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Autore: Val_    25/10/2012    12 recensioni
Silente, dal tavolo degli insegnanti, osservava la scena che gli si presentava di fronte ogni anno: il freddo pungente del primo settembre diveniva impercettibile grazie ai caldi sorrisi e alle risate degli amici.
Ma quel giorno il mago non riusciva a pensare ai quei volti contenti.
Storia vincitrice del premio 'Miglior Flashfic' nel 'Only drabble and only flashfic - one week contest'.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Awareness ~

Era la sera del primo giorno di scuola ad Hogwarts: il vento settembrino cominciava a farsi sentire, mentre l’autunno e i suoi colori iniziarono a tingere tutto il paesaggio di un caldo arancio.

Gli studenti erano già arrivati in Sala Grande, adorna degli stendardi delle quattro Case della Scuola, con le tavole apparecchiate e ricche di prelibati manicaretti, che i ragazzi stavano già gustando, dopo aver desiderato per tutta l’estate quel momento.

Silente, dal tavolo degli insegnanti, osservava la scena che gli si presentava di fronte ogni anno: il freddo pungente del primo settembre diveniva impercettibile grazie ai caldi sorrisi e alle risate degli amici.

Ma quel giorno il mago non riusciva a pensare ai quei volti contenti.

Dopo aver salutato gli alunni come di consueto, Silente si affrettò ad uscire dalla Sala Grande, nascosto dalla confusione degli studenti del primo anno, che venivano accolti dai Prefetti delle rispettive Case.

Camminava a grandi passi, facendo frusciare la stoffa del lungo e sontuoso abito che stava indossando.

Si fermò di fronte ad un gargoyle, in un corridoio al settimo piano.

 « Pallini Acidi. » sussurrò. In quel momento la statua sussultò, aprendo il passaggio per le scale a chiocciola.

Silente aprì il battente del suo ufficio e vi entrò; si diresse subito verso la sua scrivania, e aprì uno dei suoi cassetti, studiandone il contenuto: un vecchio libro dalla copertina nera, lacerata forse da un’arma affilata.

Silente lo prese e lo aprì ad una pagina qualsiasi; poi prese una penna, la intinse frettolosamente nell’inchiostro e scrisse sul foglio ingiallito

Tom, rispondi.

La frase, scritta con calligrafia chiara e nitida, sparì, ma non accadde nulla.

So che puoi sentirmi, Tom.

Il preside attese, finché non comparve una nuova frase.

Silente, è un piacere sentirti. Vedo che riusciamo comunque a tenerci in contatto grazie al mio anello.

Il mago fissò la sua mano, nella quale portava l’anello maledetto, che l’aveva resa grigia e priva di vita.

A cosa aspiri, Tom?

Scrisse di rimando. Desiderava conoscere il suo pensiero, e agire di conseguenza.

Oh, oggi è il primo settembre. Il primo giorno di scuola, vero? Mi auguro che te lo sia goduto.

A cosa aspiri, Tom?

Scrisse di nuovo il mago.

All'immortalità, Silente.

Rispose il suo interlocutore, rapido.

Ciò che mi darà il potere è proprio questa.

Ma l'immortalità non ti darà mai ciò che cerchi veramente, Tom. Spero che tu ne sia consapevole.

E spero che tu sia consapevole, Silente, del fatto che il tempo non ti è più amico. Grazie al mio potere, io ho il dono della vita eterna. Ma si può dire lo stesso di te?

Il preside fissò le parole scritte sul foglio, finché non sparirono; a quel punto, chiuse quello che un tempo era il diario di Tom Riddle.

Lui lo sapeva.

Sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto la Sala Grande adorna per il primo giorno di scuola.

 

   
 
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