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Autore: madoka94    24/10/2012    2 recensioni
"Ma chi me l' ha fatto fare?!"
Pensavano in quello stesso istante sei giovani: tra cui un ragazzo e una ragazza di venticinque anni e due ragazzi e due ragazze di diciotto, che tra breve si sarebbero incontrati tutti insieme. Solo che nessuno di loro se lo aspettavano.
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Ecco il primo scritto a quattro mani in collaborazione con fuxiotta95 che in sieme abbiamo deciso di postarla sul mio account.
Ma passiamo alla storia: non si parlerà dell' eterna lotta tra i nostri amati eroi Assassini e i temuti Templari, tutt' altro; Desmond, Altair e Ezio vivono la loro vita normalmente nel nostro presente.
Questo però non vuol dire che sarà tutto tranquillo, infatti si incontreranno con tre ragazze diverse fra loro, una molto timida e tranquilla, la sorella minore di questa spontanea e diretta e l' ultima una lunatica di prima categoria.
Preparatevi, perchè nell' aria si preannuncia una tempesta in arrivo!
Buona lettura! ;D
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Desmond Miles , Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, qui con voi ci sono le più pazze delle pazzoidi scrittrici che esistono al mondo: madoka94 e fuxiotta95 !

Vi presentiamo la nostra prima fiction a 4 mani, speriamo che vi piaccia e buona lettura!!

 

 

Tempesta in arrivo!

 

 

 

 

"Ma chi me l' ha fatto fare?!"
Pensavano in quello stesso istante sei giovani: tra cui un ragazzo e una ragazza di venticinque anni e due ragazzi e due ragazze di diciotto, che tra breve si sarebbero incontrati tutti insieme. Solo che nessuno di loro se lo aspettavano.

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Tutto ebbe inizio quando in un palazzo a New York tornò dal lavoro una ragazza dai capelli castani scuri, che al riflesso della luce del sole parevano ramati, e ricevette una telefonata non appena mise piede nel suo appartamento posando le chiavi sul comodino.
Non facendo in tempo a rispondere partì la segreteria telefonica :-" Ciao a tutti quanti!La vostra artista di strada non è in casa al momento, quindi lasciate pure un messaggio dopo il bip!"-
Dopo che fece quel piccolo suono meccanico iniziò a parlare attraverso la cornetta una donna che era ormai avanti con l' età ma cercava pur sempre di mantenere un tono giovanile, ovvero sua madre.
-Ciao Laura, sono mamma.Ascolta, tua sorella mi ha avvertita che tra qualche minuto partirà dall' aereoporto, quindi entro doma'ttina sarà lì a New York.Spero che le piacerà il posto e che impari presto l' inglese, tuo padre non vede l' ora di farle delle domande appena torna a casa...ti manda tanti baci e ti saluta dicendo che gli manchi tanto.Ti voglio bene, ciao!-
Dopo che chiuse la conversazione Laura restò interdetta con i sudori freddi che scendevano dalla tempia, si ricordò solo in quel momento che sua sorella sarebbe restata con lei per quattro mesi e...non sarebbe stata l' unica!
Non aveva avvertito o non si era ricordata di dire che avrebbe avuto un ospite "speciale" assieme a loro.
E poi la casa era ancora da sistemare con camere e tutto.
-Ma perchè ho sempre la testa fra le nuvole!-si disse schiaffeggiando sonoramente la fronte con il palmo della mano.
Nel frattempo, nel piano sottostante, un ragazzo coi capelli neri corti e una felpa bianca era intento a rovistare sui fornelli e nello stesso istante ricevette una telefonata anche lui. Che coincidenza, non trovate?
Lasciò stare per un attimo la padella togliendola dal fuoco e andò subito a rispondere.
-Pronto?-
-Ciao ragazzo.-rispose un uomo dal tono scuro ma pur sempre solare.
-Ciao papà!-rispose il figlio un pò sorpreso.
-Desmond, Giovanni mi ha appena avvertito che Ezio sta per partire col primo aereo.Penso che domani mattina sarà lì.-
-Ottimo!Dì pure a zio Giovanni che non si deve preoccupare, ho già la casa pronta e...-
-Ehm...figliuolo...mi domandavo se...-fece che interrompere il figlio a metà del discorso con tono un pò frivolo.
-Cosa?-
Ci fu una piccola attesa, poi William riprese a parlare dopo aver tirato un piccolo sospiro, sapendo che quello che avrebbe detto a Desmond non sarebbe tanto piaciuto.
-Se avessi un letto in più per qualcun altro.-
Desmond restò immobile fissando interrogativo un punto qualsiasi dell' appartamento.
-Beh sì, cel' ho, ma cosa c' entra con l' arrivo di Ezio?-chiese con finta innocenza.
-C' entra, perchè avrai "due" cugini al posto di uno.-
In quel momento il ragazzo ebbe l' estrema voglia di rompere il telefono che aveva tra le mani.
-Perchè non mi ha avvertito nessuno prima?-chiese con un tono piuttosto alterato.
-Perchè anche io ho ricevuto appena adesso la notizia.-ribattè il genitore stando sulla difensiva.
Il moretto sospirò rassegnato cercando già di farsi qualche piano nell' accogliere l' altra persona che sarebbe dovuta arrivare, ma quali dei tanti cugini che aveva sarebbe stato il prescelto?
-Chi c'è assieme ad Ezio? Federico, Claudia o Petruccio?-domandò massaggiandosi gli occhi, un pò per il piccolo stress del momento e un pò per la stanchezza del lavoro da barista che si accumulava.
-Nessuno dei tre.-affermò William.
-Allora chi?-
-Un parente alla lontana.Non so se ti ricordi di Altair, il figlio di Umar che conoscesti insieme ad Ezio, quando festeggiammo anni fa tutti insieme in famiglia il barbecue a casa nostra...-
Desmond alzò la testa al soffitto, cercando di ricordare quel giorno.Si ricordò di un bambino di sette anni coi capelli castani, una pelle appena scurita, due chiazze color del miele incastonate negli occhi e un piccolo broncio sul suo viso tondeggiato.
-Ah, sì, mi ricordo!Quando lo conobbi la prima volta mi ci volle un bel pò per socializzare con lui e la stessa cosa fu per Ezio.-
-Ecco, credo che ci dovrai "ri"socializzare.-

Nello stesso momento, all' aereoporto di Firenze, una fanciulla coi capelli a caschetto castani aspettava il suo volo impaziente, visto che era leggermente in ritardo.
Sara si stava annoiando, erano due ore e mezza che aspettava l' aereo che l' avrebbe portata a New York, pure la voce meccanica dell' assistente di volo che continuava a ripetere che a momenti sarebbe stato pronto a partire la infastidiva.
Così si decise di andare nell' edicola che era lì vicino a curiosare un pò per far passare il tempo.
Come si era alzata dalla sedia si sedette un altro ragazzo che aspettava anche lui il volo per New York, alto, con i capelli che si confondevano tra il marrone e il nero raccolti da una coda corta.Oltre all' aereo aspettava qualcun altro che da lì a poco sarebbe arrivato.
Suo padre gli aveva descritto ogni suo piccolo particolare per poterlo riconoscere: sarebbe arrivato con una borsa nera, una felpa bianca e il volto celato sotto ad un cappuccio.
Si ricordava più o meno di quel bambino che anni fa aveva conosciuto insieme a suo cugino e l' unica cosa che aveva impresso nella sua mente era il suo caratteraccio che si ritrovava.
Si chiedeva se col tempo era cambiato in meglio o in peggio, anche se la faccenda non gli importasse più di tanto, visto che non si vedevano da molto tempo.
Guardò l' orologio che teneva al polso, notando che la persona che doveva arrivare stava tardando.
Finalmente vide con la coda dell' occhio un ragazzo slanciato, che andava verso la sua direzione.La descrizione datogli da suo padre corrispondeva.
Si alzò aspettando che si avvicinasse, sorridendogli sornione salutandolo.
-Altair!Come stai?Ti ricordi di me?-
L' incappucciato alzò un poco il capo, inchinandolo appena di lato.
-Ezio?-chiese semplicemente.
-Esatto!è passato molto tempo!-esclamò l' altro tendendogli la mano.
Altair guardò la mano, poi Ezio e in seguito lo sorpassò andando a sedersi dove stava prima l' italiano.
-Già...-rispose l' arabo atono.
Un piccolo brivido percorse tutto il corpo del castano e non era perchè era intimorito della presenza del suddetto cugino ,più che altro era per la piccola smania omicida che stava provando in quell' istante.
"Non è migliorato in niente! è rimasto lo stesso ragazzino irritante di all' ora!"
Strinse il pugno cercando di mantere il controllo e rivolse lo sguardo ad Altair che si stava per mettere le cuffie alle orecchie.
-Allora...contento di prendere l'aereo e andare a trovare Des'?-richiese provando ad allacciare una conversazione.
L' arabo lo guardò con aria indifferente e si mise le cuffie con la musica a manetta.
-Uhn...-bofonchiò guardando poi verso la vetrata alla sua sinistra.
"Con questo non ci parli manco se gli dai un pugno nell' occhio..."
Entrambi stavano pensando, in quell' istante, che sarebbe stato un viaggio lungo e stressante, soprattutto se i suddetti ragazzi si sarebbero seduti l' uno affianco all' altro.
Sara invece stava ritornando dove era prima, quando ad un tratto si scontrò con una ragazza che la fece cadere a terra.
La castana stava per replicare quando, alzando il suo sguardo verso l' altra, notò che la stava gelando con le sue iridi castane chiare, come se la stesse odiando.Sara ingoiò per un attimo la saliva senza farsi sentire e cercò di rialzarsi per poi fare le sue scuse, quando fu troncata sul nascere.
-Si può sapere dove metti i piedi?!-la riprese l' altra che aveva dei capelli corti castani con le ciocche bionde, raccolti da un cappello nero in testa.
-Come scusa?-incalzò Sara.
-Hai sentito bene.Oppure te lo devo sillabare?-
-Penso di sentirci bene e che ci sia un errore...-
Si guardarono per un pò di tempo, scagliandosi fulmini solo con gli occhi ed entrambe pensarono: "ma che vuole questa?".
La piccola battaglia si interrotte quando Ezio si intromise fra le due e, oh, quanto aveva fatto male a farlo!
Come dice il saggio: mai intromettersi fra due fuochi, altrimenti ci si brucia a sua volta.
-Calmatevi belle signorine, non c' è bisogno di litig...-
Il castano non finì la frase che venne fulminato a sua volta dalle due litiganti che lo guardavano male.
-E tu che vuoi...?-gli chiesero entrambe con tono minaccioso.
Ezio rimase impietrito dallo sguardo da belva che avevano le ragazze, Altair li osservava divertito dal fatto di trovare Ezio nei guai.
-Avanti calmatevi...-provò a mettere di nuovo pace ma ricevette un'occhiata torva da Sara.
-Non ho tempo da perdere con voi due piccioncini!-disse la ragazza dai capelli corti superandoli.
-Che cosa? Lui non è il mio ragazzo!-urlò Sara attirando su di se l'attenzione di tutti i presenti.
Finalmete la voce meccanica avvertì dell' imbarco dei passeggieri per il volo di New York, Sara si diresse al portellone vedendo che anche il ragazzo, che aveva cercato di dividerla da quella maleducata di una ragazza, si stava dirigendo verso le scale, consegnò il biglietto aereo all' hostess e si accomodò. Cercò il numero che le era stato assegnato, finchè non lo trovò, ma non fu una bella scoperta, poichè seduta vicino al suo posto c'era la ragazza che aveva incontarato, che annoiata guardava fuori dal finestrino
-Ditemi che è uno scherzo!-pronunciò Sara attirando l'attenzione della ragazza che appena la vide mostrò l'odio più puro.
-Di nuovo tu?-chiese con voce acida.
-A quanto pare andiamo tutti a New York.-fece una voce dietro a Sara che si voltò di scatto ritrovandosi di fronte il ragazzo che poco prima ingennuamente aveva cercato di mettere pace.
-Oh, ti sei portata il fidanzatino!-esordì la ragazza seduta attirando su di se lo sguardo di Altair, i due si accomodarono nei posti vicino ai loro.
-Signorina dovrebbe sedersi.-avvertì l'hostess avvicinandosi a Sara.
-Sì...lo so.-rispose rassegnata lei, sedendosi vicino alla sua nuova nemica.
L'Hostess iniziò a mostrare le varie procedure di sicurezza, mentre la luce rossa indicava il segnale di allaciarsi le cinture, Sara notò che la sua compagna di volo strigeva i braccioli conficcando in essi le unghie affilate.
-Come hai paura di volare?-la voce squillante di Ezio attirò la sua attenzione.
-Zitto idiota!-
-Ma il tuo nome non significa "Aquila in volo"?-
-Vuoi stare zitto?-
Ezio scoppiò in una fragorosa risata che venne stroncata da un pugno in pieno stomaco da parte di Altair.
-Buon giorno signori passeggieri, qui è il capitano che vi parla. Vi do' il benvenuto sul volo diretto a New York offertovi da Air Leonard. La nostra Hostess vi ha mostrato le procedure di sicurezza: durante la fase di decollo e di atterraggio è vietato l'uso di qualsiasi dispositivo elettronico, vi preghiamo di tenere le cinture allacciate fino allo spegnimento del segnale e vi ringraziamo di aver scelto la nostra compagnia e vi auguriamo un buon volo.-
Si poteva udire appena il rumore dei motori, con abilità i piloti posizionarono l'aereo sulla pista di lancio, Sara ed Ezio notarono che sia Altair che l'altra ragazza tenevano gli occhi chiusi. L'aereo iniziò la fase di decollo alzando leggermente il muso, finchè il carrello non si staccò da terra. Dopo alcuni minuti il segnale delle cinture si spense e tutti i passeggieri le slacciarono. Tutti, a parte i due ragazzi che ancora terrorizzati stringevano con forza i braccioli.
Ezio cercò di cominciare una discussione con Sara.
-Beh, io vado a New York da un parente.-disse il moro sorridendole.
-Anche io!-rispose Sara.-Lui viene con te?-chiese la ragazza indicando Altair.
Ezio lo guardò ghignando sotto i baffi nel vedere il cugino cosi terrorizzato.
-Sì.E tu cosa vai a fare di bello nella grande mela, moretta?-chiese il giovane rivolgendosi all'atra ragazza che lo fulminò con lo sguardo.
-Non mi chiamo moretta!-rispose righiando l'altra.
-Beh, non ti sei presentata.-
-Se per questo neanche tu.-
Ezio dovette amettere che quella ragazza sapeva rigirare la frittata in un modo assurdo, anche Altair iniziò ad ascoltare la loro conversazione.
-Permettimi, mi chiamo Ezio Auditore e abito a Firenze.-
La ragazza lo squadrò.
-E lui?-chiese indicando Altair.
-Non ti hanno insegnato che non si indica?-disse stizzito l' arabo. Ad un tratto una lieve perturbazione, che non mise in agitazione i passeggieri, fece ricordare ai due il loro terrore per il volo.
-Mi chiamo Sharon Ferro!-urlò spaventata.
-Altair Ibn-La'Ahad!-ruggì l' altro preso dalla paura quanto lei.
Ezio e Sara si guardarono complici scoppiando a ridere.

All'alba del giorno dopo l'aereo raggiunse la zona di volo dell'America.

Nel frattempo Laura incominciò a scendere le scale in tutta fretta poichè era già in ritardo per via della sveglia che non aveva suonato. Lo stesso era successo al povero Desmond che in quel momento stava uscendo dall'appartamento.
Si voltò per imboccare le scale ma finì per scontrarsi con Laura che saltando gli ultimi due gradini era arrivata sul suo pianerottolo.
-Laura?-
-Desmond?-
-Ciao!-dissero all' unisono i due imbarazzatissimi.
-Scusa ma sono in ritardo.-senza accorgesene i due continuavano a dire le stesse parole nello stesso momento.
-Prego, prima tu.-disse gentile Miles alla ragazza.
-No, tu.-ribattè lei.
Dopo un pò Laura fece gesto a Desmond di cominciare a scendere già irritata dal ritardo e l'altro inizio a scendere le scale di corsa.
Arrivati fuori alzarono la mano per chiamare un Taxi, entrambi salirono sul mezzo senza badare l'uno all'altro.
-Dove vi devo portare?-chiese l' autista.
-All'aereoporto!-risposero all'unisono, si guardarono stupiti mentre l'autista metteva in moto la macchina.
-Anche tu devi andare all'aereoporto?-chiese Laura.
-Sì, arrivano dall'Italia due miei cugini.-rispose Desmond guardando fuori dal finestrino.
-E tu?-chiese rivolgendo un'occhiata a Laura che fissava il tassametro.
-Arriva mia sorella e un'altra ragazza anche loro dall' Italia.-
-Che coicidenza, magari si sono incontrati sullo stesso aereo.-
Disse Desmond e subitò cominciò a pensare alla certa figura che doveva aver fatto Ezio.Ormai lo conosceva fin troppo bene quel giovane donnaiolo, ma chi era lui a giudicarlo che era della stessa pasta dell' italiano?Infondo erano parenti!
In verità non ci provava spudoratamente con tutte quelle che capitavano, in quello si riconosceva la parte matura (?) e resposabile di lui.Adesso che ci pensava, non l' aveva mai fatto con lei, Laura Bristot, la sua vicina del secondo piano del condominio 3B.
Forse per il fatto che non era tanto apparescente come le altre donne che aveva conosciuto sul lavoro servendogli da bere, oppure che era così tanto tranquilla e riservata che non si faceva tanto vedere in giro.Chi lo sa.
In quel momento però la sua preoccupazione era un altra: come faceva con Altair ed Ezio?
Stessa cosa si domandò Laura: sarebbe riuscita a far collaborare la sorella e la ragazza che doveva ospitare?
Finalmente, dopo aver percorso le innumerevoli strade della più grande megalopoli d' America, arrivarono a destinazione scendendo subito dal mezzo.

Tutti e quattro i ragazzi erano fuori dall'aereoporto, le valige al proprio fianco.
-Quando diavolo arrivano?-disse iritata la ragazza dai capelli corti.
-A quanto pare anche il tuo passaggio è in ritardo-affermò Sara.
Altair ascoltava la musica, sentiva la stanchezza farsi più pesante, non era riuscito a dormire durante tutto il volo. Ezio invece ben riposato osservava con piacere le cosiddette "bellezze Americane".
Ad un tratto un taxi si fermò di fronte a loro, ne scesero una ragazza dai lunghi capelli castano scuri, gli occhi del mededsimo colore accompagnata da un ragazzo dai corti capelli neri. I quattro ragazzi li osservarono finchè Ezio non avvanzò verso il ragazzo sceso dal mezzo.
-Desmond!-con forza strinse in un caloroso abbraccio il ragazzo che sentendosi chiamare si era voltato verso di lui.
-Ezio!-rispose allegramente quando si sciolse dall'abbraccio, Altair si avvicinò ai due accenando a un saluto con la mano.
-Laura!-urlò la ragazza lanciandosi lettereramente addosso all'altra nuova arrivata.
-Sara!-entrambe si strinsero in un abbraccio caloroso ridendo felici, finchè Laura non spostò il suo sguardo sull'ultima ragazza che era rimasta al suo posto, il cappuccio della felpa nera calato sullo sguardo.
-Sharon, come stai?-chiese attirando l'attenzione della giovane che alzò appena lo sguardo.
-Bene...-rispose freddamente.
-Aspetta, tu la conosci?-chiese Sara guardando la sorella.
-Sì, diciamo di sì. Sarà anche lei mia ospite.-
-Cosa?!-
Sharon, compredendo che la sua permanenza a New York sarebbe stata in compagnia della sua nuova nemica, prese il troiler e fece per tornare nell'aereoporto, ma venne prontamente bloccata da Laura.
-Forza andiamo.-disse prendendo il troiler della ragazza.
-Scherzi, vero sorellona?-chiese titubante Sara pur sapendo a malincuore quale fosse la risposta.
-Non puoi obbligarmi a convivere con questa!-ribattè la Ferro.
-Sentite, non so che cosa sia successo fra voi nelle ultime ventiquattr' ore, ma dovete abituarvi altrimenti se sento un altra lagna come questa dormirete nel Queens sta notte e credetemi nella parte dei bassifondi non è proprio piacevole!-le sgridò entrambe la più grande con tono convincente.
Le diciottenni sbuffarono all' unisono, almeno in qualcosa erano d' accordo.
-Ehm..Des', per caso vale la stessa cosa anche per noi?-chiese il fiorentino al cugino americano.
-Perchè mi fai questa domanda?C' è stato qualche problema?-disse Miles guardando dall' altra parte Altair con ancora le cuffie alle orecchie che se ne stava per i conti propri.
-Sai, non è che sia cambiato tanto dall' ultima volta che ci siamo visti.Anzi, ha la stessa "simpatia" di allora.-
Desmond lo squadrò sentendo la frase stizzita dell' italiano.
-Non puoi giudicare su due piedi se non lo conosci fino in fondo.-
Detto questo lo spostò andando direttamente dall' arabo battendogli la spalla e facendo sì che questi si togliesse le cuffie e si girasse per guardarlo in faccia.
-Ehi Altair, che ne dici se per festeggiare andassimo a prendere una pizza?Poi magari facciamo un giro in città.-
-Per me è uguale.-disse Altair facendo spallucce e ritornando a sentire la musica.
A quel punto Desmond si girò a guardare Ezio che metteva in mostra uno sguardo che sembrava a dire  "che ti avevo detto?" e questi sbuffò dandogli ragione.
-Anche noi potremo andare a festeggiare mangiando qualcosa insieme.- esordì Laura alle ragazze.
-E se andassimo tutti in sieme? Noi sei intendo.- propose sfacciatamente l' Auditore.
Tutti i presenti lo squadrarono, mentre lui metteva in mostra il suo sorriso beffardo.
-Non sarebbe una brutta idea.-concordò Desmond, che temeva già che appena sarebbero stati da soli i due cugini avrebbero iniziato a litigare, guardò Laura sperando in un cenno di assenso.
-Non saprei...-
-Certo che ci veniamo!-esclamò entusiasta Sara prendendo la sorella sotto braccio.
Sharon invece restò assente sempre con il suo cappuccio fisso sul capo, prima di esclamare un seccato:-Oh, no...- ricevendo di conseguenza un  occhiataccia da parte della Bristot minore.
-Quindi è deciso, andiamo in pizzeria insieme!-esclamarono eccitati sia Sara che Ezio.
Gli altri quattro sbuffarono, soprattutto i più grandi temendo già le conseguenze di quella decisione.

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICI:

Eccoci qua!!!Piaciuto il capitolo?

-Mettete che vi è piaciuto!!- (*minaccia con il fucile puntato ai lettori*)

-Ma che fai sei pazza?!Poi chi ci recensisce secondo te!-

-Ma ci siamo già descritte pazze.-

-è vero ma...-

-Mmh...a pensarci forse hai ragione.-(*butta via il fucile che inimancabilmente casca a terra facendo partire un colpo che fa cadere il lampadario restando al buio nella stanza*)

-Non cambierai mai questa abitudine vero?-

-Penso che non servirà nemmeno una visita dallo psicologo, l' ultimo con cui ci ho parlato non ha fatto una bella fin...- (*viene bloccata da madoka*)

-Ooooook, ci vediamo al prossimo capitolo con queste pazze...AUCH!- (*viene morsa da fuxi che si libera*)

-E bacioni da questa "vera" pazza fuxiotta95!!-

 

A PRESTO !!!


  
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