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Autore: whateverhappened    24/10/2012    3 recensioni
«Adesso vai, o faremo tardi» gli sussurrò Jeff dopo qualche istante. Nick si staccò a malincuore, allontanandosi verso la porta. «Nick?»
Sentendosi richiamare, il ragazzo si voltò. Jeff lo stava guardando serio, ma poteva scorgere una luce divertita nel suo sguardo. «Sì?»
«Niente scene alla Maggie Carpenter, per favore» gli disse con un sorriso furbo.
«Sei tu il patito di Julia Roberts, non io» sorrise di rimando, prima di aprire la porta. «Piuttosto, Jeffie... Non farmi aspettare troppo».

Attenzioni: dosi elevate di miele e fluff.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heartbeats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid to fall

 

Nick non aveva mai saputo reggere la tensione. Era un problema che si portava dietro da quando era bambino, dal primo giorno di asilo, quando non si era staccato dalla gonna della madre finché la maestra non lo aveva praticamente costretto. Crescendo, era riuscito a ridimensionare il problema, che però continuava a ripresentarsi come un amico fedele ad ogni circostanza importante. Dagli anni della scuola, però, c'era stato Jeff a tenerlo ancorato a terra evitando di fargli perdere la testa per qualche esame importante o per un colloquio di lavoro. Jeff aveva un'innata capacità nel tranquillizzare le persone, lui in particolare, che Nick gli invidiava. Sapeva essere la calma fatta persona e quel suo sorriso, sempre presente sul suo volto tanto da renderlo una rassicurazione, riusciva sempre a farlo respirare.

Quel giorno, Nick aveva tentato di non chiedergli aiuto. Ci aveva provato, davvero, perché non era giusto. Non voleva che Jeff lo stringesse fra le braccia e lo rassicurasse, non voleva alcun “andrà tutto bene” perché era certo che sarebbe stato così. Era solo il suo stupido stomaco a non volerlo capire, manifestando tutti i suoi timori in un continuo annodarsi. Sua madre aveva tentato invano di tranquillizzarlo, finendo per gettare la spugna, esattamente come aveva fatto sua sorella prima di lei. Nick lo sapeva che solo Jeff avrebbe potuto acquietarlo, che solo una sua battuta avrebbe potuto farlo sorridere, solo un suo scappellotto farlo rilassare. E, alla fine, aveva ceduto.

Aveva percorso i corridoi della grande casa maledicendosi ad ogni passo, ottenendo come risultato solo il camminare più veloce. Aveva evitato di guardarsi intorno, ma il profumo dei fiori freschi lo aveva accompagnato fin da quando era uscito dalla sua stanza. Sua sorella aveva fatto le cose per bene: erano davvero ovunque. Quando arrivò alla camera di Jeff, trovò la porta socchiusa.

«Smettila di agitarti, sei perfetto» stava dicendo la sorella di Jeff, Eleanor. Sembrava allo stesso tempo annoiata e divertita.

«Non è vero, sembro un pinguino!»

«Jeff, indossi uno smoking, è ovvio» rispose allegra Eleanor, facendo ridere Jeff.

A quel suono, Nick si sentì subito meglio. Non si stupì neanche di quanto il suo umore fosse legato a doppio filo a quello di Jeff, era così da tempo ed era semplicemente giusto. Si staccò dal muro a cui si era appoggiato, bussando lievemente alla porta. Eleanor si voltò, sorridendogli complice.

«Non dovresti essere qui» gli disse, con un tono cospiratore che lo fece sorridere. Aveva adorato Eleanor dal primo momento.

«Non sono una sposina spaurita, Ellie» rispose Jeff, voltandosi verso di lui. «Anzi, forse lo è di più lui. O sbaglio?»

Nick si sentì arrossire sotto lo sguardo di Jeff, che sembrava aver capito al volo ogni cosa. Si passò una mano fra i capelli, imbarazzato. «Ehm».

A quella risposta, Eleanor alzò le mani, sconfitta. «Va bene, me ne vado. Ci vediamo dopo» uscendo, fece l'occhiolino a Nick, che rispose con un sorriso tirato.

Quando furono soli, Jeff fece cenno a Nick di raggiungerlo di fronte allo specchio. Si stava tormentando il papillon, che non ne voleva sapere di stare dritto. Nick gli tolse delicatamente le mani dal pezzo di stoffa, che sembrava ribellarsi solo per il gusto di farlo, e glielo sistemò in un attimo.

«Grazie, Nicky» disse Jeff, sorridendo al ragazzo. «Ti serve una busta per respirare?» chiese poi, guadagnandosi un'occhiata stranita da parte dell'altro.

«Cos-? No, no! Non sto avendo un attacco di panico!»

Jeff scrollò le spalle. «Sei pallido».

«Sono agitato» borbottò alla fine, vinto. Jeff sorrise con aria saputa.

«Non devi, lo sai».

Nick roteò gli occhi. «Non è così facile, Mister Sicurezza».

A quelle parole, Jeff sospirò. Portò le mani alle guance di Nick, costringendolo a guardarlo negli occhi. Nick sorrise appena, ma Jeff poteva leggere l'ansia nel suo sguardo.

«Nick Duval, ascoltami bene. Lo so che sei un agitato cronico, che ti trascini dietro paranoie da che hai memoria, anche se non lo vuoi ammettere. Lo so. Ma, Nick, io ti amo. Ci ho messo una vita a fartelo capire e non ti farò scappare via perché sei ansioso. Hai capito?»

Nick tentò di cacciare indietro le lacrime ma, dal sorriso che gli stava rivolgendo Jeff, era evidente che non ci stesse riuscendo. Annuì appena, lasciando che Jeff lo stringesse in un abbraccio. Lo ricambiò all'istante, perché in fondo aveva attraversato la casa solo per quello. Per sentirsi vicino a Jeff, per toccarlo, per avere la conferma che tutto fosse perfetto.

«Adesso vai, o faremo tardi» gli sussurrò Jeff dopo qualche istante. Nick si staccò a malincuore, allontanandosi verso la porta. «Nick?»

Sentendosi richiamare, il ragazzo si voltò. Jeff lo stava guardando serio, ma poteva scorgere una luce divertita nel suo sguardo. «Sì?»

«Niente scene alla Maggie Carpenter, per favore» gli disse con un sorriso furbo.

«Sei tu il patito di Julia Roberts, non io» sorrise di rimando, prima di aprire la porta. «Piuttosto, Jeffie... Non farmi aspettare troppo».

Se ne andò prima che Jeff potesse rispondere. Non che gli servisse, sapeva che Jeff aveva scosso la testa divertito, prima di dedicare tutta la sua attenzione ai capelli e a quel ciuffo che proprio non voleva saperne di stare a posto.

Nick si appoggiò alla porta chiusa della camera di Jeff, sorridendo. Come sempre, era riuscito a calmarlo e a fargli vedere le cose nella giusta prospettiva. Inspirò a fondo, godendosi il profumo dei fiori, e si incamminò verso il salone.

 

*

Every breath
Every hour has come to this
One step closer

 

Jeff era in ritardo.

Sapeva, quando gli aveva parlato l'ultima volta, che sarebbe stato così. Se c'era una cosa in cui Jeff era totalmente incapace, era arrivare in orario ad un appuntamento. Non ci era mai riuscito in tutti quegli anni di relazione. La prima volta, Nick aveva quasi dato di matto con la cameriera del ristorante, che continuava a chiedergli se volesse iniziare a ordinare intanto che aspettava. Inutile dire che fosse estremamente ansioso, era saltato alle conclusioni e aveva pensato che Jeff gli avesse dato buca. Ma poi era arrivato, fresco come una rosa, dicendo che era stato troppo sotto la doccia. La volta successiva era stato Thad, il suo compagno di stanza, a trattenerlo. Poi si era bucata una gomma dell'auto. Infine, gli aveva semplicemente detto che quando era agitato per qualcosa faceva tardi.

Per quello, Nick era assolutamente tranquillo – forse per la prima volta da quando si era svegliato – nonostante gli sguardi ansiosi che sua madre continuava a lanciare alla porta da dove sarebbe entrato Jeff.

«Mamma, tranquilla. Se fosse in orario mi preoccuperei» tentò di scherzare. La donna annuì appena, continuando a tormentarsi le mani. Nick sorrise, sua madre non conosceva Jeff come lui, aveva tutte le ragioni di preoccuparsi.

Ci vollero altri dieci minuti prima che Thad arrivasse sorridente ad annunciargli che “la principessa aveva finalmente deciso di lasciare il castello”. Rise della battuta dell'amico, che gli diede una pacca sulla spalla prima di andare a sedersi accanto ad un annoiato Sebastian. Erano tutti lì, i loro amici, e Nick sapeva già chi si sarebbe commosso e chi avrebbe preso tutto sul ridere.

Quando Jeff comparve, dall'altro lato della stanza rispetto a dove si trovava lui, Nick seppe che sarebbe andato tutto bene. Si sentì idiota per l'agitazione di quella mattina, per quella crisi di panico che, sì, aveva quasi fatto la sua comparsa. Era Jeff, lo avrebbe voluto anche se fosse caduto davanti a tutti, tirandosi dietro ceste di fiori e decorazioni varie.

Fissò lo sguardo in quello di Jeff, ancora in piedi dall'altra parte della stanza, e sorrise. Vide l'altro ricambiare ed ebbe la matematica certezza che quello era il momento più bello di tutta la sua vita. Che avrebbe lottato, se fosse stato necessario, per mantenere la perfezione di quell'istante. Che gli ultimi anni avevano portato a quel momento, da quelle prime timide uscite a quando avevano comprato casa. Che niente e nessuno avrebbe mai potuto separarli.

«Tesoro, vai» gli sussurrò sua madre, distogliendolo dai suoi pensieri.

Tornò a guardare Jeff, che annuì, sorridendo. E iniziarono a camminare, uno incontro all'altro.

Un passo più vicini alla loro vita insieme.

 

*

 

And all along I believed I would find you
Time has brought your heart to me
I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more

 

Quando Nick si era ritrovato accanto a Jeff, di fronte al ministro, si era ormai totalmente liberato dall'ansia e dall'agitazione che lo avevano colpito poche ore prima. Si sentiva tranquillo come non mai, rassicurato dal sorriso luminoso di Jeff e dalla sua mano calda, stretta nella sua. Era tutto perfetto.

Aveva recitato la sua promessa, studiata a lungo insieme a sua sorella e provata mille volte con Thad, per essere sicuro di non dimenticarla al momento più importante. Aveva visto gli occhi di Jeff diventare lucidi e gli aveva stretto la mano con più forza, sorridendogli ancora di più, finché Jeff non era riuscito a parlare con voce ferma.

«Non è stato facile pensare a cosa dirti, Nicky. Fra i due, senza dubbio sei tu quello bravo con le parole. Io mi agito, inizio a straparlare e finisco per dire cose stupide. Lo sto facendo anche adesso. Un giorno, mentre tentavo di scrivere qualcosa di serio, ho ripensato alle nostre prime uscite. Sembra ieri che ci chiudevamo in camera, lasciando fuori il povero Thad o Trent, e ci seppellivamo sotto le coperte a fare qualche maratona di film o telefilm. Ci piaceva Doctor Who, quante risate ci siamo fatti con Eleven? Così, mentre ricordavo la tua tazza a forma di Tardis, ho capito quello che volevo dirti. Ti ricordi Amy e Rory, Nick? Ricordi quando dicevamo che il loro era un amore perfetto, senza pari? Quando abbiamo pianto nella loro ultima puntata, pensando a quanto fossero innamorati? Ed ho capito. Adesso, dopo anni, siamo come loro. Perché se per qualche strano motivo tu dovessi essere chiuso in una Pandorica e io diventassi una sorta di bambola di plastica, starei accanto a te per mille anni per rivederti. Ti amerei, per quei mille anni, sempre di più. E se tu fossi rimandato nel passato da qualche strana statua – e spero che tua sorella le abbia fatte sparire tutte, come le avevo chiesto – io troverei il modo per raggiungerti. A costo di perdere tutto, perché ti amo e lo farò sempre».

Nick aveva ascoltato Jeff con la consapevolezza che sarebbe scoppiato a piangere nel momento stesso in cui avesse finito di parlare. La promessa del ragazzo era la più bella che avesse mai sentito e non solo perché era rivolta a lui, ma perché era loro, totalmente. Non appena Jeff finì il discorso, Nick lo attirò a sé, incurante delle parole di protesta del ministro. Non gli importava se non era ancora il momento del bacio, lo era per loro. Si impossessò delle labbra di Jeff con delicatezza, cercando di trasmettergli tutto l'amore che provava per lui. Erano insieme da anni, eppure continuava a sentire le farfalle nello stomaco ogni singola volta che lo baciava. Jeff stava sorridendo contro le sue labbra, mentre una mano gli accarezzava con dolcezza una guancia. Si separarono con lentezza, senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro.

Ascoltarono il ministro annunciare la loro unione a tutta la sala e quando l'uomo, divertito, disse loro che quello era il momento del bacio, lo presero in parola.

Fu un bacio rapido, il primo da sposati. Fu un lieve sfiorarsi di labbra, delicato. Fu il tempo di un sorriso. Fu la perfezione assoluta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*porge insulina*

Lo so, è incredibilmente mielosa, ma il prompt era “fiori – smoking – 'non farmi aspettare troppo'” e, come mi ha detto chi l'ha promptato *mistero*, un po' richiedeva delle sdolcinatezze. Detto fatto XD

La canzone è “A Thousand Years” di Christina Perri, che fra l'altro ha anche ispirato la promessa di Jeff (cercate su youtube video Amy/Rory con questa canzone <3).

Maggie Carpenter è la protagonista di “Se scappi ti sposo”, con Julia Roberts, appunto.

Grazie mille a Vals che ha betato anche queste 1936 parole <3

   
 
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