NO cioé, ecco...

Improvvisamente squillò il telefono.

- Scusa un momento - disse La signora Cunningham, sollevando la cornetta. - Pronto? Sì, sono io, sono la titolare! Come? No, non è possibile: siamo pieni di prenotazioni fino alla prossima settimana... Lo so che i nostri prezzi sono più onesti della "Shere Kahn Air-Company", ma non posso disdire degli accordi già presi...

Bella e professionale.
Decisa e irremovibile.
Questa era Rebecca Cunningham!

Mentre la osservava parlare al telefono, Kit non poteva fare a meno di essere ancor più piacevolmente colpito da lei. Rebecca era magnifica, semplicemente magnifica, e non c'erano parole per descrivere correttamente ciò che sentiva di provare nei suoi confronti.
Se solo fosse riuscito a dirglielo...
Se solo fosse riuscito a toccare con lei l'argomento, senza passare per un imbranato.
Ma non aveva la più pallida idea di come fare.

- D'accordo, facciamo così - tagliò corto la signora Cunningham, annotando in fretta due righe sulla sua agenda. - Posso metterle il nostro servizio di trasporto a disposizione, a partire dal mese prossimo; per il nostro onorario ci metteremo d'accordo, non c'è problema!

Ciò detto, Rebecca riattaccò il telefono e si stiracchiò un momento le braccia.

- Oooh, che stanchezza - mormorò. - Allora Kit, qual'è il problema, Baloo è rimasto forse "incastrato" nelle eliche?
- Eh... No, non si tratta di questo - rispose il ragazzo, quasi senza il coraggio di alzare lo sguardo verso di lei. - Sono venuto qui perché... perché non... io... Io devo dirle una cosa!
- Va bene - acconsentì la Cunningham con un sorriso. - Sono tutta orecchi, dimmi pure!

Kit deglutì ancora una volta, sentendo la lingua come improvvisamente "incollata" al palato.
Il suo cuore sapeva ciò che voleva dire, lo sapeva benissimo, ma in quel momento il suo petto era come una macchina per cucire in pieno funzionamento.
Rebecca aspettò pazientemente per qualche istante, notando ovviamente la chiara agitazione del ragazzo, ma non immaginava certo il motivo dietro questa sua visita improvvisa.

- Ti senti bene? - domandò lei preoccupata.
- S... S... - rispose l'altro tremante. - S... St... Sto bene, s... solo che...
- Mhm ?!? - fece Rebecca, sbattendo le palpebre con aria perplessa.

Improvvisamente Kit cambiò espressione.
Subito prese il coraggio a due mani, sollevando il capo e guardandola dritto negli occhi, e finalmente riuscì a dare voce ai suoi pensieri.

- Le volevo dire che trovo che lei sia bellissima!

La Cunningham arrossì.
Ovviamente non poteva prendere questa "affermazione" di Kit come qualcosa di più di un complimento sincero e genuino, da parte del ragazzino che era. Era anche vero che, in quanto donna, un simile complimento la lusingava non poco.

- Gentile da parte tua - sorrise. - Ma mi imbarazza sentirmi dire che... Eh ?!?

Prima che lei potesse fare o dire qualcosa per fermarlo, Kit aveva già annullato la distanza tra loro e le schioccò un dolce ed inequivocabile bacio sulla guancia.
Ora Rebecca cominciava finalmente a capire.
Guardandolo negli occhi infatti, non ci voleva molto a rendersi conto di quanto lui fosse serio nelle sue intenzioni. Ciononostante non poteva fingere di accettare così i sentimenti di un ragazzino: Kit era appena poco più grande di sua figlia Molly e, a parte questo, lei non era certo una bambina alla sua prima storiellina d'amore.
Vedendo la sua espressione confusa, Kit immaginava perfettamente a cosa lei stesse pensando.
Subito infatti, rimettendosi mestamente il berretto sul capo, fece per voltarsi e uscire dall'ufficio. In quello stesso momento però, la signora Cunningham lo pregò di fermarsi.

- Kit, aspetta - esclamò, alzandosi e trattenendolo per le spalle. - Io... credo che dovremmo parlare un po', giovanotto!

Kit si voltò a guardarla, non senza una certa dose di tristezza mista a vergogna, e tuttavia annuì con un lieve cenno del capo. Rebecca non lo giudicò, né si mostrò in alcun modo ostile nei suoi confronti, solo riteneva giusto chiarire la questione piuttosto che lasciare in lui delle idee sbagliate e sensi di colpa ingiustificati.

***

Rebecca fu molto paziente nell'ascoltare Kit, molto più di quanto lui stesso si sarebbe mai immaginato, e non mostrò alcun segno di irritazione.
Il piccolo Kit era sincero nelle sue intenzioni, pur nella sua comprensibile ingenuità, e non si poteva certo attribuire una gravità per il suo gesto istintivo.
Era innamorato!
Tanti ragazzi e ragazze, almeno una volta nella vita, dimostrano di sentirsi emotivamente "attratti" verso qualcuno molto più grande di loro. La stessa Rebecca non era poi tanto più grande di lui, quando aveva conosciuto colui che poi sarebbe diventato il padre della piccola Molly...
A volte la storia ha il buffo e ironico vizio di ripetersi.
Da una parte era ovvio che Kit fosse sinceramente interessato a lei, anche se non con la serietà e la convinzione di un uomo adulto. Rebecca ritornò per un momento a quando era ancora ragazza: dolce, timida e innamorata, proprio come lui; troppo giovane per concepire appieno la serietà di un amore, e troppo ingenua perché la sua storia potesse effettivamente durare. All'epoca lei e suo marito avevano commesso un azzardo, un po' troppo affrettato in effetti, solo che se ne erano accorti un po' troppo tardi.
Ora Rebecca Cunningham era cresciuta.
Non era più una bambina, capace di commettere altri colpi di testa, e proprio per questo poteva capire e comprendere Kit meglio di chiunque altro.

- Mi dispiace - ammise il ragazzo mortificato.
- Perché ti dispiace? - domandò lei con affetto. - Non c'è nulla di male, anzi, è molto bello da parte tua!

Kit arrossì ancora di più.
Rebecca lo accarezzò dolcemente e lo baciò a sua volta sulla guancia.

- Non è sbagliato voler bene a qualcuno - gli spiegò dunque Rebecca. - Ma per amarsi, bisogna essere in due!
- E' per la differenza d'età, vero?

- Piccolo Kit - sospirò. - Non è solo per quello: l'età è importante, per te soprattutto, ma solo perché tu possa renderti conto dei tuoi sentimenti aldilà di ogni possibile dubbio!
- Ma io non ho dubbi su questo - protestò il ragazzo energicamente. - Io le voglio bene sul serio, signora Cunningham, sono sincero!
- Lo so, ne sono convinta - sottolineò dunque lei. - Come sono convinta che, quando sarai un po' più grande, saprai con maggiore certezza quello che prova il tuo cuoricino!
- Ma io...
- Ascolta Kit, mettiamola così: mi lusinga molto sapere dei tuoi sentimenti per me, e anch'io sono sincera, per questo vorrei che tu fossi assolutamente sicuro; se mi vuoi bene come dici, ora o tra qualche anno, hai tutto il tempo per renderti conto se sono effettivamente io la donna giusta per te!

Kit esitò un attimo ma, riflettendo su quelle parole, era ovvio che la signora Cunningham avesse ragione. Una promessa d'amore era un impegno per tutta la vita e, se il suo sentimento per Rebecca era autentico, di sicuro non sarebbero stati gli anni a cambiarlo.

- D'accordo, aspetterò - esclamò infine.
- Bene - sorrise Rebecca. - Pensaci molto bene nel frattempo e, se sarai ancora convinto, ti prometto che ci penserò sopra anch'io... d'accordo?

FINE

 
   
 
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